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«Un predicatore, a sentire la mia padrona di casa.»

«Esatto. Buddy Ross, l’uomo con il completo bianco. E una folta chioma candida. Sembra un Barnaby Jones. Una chiesa gigantesca, un programma radiofonico di successo, e adesso la televisione. Nella vita quotidiana, è uno stronzo con un paio di lati positivi.» Versò due tazze di caffè. «Ma lo stesso vale per tutti noi, immagino.»

«Sbaglio o hai dei rimpianti?» Forse era una domanda indiscreta, ma speravo che ormai fossimo abbastanza in confidenza.

Annie prese la sua tazza, sedendosi davanti a me. «Non sono pochi, come canta Frank Sinatra in My Way.Però Mike è un ragazzino fantastico e, a essere onesta, mio padre ci ha sempre aiutati economicamente in modo che potessi occuparmi a tempo pieno di mio figlio. Da come la vedo, anche staccare assegni è una forma d’amore, ed è comunque meglio di niente. Oggi ho preso una decisione, mentre indossavi il tuo buffo costume e improvvisavi quell’allegro balletto. Mentre Mike rideva fino alle lacrime.»

«Dimmi.»

«Ho deciso di dare a mio padre ciò che più desidera: rientrare a far parte della vita di mio figlio prima che sia troppo tardi. Ha pronunciato parole orribili sul nostro conto, sostenendo che è stato Dio a colpire Mike con la distrofia muscolare perché venissi punita per i miei presunti peccati, ma devo mettermi in testa che il passato è il passato. Tanto, anche volendo aspettare, lui non si scuserà mai… perché, nel profondo del cuore, è convinto di avere detto la verità.»

«Mi dispiace.»

Annie alzò le spalle, come se la faccenda rivestisse scarsa importanza. «Mi sbagliavo quando non volevo che Mike andasse al parco e ho commesso un errore aggrappandomi ai miei vecchi rancori e continuando a esigere una specie di risarcimento del cazzo. Mio figlio non è merce di scambio. Pensi che a trentun anni si sia troppo vecchi per crescere, Dev?»

«Chiedimelo quando ci arriverò.»

«Touchée»,rispose con una risata. «Scusami un secondo.»

In realtà sparì per quasi cinque minuti. Restai seduto al tavolo della cucina, sorseggiando il caffè. Quando tornò, reggeva il maglione con la destra. Aveva il ventre abbronzato. Il reggiseno era azzurro, quasi dello stesso colore dei jeans sbiaditi.

«Mike dorme come un sasso», affermò. «Ti andrebbe di venire su con me, Devin?»

La camera da letto era ampia ma disadorna, come se non avesse finito di disfare i bagagli, anche dopo tutti i mesi passati lì. Si voltò verso di me, cingendomi il collo con le braccia. Gli occhi erano molto grandi e molto calmi. L’ombra di un sorriso le sollevava gli angoli della bocca, disegnando due leggere fossette. «‘Scommetto che potresti combinare di meglio, se ti lasciassi fare.’ Ti ricordi?»

«Sì.»

«E avrei vinto? La scommessa, intendo.»

Mi baciò. Aveva la bocca umida e dolce. Sentivo il sapore del suo respiro.

Si ritrasse all’improvviso. «Che sia chiaro, però: solo per questa volta.»

Non riuscii a frenarmi: «Basta che non sia…»

Lei quasi scoppiò a ridere. Alle fossette, s’era aggiunto lo splendore dei denti. «Una scopata di ringraziamento? No, credimi. L’ultima volta che sono stata con un ragazzino, lo ero anch’io.» Mi afferrò la mano destra, appoggiandosela sulla coppa di seta che le copriva il seno sinistro. Sentivo il battito tenue e regolare del suo cuore. «Deve essermi rimasto qualcosa dell’educazione paterna, perché mi pare di essere tremendamente perversa.»

Ci baciammo di nuovo. Fece scivolare le mani fino alla cintura, slacciandomela. Con un lieve rumore metallico, abbassò la cerniera lampo, sfiorando con il palmo il rigido turgore che si nascondeva sotto i boxer. Mi sfuggì un rantolo di piacere.

«Dev?»

«Sì?»

«L’hai mai fatto? Non azzardarti a mentirmi.»

«No.»

«Ma la tua ragazza era scema?»

«Penso lo fossimo entrambi.»

Sorrise, infilandomi una mano piacevolmente fresca dentro le mutande e circondandomelo con le dita. La sua presa salda, unita al movimento delicato del pollice, mi fecero sembrare i maldestri tentativi di Wendy roba da poppanti. «E così sei vergine.»

«Mi dichiaro colpevole, vostro onore.»

«Ottimo.»

