Изменить стиль страницы

«Aiutiamo Tina ad allenarsi», mi confidò lungo le scale. «È una fuoriclasse. Il prossimo fine settimana parteciperà a un torneo ad Atlantic City, e penso proprio che ci sia un premio in denaro.»

Non ci impiegai più di quattro turni a scoprire che la nostra bibliotecaria in carica avrebbe fatto mangiare la polvere alle mie zie. Quando la signorina Ackerley compose nubilato,sfoderando il sorrisetto di scuse tipico dei campioni (probabilmente si esercitano a farlo davanti allo specchio), arrivò a distaccare di ottanta punti la signora Shoplaw. Quanto a me… be’, lasciamo perdere.

«Per caso sapete qualcosa di Annie e Mike Ross?» domandai durante una pausa. Entrambe avevano l’abitudine di scrutare a luuungola plancia prima di appoggiarci sopra anche una sola tessera. «Abitano su Beach Row in una grande casa vittoriana color verde.»

La signorina Ackerley si bloccò, la mano ancora infilata nel sacchetto marrone delle lettere. Le lenti spesse le ingrandivano ancora di più gli occhi sgranati per lo stupore. «Li hai incontrati?»

«Sì, la madre cercava di far volare un aquilone e l’ho aiutata. Sono molto gentili. Solo che mi chiedevo… quei due, tutti soli in una casa enorme… lui è messo parecchio male…»

Si scambiarono uno sguardo incredulo. Provai il desiderio di non avere mai affrontato l’argomento.

«Lei ti ha parlato?» domandò la signora Shoplaw. «La Regina delle Nevi ha parlato con te?Sul serio?»

Sicuro, e mi ha offerto un frullato. Mi ha ringraziato.

Si è persino scusata.Ma evitai di dirlo. Non solo perché Annie era diventata un pezzo di ghiaccio quando mi ero spinto troppo in là, ma anche perché mi sarebbe sembrato sleale nei suoi confronti.

«Be’, un pochino. Le ho dato una mano con l’aquilone, niente di più.» Ruotai la plancia di gioco. Era il modello girevole da professionisti, di esclusiva proprietà di Tina. «Forza, signora S., tocca a lei. Forse si inventerà qualcosa che fa parte del mio lessico.»

«Posizionata nel modo giusto, lessicopuò valere abbastanza punti. Specialmente se lessisi interseca con una parola contenente la sillaba co»,sottolineò Tina Ackerley.

La signora Shoplaw non prestò attenzione alla plancia o al suggerimento. «Hai idea di chi sia il padre della donna?»

«No, non esattamente.» Però sapevo che Annie lo detestava.

«Buddy Ross? Quello del programma L’ora del potere? Non ti ricorda nulla?»

Molto vagamente. Forse avevo sentito di sfuggita un predicatore di nome Ross alla radio mentre ero in sartoria. Poteva essere. Durante una delle mie trasformazioni lampo, di punto in bianco Dottie Lassen mi aveva chiesto se avevo trovato Cristo. D’istinto, mi era venuta voglia di risponderle che non sapevo si fosse perso, ma ero riuscito a trattenermi.

«È uno di quei tipi che declamano ai quattro venti i versetti della Bibbia?»

«Nel suo campo è una vera potenza, allo stesso livello di Oral Roberts e Jimmy Swaggart», replicò la signora S. «Ha gli studi in una chiesa gigantesca di Atlanta, che ha battezzato ‘la roccaforte di Dio’. Il suo programma radiofonico viene trasmesso in tutta l’America, e lui compare sempre più spesso in televisione. Non so se le stazioni gli concedano spazio gratis o se debba comprarselo. Di certo è in grado di permetterselo, specialmente nel cuore della notte, quando i vecchietti sono ancora svegli per colpa di acciacchi e dolori vari. I suoi spettacoli consistono per metà in guarigioni miracolose e per il resto nell’accorata richiesta di continue donazioni.»

«Però le sue doti non sono state di grande aiuto al nipote», affermai.

Tina sfilò la mano dal sacchetto delle lettere. Era vuota. Per il momento si era dimenticata dello Scarabeo: una vera fortuna per le sue misere vittime. Le brillavano gli occhi. «Non conosci nessun particolare di questa storia, immagino. In genere non bado ai pettegolezzi, ma…» Il suo tono si fece confidenziale, appena più alto di un bisbiglio. «Ma visto che li hai incontrati, potrei anche vuotare il sacco.»

