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Si era trattato di una semplice prova di andata e ritorno per verificare il funzionamento della transizione in loco, con uno spostamento temporale di appena trent'anni. Dunworthy doveva apparire nella piazza di Trafalgar, prendere la metropolitana da Charing Cross a Paddington e poi il treno delle 10:48 fino ad Oxford, dove sarebbe stata aperta la rete principale. Gli avevano concesso tempo in abbondanza, avevano controllato e ricontrollato la rete, verificato gli orari del treno e della metropolitana, riesaminato a non finire le date sulle monete… e quando era andato a Charing Cross aveva trovato chiusa la stazione della metropolitana: le luci della biglietteria erano spente e i cancelli di ferro bloccavano l'entrata.

Dunworthy si tirò le coperte sulle spalle. In una transizione c'erano innumerevoli cose che potevano andare storte, cose a cui nessuno aveva pensato. Probabilmente la madre di Colin non aveva mai neppure supposto che il treno del figlio sarebbe stato fermato a Barton, così come nessuno aveva preso in considerazione l'eventualità che Badri potesse svenire sulla sua consolle.

Mary ha ragione, si rimproverò, hai una spaventosa tendenza a comportarti come la Signora Gaddson.

Kivrin aveva superato innumerevoli ostacoli per riuscire a recarsi nel medioevo, e anche se qualcosa era andato storto lei avrebbe saputo cavarsela… Colin non aveva permesso che una cosa insignificante come una quarantena potesse interrompere il suo viaggio. E quella volta lui era riuscito a tornare sano e salvo da Londra.

Dopo aver picchiato invano contro i cancelli chiusi aveva risalito le scale di corsa per leggere di nuovo i cartelli, pensando di aver forse preso la direzione sbagliata, ma non era così. Allora aveva controllato l'orologio, supponendo che forse lo slittamento fosse stato superiore a quello indicato dai controlli e che la metropolitana avesse chiuso per la notte. Ma l'orologio sull'ingresso indicava che erano le nove e un quarto.

— Un incidente — gli aveva spiegato un uomo dall'aspetto poco raccomandabile che portava sulla testa un cappello sporco. — Hanno chiuso per rimettere tutto a posto.

— M… ma io devo prendere la linea di Bakerloo — aveva balbettato lui. L'uomo però se n'era andato.

Lui era rimasto lì fermo a fissare la stazione buia, senza riuscire a decidere cosa fare. Il denaro che aveva portato con sé era troppo poco per poter prendere un taxi e Paddington era dall'altra parte di Londra… non ci sarebbe mai arrivato per le 10:48.

— Dov'è che devi andare, amico? — gli aveva domandato un ragazzo che indossava una giacca di cuoio nero e aveva i capelli verdi pettinati come una cresta di gallo. Il suo accento era stato tale che Dunworthy non era quasi riuscito a capirlo. Mentre il ragazzo si avvicinava maggiormente con aria minacciosa, lui aveva pensato che quello doveva essere un punk.

— A Paddington — aveva risposto, e la parola gli era uscita dalle labbra come uno stridio appena udibile.

Il punk aveva infilato una mano nella giacca e Dunworthy aveva avuto la certezza che avrebbe estratto un coltello a serramanico… invece il ragazzo aveva tirato fuori una tessera della metropolitana plastificata e aveva cominciato a leggere la cartina stampata sul retro.

— Puoi arrivare a District o a Sahcle da Embarkment. Va' giù per Craven Street e piega a sinistra.

Lui aveva corso per tutta la strada, certo che la gang del punk lo avrebbe assalito da un momento all'altro per rubargli il denaro storicamente perfetto che aveva con sé, e quando era arrivato ad Embarkment aveva scoperto di non sapere come far funzionare la macchina automatica per i biglietti.

Una donna con due bambinetti lo aveva aiutato, inserendo la destinazione e poi il denaro e spiegandogli come infilare il biglietto nella fessura. Era arrivato a Paddington con un netto margine di anticipo.

— Ma non ci sono persone oneste nel medioevo? — gli aveva chiesto Kivrin, e naturalmente ce n'erano. I ragazzi muniti di coltello a serramanico e di carta della metropolitana erano esistiti in tutte le epoche, come anche le madri con i bambini piccoli e le Signore Gaddson e i Latimer e i Gilchrist.

