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— Gawyn montava una giumenta bianca? — domandò Eliwys.

Una giumenta bianca. Kivrin si chiese se questo Gawyn potesse essere l'uomo che l'aveva aiutata a salire a cavallo e l'aveva portata in quella casa.

— No — replicò però Agnes, in un tono che indicava come sua madre avesse inteso fare una battuta di spirito di qualche tipo. — Montava il suo stallone nero, Gringolet. È venuto verso di me e mi ha detto: 'Buon giorno, Lady Agnes, vorrei parlare con tua madre.'

— Rosemund, tua sorella si è fatta male a causa della tua trascuratezza — interloquì la vecchia. Non essendo riuscita a far arrabbiare Agnes aveva apparentemente deciso di tentare con un'altra vittima. — Perché non ti stavi prendendo cura di lei?

— Ero impegnata con il mio ricamo — ribatté Rosemund, cercando con lo sguardo il sostegno materno. — Era Maisry che doveva tenerla d'occhio.

— Maisry è uscita per vedere Gawyn — affermò Agnes, sollevandosi a sedere sulle ginocchia della madre.

— E per attardarsi con il garzone di stalla — commentò la vecchia, poi si si affacciò alla porta e gridò: — Maisry!

Maisry. Quello era il nome che la vecchia aveva già chiamato in precedenza, e adesso il traduttore aveva anche smesso di lasciare spazi vuoti quando incontrava nomi di persona. Kivrin non aveva idea di chi fosse questa Maisry… probabilmente una serva… ma dal modo in cui stavano andando le cose le sembrava che stesse per andare incontro ad un mucchio di guai: la vecchia era decisa a trovare una vittima, e l'assente Maisry era la candidata perfetta.

— Maisry! — gridò ancora, facendo echeggiare il nome lungo la scala.

Rosemund colse al volo l'opportunità per andare a mettersi accanto alla madre.

— Gawyn ci ha raccomandato di dirti che implora il permesso di venire a conferire con te.

— Sta aspettando di sotto?

— No. È andato prima in chiesa per parlare della signora con Padre Rock.

L'orgoglio precede sempre una caduta. Evidentemente il traduttore stava diventando troppo sicuro di sé… forse il nome giusto era Padre Rolfe, o Padre Peter, ma ovviamente non poteva essere Padre Rock.

— Perché è andato a parlare con Padre Rock? — volle sapere la vecchia, tornando nella stanza.

Kivrin cercò di sentire il nome effettivo al di sopra dell'irritante sussurro della traduzione e scoprì che era l'equivalente francese di «roccia». Padre Roche.

— Forse ha scoperto qualcosa sul conto della signora — replicò Eliwys, scoccando un'occhiata in direzione di Kivrin… la prima indicazione che lei o chiunque altro avesse dato di ricordarsi della sua presenza nella stanza.

Kivrin si affrettò a chiudere gli occhi per far credere di essere addormentata, in modo che continuassero a parlare di lei.

— Questa mattina Gawyn è andato a cercare quei ruffiani — proseguì Eliwys. Intanto Kivrin socchiuse appena gli occhi, scoprendo che non la stava più guardando. — Forse li ha trovati. — Si chinò quindi ad annodare i lacci della cuffietta della bambina e aggiunse: — Agnes, va' in chiesa con Rosemund e avverti Gawyn che parleremo con lui nella sala. La signora dorme e non dobbiamo disturbarla.

— Sarò io a dirglielo, Rosemund! — strillò Agnes, saettando fuori della porta.

— Rosemund, lascia che sia tua sorella a parlare! — gridò loro dietro Eliwys. — Agnes, non correre.

Le bambine scomparvero fuori della porta e lungo l'invisibile scala, ovviamente correndo a giudicare dal rumore.

— Rosemund è quasi cresciuta — osservò la vecchia, — e non sta bene che corra dietro agli uomini di tuo marito. Verrà qualcosa di male dal fatto che le tue figlie non siano sorvegliate e sarebbe saggio da parte tua mandare a prendere una bambinaia ad Oxenford.

— No — ribatté Eliwys, con una fermezza di cui Kivrin non l'avrebbe mai creduta capace. — Può provvedere Maisry a sorvegliarle.

— Maisry non è adatta a sorvegliare neppure le pecore. Non avremo dovuto lasciare Bath così in fretta. Di certo avremmo potuto aspettare fino al… — Qualcosa.

