– Si? – Gli potete riferire qualcosa da parte mia? – Certo.

– Voglio dirvelo in un orecchio.

L'uomo chino le guance rossicce verso la ragazza, e lei gli sussurro qualcosa.

Papa spalanco gli occhi. – Ma che cosa significa? Questa frase non ha senso.

– Lui capira.

Ditegli che sono queste le mie parole e lui ne comprendera il significato.

Ma, per favore, riferitele in questa stessa successione.

E non dimenticatevene mi raccomando! – Come me ne posso dimenticare? Sono solo sei piccole paroline.

Ascolta…

– No, no – interruppe Arcadia eccitata. – Non ripetetele.

Non ripetetele mai a nessuno.

Ditelo solo a mio padre.

Lo promettete? Papa scrollo ancora una volta le spalle. – Promesso.

D'accordo! – Grazie – rispose lei con aria triste, mentre lui si allontanava avviandosi all'aerotaxi che l'avrebbe portato allo spazioporto.

Chissa se l'avrebbe mai piu rivisto.

Forse era stata lei a segnare la sua fine.

Non se la sentiva di ritornare a casa e guardare in faccia la buona Mamma.

Se fosse successo qualcosa, sarebbe stata tutta colpa sua.

19. La guerra finisce

Quoriston Battaglia Di…

Combattuta il 17-9 del 377 E.F, tra le forze della Fondazione e quelle di Stettin, Signore di Kalgan, fu l'ultima battaglia di rilievo durante l'interregno…

Enciclopedia Galattica

Jole Turbor, nel suo nuovo ruolo di corrispondente di guerra, era costretto a indossare una divisa splendente, e non gli dispiaceva.

Era contento di viaggiare nuovamente nello spazio, e il profondo scoraggiamento che l'aveva preso nella futile lotta contro la Seconda Fondazione era sostituito dall'eccitamento per quella lotta tra uomini e vere astronavi.

Per la verita, la Fondazione non era riuscita a ottenere vittorie di una certa consistenza, ma c'era molto da discutere sulla questione.

Dopo sei mesi di conflitto, il cuore della Fondazione era ancora intatto, e il grosso della flotta era ancora in via di allestimento.

Coi nuovi rinforzi era quasi altrettanto forte numericamente come al principio della guerra, tecnicamente piu forte, malgrado la sconfitta di Ifni.

Nel frattempo, le difese planetarie venivano rafforzate; le forze armate erano addestrate piu accuratamente; l'efficienza amministrativa dava i suoi frutti e gran parte della flotta di Kalgan era impegnata a occupare i territori conquistati.

Al momento, Turbor era con la Terza flotta dislocata nel settore anacreoniano.

Le sue interviste miravano a evidenziare l'aspetto popolare di quella guerra per cui stava intervistando Fennel Leemor, ingegnere di terza classe, volontario.

– Parlaci di te, soldato – disse Turbor.

– Non c'e molto da dire – rispose Leemor imbarazzato, sorridendo e arrossendo; conscio dei milioni di spettatori che in quel momento lo stavano ascoltando. – Sono di Locris, io.

Lavoravo per una fabbrica di aeromobili, avevo una buona paga.

Sono sposato e ho due figli, due bambine.

Potrei mandar loro un saluto? Sempre che siano in ascolto.

– Certo, soldato.

Il video e tuo.

– Grazie – borbotto. – Ciao, Milla, mi ascolti? Io sto bene.

Come sta Sunni? E Tomma? Vi penso sempre e probabilmente tornero presto in licenza.

Ho ricevuto il vostro pacco con il cibo.

Noi qui riceviamo regolarmente le nostre razioni ma mi hanno detto che i civili tirano un po la cinghia.

Non ho nient'altro da dire.

– La prossima volta che andro su Locris, soldato, andro a trovare la tua famiglia e vedro che non le manchi niente.

Il giovane sorrise e annui. – Grazie, signor Turbor, vi ringrazio proprio di cuore.

– Bene, e ora spiegaci, tu sei un volontario, vero? – Certo.

Se qualcuno viene a darci delle noie, non sono certo io a tirarmi indietro.

Mi sono arruolato appena ho sentito cos'era successo alla Hober Mallow.

– E' cosi che si fa.

Sei mai stato in battaglia? Vedo che porti due stelle.

– Sciocchezze – disse modestamente, – non erano battaglie quelle, ma corse.

I kalganiani non combattono, a meno che non siano perlomeno cinque volte superiori di numero.

E anche quando gli capita di essere piu forti, attaccano solo navi singole.

Mio cugino era a Ifni, su una di quelle navi che sono riuscite a tornare alla base, e dice che e successo la stessa cosa laggiu.

Avevano diretto il grosso della loro flotta solo su una nostra ala, e quando arrivarono le altre navi scapparono come lepri.

In quella battaglia hanno perso il doppio di navi di noi.

– E cosi pensi che riusciremo a vincere la guerra? – Certo.

Ora abbiamo smesso di ritirarci.

E poi se le cose si mettessero proprio male ci sara la Seconda Fondazione ad aiutarci.

Noi abbiamo dalla nostra il Progetto Seldon, e anche loro lo sanno.

Turbor storse la bocca. – E cosi anche tu conti sulla Seconda Fondazione? Il giovane lo guardo sorpreso. – Non e forse vero che ci contano tutti? Il tenente Tippellum entro nella stanza di Turbor subito dopo la trasmissione.

Lancio una sigaretta al corrispondente e si sposto il berretto all'indietro.

– Abbiamo preso un prigioniero – disse.

– Un vecchio pazzo.