«Sì, per favore.» Probabilmente la risposta a una delle mie domande era già arrivata. Annie e Mike Ross si potevano permettere di vivere in una dimora vittoriana lungo la costa più alla moda della Carolina del Nord perché era la casa di villeggiatura di nonno Buddy, comperata grazie alle donazioni dei fedeli.

«Lui ha due figli maschi», proseguì Tina. «Occupano entrambi un posto di spicco all’interno della congregazione; sono diaconi o vicepastori, roba del genere, non sono molto ferrata in queste sciocchezze da baciapile. La figlia, invece, si rivelò subito diversa dai fratelli. Un tipo sportivo. Equitazione, tennis, tiro con l’arco, caccia al cervo in compagnia di papà e parecchie gare di tiro. Tutte informazioni pubblicate sui giornali dopo che iniziarono i guai.»

La maglietta di Camp Perry cominciava ad avere un senso.

«Compiuti i diciott’anni, il diavolo ci mise la coda; letteralmente, almeno secondo il padre. Lei decise di frequentare una di quelle che loro definiscono ‘università secolari umaniste’. Stando alle voci, si diede a una vita sfrenata. Un conto fu abbandonare le competizioni di tiro e i tornei di tennis, un altro sostituire la chiesa con feste, alcol e compagnie maschili. Per non citare…» Tina abbassò ulteriormente la voce. «L’uso della marijuana.»

«Buon Dio, no!» esclamai.

La signora Shoplaw mi lanciò un’occhiataccia, ma Tina non se ne accorse. «E invece sì! Nientemeno! Infatti finì sulle riviste scandalistiche in quanto ricca e carina, ma soprattutto per via del padre. E perché era caduta, per dirla alla loro maniera. Per la congregazione fu un vero scandalo: la figlia del fondatore che porta la minigonna e se ne va a zonzo senza reggiseno, combinandone di ogni. D’altronde, questi cristiani fondamentalisti si attengono all’Antico Testamento, con i giusti che vengono premiati e i peccatori puniti fino alla settima generazione. E poi lei non si accontentò di frequentare il giro mondano del Village.» Gli occhi di Tina diventarono così enormi da sembrare sul punto di schizzarle fuori dalle orbite e rotolarle giù dalle guance. «Mollò l’NRA e aderì all’Unione degli atei americani!»

«Ah. E la notizia che piantò in asso il partito delle armi venne diffusa dalla stampa?»

«Altro che! Poi restò incinta, come da copione, e quando il figlio nacque con la… paralisi cerebrale, mi pare…»

«Distrofia muscolare.»

«Sì, quel che è; insomma, i giornalisti chiesero a Ross che cosa ne pensasse durante uno dei suoi comizi, e sai quale fu la risposta?»

Scossi la testa, ma ero in grado di immaginarlo.

«Che il Signore punisce i miscredenti e i peccatori. Che non aveva fatto eccezioni per la figlia e che magari la malattia del bambino avrebbe contribuito a riavvicinarla a Lui.»

«Non credo sia ancora successo», risposi, ricordandomi l’aquilone con la faccia di Gesù.

«Proprio non capisco perché la gente usi la religione come un’arma quando il mondo è già pieno di sofferenza», affermò la signora Shoplaw. «La fede dovrebbe essere fonte di conforto.»

«Ross è solo un vecchio moralista bacchettone», continuò Tina. «Lei potrà essere stata con centinaia di uomini e avere fumato migliaia di canne, ma è pur sempre sua figlia. E il ragazzino è suo nipote. L’ho intravisto in città un paio di volte, in sedia a rotelle o con quelle terribili imbracature che è obbligato a indossare se vuole camminare. Mi è sembrato molto gentile e sua madre non era certo ubriaca. E portava il reggiseno.» Si fermò per un attimo, frugando nei ricordi. «O almeno mi pare.»

«Forse suo padre cambierà», affermò la signora Shoplaw, «anche se ne dubito. I giovani crescono, mentre gli anziani invecchiano e basta, sempre più convinti di essere dalla parte della ragione. Soprattutto se conoscono a menadito la Bibbia.»

Mi venne in mente una frase che mia madre ripeteva spesso. «Il diavolo può citare la sacra scrittura per i propri fini», ribattei.