Mi andò di lusso e non fuuna volta sola, perché all’inizio durai circa otto secondi. Forse nove. Riuscii a ficcarlo dentro, ma poi tutto si concluse con un diluvio di schizzi. Restai impietrito come quando mi era scappata una scorreggia mentre facevo la comunione al campeggio.

«Oddio», balbettai, coprendomi gli occhi con la mano.

Annie cominciò a ridere, senza cattiveria. «In un certo senso ne sono lusingata. Cerca di rilassarti. Scendo a dare un’altra occhiata a Mike. Non vorrei che mi beccasse a letto con il Simpatico Howie.»

«Molto divertente.» Se fossi arrossito ancora un po’, le mie guance avrebbero preso fuoco.

«Quando tornerò, sarai di nuovo pronto. È uno dei vantaggi di avere vent’anni, Dev. Se fossi un diciassettenne, saresti già sull’attenti.»

Si ripresentò con una Coca-Cola per ciascuno dentro un secchiello da ghiaccio, ma quando si sfilò la vestaglia restando nuda, la Coca diventò l’ultimo dei miei desideri. La seconda volta andò leggermente meglio e forse arrivai ai quattro minuti. Poi lei cominciò a mugolare e la storia finì. Una gran bella fine, però.

Ci ritrovammo a sonnecchiare. Annie aveva la testa appoggiata all’incavo della mia spalla. «Stai bene?» mi chiese.

«Così bene da non crederci.»

Mi accorsi che sorrideva anche senza vederla in volto. «Dopo secoli, finalmente questa stanza da letto non viene usata solo per dormirci.»

«Tuo padre non si ferma mai qui?»

«Non più, da parecchio. Io ho cominciato a tornarci perché Mike adora questo posto. A volte riesco a venire a patti con l’inevitabilità della sua morte, ma spesso non ci riesco. Fingo di ignorarla. Mi sorprendo a mercanteggiare con me stessa: Se non lo porto a Joyland, lui resterà vivo. Se non mi riappacifico con mio padre in modo che possa venire a trovarlo, lui resterà vivo. Se non ci muoviamo da qui, lui resterà vivo. Un paio di settimane fa, quando ho dovuto fargli indossare il cappotto per scendere in spiaggia, mi sono messa a piangere. Lui mi ha chiesto che cosa avessi e io gli ho risposto che erano quei giorni del mese. Sa che cosa significa.»

Mi tornò in mente una frase che Mike le aveva detto nel parcheggio dell’ospedale: Non sarà l’ultima volta che ci divertiamo insieme.Ma prima o poi quella famosa volta arriva. Per tutti noi, nessuno escluso.

Si alzò a sedere, coprendosi con il lenzuolo. «Ti ricordi quando ti ho spiegato che mio figlio è diventato il mio futuro? La mia brillante carriera?»

«Sì.»

«Non riesco a immaginarne un’altra. Dopo Michael c’è solo… il nulla. Chi diceva che nelle vite degli americani non ci sono seconde opportunità?»

Le afferrai la mano. «Non me ne preoccuperei, non finché ti rimane questa da vivere.»

Si liberò dalla presa, accarezzandomi. «Sei giovane ma non completamente stupido.»

Era gentile a dirlo, anche se mi sentivo tale. Riguardo a Wendy, ma non solo. Non riuscivo a togliermi di testa quelle dannate fotografie nella cartellina di Erin. C’era qualcosa che…

Annie tornò a sdraiarsi. Il lenzuolo le scivolò via dai capezzoli e io ricominciai a eccitarmi. Avere vent’anni non era poi tanto male. «Mi sono divertita al tirassegno. Mi ero dimenticata quanto ci si senta bene, preoccupandosi solo di mirare e tirare il grilletto. Papà mi mise in mano un fucile quando avevo appena sei anni. Un piccolo calibro ventidue a colpo singolo. Mi piaceva un sacco sparare.»

«Sul serio?»

«Sì. Era l’ unicacosa che funzionasse tra noi due.» Si appoggiò su un gomito. «Lui non fa che vendere la sua idea di salvezza fin da quando ero una ragazzina, e non c’entrano unicamente i soldi: si è beccato una tripla razione di sermoni da strapazzo dai suoi genitori, bevendosene ogni parola. Però, pur essendo un pastore evangelico, nel cuore è rimasto un uomo del Sud. Guida un pick-up personalizzato da cinquantamila dollari, ma pur sempre un pick-up. Frequenta le tavole calde e ama il cibo che gronda grasso. La sua idea di umorismo fine sono le pagliacciate di Hee Haw.Ama le canzoni da balera. E adora i suoi fucili. Non mi interessa il suo prodotto esclusivo e non me ne frega nulla di furgoncini, però ho preso da lui la passione per le armi. Dopo un paio di colpi mi sento meglio. Che cazzo di eredità, eh?»