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Continuammo ad aspettare rimanendo in ascolto accanto alla radio.

La Grande Cina, parlando a nome di tutte le potenze con diritto di voto, accettò l’armistizio e dichiarò che non c’era più nessuna nave in orbita intorno alla Luna. Lenore scoppiò in lacrime e baciò tutti quanti si trovavano intorno a lei.

Dopo essersi ripresi dall’emozione (un uomo non può pensare se una donna gli butta le braccia al collo, figuratevi quando ce ne sono cinque o sei), dissi: — Stu, voglio che tu vada immediatamente a Luna City. Scegliti gli uomini che vuoi. Niente donne… dovrete camminare in superficie per gli ultimi chilometri. Scopri quello che è successo, ma per prima cosa ripristina il ponte radio.

— Molto bene, signore.

Lo stavamo preparando per il duro viaggio (bombole d’ossigeno supplementari, tende d’emergenza, eccetera) quando la Terra chiamò per radio. Volevano me personalmente, sulla frequenza sulla quale eravamo sintonizzati. Il messaggio (lo seppi dopo) era stato trasmesso su tutte le frequenze captabili sulla Luna.

"Messaggio privato. Prof a Mannie, identificazione Giorno della Bastiglia e segnale Sherlock. Torna subito a casa. Un mezzo di trasporto ti attende alla nuova antenna radio. Messaggio privato. Prof a…"

E così via, per dieci volte.

— Harry!

— Sì, capo?

— Messaggio per la Terra… registralo e poi gridalo più forte che puoi. "Messaggio privato. Mannie a Prof. Cannone di bronzo. Vengo!" Chiedi conferma… ma digli che basta una volta sola!

26

Stu e Greg guidarono la capsula al ritorno, mentre io, Wyoh e Lenore ci sdraiammo sul rimorchio, legati per non cadere. Era troppo piccolo per tre. Ebbi molto tempo a disposizione per parlare. Le due ragazze non avevano la radio nella tuta e potevano comunicare solo a segni… Molto buffo.

Incominciai a scorgere, ora che avevamo vinto, alcune parti del piano di Prof che non mi erano mai state chiare. Attirare l’attacco terrestre sulla catapulta aveva risparmiato le grotte (o almeno lo speravo), questo era il piano, ma Prof si era sempre mostrato sereno e indifferente all’idea di una possibile distruzione della catapulta. Certo, ne avevamo una seconda, ma troppo lontana e difficile da raggiungere. Ci sarebbero voluti anni per costruire la Metropolitana fino alla nuova catapulta, e c’erano montagne alte di mezzo. Probabilmente sarebbe stato meno costoso riparare la vecchia. Se era ancora possibile.

In entrambi i modi, non ci sarebbero state spedizioni di grano nel frattempo.

Era proprio questo lo scopo a cui mirava Prof! Eppure non aveva mai nemmeno accennato di voler far distruggere la vecchia catapulta… un piano a lunga scadenza, non solo la rivoluzione. Forse non lo avrebbe ammesso nemmeno ora. Ma Mike me lo avrebbe detto se lo avessi messo con le spalle al muro con questa domanda: aveva o non aveva calcolato questo fattore nei suoi calcoli? E le predizioni sulla carestia e tutto il resto, eh, Mike? Mi avrebbe detto la verità.

Quel progetto dello scambio tonnellata per tonnellata… Prof lo aveva sostenuto a spada tratta sulla Terra… serviva per convincerli a costruire una catapulta terrestre. Ma a tu per tu Prof non ne era entusiasta. Un giorno, nel Nord America, mi aveva detto: "Sì, Manuel, sono certo che funzionerebbe. Ma, se sarà costruita, sarà una soluzione temporanea. Molto tempo fa, due secoli circa, spedivano la biancheria sporca dalla California alle Hawaii… a vela, pensa!… e la riportavano indietro lavata. Circostanze particolari. Se riusciremo mai a vedere acqua e fertilizzanti spediti alla Luna e restituiti sotto forma di grano, sarà una cosa altrettanto temporanea. L’avvenire della Luna è nella sua straordinaria posizione, in cima a un pozzo gravitazionale in fondo al quale si trova un pianeta ricco, nella sua energia prodotta a basso costo e nelle sue illimitate estensioni di terra. Se noi Lunari saremo abbastanza sensati, nei prossimi secoli, da rimanere un porto franco e da non aderire a nessuna alleanza, diventeremo il punto di passaggio obbligato del traffico fra due o tre pianeti, diventeremo la base dei viaggi in tutto il sistema solare. Il nostro destino non è quello di essere per sempre degli agricoltori!".

