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— Va bene, Mike, se lo dici tu. Ma se sarà necessaria una programmazione rapida, dovrò comunque telefonarti.

— Man, io voglio che tu vada là perché può darsi che non possa telefonare al Mare delle Onde. Potrebbero interrompersi le linee. Così ho preparato delle programmazioni per il calcolatore; potranno venirti utili.

— D’accordo, stampale, e fammi parlare con Prof.

Dopo essermi accertato che Prof parlava da un telefono privato, gli comunicai la richiesta di Mike. Pensavo che avrebbe sollevato obiezioni, speravo addirittura che mi avrebbe ordinato di rimanere al mio posto per tutta la durata del bombardamento o dell’invasione da parte delle astronavi. Invece disse: — Manuel, è indispensabile che tu ci vada. Io esitavo a dirtelo. Mike ti ha parlato delle ultime prospettive di successo?

— No.

— Gliel’ho chiesto esplicitamente. Se anche Luna City dovesse essere bombardata, se io dovessi morire e con me tutti i membri del governo, anche se il radar di Mike fosse messo fuori combattimento e Mike stesso impossibilitato a mettersi in contatto con la nuova catapulta, tutte cose possibili in un bombardamento violento, nonostante tutto ciò, Mike prevede il cinquanta per cento di probabilità favorevoli alla Luna purché funzioni l’Operazione Fionda di Davide… e se ci sarai tu a farla funzionare.

Non avevo altra scelta. Accettai. — Sì, capo. Sì, signore e padrone. Tu e Mike siete due pidocchi e volete divertirvi alle mie spalle. Ci andrò.

— Molto bene, Manuel.

Mi fermai per un’altra ora, il tempo necessario a Mike per stampare metri su metri di nastro programmato per l’altro calcolatore. Un lavoro che a me avrebbe preso sei mesi, ammesso che fossi stato in grado di analizzare tutte le variabili. Era zeppo di indici e di riferimenti e prevedeva mostruosità tali che non oso nemmeno parlarne. Tanto per dire, date certe circostanze e risultando necessario distruggere (per esempio) Parigi, quel nastro indicava come si doveva fare: quali proiettili e in quale orbita, come dire al calcolatore stupido di trovarli e farli cadere sul bersaglio. O qualsiasi altra cosa.

Stavo leggendo questo interminabile documento (non i programmi per il calcolatore veri e propri, ma la descrizione dello scopo di ogni programma che precedeva i simboli in codice) quando telefonò Wyoh. — Mannie, caro, Prof ti ha già parlato del Mare delle Onde?

— Sì. Stavo per telefonarti.

— Benissimo. Allora preparo i nostri bagagli e ci troviamo alla stazione Est. A che ora arriverai?

— I nostri bagagli? Vieni anche tu?

— Non te l’ha detto Prof?

— No. — Improvvisamente mi sentii allegro.

— Mi sentivo colpevole, caro. Volevo venire con te, ma non avevo una scusa valida. Dopo tutto, non servo a niente accanto a un calcolatore mentre qui ho delle responsabilità. O meglio ne avevo. Ora sono stata esonerata da tutti i miei incarichi, come te del resto.

— Come?

— Non sei più ministro della Difesa. Al tuo posto è stato nominato Finn. Tu sei vice Primo Ministro.

— Bene!

— …e viceministro della Difesa. Io sono già vicepresidente del Parlamento e Stu è stato nominato sottosegretario agli Esteri. Così viene anche lui con noi.

— Sono confuso.

— Non è stata una decisione improvvisa come sembra: Prof e Mike stavano lavorando da mesi. Decentralizzazione, caro, la stessa cosa che McIntyre ha escogitato per i servizi tecnici delle grotte. Se ci sarà un disastro a Luna City, la Luna avrà ancora un governo. Prof me l’ha spiegato così: mia cara Wyoh, fino a che voi tre e qualche altro membro del Parlamento sarete vivi, non sarà tutto perduto. Potrete sempre negoziare su un piano di parità e non dovrete ammettere le vostre ferite.

