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Tornò a raggiungere Colin, mentre i fedeli continuavano ad affluire, tanto che l'imam mussulmano e il prete della Santa Chiesa Riformata andarono ad Oriel per prendere altre sedie e il vicario si mise ad armeggiare con il termostato della caldaia.

— Ho conservato per noi due posti nella seconda fila — avvertì Colin. — Sa cosa ha fatto la Signora Gaddson, mentre prendevamo il tè? Ha buttato via la mia gomma da masticare, dicendo che era coperta di germi. Sono felice che mia madre non sia così — dichiarò, riordinando il suo mucchietto di foglietti della liturgia che si era assottigliato notevolmente. — Sa, credo che i regali non siano potuti arrivare a causa della quarantena… voglio dire, probabilmente danno la precedenza alle provviste e ai generi di prima necessità — aggiunse, tornando ad ordinare il mucchietto già ordinato.

— È molto probabile — convenne Dunworthy. — Quando vorresti aprire i tuoi altri regali? Stanotte oppure domattina?

— La mattina di Natale, per favore — rispose Colin, cercando di apparire noncurante, poi affibbiò un foglietto della liturgia e un sorriso smagliante ad una signora dall'impermeabile giallo.

— Ma bene — scattò questa, strappandogli il foglietto di mano, — sono felice di vedere che qualcuno conserva lo spirito natalizio anche se è in corso un'epidemia letale.

Dunworthy andò a sedersi. Le manovre dei vicario con la caldaia non sembravano aver prodotto effetti di sorta, quindi si tolse la sciarpa e il cappotto, drappeggiandoli sulla sedia accanto alla sua.

L'anno precedente c'era stato un gelo glaciale.

— Estremamente autentico — gli aveva sussurrato Kivrin, — e così anche le Scritture… «E in quel tempo i politicanti scaricarono un aumento delle tasse sui contribuenti» — aveva recitato, citando la Liturgia del Popolo, e con un sogghigno aveva aggiunto: — Anche nel medioevo la Bibbia era in un linguaggio incomprensibile per la gente comune.

Colin venne a raggiungere Dunworthy e si sedette sul suo cappotto mentre il sacerdote della Santa Chiesa Riformata si alzava e si andava a porre nello spazio ristretto fra i tavoli dei suonatori di campane e l'altare.

— Preghiamo — disse.

Seguirono una serie di tonfi a mano a mano che le imbottiture degli inginocchiatoi venivano abbassate, poi tutti s'inginocchiarono.

— O Dio, che hai mandato quest'afflizione fra di noi, dì al tuo Angelo distruggitore di frenare la sua mano e di non permettere che la terra venga resa desolata, e di non distruggere ogni anima vivente.

Proprio quello che ci vuole per il morale, pensò Dunworthy.

— Come in quei giorni in cui il Signore inviò una pestilenza su Israele e del popolo morirono settantamila uomini da Dan a Betsabea, così ora noi siamo in preda all'afflizione e Ti imploriamo di allontanare il flagello della Tua ira dai fedeli.

I tubi dell'antica caldaia cominciarono ad emettere scricchiolii metallici, ma questo non parve disturbare il prete, che andò avanti per almeno cinque minuti nel suo elenco di tutte le occasioni in cui Dio aveva colpito gli empi e «recato pestilenze in mezzo a loro», chiedendo infine a tutti di alzarsi in piedi e di cantare «In Dio Riposate Sereni e Nulla vi Sgomenti». Montoya arrivò trafelata e si sedette accanto a Colin.

— Ho passato tutto il giorno all'SSN per cercare di ottenere una deroga — sussurrò. — Quella gente sembra convinta che il mio intento sia quello di andare in giro a diffondere il virus… ho spiegato loro che sarei andata dritta agli scavi e che là non c'è nessuno che possa essere infettato, ma pensate che mi abbiano ascoltata? — La sua attenzione si appuntò quindi su Colin e aggiunse: — Se otterrò quella deroga avrò bisogno di volontari che mi diano una mano. Ti andrebbe di aiutarmi a disseppellire dei corpi?

— Non può farlo perché la sua prozia non glielo permetterebbe — si affrettò a intervenire Dunworthy, poi si protese oltre Colin e continuò in tono sommesso: — Stiamo cercando di stabilire quali siano stati i movimenti di Baudri Chaudhuri da mezzogiorno alle due e mezza di lunedì pomeriggio. Lei lo ha visto?