Ci vennero incontro alla stazione Est e quasi non ci lasciarono il tempo di toglierci le tute a pressione… fu come tornare un’altra volta dalla Terra: una sterminata folla urlante; abbracci, il trionfo. Anche le ragazze furono portate a spalla dopo che Slim Lemke aveva detto a Lenore: — Possiamo portare in trionfo anche te? — e Wyoh aveva risposto: — Certamente, perché no?

Gli uomini erano per lo più in tuta e mi sorpresi a vedere quanto erano armati… fino a quando vidi che non erano i nostri fucili a raggi ma armi catturate. Ma la più grande felicità di tutti fu di vedere che Luna City era rimasta intatta!

Avrei fatto volentieri a meno della processione trionfale: non vedevo l’ora di attaccarmi al telefono e chiedere a Mike che cosa era successo… quanti danni, quanti morti, quale era stato insomma il prezzo della vittoria. Non ne ebbi occasione. Fummo trascinati alla Vecchia Cattedrale, volenti o nolenti.

Ci scaricarono su un palco con Prof, gli altri membri del governo e alcuni pezzi grossi. Le nostre ragazze piansero fra le braccia di Prof e lui mi abbracciò alla latina, con il bacio sulle guance, mentre qualcuno mi piazzava sulla testa un Berretto della Libertà. Scorsi la piccola Hazel fra la folla e le mandai un bacio.

Alla fine si calmarono e Prof prese la parola.

— Amici — disse, e fece una pausa in attesa di silenzio. — Amici — ripeté a voce bassa. — Amati compagni, finalmente siamo radunati qui, nel giorno della libertà, e abbiamo con noi gli eroi che hanno combattuto l’ultima battaglia per la Luna, da soli. — Scrosciarono gli applausi e di nuovo Prof attese il silenzio. Era stanchissimo, le mani gli tremavano, e si appoggiava al parapetto. — Voglio che siano loro a parlarvi, vogliamo sapere quello che hanno fatto. Ma, per prima cosa, ho un annuncio felice da farvi. La Cina ci ha appena comunicato che costruirà sull’Himalaia una colossale catapulta, capace di lanciare carichi sulla Luna a buon prezzo e con la stessa facilità con cui inviamo il grano dalla Luna alla Terra.

S’interruppe per gli applausi, poi riprese: — Ma questo appartiene al futuro. Oggi… oh, giorno felice!, il mondo ha finalmente riconosciuto la sovranità della Luna. Liberi! Avete conquistato la vostra libertà…

Prof si interruppe, un’espressione di sorpresa gli apparve sul volto. Non era spavento, era perplessità. Barcollò lievemente.

Poi morì.

27

Lo trasportammo in un negozio dietro il palco d’onore. Anche con l’intervento di dodici medici non ci fu niente da fare. Il vecchio cuore aveva ceduto. Lo riportarono fuori e io lo seguii lentamente.

Stu mi toccò ii braccio: — Signor Primo Ministro…

Risposi: — Eh? Oh, maledizione!

— Signor Primo Ministro — ripeté con fermezza — devi parlare alla gente, dire che tornino a casa. Poi ci sono molte cose da fare. — Parlava con voce calma, ma sulle guance gli scorreva il pianto.

Tornai sul palco, confermai quello che tutti avevano già intuito e li invitai a tornare a casa. Poi ci ritrovammo nella stanza L del Raffles dove era nata la rivoluzione, per una riunione d’emergenza del governo. Ma prima mi precipitai al telefono, tirai il paravento e composi il numero Mycroft XXX.

Il numero non rispondeva. Provai di nuovo, stesso risultato.

Spostai il paravento e chiesi a Wolfgang, che era il più vicino: — I telefoni non fuzionano?

— Dipende — rispose. — Quel bombardamento di ieri ha sconvolto le linee. Se devi chiamare fuori città, sarà bene farlo tramite centralino.

— Quale bombardamento?

— Non te l’hanno detto? Hanno concentrato l’attacco sulle Centrali sotterranee dell’Ente. Ma i ragazzi di Brody hanno colpito la nave. Nessun grosso danno, in realtà, niente di irreparabile.