Si girò su un fianco.

— Non le succederà niente — disse ad alta voce, ma in tono sommesso per non svegliare Colin. — Il medioevo non può tenere testa alla mia allieva migliore.

Si assestò di nuovo le coperte sulle spalle e chiuse gli occhi, ripensando a quel ragazzo con la cresta di capelli verdi intento a decifrare la carta della metropolitana… ma l'immagine che gli fluttuò davanti agli occhi fu quella dei cancelli di ferro sprangati davanti a lui e dell'oscurità della stazione al di là di essi.

ESTRATTO DAL DOMESDAY BOOK
(015104-016615)

19 Dicembre 1320 (Vecchio Calendario). Mi sento meglio. Adesso posso trarre con cautela tre o quattro respiri di fila senza tossire e questa mattina ho veramente fame, anche se non del porridge unto che Maisry mi ha portato. Potrei uccidere per un piatto di uova e pancetta.

E per poter fare un bagno. Sono decisamente sporca. Da quando sono arrivata qui la sola parte del mio corpo che è stata lavata è la mia fronte, e negli ultimi due giorni Lady Imeyne mi ha applicato sul petto strìsce di lino coperte di un impasto dall'odore disgustoso. Fra questo, le intermittenti crisi di sudore e il letto (a cui non sono state cambiate le lenzuola dal 1200) puzzo decisamente, e per quanto corti i miei capelli pullulano di inquilini. E qui io sono la persona più pulita.

La Dottoressa Ahrens aveva ragione a volermi cauterizzare il naso. Tutti, perfino le bambine, puzzano spaventosamente e questo nel cuore dell'inverno e con un freddo spaventoso… non riesco a immaginare come possano essere le cose in agosto. Inoltre tutti hanno i pidocchi. Lady Imeyne interrompe perfino la preghiera per grattarsi, e quando Agnes si è tirata giù la calzamaglia per mostrarmi il ginocchio sulla sua gamba c'erano parecchi segni rossi di morsicature.

Eliwys, Imeyne e Rosemund hanno la faccia relativamente pulita ma non si lavano le mani, neppure dopo aver vuotato il pitale, e cose come lavare i piatti o cambiare la lana nei materassi non sono ancora state scoperte. A rigor di logica sarebbero già dovuti morire da tempo tutti di infezione, ma a parte lo scorbuto e una quantità di denti marci sembrano essere in buona salute. Perfino il ginocchio di Agnes sta guarendo bene e lei viene ogni giorno a mostrarmi la crosta, oppure la sua fibbia d'argento, o il suo cavaliere di legno, o il povero, troppo vezzeggiato Blackie.

Quella bambina è una preziosa fonte di informazioni, per lo più elargite senza bisogno che io faccia domande. Rosemund è nel suo «tredicesimo anno», il che significa che ha dodici anni e la stanza in cui mi stanno curando è la sua camera. È difficile immaginare che presto sarà in età da marito e che per questo ha già una «camera da fanciulla» personale, ma nel quattordicesimo secolo capitava spesso che le ragazze si sposassero a quattordici o a quindici anni. La stessa Eliwys non doveva certo essere molto più vecchia quando si è sposata, considerato che Agnes mi ha detto di avere tre fratelli più grandi, che sono tutti rimasti a Bath con il padre.

La campana a sudovest è quella di Swindone. Agnes è capace di distinguere le diverse campane dal loro suono e mi ha spiegato che quella lontana che suona sempre per prima è la campana di Osney, la progenitrice di Great Tom, mentre le campane doppie sono a Courcy, dove vive Sir Bloet, e le due più vicine sono a Whitney e ad Esthcote. Questo significa che sono vicina al punto in cui si trova Skendgate e che questo potrebbe essere proprio Skendgate… i frassini ci sono e sono più o meno delle giuste dimensioni e anche la chiesa è dove dovrebbe essere, quindi è possibile che la Signora Montoya non abbia semplicemente ancora trovato la torre campanaria. Sfortunatamente il nome del villaggio è la sola cosa che Agnes ignora.