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— Va bene… d’accordo. Ma perché mi avete tenuto all’oscuro? Stu, ne eri al corrente?

— No, Mannie. Non c’era ragione di farmelo sapere. — Scrollò le spalle. — Del resto, io sono monarchico e la cosa non mi avrebbe interessato. Ma sono d’accordo con Prof che oggi, nella nostra epoca, le elezioni sono un rito indispensabile.

Prof continuò: — Manuel, non era necessario che ci mettessero al corrente degli sviluppi prima del nostro ritorno. Avevamo altro da fare. Il compagno Adam e la cara compagna Wyoming hanno fatto fronte alla situazione in nostra assenza. Vediamo come si sono comportati, prima di giudicare quello che è successo.

— Chiedo scusa. Allora, Wyoh?

— Mannie, non abbiamo abbandonato tutto al caso. Adam e io abbiamo stabilito che un’Assemblea di trecento membri sarebbe stata sufficiente. Poi siamo stati per ore a esaminare le liste del Partito, senza dimenticare le personalità più in vista, al di fuori della nostra organizzazione. Infine abbiamo predisposto un elenco di candidati che comprendeva anche alcuni membri della Prima Assemblea Costituente. Non erano tutte teste vuote. Scegliemmo i migliori, nel maggior numero possibile. Poi Adam telefonò a ciascuno di loro chiedendo se erano disposti, e vincolandoli al segreto. Alcuni dovettero essere sostituiti. Quando fummo pronti, Adam parlò alla televisione annunciando che era venuto il momento di mantenere l’impegno preso dal Partito per libere elezioni, stabilì una data e disse che tutti i cittadini di età superiore ai sedici anni avevano diritto di voto. Per essere candidati, bastava raccogliere cento firme in calce a una petizione di nomina e depositarla alla Vecchia Cattedrale o nell’apposita sala dei pubblici avvisi della propria grotta. C’erano dieci candidati per ogni collegio. In questo modo ogni grotta, tranne le più piccole, aveva almeno un collegio elettorale.

— E allora avete lanciato la candidatura dei vostri trecento e la lista del Partito è stata eletta in blocco.

— Oh, no, caro! Non c’era una lista del Partito… ufficialmente. Ma noi eravamo pronti con i nostri candidati, e debbo dire che i nostri ragazzi sono stati in gamba a raccogliere firme. I nomi dei trecento candidati designati da me e Adam sono stati esposti il primo giorno. Poi ci furono molte altre candidature, in totale più di duemila. Ma mancavano solo dieci giorni alle elezioni e noi sapevamo quello che volevamo, mentre l’opposizione era divisa. Non fu necessario che Adam appoggiasse pubblicamente i candidati. Il sistema ha funzionato da sé… tu hai avuto il massimo delle preferenze, con un margine di settemila voti, mentre il tuo più pericoloso rivale ha avuto in tutto mille voti.

— Io ho vinto?

— Tu, io, il Professore, il compagno Clayton e più o meno tutti quelli che volevamo all’Assemblea. Non è stato difficile. Sebbene Adam non abbia mai sostenuto nessuno, io non esitai a far sapere ai compagni per chi si dovesse votare. Anche Simon ha fatto la sua parte. Poi siamo in ottimi rapporti con i giornali. Avrei voluto che fossi stato qui la sera delle elezioni, mentre arrivavano i risultati. Un’esperienza eccitante!

— Come avete fatto per individuare gli elettori? Non so come funzionano le elezioni. Avete fatto scrivere a tutti il loro nome dopo il voto?

— No, abbiamo usato un sistema più adatto, perché, dopo tutto, alcuni dei nostri uomini migliori non sanno scrivere. I seggi elettorali erano nelle banche e gli impiegati identificavano i loro clienti, i quali, a loro volta, identificavano i membri della propria famiglia, gli amici e i vicini di casa che non avevano conto in banca. Il voto veniva espresso a voce e gli impiegati delle banche, assistiti da scrutatori, registravano i voti sulle schede perforate dei calcolatori, i dati parziali venivano istantaneamente registrati dal calcolatore della Banca centrale di Luna City. Votammo tutti in meno di tre ore e pochi minuti dopo la chiusura dei seggi elettorali furono pubblicati i risultati.

