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Si rivolse a Aenea e si inchinò. «Riverita maestra, siamo riuniti qui oggi proprio per te. Dalle nostre profezie — da quelli, nella nostra confraternita e altrove, che hanno toccato l’ambiente Vuoto che lega — sappiamo che sei la migliore e unica speranza di riconciliazione fra Uomo e Nucleo, fra Uomo e Altro. Sappiamo pure che il tempo è breve e che l’immediato futuro possiede il potenziale sia per l’inizio di questa riconciliazione e nostra liberazione, sia per la distruzione quasi totale. Prima che si possa decidere, ci sono fra noi coloro che dovranno formulare le domande finali. Ti unirai con noi in discussione adesso? È questo il tempo di parlare delle cose di cui bisogna parlare e che bisogna capire, prima che tutti i mondi e dimore di Ouster e templari e Pax e varia umanità si lancino nella battaglia finale per l’anima dell’Uomo?».

«Sì» disse Aenea.

La Vera Voce dell’Albero Stella si sedette. Aenea si alzò, attese. Io tolsi di tasca il mio grafer.

Ouster Systenj Coredwell: Signora Aenea, stimatissima maestra, può dirci con una qualche certezza se alla biosfera, il nostro Albero Stella, saranno risparmiati la distruzione e l’attacco della Pax?

Aenea: Non posso, cittadino Coredwell. E se potessi, farei un errore a parlarne. Non ho il ruolo di predire probabilità nei grandi epicicli del caos che sono i futuri. Posso dire senza dubbio che i prossimi giorni determineranno se questa stupefacente biosfera sopravviverà o no. Le nostre stesse azioni determineranno in larga misura questo evento. Ma non esiste un singolo corso d’azione corretto.

E se posso fare una richiesta, poiché sono qui presenti alcuni miei amici che non hanno mai visto l’Albero Stella e lo spazio Ouster, sarebbe un aiuto alla discussione se uno dei nostri ospiti spiegasse il retroterra sociale della specie Ouster, della biosfera e degli altri progetti, nonché della filosofia Ouster e templare.

Ouster Siati Quintana Ka’an: Sarò lieta di parlare ai nostri nuovi ospiti, amica Aenea. È importante che tutti i presenti a questo dibattito capiscano quale posta mettiamo in gioco.

Come tutti i nostri fratelli Ouster e templari ben sanno, la specie Ouster fu creata più di ottocento anni fa, in decine di sistemi solari assai distanti l’uno dall’altro. Navi seminatrici umane, con coloni addestrati nelle arti genetiche, furono inviate lontano dal sistema della Vecchia Terra nella grande espansione pre-Egira. Quelle navi seminatrici erano, per la maggior parte, veicoli più lenti della luce: flottiglie di rozzi autoreattori Brussard, navi a vela solare, a presa ionica, a impulso nucleare, sfericole Dyson a lancio gravitazionale, navi con vela di contenimento a spinta laser; solo alcune decine delle più tarde navi seminatrici avevano la propulsione Hawking C-più.

Quei coloni, nostri antenati — per la maggior parte viaggiando nel sonno dell’animazione sospesa, più profondo della crio-fuga — erano fra i migliori ARNisti, nanotecnici e ingegneri genetici che la Vecchia Terra potesse offrire. Avevano la missione di trovare mondi abitabili e, in assenza della tecnologia del terraforming, di bio-nano-modificare i milioni di forme di vita della Vecchia Terra in animazione sospesa a bordo delle navi e di renderli adatti per questi mondi.

Come sappiamo, poche navi seminatrici raggiunsero pianeti abitabili: Nuova Terra, Tau Ceti, il mondo di Barnard. Molte però raggiunsero pianeti dove nessuna forma di vita poteva sopravvivere. I coloni avevano una scelta: continuare il viaggio, con la speranza che i sistemi di mantenimento vita della nave li sostenessero per altri decenni o secoli di viaggio, oppure usare la propria abilità nell’ingegneria genetica per adattare se stessi e gli embrioni presenti nella loro arca a condizioni molto più dure di quelle immaginate dagli originari progettisti delle navi seminatrici.

