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Avevo la testa confusa, il sonnifero cominciava a fare effetto. — Stu, per la Luna sei giovane… alle prime armi… Comunque… da noi c’è sempre da mangiare! Mimi ti vuole bene!

— Grazie, vecchio, è un’ottima idea. Segnale di avvertimento! Respira forte!

All’improvviso fui schiacciato dall’accelerazione di dieci gravità.

11

La nostra astronave era un traghetto Terra-orbita, generalmente usato per raggiungere i satelliti abitati, per le pattuglie di ricognizione delle Nazioni Federate e per il trasporto dei passeggeri diretti ai satelliti casinò. In questa occasione trasportava tre passeggeri invece che quaranta e il bagaglio era ridotto a tre tute pressurizzate e un cannone di ottone (ci eravamo portati anche il giocattolo: le tute e la colubrina di Prof ci aspettavano in Australia da una settimana). Di tutto l’equipaggio della bella nave Lark restavano solo il Comandante e il pilota.

In compenso l’astronave era stracarica di combustibile.

Ci avvicinammo regolarmente, come ci dissero poi, al satellite Elysium. Quindi scattammo all’improvviso dalla velocità orbitale alla velocità di fuga, con uno strappo ancora più violento di quello di partenza.

Il radiofaro spaziale delle Nazioni Federate ci avvistò: ricevemmo l’ordine di fermarci e di fornire spiegazioni. Venni a sapere tutto questo da Stu, perché in quel momento stavo appena recuperando i sensi, godendomi il lusso di poter vivere in assenza di gravità, con una sola cinghia per tenermi ancorato. Prof era ancora nel mondo dei sogni.

— Allora hanno voluto sapere chi eravamo e che cosa pensavamo di fare — mi disse Stu. — Gli ho risposto che eravamo la Fior di Loto dell’ufficio informazioni cinese, in missione di carità, diretti alla Luna per recuperare gli scienziati dispersi, e fornii la nostra identità… Nave Fior di Loto.

— Ma tutti i voli sono registrati!

— Mannie, se ho ottenuto tutto quello per cui ho pagato, il nostro volo è stato identificato come quello della Lark fino a dieci minuti fa… E adesso sarà identificato come quello della Fior di Loto. Tra poco lo sapremo. C’è una sola astronave in posizione adatta per spararci addosso un missile… — si interruppe per controllare un appunto — …e potrà fare fuoco ancora per ventisette minuti, secondo il signore imbavagliato che sta manovrando questa tinozza, prima che le sue probabilità di colpirci si riducano.

— È il caso di svegliare Prof?

— Lascialo dormire. Credi che ci sia un modo migliore di fare il grande passo che quello di passare istantaneamente dal sonno a una nuvola di gas radiante? A meno che non abbia problemi di tipo religioso… ma non mi è sembrato molto ortodosso.

— No, non lo è. Ma se hai tu esigenze simili, non voglio trattenerti.

— Grazie, ho fatto quello che mi sembrava utile prima di partire. E tu, Mannie? Non ho molto del prete, ma se è necessario posso fare del mio meglio. Peccati sulla coscienza, vecchio libertino? Se hai bisogno di confessarti, so tutto in fatto di peccati.

Gli risposi che le mie necessità erano altre. Però mi vennero in mente i miei peccati, quelli che preferivo, e gliene diedi una versione più o meno veritiera. A questo punto si ricordò anche lui dei suoi, poi mi fece venire in mente…

L’ora zero venne e trascorse prima che avessimo esaurito l’argomento. Stu LaJoie è la persona ideale per trascorrere insieme gli ultimi istanti della propria vita, anche se poi si scopre che non erano affatto gli ultimi.

Per due giorni non avemmo niente da fare tranne che sottoporci a drastiche cure per disinfestarci di tutti i germi raccolti sulla Terra. Non mi accorsi nemmeno di essere scosso da brividi e di avere la febbre a quaranta, tale era il sollievo della caduta libera, senza peso, e la felicità di ritornare a casa.

Però sentivo un’ombra di dispiacere. Prof me ne chiese ragione. — Non è niente — risposi. — Non vedo l’ora di essere a casa, ed è questo che conta. Ma mi vergogno un poco di riapparire in pubblico dopo il fallimento della nostra missione. Prof, in che cosa abbiamo sbagliato?

— Missione fallita, ragazzo mio?

— Non vedo in che altro modo possiamo definirla. Abbiamo chiesto il riconoscimento e non lo abbiamo ottenuto.

