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Prof scosse la testa. — No, Manuel.

Mi arrabbiai. — Prof, tu stai portando troppo in là questa tua idea della non-coercizione. Lo sai che poi verrà il caos!

— Lo so. Ma dobbiamo continuare con la persuasione, non con la forza. Ora rivediamo i piani di difesa.

I piani non erano un gran che, ma erano quanto di meglio si potesse fare. Dovevamo avvertire tutti di tenersi pronti a un bombardamento, eventualmente accompagnato da sbarco e invasione, organizzare i reparti della milizia di Finn per assicurare continui turni di guardia a ogni grotta, in superficie, per non farci cogliere un’altra volta di sorpresa da un’invasione sulla faccia opposta della Luna. Dichiarammo lo stato di emergenza in tutte le grotte, ordinando di tenere la pressione al massimo e le tute a portata di mano. Tutti i corpi militari e paramilitari dovevano trovarsi in stato di allarme blu a partire dalle ore sedici di sabato, pronti a entrare in allarme rosso (tutti ai posti di combattimento) se venivano lanciati missili o se le navi manovravano per allunare.

Quanto ai bombardamenti contro la Terra, non apportammo nessuna modifica ai lanci durante la prima rotazione del pianeta. Dall’India ricevevamo reazioni angosciate, mentre la Grande Cina taceva. Tuttavia, proprio l’India non aveva motivi di lamentarsi. L’avevamo giudicata troppo popolosa per servirci dei tiri a reticolato che avevamo impiegato nel Nord America. A eccezione di alcuni obiettivi nel Deserto del Thare e su poche cime rocciose, i massi sarebbero caduti in mare, a distanza di sicurezza dai porti.

Avremmo però dovuto scegliere montagne più alte, oppure dare meno indicazioni. Le notizie parlavano di fanatici religiosi che scalavano le montagne-bersaglio, seguiti da turbe innumerevoli di fedeli, per allontanare la nostra rappresaglia con la sola forza spirituale.

Così, fummo di nuovo assassini.

Inoltre, i massi precipitati nell’Oceano Indiano uccisero milioni di pesci e parecchi pescatori, dato che pescatori e altri marinai non avevano prestato fede ai nostri avvertimenti. Il governo indiano si infuriò sia per i pesci sia per i pescatori, però non sembrava voler invocare anche nei nostri confronti il principio che tutte le forme di vita sono sacre: pretendeva le nostre teste.

L’Africa e l’Europa reagirono con più buon senso. In Africa la vita non è mai stata ritenuta molto sacra e quei pochi che si avventurarono nelle vicinanze dei bersagli non aprirono ferite nel cuore dei governanti. All’Europa era bastato un giorno per capire che avremmo colpito dove avevamo promesso e che le nostre bombe erano mortali. Uccidemmo qualcuno, è vero, soprattutto marinai cocciuti. Ma non sterminammo sciami di teste vuote come era successo nel Nord America e in India. In Brasile e nelle altre zone dell’America del Sud il numero delle vittime fu ancora inferiore.

Poi venne di nuovo il turno del Nord America: sabato 17 ottobre 2076 ore nove, cinquanta minuti, ventotto secondi.

Mike aveva stabilito l’inizio della seconda fase alle dieci esatte ora lunare. Questo significava che, tenuto conto della posizione in orbita della Luna e del movimento di rotazione della Terra, il Nord America sarebbe stato sotto il nostro tiro alle cinque del mattino sulla costa orientale e alle due sulla costa occidentale.

Le discussioni su questi lanci erano cominciate fin dall’alba di sabato. Prof non aveva convocato ufficialmente il Consiglio di Guerra, tuttavia tutti i membri erano presenti a eccezione di Clayton che si era recato a Kongville per assumere il comando della difesa. Prof, io, Finn, Wyoh, il Giudice Brody, Wolfgang, Stu e Terence Sheehan partecipavamo alla riunione: in totale otto opinioni diverse. Aveva ragione Prof: più di tre persone non riescono a decidere niente.

