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— Ci sono coloro — esordì, scoccando una dura occhiata al prete della Santa Chiesa Riformata, — che pensano che le malattie siano una punizione divina, e tuttavia Cristo ha passato la sua vita a risanare gli infermi e se fosse qui non dubito che curerebbe quanti sono stati colpiti dal virus nello stesso modo in cui ha guarito il lebbroso della Samaria. — E si lanciò in una conferenza di dieci minuti su come fare per proteggersi dall'influenza, elencandone i sintomi e spiegando come il contagio fosse trasmesso attraverso gli umori corporei. — Bevete molti liquidi e riposate — concluse, protendendo le mani dal pulpito come se stesse impartendo una benedizione, — e al primo accenno di uno qualsiasi di questi sintomi telefonate al vostro dottore.

A quel punto i suonatori di campane si infilarono di nuovo i loro guanti bianchi e accompagnarono l'organo in «Angeli dal Regno della Gloria», che risultò miracolosamente riconoscibile.

Venne quindi il turno del sacerdote della Chiesa Convertita Unitaria di salire sul pulpito.

— In questa stessa notte, oltre duemila anni fa, Dio ha mandato il Suo Figlio, il Suo prezioso figlio, nel nostro mondo. Riuscite a immaginare che genere di incredibile amore debba essere stato necessario per fare una cosa del genere? In quella notte Gesù lasciò il suo mondo celeste per venire in un mondo pieno di pericoli e di malattie, per venirvi nei panni di un neonato ignorante e impotente che non sapeva nulla del demonio e delle insidie che avrebbe incontrato. Come ha potuto Dio mandare il Suo unico Figlio, il Suo prezioso figlio, incontro a simili pericoli? La risposta risiede nell'amore. L'amore.

— O l'incompenza — borbottò Dunworthy.

Colin distolse lo sguardo dal consueto esame della gomma da masticare per fissarlo con aria perplessa.

E dopo che Lo ha mandato, Si è preoccupato per Lui ad ogni minuto che passava, pensò ancora Dunworthy. Mi chiedo se abbia anche cercato di riportarLo indietro.

— È stato l'amore che ha mandato Cristo nel mondo, e per amore Lui è stato disposto a venire fra noi… anzi, impaziente di farlo.

Kivrin è al sicuro, si ripeté Dunworthy. Le coordinate erano esatte, ci sono state soltanto quattro ore di slittamento e non è stata esposta all'influenza. Di certo adesso è al sicuro a Skendgate, ha determinato la data esatta per il recupero, ha il registratore già pieno a metà di osservazioni, è sana, eccitata e misericordiosamente all'oscuro di quanto sta succedendo qui.

— Lui è stato mandato nel mondo per aiutarci nelle nostre pene e tribolazioni — stava continuando il sacerdote.

Il vicario richiamò con un cenno l'attenzione di Dunworthy.

— Ho appena saputo che il Signor Latimer si è ammalato — sussurrò il vicario, quando Dunworthy si protese oltre Colin e verso di lui, poi gli porse un foglio di carta e aggiunse: — Vuole leggere lei la benedizione?

— … Un messaggero di Dio e un emissario d'amore — concluse il sacerdote della Chiesa Unitaria Convertita, e si rimise a sedere.

— Volete per favore alzarvi per la benedizione? — chiese allora Dunworthy, accostandosi al leggio e aprendo il foglio di carta per leggerlo. — Oh Signore, arresta la Tua mano mossa dall'ira — esso diceva, e lui vi aggiunse: — Padre Misericordioso, proteggi quanti sono assenti da noi e riportali a casa sani e salvi.

ESTRATTO DAL DOMESDAY BOOK
(035850-037745)

20 dicembre 1320. Ormai mi sono rimessa quasi completamente… i miei linfociti T rinforzati o gli antivirali o qualcosa deve essere finalmente entrato in azione, perché ora posso respirare senza sentire dolore, la tosse se n'è andata e mi sento abbastanza in forze da poter arrivare a piedi fino al luogo della transizione, se solo sapessi dove sì trova.

Anche il taglio che avevo sulla fronte è guarito. Questa mattina, quando è venuta per dargli un'occhiata, Eliwys è andata subito a chiamare Imeyne perché lo esaminasse a sua volta.

— È un miracolo — ha dichiarato Eliwys, con gioia, ma Imeyne ha assunto soltanto un'espressione sospettosa… fra un po' deciderà che sono una strega.

