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Trasalii. — È l’unica copia che ho. E sono molto lontano da casa.

— Per un attimo, intendo dire. Permettete che la fotografi, anche qui, e potete tenerla in mano voi stesso.

— Ah, certamente! — Non ero venuto molto bene in quella fotografia, ma la somiglianza c’era, e, dopo tutto, l’immagine rendeva giustizia a Wyoming. Quanto a Lenore, è difficile trovare donne più belle di lei.

Così l’individuo riprodusse la fotografia, e la mattina dopo mi trovai la polizia in camera. Mi svegliarono, mi dichiararono in arresto e mi portarono via, sedia a rotelle compresa, per chiudermi in una prigione con sbarre vere, per bigamia. Per poligamia. Per immoralità e pubblico incitamento ad atti immorali.

Fui felice che Mum non potesse vedermi.

10

Stu impiegò una giornata intera per far trasferire il caso giudiziario a una Corte delle Nazioni Federate e farmi prosciogliere. I miei avvocati si appellarono al fatto che ero coperto da immunità diplomatica, ma i giudici non abboccarono all’amo. Osservarono semplicemente che i reati di cui ero stato accusato esulavano dalla competenza della Corte inferiore e che le accuse erano infondate, tranne che per l’incitamento all’immoralità, per il quale tuttavia mancavano prove sufficienti. Non vi erano leggi delle Nazioni Federate che riguardassero il matrimonio e non ve ne potevano essere. C’era solo una norma che imponeva a ogni Nazione associata di attribuire pieno valore ai costumi matrimoniali di tutti gli altri Stati membri.

Degli undici miliardi di Terrestri, almeno sette miliardi vivevano in Stati in cui la poligamia è considerata legittima. I manipolatori di opinione pubblica assoldati da Stu montarono un vero e proprio caso di persecuzione. Ci conquistammo così la simpatia di milioni di persone che altrimenti non avrebbero mai sentito parlare di noi, perfino nel Nord America e nelle altre zone dove la poligamia non è ammessa, ma dove la gente crede nel principio del vivi e lascia vivere. I risultati furono buoni; dato che il nostro problema maggiore era sempre quello di attirare l’attenzione su di noi. Per quasi tutti quegli immensi sciami di api umane, Luna non era niente, e la nostra ribellione era un fatto passato inosservato.

Gli uomini di Stu si erano dati molto da fare per organizzare il mio arresto. Lo venni a sapere solo parecchie settimane dopo, quando ormai mi ero calmato e potevo vedere serenamente i vantaggi di quella operazione. Avevano scovato un giudice stupido, uno sceriffo disonesto e un barbaro pregiudizio locale che fu scatenato dalla mia innocente fotografia. Infatti, come ammise Stu più tardi, fu la varietà di colore della famiglia Davis che fece perdere completamente le staffe al giudice, spingendolo a comportarsi in modo molto più assurdo del suo solito, che era già molto sciocco.

La mia unica consolazione, che Mum non potesse vedere la mia disavventura, si rivelò errata. Tutti i giornali lunari pubblicarono la fotografia della mia faccia torva dietro le sbarre, e i giornalisti andarono a scovare i commenti più ostili scritti sulla Terra, non quelli, più numerosi, che deploravano l’ingiustizia fattami. Comunque avrei dovuto avere più fiducia in Mimi. Non aveva provato vergogna, solo il desiderio di venire sulla Terra per fare a pezzi certa gente.

Se l’episodio ci procurò qualche aiuto sulla Terra, sulla Luna si mostrò efficacissimo. I Lunari, dopo quello stupido chiasso, si sentirono più uniti di prima e presero il mio arresto come un’offesa nazionale: Adam Selene e Simon Jester gonfiarono l’episodio a regola d’arte. I Lunari non si scaldano mai se non per un argomento: le donne. Ogni donna si sentì insultata dalle notizie della Terra, e gli uomini che fino ad allora avevano ignorato la politica scoprirono, all’improvviso, che ero il loro uomo.