— Shh — sibilò la donna che era stata brusca con Colin.

— Ero impegnata con Kivrin ad esaminare la mappa e la disposizione di Skendgate — replicò l'archeologa, scuotendo il capo.

— Dove? Agli scavi?

— No, a Brasenose.

— E Badri non c'era? — insistette Dunworthy, pur sapendo che non c'erano motivi per cui Badri fosse andato a Brasenose a quell'ora in quanto lui gli aveva chiesto di gestire la transizione soltanto quando lo aveva incontrato alle due e mezza.

— No — sussurrò Montoya.

— Zitti! — sibilò ancora la donna.

— Per quanto tempo è rimasta con Kivrin?

— Dalle dieci fino a quando lei è andata al controllo in Infermeria… credo che fossero le tre — rispose Montoya, in tono sommesso.

— Shhh!!

— Ora devo andare a leggere la «Preghiera al Grande Spirito» — aggiunse Montoya, alzandosi e avviandosi lungo le file di sedie.

Dopo che lei ebbe letto il canto degli Indiani d'America fu la volta dei suonatori di campane che, muniti di guanti bianchi e con un'espressione estremamente decisa, eseguirono «O Cristo Che s'Interfaccia con il Mondo», un pezzo che somigliava moltissimo agli scricchiolii delle condutture della caldaia.

— Sono decisamente necrotici, vero? — sussurrò Colin, nascondendosi dietro il suo foglietto della liturgia.

— È un brano atonale del tardo ventesimo secolo — spiegò Dunworthy, — e deve dare quest'effetto orribile.

Quando parve che i suonatori di campane avessero finito, Dunworthy si accostò al leggio per leggere le Scritture.

— «E accadde in quei giorni che ci fu un decreto emesso da Cesare Augusto, che a tutto il mondo dovessero essere imposte le tasse…»

Durante la lettura del Vangelo, Montoya si alzò in piedi e oltrepassò Colin per poi raggiungere la navata laterale e sgusciare fuori della chiesa con disappunto di Dunworthy, che avrebbe voluto chiederle se le era capitato di vedere Badri nelle giornate di lunedì e di martedì o se conosceva qualche Americano che potesse aver avuto contatti con lui.

In ogni caso avrebbe potuto domandarglielo l'indomani quando si fossero presentati per le analisi del sangue. Intanto aveva già scoperto la cosa più importante, e cioè che Kivrin non aveva visto Badri lunedì pomeriggio. Montoya aveva infatti affermato che Kivrin era rimasta con lei dalle dieci alle tre, quando era andata in Infermeria, mentre Badri era rientrato da Londra alle dodici e alle tre era già stato impegnato a parlare con lo stesso Dunworthy. Di conseguenza, Badri non poteva aver contagiato Kivrin.

— «E l'Angelo le disse: 'Non temere perché io ti reco notizie di grande gioia, che tali saranno per tutte le genti…'»

Sembrava che nessuno stesse prestando attenzione alla lettura. La donna che era stata brusca con Colin era adesso impegnata a contorcersi per liberarsi del cappotto e tutti gli altri presenti avevano già provveduto a farlo e si stavano ora sventagliando con i foglietti della liturgia.

Dunworthy ripensò alla messa di Natale dell'anno precedente e a Kivrin inginocchiata sul pavimento di pietra e intenta a fissarlo con espressione rapita mentre lui leggeva… neppure Kivrin lo aveva ascoltato davvero perché era troppo intenta a immaginare la Vigilia di Natale del 1320, quando le Scritture erano ancora in latino e le candele tremolavano davanti alle finestre.

Mi chiedo se è tutto come lei lo immaginava, pensò Dunworthy, poi ricordò che nel passato non era ancora la Vigilia, che in quell'epoca distava ancora due settimane… sempre che lei fosse davvero là e ci fosse arrivata senza problemi.

— «… ma Maria costodiva tutte queste cose nel suo cuore e meditava su di esse» — finì di leggere, e tornò al suo posto.

L'imam diede quindi lettura dell'orario delle messe del giorno di Natale in tutte le chiese e del bollettino dell'SSN in cui si avvertiva di evitare ogni contatto con le persone infette, poi il vicario iniziò il suo sermone.