Così tornai a diventare un tecnico addetto ai calcolatori. Stu e Wyoh mi vennero incontro con i bagagli (comprese le altre mie braccia artificiali) viaggiammo insieme per interminabili gallerie senza aria, con indosso le tute a pressione, su un piccolo carrello che veniva impiegato per il trasporto dell’acciaio alla nuova catapulta. Greg ci aveva preparato un grande rolligon per il tratto da percorrere in superficie e si unì lui stesso a noi quando tornammo in galleria per il tratto terminale.

Per questo non potei assistere all’attacco contro i radar balistici, quel sabato sera.

24

Il Comandante della prima astronave, l’Esperance delle Nazioni Federate, era un uomo di fegato. Sabato sera cambiò improvvisamente rotta e si diresse a capofitto sulla Luna. Doveva aver pensato che avremmo tentato di far impazzire i cervelli dei suoi missili perché decise di avvicinarsi fino a identificare i nostri radar con quelli della nave anziché fidarsi a bombardarli con i missili.

Evidentemente era pronto a sacrificare se stesso, la nave e l’equipaggio, dato che scese a meno di mille chilometri prima di aprire il fuoco, un ventaglio di missili che si abbatté su cinque dei sei radar di Mike, ignorando le contromisure.

Mike, che si aspettava di rimanere accecato molto presto, fece sparare a volontà le artiglierie di Brody contro gli occhi elettronici della nave. Tre secondi di fuoco sulla nave, poi tiro a vista contro i missili che cadevano.

Risultato: l’astronave distrutta, due radar balistici messi fuori uso dalle cariche nucleari dei missili, tre missili uccisi in volo, due squadre di artiglieri uccisi (la prima postazione colpita da un missile acca, l’altra da un missile morto che cadde su di essa). Inoltre tredici artiglieri furono investiti da radiazioni superiori al livello mortale di 800 roentgen, in parte causate dalle esplosioni nucleari, in parte dall’eccessiva permanenza in superficie. Tra le vittime anche quattro ausiliarie del corpo femminile che avevano deciso di mettersi le tute e salire in superficie accanto ai loro uomini. Altre ragazze si erano esposte a quantità eccessive di radiazioni, ma inferiori al livello di 800 roentgen.

Intanto la seconda astronave continuava a girare intorno alla Luna lungo un’orbita ellittica.

Seppi queste notizie da Mike la domenica mattina, al mio arrivo al Mare delle Onde. Mike continuava a lamentarsi per la perdita di due dei suoi occhi e ancora di più per le due squadre di artiglieri… Penso che si stesse formando in lui qualcosa di simile a una coscienza umana. Sembrava che sentisse come una sua colpa personale il non essere riuscito a mettere fuori combattimento tutti e sei i missili con una sola bordata. Gli feci notare che aveva dovuto combattere con ordigni improvvisati e di scarsa gittata, non vere e proprie armi.

— Piuttosto, cosa è successo di te, Mike? Stai bene?

— Per quanto riguarda le parti essenziali, sì, ma ho qualche discontinuità nelle comunicazioni esterne. Un missile ha tagliato i circuiti che mi collegano con Novy Leningrad, ma notizie giuntemi tramite Luna City mi assicurano che i sistemi locali di emergenza hanno provveduto in modo soddisfacente a ristabilire tutti i servizi urbani. Mi sento frustrato da questi inconvenienti… ma ce ne occuperemo più tardi.

— Mike, mi sembra che tu sia stanco.

— Stanco, io? Ridicolo! Man, dimentichi che sono un calcolatore. Sono seccato, ecco tutto.

— Quando si farà rivedere la seconda astronave?

— Tra circa tre ore, se manterrà l’orbita assunta. Ma non lo farà… con novanta probabilità su cento. Aspetto che arrivi entro un’ora.

— Un’orbita rasente al suolo, eh?

— È scomparsa alla mia vista all’azimut, con una rotta nord-est di trentadue gradi. Non ti suggerisce niente questo, Man?

Cercai di ricostruire la situazione visivamente. — Suggerisce che hanno l’intenzione di atterrare e di cercare di catturare te, Mike. Hai avvertito Finn? Voglio dire, hai detto a Prof di avvertire Finn?

— Il Professore è informato. Ma la mia analisi è diversa dalla tua.

— Davvero? Bene, allora forse è meglio che tenga la bocca chiusa e ti lasci lavorare in pace.