Intanto comincia a risultare evidente che adesso che non sono più un'invalida io costituisco un problema: a parte i dubbi di Imeyne che mi considera una spia o anche soltanto una ladra di argenteria, rimane comunque la difficoltà di accertare chi sono… quale sia la mia posizione sociale e come debba essere trattata… ed Eliwys non ha né il tempo né le energie per affrontare anche questo problema.

Ne ha già in abbondanza per i fatti suoi. Lord Guillaume non è ancora giunto, il suo privé è innamorato di lei e sta per arrivare il Natale. Eliwys ha reclutato metà della gente del villaggio per usarla come servitù e cuochi, e Imeyne continua ad insistere perché si mandi qualcuno ad Oxford o a Courcy per procurare una certa quantità di provviste essenziali. Agnes inoltre complica le cose essendo sempre in mezzo ai piedi e sfuggendo di continuo alla sorveglianza di Maisry.

— Devi mandare qualcuno da Sir Bloet perché ci procuri una dama di compagnia — ha dichiarato Imeyne, una volta che infine hanno ritrovato la bambina rintanata in solaio a giocare. — E per procurarci dello zucchero… non ne abbiamo a sufficienza per i dolci.

— Mio marito ci ha ordinato… — ha cominciato a ripetere Eliwys, in tono esasperato.

— Sorveglierò io Agnes — sono intervenuta, nella speranza che il traduttore avesse reso nel modo giusto il termine «dama di compagnia» e che i video di storia avessero avuto ragione nell'affermare che a volte la posizione di bambinaia era rivestita da donne di nobile nascita. In ogni caso Eliwys è parsa davvero grata e Imeyne non mi ha guardata peggio del solito… così ora sono responsabile di Agnes e anche di Rosemund, a quanto pare, visto che stamattina mi ha chiesto di aiutarla con il suo ricamo.

Il vantaggio di essere la loro bambinaia è che posso porre tutte le domande che voglio sui loro genitori e sul villaggio in generale e posso andare nelle stalle e in chiesa alla ricerca di Padre Roche e di Gawyn, mentre lo svantaggio è che alle bambine vengono tenute nascoste molte cose: già una volta Eliwys ha smesso di parlare con Imeyne non appena Agnes e io siamo entrate nella sala, e quando ho chiesto a Rosemund perché fossero venuti ad abitare lì lei ha risposto che suo padre ritiene che qui ad Ashencote l'aria sia più salubre.

Questa è stata la prima volta che qualcuno ha menzionato il nome del villaggio, e dal momento che non esiste nessun Ashencote sulla mappa o sul Libro del Catasto, suppongo che si tratti di un altro «villaggio perduto»: avendo una popolazione di appena quaranta anime, è facile che la Morte Nera lo abbia distrutto o che sia stato in seguito assorbito da una delle città vicine. Io però penso ancora che si tratti di Skendgate.

Quando ho chiesto alle bambine se conoscevano un villaggio chiamato Skendgate, Rosemund mi ha risposto negativamente… il che non prova nulla visto che non sono native di queste parti… ma pare che Agnes abbia chiesto a sua volta a Maisry e che neppure lei abbia mai sentito questo nome. A dire il vero i primi riferimenti scritti in cui compare il termine «gate» (che significa porta ma che era usato allora nell'accezione di diga) sono databili a non prima del 1360, e inoltre molti nomi di luoghi in lingua anglosassone sono in seguito stati sostituiti da altri normannizzati o dal nome di chi possedeva quelle terre… il che fa presagire male per Guillaume d'Iverie e per il processo da cui non ha fatto ritorno. A meno che, naturalmente, questo non sia un altro villaggio… il che farebbe presagire male per me.

(Pausa)

A quanto pare i sentimenti d'amor cortese che Gawyn nutre nei confronti di Eliwys non gli impediscono saltuarie avventure con la servitù. Ho chiesto ad Agnes di portarmi nelle stalle a vedere il suo pony, sperando che Gawyn potesse trovarsi lì… e in effetti era in uno degli stalli insieme a Maisry, e i gemiti che stava emettendo erano tutto meno che un simbolo di amor cortese. Maisry non sembrava più terrorizzata dei solito e dal momento che le sue mani erano impegnate a tenere le gonne raccolte all'altezza della vita invece che a proteggere gli orecchi ho dedotto che non doveva trattarsi di stupro. Però non era neanche l'amour courtois.