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Sir Bloet si slacciò la spada e la consegnò ad un servo, poi lui e Lady Eliwys eseguirono una genuflessione non appena varcate le porte del luogo sacro, avanzando quindi fin quasi alla parete divisoria prima di inginocchiarsi ancora.

Kivrin e le bambine li seguirono, e quando Agnes si fece il segno della croce il suono della sua campanella echeggiò cupo per tutta la chiesa. Kivrin si disse che avrebbe dovuto sequestrarla e si chiese se poteva uscire adesso dalla processione e portare Agnes da un lato, vicino alla tomba del marito di Lady Imeyne, per slacciare il nastro… ma dietro di loro Imeyne stava aspettando con impazienza sulla porta insieme alla sorella di Sir Bloet.

Kivrin condusse quindi le bambine verso la parte anteriore della chiesa, dove Sir Bloet si era già rialzato pesantemente in piedi. Eliwys rimase in ginocchio un po' più a lungo e quando infine si rialzò Sir Bloet la scortò fino al lato settentrionale della chiesa, poi s'inchinò leggermente e andò a prendere il proprio posto sul lato degli uomini.

Kivrin s'inginocchiò insieme alle bambine, pregando che Agnes non causasse troppo rumore nel farsi di nuovo il segno della croce. Quel pericolo fu scongiurato, ma nel rialzarsi in piedi la bambina inciampò con un piede nel bordo del proprio vestito e si sorresse per non cadere con uno scampanio forte quasi quanto quello che risuonava all'esterno. Naturalmente Lady Imeyne era immediatamente dietro di loro, e incenerì Kivrin con un'occhiata.

Kivrin portò le bambine accanto a Eliwys. Sulla soglia Lady Imeyne s'inginocchiò, ma Lady Yvolde eseguì soltanto un accenno di inchino. Non appena Imeyne si fu rialzata, un servitore si affrettò a venire avanti con un inginocchiatoio coperto di velluto rosso che depose accanto a Rosemund perché Lady Yvolde potesse inginocchiarsi su di esso. Sul lato opposto della chiesa un altro servitore fece lo stesso con Sir Bloet e lo aiutò a inginocchiarsi. Sir Bloet affannò e si aggrappò al braccio del servitore mentre adagiava la propria mole sull'inginocchiatoio, e la sua faccia si tinse di un rosso acceso.

Kivrin scoccò un'occhiata piena di desiderio all'inginocchiatoio di Lady Yvolde, ripensando alle imbottiture di plastica di cui era fornito il retro delle sedie della chiesa di St. Mary. Fino a questo momento non si era mai resa conto appieno di quale lusso esse fossero, e quando si rialzarono in piedi con la prospettiva di restare in quella posizione per tutta la messa comprese che anche le dure sedie di legno a cui erano attaccate le imbottiture erano in effetti un lusso.

Il pavimento era freddo e anche la chiesa era fredda, nonostante tutte le luci. Per lo più si trattava di lanterne di metallo disposte lungo le pareti e ai piedi della statua decorata di agrifoglio di Santa Caterina, e anche se un'alta candela giallastra era disposta fra la verzura su ciascuna finestra, l'effetto non era probabilmente quello che Padre Roche aveva voluto ottenere, perché le fiamme vivaci servivano soltanto a far apparire ancora più cupi e quasi neri i pannelli di vetro colorato.

Altre candele giallastre erano infilate nei candelabri d'argento su ciascun lato dell'altare e l'agrifoglio era stato ammucchiato davanti ad esse e lungo la sommità della parete divisoria, dove Padre Roche aveva disposto le candele di cera d'api di Lady Imeyne fra le piccole foglie spinose.

Pensando che la meticolosità con cui il prete aveva decorato la chiesa era tale che anche Lady Imeyne doveva essere soddisfatta dei risultati, Kivrin scoccò un'occhiata in direzione della vecchia.

Imeyne teneva il reliquiario fra le mani giunte ma i suoi occhi erano aperti e lei stava fissando la sommità della parete divisoria con la bocca serrata per la disapprovazione… Kivrin suppose che non era lì che lei avrebbe voluto fossero messe le candele, anche se era il posto più adatto perché in questo modo evidenziavano il crocifisso e l'affresco del Giudizio Universale, oltre a illuminare quasi tutta la navata.

