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— Buona Lady Katherine, la mia signora Lady Eliwys mi ha chiesto di venire ad aiutarti — spiegò, sostenendola perché ritrovasse l'equilibrio, poi le tolse Agnes dalle braccia, e sì avviò a grandi passi fuori della chiesa, con Kivrin che gli zoppicava accanto.

— Ti ringrazio — replicò Kivrin, quando furono nell'affollato cortile. — Mi sembra che le braccia stiano per staccarsi.

— È una bambina robusta — convenne lui.

La campanella di Agnes scivolò dal polso della bambina e cadde tintinnando sulla neve, il suo suono che si univa a quello delle altre campane. Adesso il nodo era quasi troppo piccolo per essere visibile e le estremità del nastro di erano sfilacciate completamente, ma nel momento in cui lei lo prese il nodo si sciolse, permettendole di legarlo di nuovo al polso penzolante di Agnes.

— Sono lieto di assistere una dama in difficoltà — aggiunse Gawyn, ma lei non lo sentì.

Erano soli nella piazza, il resto della famiglia era quasi arrivato alle porte del maniero, dove lei poteva vedere il castaldo reggere una lanterna per Lady Imeyne e Lady Yvolde che si stavano addentrando nel passaggio dietro la stalla. Nel cortile c'erano ancora molte persone, alcune delle quali avevano acceso un falò accanto alla strada raccogliendosi poi intorno ad esso per scaldarsi e per far circolare una ciotola di legno piena di qualcosa, ma lì, in mezzo alla piazza, erano del tutto soli… l'opportunità che lei aveva creduto non le si sarebbe mai presentata.

— Volevo ringraziarti per aver cercato di trovare i miei assalitori e per avermi salvata nel bosco e portata qui — gli disse. — Il luogo dove mi hai trovata è lontano da qui? Mi potresti accompagnare là?

Lui si fermò e la fissò.

— Non te lo hanno detto? — replicò. — Ho riportato al maniero tutte le tue cose che sono stato in grado di ritrovare, I ladri hanno sottratto i tuoi beni e io li ho inseguiti, ma temo di non aver recuperato nulla.

E riprese a camminare.

— So che hai portato qui le mie casse e te ne sono grata, ma non è per questo che voglio vedere il posto dove mi hai trovata — si affrettò ad insistere Kivrin, timorosa che potessero raggiungere gli altri prima che avesse finito di parlare.

Lady Imeyne si era fermata e stava guardando verso di loro, quindi doveva ottenere una risposta prima che lei decidesse di mandare il castaldo a vedere cosa li stava trattenendo tanto.

— Quando sono stata ferita nell'attacco ho perso la memoria — proseguì, — e pensavo che se potessi vedere il posto dove mi hai trovata forse ricorderei qualcosa.

Gawyn si era fermato e stava guardando in direzione della strada che si snodava alle spalle della chiesa. Su di essa si vedevano delle luci che ondeggiavano e si avvicinavano rapidamente. Fedeli venuti in chiesa in ritardo?

— Tu sei il solo a sapere dove sia quel posto — continuò Kivrin, — altrimenti non ti seccherei con le mie richieste, ma se soltanto potessi dirmi dove si trova, in modo che io…

— Là non c'è nulla — replicò lui, in tono vago, senza smettere di fissare le luci. — Ho portato al maniero le tue casse e il tuo carro.

— Lo so — reiterò Kivrin, — e ti ringrazio, ma…

— Sono nel granaio — aggiunse Gawyn, e si girò nel sentire un rumore di cavalli in corsa.

Le luci ondeggianti erano lanterne portate da uomini a cavallo, almeno una dozzina, che oltrepassarono al galoppo la chiesa e attraversarono il villaggio, andando a fermarsi là dove Lady Eliwys e gli altri erano raccolti.

È suo marito, pensò Kivrin, ma prima che potesse concludere quel pensiero Gawyn le ficcò di nuovo Agnes fra le braccia e spiccò la corsa verso i nuovi venuti, estraendo al tempo stesso la spada.

Oh, no, gemette interiormente Kivrin, mettendosi a correre a sua volta, impacciata nei movimenti dal peso di Agnes. Quello non era il marito di Lady Eliwys con la sua scorta, erano gli uomini che stavano dando loro la caccia e che costituivano il motivo per cui Eliwys si era infuriata con Imeyne quando lei aveva avvertito Sir Bloet della loro presenza lì.