Dovrei forse dire che le opinioni diverse erano sei, dato che Wyoh tenne sempre chiusa la sua deliziosa bocca e Prof si limitava a dirigere il dibattito. In compenso gli altri facevano per diciotto. A Stu non interessava dove sarebbero caduti i colpi… purché la Borsa di New York si aprisse regolarmente il lunedì mattina. — Giovedì abbiamo venduto allo scoperto in diciannove diverse operazioni. Se non vogliamo che la nostra nazione vada in bancarotta prima di uscire dalla culla, bisogna assolutamente che siano eseguiti i miei ordini di acquisto per coprire i debiti. Diglielo tu, Wolf: faglielo capire.

Brody voleva impiegare la catapulta per colpire qualsiasi altra nave che avesse lasciato l’orbita di parcheggio della Terra. Sheehan pensava che sarebbe stato divertente ripetere il gioco del reticolato centrando una delle scariche in cima alla sede del governo nordamericano. — Conosco i cittadini degli Stati Uniti, ero uno di loro prima che mi deportassero sulla Luna. Sono terribilmente seccati di aver ceduto la direzione del loro Paese alle Nazioni Federate. Se mettiamo fuori combattimento quei burocrati, avremo tutti gli americani dalla nostra parte.

Wolfgang Korsakov, con sommo disgusto di Stu, pensava invece che le speculazioni fatte sulla Terra avrebbero avuto maggior successo se tutte le borse fossero rimaste chiuse sino alla fine della guerra.

Finn voleva rischiare il tutto per tutto: intimare alla Terra di ritirare le sue astronavi dal nostro cielo. Se non le avessero ritirate, colpire la Terra, ma sul serio. — Sheehan si sbaglia sul conto degli americani — disse — li conosco anch’io. Il Nord America è l’osso più duro in seno alle Nazioni Federate e noi dobbiamo spezzarlo. Già ci chiamano assassini, quindi, tanto vale colpirli, e colpirli forte. Bombardiamo le città americane, poi possiamo anche sospendere gli altri tiri.

Uscii silenziosamente per chiacchierare con Mike e prendere qualche appunto. Quando rientrai stavano ancora discutendo. Prof alzò gli occhi verso di me: — Maresciallo, non abbiamo ancora sentito la tua opinione.

— Prof, non possiamo mettere da parte questa sciocchezza del maresciallo? I bambini sono ormai a letto e possiamo parlarci da uomini.

— Come vuoi, Manuel.

— Volevo aspettare per vedere se vi mettevate d’accordo.

Erano ancora al punto di partenza. — Non vedo perché dovrei esprimere la mia opinione — continuai. — Sono soltanto un tecnico e mi trovo qui perché sono capace di programmare un calcolatore balistico. — Mentre parlavo tenevo gli occhi fissi su Wolfgang, un compagno di prim’ordine durante la rivoluzione, ma nell’intimo un intellettuale al cento per cento. Io invece sono un meccanico con poca scuola alle spalle; Wolf si è laureato in un’università di grido, a Oxford, prima che lo condannassero all’esilio. Aveva molta stima di Prof, ma raramente chinava la testa di fronte agli altri. A Stu, forse. Ma anche Stu aveva amicizie altolocate.

Alle mie parole si agitò, a disagio, e disse: — Avanti, Mannie, è ovvio che vogliamo sentire la tua opinione.

— Non ho niente da dire. Il piano dei bombardamenti è stato studiato con la massima cura, e tutti hanno avuto la possibilità di esporre le loro critiche. Non mi pare che quanto abbiamo finora ascoltato sia di tale portata da giustificare un cambiamento tattico.

Prof disse: — Manuel, potresti ripetere a beneficio di tutti il piano del secondo bombardamento sul Nord America?

— D’accordo. Lo scopo della seconda scarica è di costringerli a impiegare i missili d’intercettamento. Ogni colpo ha per obiettivo una grande città, o meglio, bersagli spopolati vicino a grandi città. Informeremo gli interessati poco prima di colpirli. Quando esattamente, Sheehan?

— Li stiamo avvertendo ora. Ma possiamo cambiare programma e io penso che dovremo farlo.

— Può darsi. La propaganda non è affar mio. Nella maggior parte dei casi, per colpire località vicine alle aree popolate in modo da costringerli a usare i missili anti-missili, abbiamo dovuto scegliere come bersagli gli specchi d’acqua, laghi e mari. Oltre a distruggere i pesci e chiunque non stia lontano all’acqua, i massi provocheranno formidabili bufere locali e danni alle coste.