Quelle candele avevano l'effetto di far apparire la chiesa diversa, più accogliente e più familiare, come quella di St. Mary la Vigilia di Natale. Il Natale precedente Dunworthy l'aveva portata ad assistere al servizio ecumenico. La sua intenzione era stata quella di andare alla messa di mezzanotte della Santa Chiesa Riformata per poter sentire la funzione in latino, ma aveva scoperto che la messa di mezzanotte era stata abolita perché al prete era stato chiesto di leggere il vangelo nel corso del servizio ecumenico ed aveva quindi anticipato la messa notturna alle quattro del pomeriggio.

Agnes aveva ricominciato ad armeggiare con la sua campanella e Lady Imeyne si girò a scoccarle un'occhiata rovente da sopra le mani piamente congiunte mentre Rosemund si protese oltre Kivrin per ingiungerle di fare silenzio.

— Non devi suonare la campanella fino alla fine della messa — mormorò Kivrin, chinandosi verso Agnes in modo che nessun altro potesse sentirla.

— Non l'ho suonata — sussurrò di rimando Agnes, in maniera tale da essere sentita per tutta la chiesa. — Il nastro è troppo stretto, vedi?

Kivrin non vedeva nulla del genere. In effetti, se si fosse concessa il tempo di legarla più stretta, la campanella non avrebbe tintinnato ad ogni movimento, ma era impossibile discutere con una bambina stanchissima proprio quando la messa di Natale stava per cominciare da un momento all'altro, quindi allungò le mani verso il nodo.

Agnes doveva aver cercato di sfilarsi la campanella dal polso perché il nastro già sfilacciato si era serrato in un nodo piccolo e compatto che Kivrin tentò di allentare con le unghie, tenendo al tempo stesso d'occhio la gente alle sue spalle. Il servizio avrebbe infatti avuto inizio con una processione durante la quale Padre Roche e i suoi accoliti, se ne aveva, sarebbero avanzati lungo la navata portando l'acqua santa e intonando l'Asperges.

Alla fine Kivrin si arrese e tirò energicamente sui due lati del nodo, stringendolo in maniera tale da annullare ogni speranza di poterlo sciogliere senza tagliarlo ma ottenendo di allargare un poco la circonferenza del nastro… tuttavia non abbastanza da poterlo sfilare. Scoccò un'occhiata in direzione delle porte della chiesa: la campana aveva smesso di suonare, ma ancora non si vedeva traccia di Padre Roche e neppure uno spazio che gli permettesse di avanzare lungo la navata, perché la gente del villaggio si era accalcata nella chiesa e ne aveva riempito la parte posteriore. Qualcuno aveva addirittura issato un bambino sulla tomba del marito di Imeyne e lo stava tenendo in equilibrio su di essa perché potesse vedere… ma ancora non c'era nulla da vedere. Kivrin ricominciò a lavorare per togliere la campanella, infilando due dita sotto il nastro e tirando verso l'alto nel tentativo di allargarlo.

— Non lo rompere! — avvertì Agnes, con quel suo sussurro che tutti potevano sentire. Kivrin afferrò la campanella e la girò in fretta in modo che si venisse a trovare contro il palmo della bambina.

— Tienila in questo modo — sussurrò, chiudendo le dita di Agnes intorno ad essa, — e stringi.

Obbediente, Agnes serrò il pugnetto, poi Kivrin le fece piegare l'altra mano intorno al pugno in un'imitazione della posizione di preghiera.

— Continua a tenere stretta la campanella e non suonerà — disse, con un filo di voce.

Immediatamente Agnes si premette le mani contro la fronte in un atteggiamento di angelica devozione.

— Brava ragazza — approvò Kivrin, circondandola con un braccio e guardando di nuovo verso le porte della chiesa. Accorgendosi che erano ancora chiuse, trasse un sospiro di sollievo e si girò verso l'altare.

Padre Roche era fermo là, in piedi, vestito con una stola bianca ricamata e con un'alba di un bianco ingiallito con il bordo ancora più logoro del nastro di Agnes, e aveva in mano un libro. Era ovvio che aveva aspettato che lei finisse le sue manovre, così come era ovvio che era rimasto lì a guardare per tutto il tempo in cui lei si era occupata di Agnes, ma il suo volto non esprimeva rimprovero né impazienza. La sua espressione era del tutto diversa, e in qualche modo le ricordò d'un tratto quella del Signor Dunworthy, quando la stava guardando attraverso la sottile partizione di vetro.