Gli uomini con le lanterne erano intanto scesi di sella e solo tre erano rimasti a cavallo. Eliwys si diresse verso uno di loro e si lasciò cadere in ginocchio come se fosse stata colpita da una spada.

No, oh no, pensò Kivrin, con il fiato corto. La campanella di Agnes stava tintinnando selvaggiamente mentre lei correva.

Gawyn si avvicinò di corsa al gruppo, con la spada che scintillava alla luce delle lanterne, poi anche lui si lasciò cadere in ginocchio. Intanto Eliwys si era rialzata e si stava avvicinando agli uomini a cavallo con le braccia protese in un gesto di benvenuto.

Kivrin si fermò, con il fiato corto, guardando Sir Bloet avanzare a sua volta, inginocchiarsi e rialzarsi. Gli uomini a cavallo gettarono indietro il cappuccio del mantello, rivelando sotto di esso un cappello di qualche tipo, o forse una corona. Gawyn, che era sempre in ginocchio, ripose la spada nel fodero e uno degli uomini a cavallo sollevò una mano, su cui scintillava qualcosa.

— Cosa c'è? — domandò Agnes, in tono assonnato.

— Non lo so — rispose Kivrin.

Agnes si contorse fra le sue braccia per poter guardare.

— Sono i re magi — sussurrò in tono pieno di meraviglia.

ESTRATTO DAL DOMESDAY BOOK
(064996-065537)

Vigilia di natale 1320 (Vecchio Calendario). È arrivato un inviato del vescovo, accompagnato da altri due religiosi. I tre sono giunti subito dopo la messa di mezzanotte, con estrema gioia di Imeyne. Lei è convinta che questa sia la risposta del vescovo alla sua richiesta di avere un nuovo cappellano ma io non ne sono certa perché i tre sono arrivati senza servitori ed hanno una strana aria di nervosismo, come se stessero svolgendo una missione segreta e urgente.

La cosa deve riguardare Lord Guillaume, anche se le Assise sono una corte secolare e non ecclesiastica. Forse il vescovo è un amico di Lord Guillaume o di Re Edoardo II, e questi prelati sono venuti qui per stipulare un accordo di qualche tipo con Eliwys in cambio della libertà del marito.

Quali che siano le ragioni della loro presenza, di certo sanno viaggiare con stile, tanto che quando li ha visti Agnes ha creduto che fossero i re magi… e in effetti hanno un'aria regale. L'inviato del vescovo ha un volto sottile e aristocratico e sono tutti vestiti come re. Uno di essi ha un mantello di velluto color porpora con il disegno di una croce bianca cucito con il filo di seta sulla schiena.

Immediatamente Lady Imeyne lo ha assalito con la sua triste storia di come Padre Roche sia ignorante, goffo e in generale insopportabile.

— Non merita una parrocchia — ha sentenziato, ma sfortunatamente (o forse fortunatamente per Padre Roche) quell'uomo non era l'inviato ma soltanto il suo segretario. L'iviato era quello con il vestito rosso dai ricami in oro e con un bordo di pelliccia nera.

Il terzo membro del gruppo è un monaco cistercense… o almeno ne indossa l'abito, anche se è fatto di lana migliore di quella del mio mantello ed ha un cordone di seta come cintura; le sue grasse dita sono cariche di anelli degni di un re e lui non si comporta come un monaco. Sia lui che l'inviato hanno chiesto del vino prima ancora di smontare di sella e di certo il segretario doveva aver già bevuto parecchio prima ancora di arrivare qui, perché scendendo da cavallo è scivolato e ha dovuto essere sorretto dal grasso monaco per riuscire ad arrivare nella sala.

(Pausa)

A quanto pare ho sbagliato tutto per quanto riguarda il motivo del loro arrivo qui. Eliwys e Sir Bloet si sono ritirati in un angolo insieme all'inviato del vescovo non appena siamo entrati in casa, ma hanno parlato con lui appena per pochi minuti.

— Non sanno nulla di Guillaume — ho sentito Eliwys dire ad Imeyne, poco fa.