Dice di essere neutrale e di aver diritto all'immunita diplomatica.

Non sanno che farne di lui.

Si chiama Palvro o Palver, qualcosa del genere, dice che viene da Trantor.

Chissa che diavolo e venuto a fare in zona d'operazioni.

Ma Turbor balzo in piedi.

Si ricordava perfettamente il dialogo avuto con Darell, il giorno dopo la dichiarazione di guerra.

– Preem Palver – disse.

Tippellum fece una pausa e lancio una boccata di fumo dall'angolo della bocca. – Si – disse – dov'essere lui.

Ma come lo conosci? – Niente.

Credi che gli possa dare un'occhiata? – Per la Galassia, non so.

Il vecchio se l'e portato in ufficio per interrogarlo.

Tutti sono convinti che si tratti di una spia.

– Vai a dire al vecchio che lo conosco, se veramente e quello che afferma di essere.

Mi assumo io ogni responsabilita.

Il capitano Dixyl, sulla nave ammiraglia della Terza flotta, osservava accuratamente il Gran Rivelatore.

Nessuna nave non avrebbe potuto evitare di essere una fonte di energia subatomica nemmeno se l'astronave fosse rimasta inerte nello spazio, e ogni punto focale di questa radiazione si tramutava in una piccola scintilla nel campo tridimensionale.

Tutte le astronavi della Fondazione erano state contate e non esistevano altre scintille, ora che la piccola astronave spia che diceva di essere neutrale era stata intercettata e catturata.

Per un momento quella nave estranea aveva creato confusione.

Forse era necessario cambiare tutte le tattiche.

– Siete sicuro di aver capito? – disse.

Il comandante Cenn annui. – Mandero il mio squadrone nell'iperspazio: raggio dieci parsec, theta, 268,52 gradi, phi, 84.15 gradi.

Tornero alla base alle tredici e trenta.

Rimarro assente un totale di undici ore e ottantatre centesimi.

– Esatto.

Mi raccomando, noi contiamo proprio sulla vostra precisione sia di spazio sia di tempo.

Capito? – Si, capitano. – Guardo il suo orologio da polso. – Le mie astronavi saranno pronte per la una e quaranta centesimi.

– Bene – disse il capitano Dixyl.

Lo squadrone kalganiano non era ancora entro il raggio del Rivelatore ma non avrebbe tardato.

Avevano ricevuto un'informazione attendibile.

Senza lo squadrone di Cenn, le forze della Fondazione erano inferiori di numero, ma il capitano aveva fiducia.

Molta.

Preem Palver si guardava intorno con aria triste.

Prima era stata la volta dell'ammiraglio alto e magro; poi gli altri, tutti in uniforme; e ora c'era quest'ultimo, alto e grosso, con il colletto aperto e senza cravatta – ben diverso dagli altri – che voleva parlare con lui.

Jole Turbor stava dicendo: – Mi rendo perfettamente conto, ammiraglio, della situazione delicata in cui vi trovate, ma io vi dico che se mi permettete di parlargli per pochi minuti, forse saro in grado di eliminare ogni dubbio.

– E per quale ragione non volete interrogarlo in mia presenza? Turbor strinse le labbra e poi rispose ostinato. – Ammiraglio – disse – da quando sono stato aggregato alla vostra flotta, la Terza flotta ha avuto un ottimo trattamento stampa.

Voi potete benissimo mettere due uomini di guardia fuori dalla porta, se volete, e tornare fra cinque minuti.

Se mi fate questo favore, state pur certo che le vostre relazioni pubbliche non ne soffriranno.

Mi capite? L'ammiraglio capi.

Appena rimasto solo, Turbor si rivolse a Palver e disse: – Presto, come si chiama la ragazza che tenete a casa vostra? Palver riusci semplicemente a spalancare gli occhi sorpreso e a scuotere la testa.

– Niente sciocchezze – l'avverti Turbor. – Se non rispondete sarete considerato una spia, e le spie in tempo di guerra vengono fucilate.

– Arcadia Darell – borbotto Palver.

– Bene.

Avanti, continuate.

E' sana e salva? Palver annui.

– Sara meglio che diciate la verita, altrimenti non garantisco della vostra, incolumita.

– E in ottima salute, e non e affatto in pericolo – ripete Palver.

L'ammiraglio torno.

– Ebbene? – Quest'uomo, signore, non e una spia.

Potete credere alle sue parole.

Ne rispondo personalmente.

– Bene – l'ammiraglio s'acciglio. – Allora e vero che rappresentate una cooperativa agricola di Trantor che ha intenzione di allacciare rapporti commerciali con la Fondazione per trasportare rifornimenti di grano e patate? Bene, ma per ora non se ne potra andare.

– E perche no? – Perche siamo nel pieno di una battaglia.

Quando sara finita, se saremo ancora in vita, verra scortato su Terminus.

La flotta kalganiana intercetto le navi della Fondazione da una distanza incredibile e a sua volta venne intercettata.

Apparvero come minuscole lucciole sugli schermi dei Gran Rivelatori di ambedue le flotte.

Si avvicinarono lentamente.

L'ammiraglio della Fondazione corrugo la fronte. – Pare che facciano sul serio.

Guarda quanti sono. – Poi dopo una pausa aggiunse: – Non ce la faranno, no di certo se lo squadrone di Cenn arriva in tempo.

Il comandante Cenn era partito gia da parecchie ore prima che avvenisse il primo contatto.

Ormai non si poteva piu cambiare il piano.

O andava o non andava.

Ma l'ammiraglio sembrava tranquillo.

E cosi gli ufficiali, come gli uomini di truppa.