Io, al momento, non ci vidi niente di buono. Spinto qua e là, trattato come una bestia da soma, impronte digitali, fotografie, pasti che noi ci vergogneremmo di dare da mangiare ai maiali… solo quella maledetta gravità mi trattenne dal tentare di uccidere qualcuno. Se avessi avuto il braccio sei quando mi avevano arrestato, forse avrei tentato ugualmente.

Una volta liberato, mi calmai. Un’ora dopo partimmo per Agra, dove finalmente la Commissione ci aveva convocato. Era bello tornare nel lussuoso appartamento dell’albergo del maragià, anche se il cambiamento di undici fusi orari in meno di tre ore non ci consentì neanche un po’ di riposo; intervenimmo alla seduta con gli occhi annebbiati dal sonno e tenuti su dalle pillole stimolanti.

Le discussioni furono un monologo da una parte sola. Noi ascoltavamo, mentre il Presidente della Commissione parlava. Riassumo il suo discorso.

Le nostre assurde richieste erano respinte. Il sacro dovere dell’Ente Lunare era irrinunciabile. Non si poteva tollerare ulteriormente lo stato di disordine che avevamo instaurato sulla Luna. I recenti tumulti avevano solo dimostrato che l’Ente si era comportato con troppa indulgenza nei nostri confronti. Tale errore sarebbe stato corretto da un rigido piano quinquennale, che prevedeva una revisione di tutte le attività delle amministrazioni fiduciarie dell’Ente. Un nuovo codice di leggi era in preparazione. Prevedeva l’istituzione di tribunali civili e penali a tutela degli ospiti-impiegati (con tale termine si indicavano tutte le persone residenti nella zona in amministrazione fiduciaria, non solo i deportati che non avevano ancora finito di scontare la pena). Sarebbero state istituite scuole pubbliche, più scuole di indottrinamento per adulti destinate agli ospiti-impiegati che ne avessero avuto bisogno. Si sarebbe creato un comitato di programmazione economica, tecnica e agricola per assicurare lo sfruttamento più razionale e completo delle risorse lunari e della mano d’opera degli ospiti-impiegati. Era stato fissato un primo obiettivo di quadruplicare le spedizioni di grano nel giro di cinque anni. Si era pensato che un simile incremento fosse facilmente realizzabile, appena fossero entrate in vigore le nuove programmazioni scientifiche di sfruttamento delle risorse e della mano d’opera.

Il primo provvedimento sarebbe stato quello di eliminare gli sprechi di mano d’opera e utilizzare gli ospiti-impiegati distolti da queste occupazioni improduttive per scavare un nuovo sistema di fattorie sotterranee; l’agricoltura idroponica sarebbe cominciata non più tardi della primavera del 2078. Le nuove fattorie sarebbero state gestite direttamente dell’Ente Lunare con criteri scientifici e non abbandonate al capriccio di proprietari privati. Si prevedeva che, alla fine del primo piano quinquennale, questa riforma agricola avrebbe portato a una produzione enormemente maggiorata. Nel frattempo, gli ospiti-impiegati, che producevano grano privatamente, avrebbero potuto continuare la loro attività. Ma anch’essi sarebbero stati assorbiti nel nuovo sistema, dato che i loro metodi, meno efficienti, si sarebbero alla lunga rivelati dannosi.

Il Presidente alzò gli occhi dai fogli che aveva davanti a sé. — In sostanza le colonie lunari saranno civilizzate e messe al passo con il resto del mondo civile. Per quanto ingrato sia questo compito, ritengo, e ve lo dico come cittadino piuttosto che come Presidente di questa Commissione, di dovervi ringraziare per aver richiamato la nostra attenzione su una situazione che aveva così urgente bisogno del nostro intervento.

Avrei voluto strappargli gli occhi! Ospiti-impiegati! Che modo stravagante di dire schiavi! Prof invece si manteneva calmissimo e disse: — Trovo molto interessanti i programmi esposti. Ho il permesso di porre domande? A solo scopo di informazione?

— Se è per informazione, sì.

Il delegato del Nord America si protese in avanti. — Ma non crediate che siamo disposti a sentire impertinenze da parte vostra, uomini delle caverne! Badate a come parlate.

— Ordine! — richiamò il Presidente. — Procedete, Professore.