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La LuNoHo era una società meccanica e mineraria, con molte attività per lo più legittime. Ma il suo scopo principale era di costruire una seconda catapulta, segretamente.

In realtà, l’operazione non poteva essere segreta. Non si può comprare o costruire un impianto per la fusione dell’idrogeno senza farsi notare, e avevamo dovuto eliminare il progetto di utilizzare l’energia solare, per ovvie ragioni. Le strutture in acciaio furono ordinate a Pittsburgh, le apparecchiature elettroniche in California e pagammo volentieri i prezzi più alti per avere il materiale migliore. Ugualmente non si può costruire uno statore capace di creare un campo di induzione lungo parecchi chilometri, senza che nessuno se ne accorga. E ancora, non si possono assumere centinaia di operai senza farsi notare. Certamente una catapulta, più che aver bisogno di grandi costruzioni, richiede spazio vuoto. Però la catapulta dell’Ente era lunga quasi cento chilometri. Non solo era un punto di riferimento nelle carte astronautiche ma era talmente grande da poter essere fotografata o vista dalla Terra con l’ausilio di un telescopio di media grandezza ed era visibilissima sugli schermi radar terrestri.

Noi volevamo costruire una catapulta, una piccola cosa in confronto a quella dell’Ente, ma doveva pur sempre essere lunga trenta chilometri. Troppo grande per nasconderla.

Riuscimmo invece a nasconderla, e bene. La catapulta fu fabbricata sottoterra in modo da non poter essere individuata a vista o con il radar. Ma bisognava nasconderla ancora meglio: doveva rimanere segreta anche la sua posizione in superficie.

Come potevamo farcela, con un mostro di quella grandezza, alla cui costruzione lavoravano tante persone? Mettiamola così: supponiamo che viviate a Novylen, sapete dove si trova Luna City? Certamente! Presso il margine orientale del Mare delle Crisi: lo sanno tutti. Davvero? E quali sono le coordinate? Eh? Basta guardare nei testi di geografia! Ah! Se non lo sapete meglio di così, come avete fatto ad arrivare a Luna City la scorsa settimana? Nessun trucco, amico, ho preso la Metropolitana, ho cambiato alla stazione Torricelli e ho poi dormito per tutto il resto del viaggio. È la capsula che si deve preoccupare di seguire la direzione giusta.

Visto? Non sapete dove si trova Luna City! Vi limitate a scendere dalla capsula quando arriva alla Stazione Sud.

Più o meno allo stesso modo è nascosta la catapulta.

È nella zona del Mare delle Onde, lo sanno tutti. Ma dove si trova esattamente e dove diciamo che si trova differisce di almeno un centinaio di chilometri in direzione nord, sud, est o ovest o punti intermedi.

Oggi si può trovare la localizzazione della catapulta su qualsiasi mappa lunare, ma è sbagliata su tutte le mappe. La posizione di quella catapulta è ancora il segreto più gelosamente custodito della Luna. È invisibile dallo spazio, con occhi o radar. È sotterranea tranne che per lo sbocco finale che si presenta come un grosso foro informe uguale a diecimila altri, sul fianco di una montagna accidentata dove non si trova un solo spiazzo ampio a sufficienza da farci atterrare un razzo.

Tuttavia centinaia di persone hanno visitato la località, sia durante la costruzione della catapulta sia dopo. Perfino il Governatore è venuto a vedere i lavori con il mio co-marito Greg che gli faceva da guida. Il Governatore giunse con il razzo postale, riservato a lui per l’intera giornata, e il suo pilota Cyborg ebbe da noi le coordinate: con il radiofaro lo dirigemmo in un punto d’atterraggio non lontano dalla località esatta. Ma da quel punto in avanti, fu necessario viaggiare in rolligon. È i nostri mezzi non erano come gli autobus per passeggeri che nei vecchi tempi facevano il servizio da Endsville a Beluthihatchie, erano autocarri da carico, senza finestrini e così scomodi che i passeggeri dovevano essere legati ai sedili improvvisati. Il Governatore voleva viaggiare in cabina, ma, spiacente signore, c’era solo il posto per il pilota e i suo secondo, ed era necessario che rimanessero là entrambi per guidare con sicurezza il veicolo.

Dopo tre ore gli interessava solo una cosa: tornare a casa. Rimase per un’altra ora ma non ascoltò nemmeno una parola di tutti i discorsi sullo scopo degli scavi e sul valore delle risorse scoperte.

Le persone meno importanti, operai e altri, viaggiavano con le cabine per gli spostamenti in miniera, un modo ancora più facile per perdere l’orientamento. Se qualcuno avesse portato nel bagaglio una bussola a inerzia avrebbe potuto localizzare il posto… ma la sorveglianza era stretta. Uno lo fece e accidentalmente gli si lacerò la tuta a pressione. I suoi effetti personali furono rispediti a Luna City e la sua bussola indicava quello che doveva indicare… Cioè quello che noi volevamo che indicasse, dato che io feci a precipizio un salto fin laggiù portandomi dietro il braccio numero tre. Quello strumento può essere aperto e risigillato senza lasciare tracce: basta farlo in atmosfera di azoto. Compii il lavoro con indosso una maschera a ossigeno appena sovrapressurizzata. Tutto a posto.

Ricevemmo pezzi grossi della Terra, alcuni funzionali importanti della sede centrale dell’Ente. Preferivano viaggiare con la Metropolitana invece che via razzo. Evidentemente il Governatore li aveva messi in guardia. Ma anche viaggiando in sotterranea, a un certo punto bisogna percorrere una cinquantina di chilometri in rolligon. Uno dei visitatori terrestri, un certo dottor Dorian, fisico e ingegnere, era un tipo capace di creare guai.

Il suo veicolo ebbe un incidente. Quello sciocco del guidatore cercò di imboccare una scorciatoia e il mezzo si rovesciò. Nessuno fu testimone all’incidente e la loro radio di bordo si fracassò. Il povero dottor Dorian trascorse settantadue ore in una piccola rotta di pomice non sigillata e fummo costretti a rispedirlo a Luna City contaminato da una dose eccessiva di radiazioni, nonostante il generoso prodigarsi dei due compagni, membri del Partito, che lo accompagnavano.

Non ci fu bisogno di simulare incidenti per disfarci delle spie. Le lasciammo venire e le facemmo lavorare sodo, poi Mike leggeva i loro rapporti ad Alvarez. Uno affermò con sicurezza che avevamo trovato minerale d’uranio, una risorsa che a quel tempo si riteneva inesistente sulla Luna, dato che il Progetto Centro Luna era ancora di là da venire. La seconda spia comparve con tutto l’armamento per misurare la radioattività. Ci facemmo premura di aiutarlo a portare fuori i suoi contatori, assolutamente inutili.

Nel marzo del ’76 la catapulta era quasi pronta, ci mancava solo di installare i segmenti dello statore. La centrale atomica era in funzione e un cavo coassiale sotterraneo era stato gettato per tutta la lunghezza di trenta chilometri. Il personale era stato ridotto all’osso: avevamo tenuto, praticamente, solo i membri del Partito. Tenemmo anche una spia, in modo che ad Alvarez potessero giungere regolari informazioni… Non volevamo che diventasse nervoso e si insospettisse. Invece gli demmo molto filo da torcere nelle grotte di Luna City e delle altre città.