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Aenea: Federico, padre de Soya, la risposta tocca a lei. A lei e ai fedeli come lei. Ma posso dirle che oggi miliardi di uomini e donne, alcuni col crucimorfo, molti altri senza, desiderano ardentemente il ritorno a una Chiesa che si occupi di faccende spirituali, degli insegnamenti di Cristo e delle più profonde questioni del cuore, anziché essere ossessionata da questa falsa risurrezione.

Templare Het Masteen: Riverita maestra, se posso cambiare argomento, dal cosmico e teologico al personale e insignificante…

Aenea: Niente di cui lei parla potrebbe essere insignificante, Vera Voce dell’Albero Het Masteen.

Het Masteen: Riverita maestra, ho partecipato al pellegrinaggio su Hyperion, con sua madre…

Aenea: Mi parlò spesso di lei, Vera Voce dell’Albero Het Masteen.

Het Masteen: Allora sa, maestra, che mentre attraversavamo sul carro a vento il mar d’Erba, il Signore della Sofferenza, lo Shrike, venne a me. E mi portò avanti nel tempo e in là nello spazio… in questo tempo, in questo luogo.

Aenea: Sì.

Het Masteen: Nelle conversazioni con lei e con i miei fratelli nella confraternita del Muir, ho capito che è mio destino servire in questa epoca il Muir e la causa della vita, come fu profetizzato secoli fa da quelli tra noi in grado di vedere nel Vuoto che lega. Ma in questi giorni e malgrado gli sforzi dei miei fratelli e di altri amici fra gli Ouster, ho sentito parlare del poema epico di Martin Sileno e ho trovato una edizione dei Canti…

Aenea: Purtroppo, Vera Voce dell’Albero Het Masteen, mio zio Martin scrisse quel poema al meglio delle sue conoscenze, ma le sue conoscenze erano incomplete.

Het Masteen: Ma nei Canti, riverita maestra, il poeta dice che nel fatidico giorno i pellegrini, e il mio amico colonnello Kassad me l’ha confermato, mi trovano su Hyperion, nella valle delle Tombe del Tempo e che muoio poco dopo…

Aenea: Ciò è vero nel contesto dei Canti, ma…

Het Masteen (alza la mano per interrompere la mia amica): Ciò che mi preoccupa, reverenda maestra, non è il mio inevitabile ritorno nel tempo al pellegrinaggio su Hyperion né la mia inevitabile morte. Capisco che questo per me è solo uno dei possibili futuri, per quanto probabile o auspicabile. Ma vorrei sapere se le mie ultime parole furono quelle riportate nei Canti dal vecchio poeta. È vero che immediatamente prima di morire griderò: "Sono il Vero Prescelto. Devo guidare l’Albero della Sofferenza nel tempo della redenzione finale"?

Aenea: Questo è ciò che è scritto nei Canti, Vera Voce dell’Albero Het Masteen.

Het Masteen (sorride sotto il cappuccio): E quel tempo è vicino, reverenda maestra? Userà questa Yggdrasill come l’Albero della Sofferenza per la nostra redenzione finale, secondo quanto attestano le profezie?

Aenea: La userò, Vera Voce dell’Albero Het Masteen. Tra poco partirò per realizzare nel giro di qualche giorno quella redenzione finale. Chiedo formalmente che la Yggdrasill sia lo strumento del nostro viaggio e lo strumento della redenzione finale. Inviterò molti dei presenti a unirsi a me in questo viaggio conclusivo. E le chiedo formalmente, Vera Voce dell’Albero Het Masteen, di comandare la nave-albero Yggdrasill, d’ora in poi conosciuta per sempre come l’Albero della Sofferenza, in questo viaggio.

Het Masteen: Accetto formalmente l’invito, reverenda maestra, e sono pronto a prendere il comando della nave-albero Yggdrasill in questa missione. (Seguono alcuni minuti di silenzio.)

Capomastro Jigme Norbu: Aenea, George e io avremmo una domanda.

Aenea: Sì, Jigme?

Jigme Norbu: Ci hai parlato del genocidio effettuato senza clamore dal TecnoNucleo su pianeti come Hebron, Qom-Riyadh e altri. Be’, non è vero e proprio genocidio, perché le popolazioni sono state poste in uno stato di sonno simile alla morte, ma è un terribile sequestro di milioni di persone.

