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Che però non sono arrivati, pensò Dunworthy.

— A che ora chiudono oggi i negozi? — chiese quindi a Finch.

— La Vigilia di Natale? Oh, sono già chiusi, signore… la sera di Natale chiudono sempre presto, e alcuni lo hanno fatto addirittura alle due a causa della mancanza di clienti. Signore, ho parecchi messaggi…

— Dovranno aspettare — ribatté Dunworthy, afferrando l'ombrello e tornando ad uscire.

Finch aveva ragione, i negozi erano tutti chiusi; arrivò lo stesso fino da Blackwell pensando che di certo il magazzino sarebbe rimasto aperto ma lo trovò sprangato… anche se era evidente che lì avevano già trovato il modo di sfruttare la situazione a loro vantaggio, come dimostrava una vetrina in cui fra le case innevate di un villaggio giocattolo di stile vittoriano spiccavano volumi medici divulgativi, un compendio di medicinali e un tascabile dai colori vivaci intitolato «Ridere è la Via alla Salute Perfetta».

Alla fine trovò aperto un ufficio postale sull'High, ma all'interno vendevano soltanto sigarette, dolci ordinari e cartoline di auguri… nulla che fosse un regalo adatto per un bambino di dodici anni. Dunworthy uscì senza comprare niente, ma poi tornò indietro e acquistò caramelle per l'equivalente di una sterlina, una gomma da masticare delle dimensioni di un piccolo asteroide e parecchi pacchetti di un dolce che sembrava una saponetta. Non era granché, ma Mary aveva detto di aver comprato altre cose.

Le altre cose risultarono essere un paio di calzini di un grigio ancora più tetro della sciarpa e un video per il miglioramento del proprio vocabolario. Se non altro c'erano le confezioni a sorpresa e alcuni fogli di carta da pacchi, ma un paio di calzini e una manciata di caramelle non erano certo un regalo di Natale. Dunworthy si guardò intorno nel proprio studio, riflettendo su quello che poteva fare.

Quando gli aveva detto che Kivrin era andata nel medioevo, Colin aveva esclamato che era una cosa apocalittica. Dunworthy fece una copia dell'Epoca della Cavalleria… purtroppo aveva soltanto illustrazioni normali e non olografiche ma era quanto di meglio poteva fare in così poco tempo. In fretta incartò tutti i regali, poi si vestì e si affrettò a raggiungere la chiesa di St. Mary sotto un rovescio d'acqua, attraversando il cortile deserto della biblioteca e cercando di evitare i canali di scolo che traboccavano.

Nessuna persona sana di mente sarebbe uscita di casa con un tempo simile… l'anno precedente non aveva piovuto e nonostante questo la chiesa era stata piena soltanto per metà. Kivrin era andata a messa con lui perché era rimasta al college durante le vacanze per studiare: Dunworthy l'aveva trovata in biblioteca e aveva insistito perché lo accompagnasse al tradizionale party a base di cherry e poi in chiesa.

— Non dovrei farlo — aveva protestato lei, mentre andavano in chiesa. — Dovrei continuare le mie ricerche.

— Puoi farlo dove stiamo andando. La chiesa di St. Mary è stata costruita nel 1139 e tutto è rimasto com'era nel medioevo, incluso il sistema di riscaldamento.

— Suppongo che anche il servizio religioso interparrocchiale sia autentico — aveva ribattuto lei.

— Non dubito che le intenzioni da cui è animato siano buone e piene di stupidaggini come quelle di qualsiasi messa medievale — aveva replicato Dunworthy.

Adesso si affrettò lungo lo stretto sentiero adiacente a Brasenose e nell'aprire la porta della chiesa fu assalito da un'ondata di aria calda che gli appannò gli occhiali; si fermò nel nartece per pulirli con l'estremità della sciarpa, ma essi tornarono subito ad appannarsi.

— Il vicario la sta cercando — avvertì Colin, che indossava giacca e camicia e si era pettinato i capelli; nel parlare il ragazzo gli porse il foglietto della liturgia da un fascio che aveva in mano.

— Credevo che saresti rimasto a casa — commentò Dunworthy.

— Con la Signora Gaddson? Che idea necrotica! Perfino andare in chiesa è meglio che stare con lei, quindi ho detto alla Signora Taylor che l'avrei aiutata a trasportare le campane.