Improvvisamente mi balenò un’idea nel cervello e decisi di chiederne conto privatamente a Wyoh. No, non a Wyoh, a Mike. Aggirare la personalità di Adam Selene e strappare la verità dai suoi neuristors. Mi ricordai di un assegno con dieci milioni di miliardi di dollari di troppo e mi chiesi quante persone avevano effettivamente votato per me. Settemila? Settecento? Oppure solo familiari e amici?

Comunque, smisi di preoccuparmi per il nuovo Parlamento. Prof aveva ideato il colpo con Mike e poi era scomparso sulla Terra mentre il delitto veniva consumato. Era inutile fare domande a Wyoh: non era necessario che sapesse quello che aveva fatto Mike, e avrebbe svolto meglio il suo compito senza nutrire alcun sospetto.

E nessun altro avrebbe avuto sospetti. Se c’era una cosa che tutti davano per scontata era proprio il fatto che se si forniscono cifre esatte a un calcolatore i risultati dell’elaborazione saranno altrettanto esatti e onesti. Non avrei avuto dubbi nemmeno io, se non avessi incontrato un calcolatore dotato di umorismo.

Cambiai anche opinione a proposito di far sapere a Stu la vera identità di Mike. Tre persone erano troppe, o forse troppo poche. Stavo per dire: — Mi… — poi mi salvai rapidamente cambiando in: — Misericordia, che successo! Di quanto abbiamo vinto?

Adam rispose con voce inespressiva. — È risultato eletto l’ottantasei percento dei nostri candidati. Approssimativamente quello che avevo previsto.

(Approssimativamente, vero Mike? Esattamente la percentuale prevista, vecchio ammasso di ferraglia!) — Ritiro ogni obiezione sulla seduta di mezzogiorno. Sarò presente.

— Mi pare — disse Stu — dato che l’embargo avrà inizio subito, che ci vorrà qualche cosa per mantenere vivo l’entusiasmo di questa sera. Altrimenti cadremo in un lungo periodo di depressione economica… l’effetto immediato dell’embargo sarà questo, inevitabilmente… fonte di una progressiva delusione del popolo. Adam, mi ha colpito la tua capacità di prevedere con acume gli avvenimenti futuri. Sono fondati i miei timori?

— Lo sono.

— E allora?

Adam ci guardò a uno a uno, ed era quasi impossibile credere che si trattasse di un’immagine falsa, creata con una rete di impulsi elettrici. — Compagni — disse solennemente — bisogna arrivare alla guerra aperta, al più presto possibile.

Nessuno trovò il coraggio di parlare. Un conto è discutere astrattamente di guerra, un altro è affrontarla a viso aperto. Dopo qualche secondo di silenzio, io sospirai e chiesi: — Quando cominceremo a lanciare sassi?

— Non cominceremo — rispose Adam. — Aspettiamo che siano loro ad attaccare per primi. Come costringerli a farlo? Mi riservo di esprimere per ultimo la mia opinione. Compagno Manuel?

— Ah… non chiedere a me. Il mio desiderio sarebbe di mandare un bel masso a sfracellarsi su Agra. Ci abita un disgraziato per il quale lo spazio che occupa è tutto sprecato. Ma non credo che sia la proposta che hai in mente tu.

— No, infatti — disse Adam in tono serio. — Non solo faresti infuriare l’intera Nazione indiana, che si oppone fermamente alla distruzione della vita, ma provocheresti ira e scompiglio in tutti i popoli della Terra distruggendo il Taj Mahal.

— Ne sarei sconvolto anch’io — intervenne Prof. — Non dire stupidaggini, Manuel.

— Non ho detto di farlo — mi difesi. — In ogni caso, risparmieremmo il Taj Mahal.

— Manuel — riprese Prof — come ha fatto osservare Adam, dobbiamo costringerli a sparare per primi. Ma come? Adam, io suggerirei di diffondere l’idea che siamo deboli e divisi e che basta una piccola dimostrazione di forza per riportarci sulla retta via. Stu, i tuoi uomini sulla Terra potrebbero aiutarci. Supponiamo, ad esempio, che il Parlamento censuri me e Manuel. Immaginate le conseguenze?

— Oh, no! — esclamò Wyoh.

— E invece sì, cara Wyoh. Non è necessario che avvenga, basta che ne giunga notizia alla Terra. Meglio ancora, potremmo inviare un messaggio con una stazione radio clandestina, come quella degli scienziati terrestri, mentre i canali ufficiali continuano a ostentare sicurezza e a mettere in atto una rigida censura. Che ne pensi, Adam?