Aenea: Sì.

Jigme Norbu: La stessa cosa è avvenuta anche sul nostro amato T’ien Shan, dopo la nostra partenza? I nostri amici e i nostri familiari sono stati zittiti con le neuroverghe del Nucleo e portati via in uno dei pianeti labirinto?

Aenea: Sì, Jigme, mi rattrista dire che è accaduto. Mentre parliamo, i corpi vengono portati via dal pianeta.

Kuku Se: Perché? Per quale motivo sequestrano quelle popolazioni? Gli ebrei, i musulmani, gli indù, gli atei, i marxisti… e ora è toccato anche al nostro bellissimo mondo buddhista. La Pax è forse impegnata a eliminare tutte le altre fedi?

Aenea: Questo è il motivo che spinge la Pax e la Chiesa, Kuku. Per il TecnoNucleo, la faccenda è molto più complicata. Senza il parassita crucimorfo su quelle popolazioni non cristiane, il Nucleo non può usare quegli esseri umani nella propria rete neurale di moribondi. Ma se immagazzina quei miliardi di individui nella loro falsa morte, può utilizzare la loro mente in gigantesche reti neurali funzionanti in parallelo. Un accordo vantaggioso per tutt’e due le parti: la Chiesa, che esegue la maggior parte del lavoro di rimozione, non è più minacciata da non credenti; il Nucleo, che provoca il sonno/morte e immagazzina i corpi nei pianeti labirinto, ottiene nuovi circuiti nella sua rete Intelligenza Finale.

Capomastro George Tsarong: Allora non c’è speranza? Non possiamo fare niente per aiutare i nostri amici?

Ouster Navson Hamnim: Scusatemi se vi interrompo, signor Tsarong, signora Aenea, ma dovremmo spiegare ai nostri amici che quando per noi sciami Ouster e alleati templari sarà tempo di passare all’offensiva contro la Pax, il nostro primo obiettivo è di liberare i vari pianeti labirinto e di riportare in vita, se possibile, quelle popolazioni.

La Dorje Phamo (ad alta voce): Riportarle in vita? Com’è possibile? Come si potrebbero riportare in vita?

Aenea: Colpendo direttamente il TecnoNucleo.

Lhomo Dondrub: E dov’è il TecnoNucleo, Aenea? Dimmelo e ci andrò subito a dare battaglia a quelle vigliacche IA.

Aenea: La vera sede del TecnoNucleo, Lhomo, è il segreto meglio custodito fin da quando le IA lasciarono la Vecchia Terra, mille anni standard fa. Da allora hanno tenuto nascosta la loro reale ubicazione fisica: la segretezza è la loro migliore difesa contro una eventuale ribellione degli ospiti contro i parassiti.

Colonnello Fedmahn Kassad: Meina Gladstone era convinta che il Nucleo si trovasse negli interstizi dell’ambiente teleporter, che le IA fossero simili a invisibili ragni in una invisibile tela. Proprio per questo autorizzò la distruzione della rete teleporter spaziale, per colpire il Nucleo. Si sbagliava? I teleporter furono distrutti per nulla?

Aenea: Si sbagliava, Fedmahn. L’ubicazione fisica del Nucleo non era nell’ambiente teleporter, che è poi il tessuto del Vuoto che lega. Ma la distruzione dei teleporter non fu inutile: privò il Nucleo dell’ambiente parassitico che consentiva alle IA di nutrirsi delle menti umane e nello stesso tempo ridusse al silenzio una parte della megasfera.

Lhomo Dondrub: Ma, Aenea, tu sai dove il Nucleo risiede?

Aenea: Credo di saperlo.

Lhomo Dondrub: Ce lo dirai, così potremo attaccarli con unghie e denti e proiettili e armi al plasma?

Aenea: Non lo dirò per ora, Lhomo. Aspetto di essere sicura. In ogni caso, il Nucleo non può essere attaccato con armi fisiche, così come non può essere invaso da entità fisiche.

Fedmahn Kassad: Perciò ancora una volta è impenetrabile ai nostri attacchi? Inaccessibile al confronto?

Aenea: No, non è impenetrabile né inaccessibile. Se il fato lo consente, porterò di persona l’attacco al Nucleo fisico. Anzi, l’attacco è già iniziato in modi che mi auguro di chiarire più tardi. E vi prometto che affronterò le IA nella loro tana.