Scelsero questa seconda possibilità. Usando i più avanzati metodi di nanotecnologia — metodi messi al bando dal TecnoNucleo sulla Vecchia Terra e nella prima Egemonia — quegli esseri umani adattarono se stessi a mondi pazzescamente inospitali e perfino all’ancora meno ospitale vuoto fra mondi e stelle. Nel corso dei secoli l’uso della propulsione Hawking si era diffuso in molti di quei remoti sciami di coloni Ouster, ma l’urgenza di trovare pianeti più adatti all’uomo si era affievolita. Ora quegli uomini volevano continuare ad adattarsi, dare a tutti gli orfani della Vecchia Terra la possibilità di adattarsi, a qualsiasi condizione i luoghi e lo spazio offrissero.

E questa missione produsse la loro filosofia, la nostra filosofia, quasi religiosa per fervore, di diffondere vita in tutta la galassia, in tutto l’universo. Non solo vita umana, non solo forme di vita della Vecchia Terra, ma vita in tutte le sue infinite e complesse variazioni.

Alcuni nostri visitatori qui stasera potrebbero ignorare che la meta finale di noi Ouster e dei nostri fratelli templari non è solo la biosfera Albero Stella che vediamo sopra di noi in questo stesso momento, ma il giorno in cui aria e acqua e vita riempiano quasi tutto lo spazio fra l’Albero Stella e il sole giallo che arde sopra di noi.

La confraternita del Muir e le nostre libere confederazioni di Ouster non vogliono nient’altro che rendere verdeggiante di vita la superficie, i mari e l’atmosfera di ogni pianeta intorno a ogni stella. E non basta! Lavoriamo per vedere la galassia verdeggiante, viticci che si allungano verso le galassie vicine, supersequenze di vita.

Una conseguenza di tale filosofia, nonché la ragione per cui la Chiesa e la Pax cercano di distruggerci, è questa: per secoli abbiamo continuato a modificare l’evoluzione umana in modo che si adatti alle esigenze dell’ambiente. Finora non ci sono specie di umanità distinte e separate, diverse dall’Homo sapiens; tutti noi qui presenti potremmo incrociarci con ogni essere umano della Pax o dei templari. Ma le differenze crescono, il distacco genetico si allarga. Già esistono forme di umanità Ouster tanto diverse da confinare con nuove specie umane, e queste differenze sono trasmesse geneticamente alla nostra prole!

Cosa, questa, che la Chiesa non può tollerare. Perciò siamo impegnati in questa terribile guerra, per decidere se l’umanità deve rimanere per sempre una sola specie o se può continuare la nostra celebrazione della diversità nell’universo.

Aenea: Grazie, cittadina Sian Quintana Ka’an. Sono sicura che la sua spiegazione è stata utile ai miei amici che ancora non conoscevano lo spazio Ouster, ma anche a tutti noi, come importante promemoria mentre prendiamo queste gravi decisioni. Qualcun altro desidera la parola?

Dalai Lama: Amica Aenea, avrei un commento e una domanda per te. Con la sua promessa d’immortalità, la Pax ha indotto perfino me a considerare, solo per un istante, la conversione alla fede cristiana. Tutti qui amiamo la vita, è il filo luminoso della nostra comunità. Puoi dirci perché il crucimorfo è male per noi? La sua natura di simbionte o parassita, devo aggiungere, non lo rende poi così inverosimile, a me o a tanti altri. Nel nostro corpo esistono molte forme di vita, i batteri nell’intestino, per esempio, che si nutrono di noi e tuttavia ci permettono di vivere. Amica Aenea, cos’è in realtà il crucimorfo? E perché dovremmo sfuggirlo?

Aenea (chiude gli occhi per un secondo, sospira, li riapre e guarda in viso il bambino): Santità, il crucimorfo è nato dalla disperazione delle entità del TecnoNucleo, nelle ore che precedettero la Caduta dei teleporter, a causa dell’attacco di Meina Gladstone.

Il TecnoNucleo, come ho discusso con tutti voi in dibattiti diversi, vive e pensa solo come parassita. In questo senso, la specie umana è stata a lungo un compagno simbiotico del Nucleo. La nostra tecnologia è stata creata e limitata da progetti del Nucleo. Le nostre società sono state create, modificate e distrutte da piani del Nucleo e da paure del Nucleo. La nostra esistenza come esseri umani è stata largamente determinata dal continuo balletto di paura e di parassitismo con le IA del Nucleo.