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— Agnes, è infantile parlare così tanto. Devi imparare a tenere a bada la lingua — ripeteva spesso alla sorella, un commento che per fortuna non aveva il minimo effetto su Agnes.

Rosemund parlava però volentieri dei suoi fratelli e di suo padre, che aveva promesso di «venire senza fallo a passare il Natale con loro», ed era ovvio che lo adorava e sentiva la sua mancanza.

— Vorrei essere un maschio — commentò in un'occasione, mentre Agnes stava mostrando a Kivrin il penny d'argento che Sir Bloet le aveva dato, — perché così sarei potuta rimanere a Bath con mio padre.

Grazie ai commenti delle bambine e a frammenti delle conversazioni di Eliwys e di Imeyne, il tutto integrato dalle sue osservazioni, Kivrin riuscì a mettere insieme una buona quantità di informazioni in merito al villaggio. Esso era più piccolo di quanto la Sezione Statistiche avesse stimato essere Skendgate, piccolo anche per un villaggio medievale, in quanto non doveva contenere più di una quarantina di anime, inclusa la famiglia di Lord Guillaume e quella del castaldo, che in aggiunta al neonato aveva altri cinque figli.

Fra gli abitanti c'erano due pastori e parecchi contadini, ma quella era «la più povera fra le tenute di Guillaume», come affermò Imeyne in un'occasione, lamentandosi ancora una volta di essere costretta a trascorrervi il Natale; la moglie del castaldo era l'arrampicatrice sociale del posto, i membri della famiglia di Maisry erano i falliti locali. Kivrin registrò tutto… statistiche e pettegolezzi… congiungendo le mani in preghiera ogni volta che ne aveva l'opportunità.

La neve che aveva cominciato a cadere quando l'avevano riportata al maniero aveva continuato per tutta la notte e fino al pomeriggio successivo, creando uno strato di una trentina di centimetri, ma il primo giorno in cui Kivrin si alzò infine in piedi si mise a piovere, e lei si augurò che la pioggia sciogliesse la neve. Il suo solo effetto, invece, fu quello di indurirne la crosta mutandola in ghiaccio.

Kivrin temeva che adesso che il carro e le casse erano stati rimossi non sarebbe riuscita a riconoscere il sito della transizione; avrebbe dovuto convincere Gawyn a portarla sul posto, ma era più facile a dirsi che a farsi perché lui veniva nella sala soltanto per mangiare o per chiedere qualcosa ad Eliwys, e poiché Imeyne era sempre là a tenerla d'occhio lei non osava avvicinarlo.

Cominciò allora a portare le bambine a fare piccole escursioni… in giro per il cortile o nel villaggio… nella speranza che finissero per imbattersi in lui, ma Gawyn non si vedeva né nel granaio né nella stalla e anche Gringolet sembrava scomparso… Kivrin si chiese se non fosse andato in cerca dei suoi assalitori nonostante gli ordini di Eliwys, ma poi Rosemund le spiegò che era fuori a caccia.

— Deve uccidere un daino per il banchetto di Natale — aggiunse Agnes.

A nessuno sembrava importare dove lei portasse le bambine o per quanto tempo restassero assenti. Lady Eliwys annuiva con aria distratta quando lei le chiedeva se poteva andare con le bambine nelle stalle, e Lady Imeyne non ricordava neppure più ad Agnes di allacciarsi il mantello o di mettersi i guanti… era come se avessero consegnato le bambine alle sue cure e si fossero dimenticate di loro.

I preparativi per il Natale erano in pieno fervore. Eliwys aveva reclutato ogni ragazza e donna del villaggio perché preparassero il pane e cucinassero, i due maiali erano stati macellati e metà delle colombe erano state uccise e spennate. Adesso il cortile era pieno di piume e dell'odore del pane che cuoceva.

Nel quattordicesimo secolo il Natale era stato una festa che sì protraeva per due settimane con banchetti, giochi e danze, ma Kivrin rimase sorpresa che Eliwys stesse facendo tanti preparativi in simili circostanze… doveva essere davvero convinta che Lord Guillaume sarebbe venuto per Natale, come aveva promesso.