— Manuel, ti devo delle scuse. Ti ricordi le previsioni di Adam Selene sulle nostre probabilità di successo, prima della partenza? — In quel momento Stu non era con noi, ma preferivamo non usare mai il nome Mike: per maggior sicurezza, parlavamo sempre di Adam Selene.

— Certamente! Una su cinquantatré. E quando giungemmo sulla Terra, precipitarono a una su cento. Come pensi che sia ora la situazione? Una probabilità su mille?

— Ho continuato a ricevere nuove previsioni aggiornate… È per questo che ti devo chiedere scusa. L’ultima, arrivata poco prima che ripartissimo, teneva conto dell’ipotesi, fino a quel momento infondata, che fuggissimo dalla Terra e riuscissimo a raggiungere la Luna sani e salvi: o che per lo meno uno di noi ce l’avrebbe fatta, e questa è la ragione per cui è stato richiamato anche il compagno Stu, che, in quanto Terrestre, poteva meglio sopportare gli effetti dell’accelerazione. In totale, una serie di otto previsioni, con tutte le possibili ipotesi, da tutti e tre morti a tutti e tre salvi. Vuoi rischiare alcuni dollari sulla previsione più favorevole e cercare di indovinare le attuali probabilità? Ti voglio aiutare un poco: non essere troppo pessimista!

— Uhm… accidenti, no! Dimmelo tu.

— Le probabilità a nostro favore sono solo diciassette contro una… e hanno continuato a diminuire per tutto il mese. È una cosa che non potevo dirti prima.

Ero sbalordito, felice… e offeso. — Perché non potevi dirmelo prima? Senti, Prof, se non avete fiducia in me, cacciatemi fuori a pedate e prendete Stu nella cellula esecutiva.

— Ti prego, figliolo! Questo accadrà solo se dovesse capitare qualche cosa a uno di noi tre: a te, a me o alla cara Wyoming. Non ho potuto tenerti informato sulla Terra e lo faccio solo adesso, non per mancanza di fiducia in te ma perché non sei un buon attore. Potevi svolgere meglio i tuoi compiti credendo che il nostro scopo fosse quello di ottenere il riconoscimento dell’indipendenza.

— Adesso me lo dici!

— Manuel, Manuel, dovevamo lottare strenuamente fino all’ultimo istante… e perdere.

— E allora? Non sono abbastanza cresciuto da sapere la verità?

— Ti prego, Manuel. Tenendoti temporaneamente all’oscuro, le nostre probabilità aumentavano enormemente: puoi chiederlo anche ad Adam. Aggiungo che Stuart ha aderito allegramente al richiamo sulla Luna, senza chiedere spiegazioni. Compagno, quella Commissione era troppo ristretta e il suo Presidente molto in gamba. Cera il rischio che proponessero un compromesso accettabile. Il primo giorno ci siamo andati molto vicino. Se fossimo invece riusciti a portare il nostro caso davanti alla Grande Assemblea non ci sarebbe stato alcun pericolo di sentirli trattare in modo intelligente. Ma hanno sventato il nostro piano. A quel punto, il meglio che rimaneva da fare era di oppormi in tutti i modi alla Commissione.

— Credo che non capirò mai la diplomazia.

— Probabilmente no. Ma le tue capacità e le mie si integrano. Manuel, tu vuoi che la Luna sia libera?

— Lo sai quanto lo desidero.

— E sai anche che la Terra ci può sconfiggere?

— Certamente. Il calcolo delle probabilità non si è nemmeno avvicinato a una situazione di equilibrio. È per questo che non capisco perché ti sia opposto alla Commissione…

— Vedi, dato che possono costringerci ad accettare la loro volontà, la nostra unica forza sta nel minare questa volontà. È per questo scopo che siamo andati sulla Terra. Per confonderli. Per dividere le opinioni. Il più brillante dei grandi generali cinesi diceva che la migliore tattica bellica consiste nello sconvolgere la volontà dell’avversario, in modo che si arrenda senza combattere. Questa massima racchiude il nostro ultimo scopo e il più grave pericolo. Supponi che, come sembrava possibile quel primo giorno, ci offrissero un compromesso. Invece che un Governatore, una specie di controllore fiduciario, magari scelto fra noi. Autonomia locale, un delegato alla Grande Assemblea, aumento del prezzo del grano, premi speciali per i carichi in eccedenza all’accordo. E ancora, disconoscimento della politica di Hobart, unito a espressioni di rammarico per gli atti di violenza e le uccisioni, il tutto condito con un bell’assegno per risarcire i parenti delle vittime. I nostri lo avrebbero accettato?