Il traduttore lasciò di nuovo un buco e Kivrin non riuscì a capire la parola corrispondente, ma comunque aveva afferrato i fatti importanti. Quelle donne venivano da Bath e vivevano vicino ad Oxford.

— Lascia che Gawyn vada a prendere una bambinaia, e una cerusica che si occupi della signora.

— Non manderò a prendere nessuno — ribadì Eliwys.

— Manda Gawyn a… — Seguì un altro nome di luogo che il traduttore non seppe afferrare. — Lady Yvolde ha una notevole reputazione nella cura delle ferite e sarebbe felice di prestarci una delle sue donne di compagnia come bambinaia.

— No — rifiutò Eliwys. — Cureremo da noi la signora. Padre Roche…

— Padre Roche — ripeté con disprezzo la vecchia. — Non sa nulla di medicina.

Però io ho capito tutto quello che ha detto, pensò Kivrin, ricordando la voce quieta che recitava i riti estremi, il tocco gentile sulle sue tempie, le sue mani, la pianta dei suoi piedi. Lui le aveva detto di non avere paura, le aveva chiesto come si chiamava, e le aveva tenuto la mano.

— Se la signora è di nobile nascita — insistette la vecchia, — vuoi che si dica che hai lasciato che fosse un prete di villaggio a curarla? Lady Yvolde…

— Non manderemo a chiamare nessuno — ribadì ancora una volta Eliwys, e per la prima volta Kivrin si rese conto che aveva paura. — Mio marito ci ha detto di restare qui fino al suo arrivo.

— Avrebbe fatto meglio a venire con noi.

— Sai che non poteva — ribatté Eliwys. — Verrà quando potrà. Adesso devo andare a parlare con Gawyn — aggiunse, oltrepassando la vecchia e raggiungendo la porta. — Mi ha detto che avrebbe cercato nel punto in cui ha trovato la signora per trovare le tracce dei suoi assalitori. Forse ha scoperto qualcosa e ci vuole riferire di cosa si tratta.

Il posto dove ha trovato la signora. Allora Gawyn era l'uomo che l'aveva trovata, l'uomo con i capelli rossi e il volto gentile che l'aveva aiutata a salire a cavallo e l'aveva portata qui. Questo almeno non l'aveva sognato, anche se aveva immaginato il cavallo bianco… lui l'aveva accompagnata qui e sapeva dov'era il sito.

— Aspettate — chiamò Kivrin, sollevandosi a sedere contro i cuscini. — Aspettate, per favore. Vorrei parlare con Gawyn.

Le due donne si fermarono ed Eliwys si accostò al letto con espressione allarmata.

— Vorrei parlare con l'uomo chiamato Gawyn — ripeté con cura Kivrin. aspettando di aver la traduzione giusta prima di pronunciare ciascuna parola. Alla fine quel procedimento sarebbe diventato automatico, ma per adesso era costretta a pensare le parole e ad aspettare che il traduttore le trasformasse prima di ripeterle ad alta voce. — Devo scoprire il posto dove mi ha trovata.

Eliwys le posò una mano sulla fronte, ma Kivrin la respinse con un gesto impaziente.

— Voglio parlare con Gawyn — insistette.

— Non ha la febbre, Imeyne — disse Eliwys alla vecchia, — e tuttavia cerca di parlare anche se sa che non riusciamo a capirla.

— Si esprime in una lingua straniera — replicò Imeyne, dando l'impressione di considerarlo un crimine. — Forse è una spia dei Francesi.

— Non sto parlando in francese — protestò Kivrin. — Sto parlando inglese medievale.

— Può darsi che sia latino — opinò Eliwys. — Padre Roche ha detto che gli si è rivolta in latino, quando l'ha confessata.

— Padre Roche sa a stento recitare il Padre Nostro — dichiarò Lady Imeyne. — Dovremmo mandare qualcuno a… — Di nuovo quel nome irriconoscibile. Kersey? Courcy?

— Voglio parlare con Gawyn — ripeté Kivrin, questa volta in latino.

— No — replicò Eliwys, rivolta alla vecchia. — Aspetteremo mio marito.

La vecchia si girò con un gesto così rabbioso che si rovesciò sulla mano parte del contenuto del pitale; asciugandosela sulla gonna uscì e si sbatté la porta alle spalle. Eliwys accennò a seguirla, ma Kivrin le afferrò le mani per trattenerla.

— Perché non mi capite? — chiese, prossima alle lacrime. — Io capisco voi. Devo parlare con Gawyn, mi deve dire dov'è il sito.