Imeyne s'incaricò di sovrintendere alle pulizie della sala, lamentandosi di continuo per le misere condizioni dell'ambiente e la mancanza di aiuto decente. Quella mattina fece venire il castaldo e un altro uomo perché tirassero giù i pesanti tavoli appesi alle pareti e li disponessero su due cavalletti, poi tenne sotto controllo Maisry e una donna con il collo segnato dalle cicatrici bianche della scrofola mentre esse provvedevano a pulire il tavolo con la sabbia e pesanti pennelli.

— Non abbiamo lavanda — si lamentò con Eliwys, — e non abbiamo giunchi nuovi a sufficienza per coprire il pavimento.

— Allora ci dovremo accontentare di quello che abbiamo — ribatté Eliwys,

— Non c'è neppure lo zucchero per i dolci, e neanche il cinnamomo. A Courcy hanno scorte abbondanti e sarebbero lieti di accoglierci.

Kivrin, che stava mettendo gli stivali ad Agnes per portarla di nuovo fuori a vedere il suo pony, sollevò lo sguardo, allarmata.

— È soltanto un giorno di viaggio — stava insistendo Imeyne. — Probabilmente il cappellano di Lady Yvolde provvederà a celebrare la messa, e…

— Il mio pony si chiama Saraceno — intervenne Agnes, impedendo a Kivrin si sentire il resto della frase.

— Um — mormorò soltanto Kivrin, che stava ancora cercando di seguire la conversazione. Il Natale era un periodo in cui le famiglie nobiliari si scambiavano spesso delle visite, portandosi dietro tutta la servitù e restando assenti per settimane, almeno fino all'Epifania. Se fossero andati a Courcy era possibile che si trattenessero per parecchio tempo dopo la data fissata per il suo recupero.

— Mio padre lo ha chiamato Saraceno perché ha un cuore pagano — spiegò ancora Agnes.

— Sir Bloet si offenderà quando scoprirà che siamo stati così vicini a lui per tutto questo tempo senza fargli una visita — persistette Lady Imeyne. — Penserà che il fidanzamento sia stato annullato.

— Non possiamo andare a Courcy per Natale — intervenne Rosemund; fino a quel momento era rimasta seduta a ricamare sulla panca di fronte a quella occupata da Kivrin e da Agnes, ma adesso si alzò in piedi. — Mio padre ha promesso di venire senza fallo da noi per Natale e sarebbe molto seccato di scoprire che ce ne siamo andati.

— Sarà molto seccato di scoprire che le sue figlie si sono inselvatichite al punto da parlare quando vogliono e da impicciarsi di questioni che non le riguardano — ritorse Lady Imeyne, scoccandole un'occhiata rovente, poi tornò a girarsi verso Eliwys, che aveva un'aria preoccupata. — Di certo mio figlio avrebbe abbastanza buon senso da cercarci a Courcy.

— Mio marito ci ha ordinato di restare qui ad aspettare il suo arrivo, e sarà contento se avremo fatto come lui desidera — replicò infine Eliwys, poi si accostò al focolare e prese il cucito di Rosemund, indicando con chiarezza che la conversazione era finita.

Ma non per molto, pensò Kivrin, osservando Imeyne, che aveva arricciato le labbra in una smorfia e stava indicando un punto sul tavolo. La donna segnata dalla scrofola si affrettò ad avvicinarsi per pulirlo.

Imeyne non avrebbe lasciato perdere e avrebbe continuato a risollevare la questione, adducendo un'argomentazione dopo l'altra per dimostrare che dovevano andare da Sir Bloet, che aveva lo zucchero, i giunchi e il cinnamomo… e un cappellano istruito che recitasse la Messa di Natale… ed Eliwys era sempre più preoccupata con il passare del tempo, per cui avrebbe potuto decidere all'improvviso di chiedere aiuto a Courcy o addirittura di tornare a Bath.

Mentre legava i lacci della cuffietta di Agnes e le tirava il cappuccio del mantello sulla testa, Kivrin si rese conto che doveva a tutti i costi ritrovare il sito della transizione.

— A Bath cavalcavo Saraceno tutti i giorni — affermò intanto la bambina. — Vorrei poter andare a cavallo anche qui. Mi porterei dietro il mio cane.

— I cani non montano sui cavalli, corrono loro accanto — le fece notare Rosemund.

— Blackie è troppo piccolo per correre — replicò Agnes, imbronciandosi cocciutamente.