— E il vicario ti ha messo al lavoro — concluse Dunworthy, che stava ancora cercando di pulire gli occhiali. — Hai avuto qualche cliente?

— Vuole scherzare? La chiesa è stracolma.

Sbirciando nella navata Dunworthy vide che in effetti i banchi erano tutti pieni e dietro di essi erano state disposte file di sedie pieghevoli.

— Oh, bene, eccola qui — esclamò il vicario, sopraggiungendo con le braccia piene di fogli di inni. — Mi dispiace per il caldo ma è colpa del riscaldamento. L'Associazione Nazionale non ci permette di installare una nuova caldaia a fusione ed è quasi impossibile trovare parti di ricambio per una alimentata da combustibile fossile. In questo momento è il termostato a far i capricci… le sole alternative che offre sono acceso o spento. — Nel parlare tirò fuori dalla tasca del saio due strisce di carta e diede loro un'occhiata. — Non è che per caso ha visto il Signor Latimer, vero? Dovrebbe leggere la benedizione.

— No, ma gli ho ricordato l'orario — rispose Dunworthy.

— Già… lo scorso anno ha fatto confusione ed è arrivato con un'ora di anticipo — commentò il vicario, porgendo a Dunworthy una delle due strisce di carta. — Questo è il suo brano delle scritture. Quest'anno è tratto da Re Giacomo, perché la Chiesa del Millennio ha insistito in proposito, ma almeno non è dalla Liturgia del Popolo come lo scorso anno. Re Giacomo può essere arcaico ma se non altro non è criminale.

La porta esterna si aprì ed entrò un gruppo di persone impegnato a chiudere ombrelli e a scrollare cappelli; subito Colin rifornì ognuno del foglietto della liturgia e i fedeli si addentrarono nella navata.

— Sapevo che avremmo dovuto usare la Chiesa del Cristo — commentò il vicario.

— Cosa ci fa qui tutta questa gente? — si meravigliò Dunworthy. — Non si rendono conto che siamo nel bel mezzo di un'epidemia?

— È sempre stato così — spiegò il vicario. — Ricordo ancora gli inizi della Crisi Panepidemica… non si erano mai fatte collette tanto ricche. In seguito non si riesce più a far uscire la gente di casa, ma all'inizio c'è questa tendenza a stringersi gli uni agli altri in cerca di conforto.

— Ed anche per l'eccitazione del momento — aggiunse il prete della Santa Chiesa Riformata, che indossava una polo e pantaloni neri sotto un'alba a scacchi rossi e verdi. — Si vede lo stesso fenomeno in tempo di guerra. Vengono qui per la drammaticità del gesto.

— E diffondono il contagio con il doppio della rapidità — sottolineò Dunworthy. — Nessuno ha detto loro che questo virus è contagioso?

— Intendo farlo io — replicò il vicario. — Il suo brano delle Scritture sarà subito dopo i suonatori di campane, ed è stato cambiato… di nuovo a causa della Chiesa del Millennio. Luca, 2:1-19.

E si allontanò per distribuire i fogli con gli inni.

— Dov'è la sua allieva, Kivrin Engle? — domandò il prete. — Questo pomeriggio ho sentito la sua mancanza, alla messa in latino.

— È nel 1320, si spera nel villaggio di Skendgate e al riparo dalla pioggia.

— Oh, bene — commentò il prete. — Desiderava così tanto andare, ed è fortunata ad essere fuori da tutto questo.

— Già — convenne Dunworthy. — Ora però credo che dovrei rinfrescarmi il brano delle Scritture leggendolo almeno una volta.

Si addentrò nella navata, dove il caldo era più intenso e l'aria era permeata da un odore di lana e di pietra umide. Le candele laser baluginavano fioche alle finestre e sull'altare e i suonatori di campane stavano disponendo due grandi tavoli davanti all'altare, coprendoli con un pesante panno rosso. Dunworthy si accostò al leggio e aprì la Bibbia al Vangelo di Luca.

«E accadde in quei giorni che ci fu un decreto emesso da Cesare Augusto, che a tutto il mondo dovessero essere imposte le tasse,» lesse.

Il testo dell'epoca di Re Giacomo è davvero arcaico, pensò, ma dove si trova Kivrin non è ancora stato scritto.