Era ridicolo cosi imbottito di vestiti pesanti che ne ingrossavano la corporatura senza riuscire a dargli un aspetto normale.

La sua faccia era deformata da quella specie di proboscide arrossata dal freddo, che gli conferiva un aspetto controproducente per un salvatore.

– Non consegnare la tua pistola, Pritcher – disse.

Poi si volse verso Channis che s'era stretto nelle spalle e s'era seduto.

– Gli impulsi emotivi al momento sembrano alquanto confusi e contrastanti.

Cos'e questa storia di qualcun altro oltre a me che vi stava seguendo? Pritcher intervenne. – Siete stato voi, signore, a far piazzare sull'astronave un localizzatore? Il Mulo si volse verso di lui. – Certamente.

E' molto poco probabile che qualcuno non appartenente all'Unione abbia accesso alla nave.

– Lui dice…

– Generale la persona in questione si trova qui.

Non credo che sia necessario un interrogatorio indiretto.

Che cosa avete detto, voi, Channis? – Evidentemente mi ero sbagliato, signore.

Era mia opinione che il localizzatore fosse stato nascosto sull'astronave da qualuno al soldo della Seconda Fondazione e che noi fossimo stati guidati qui per uno scopo preciso.

Inoltre, avevo l'impressione che il generale fosse piu o meno nelle loro mani.

– Sembra invece che vi siate sbagliato.

– Lo credo anch'io.

Altrimenti non sareste apparso voi sulla porta.

– Bene, vediamo di studiare insieme la situazione. – Il Mulo si sfilo di dosso la tuta riscaldata elettricamente. – Vi dispiace se mi siedo anch'io? Ora… qui noi siamo al sicuro e al riparo da ogni interferenza.

Nessun abitante di questo pianeta desolato desiderera avvicinarsi a questo luogo.

Ve l'assicuro. – Sembrava soddisfatto della potenza delle sue facolta.

Channis era disgustato. – Che bisogno abbiamo di tranquillita? Pensate che arrivi qualcuno a portarci il te o a condurci le ragazze del balletto? – Lo dubito.

Giovanotto, sentiamo un po qual era la vostra teoria.

Secondo voi un uomo della Fondazione vi stava seguendo con un dispositivo posseduto unicamente da me… e come avete detto di aver scoperto questo pianeta? – E ovvio, signore, data la successione degli avvenimenti, che qualcuno abbia suggerito un certo numero di nozioni alla mia mente…

– E costui sarebbe un uomo della Seconda Fondazione? – Non vedo chi altri potesse essere.

– In questo caso, non avete pensato che se qualcuno della Seconda Fondazione vi avesse costretto, o indirizzato verso questo pianeta per mezzo di trasmissioni telepatiche sarebbe stato perfettamente inutile mettere sull'astronave un localizzatore? Channis alzo gli occhi e, incontrando lo sguardo del suo capo, provo un brivido.

Pritcher sospiro e assunse un'espressione rilassata.

– No – rispose Channis. – Non mi era venuto in mente.

– Se vi avessero effettivamente seguito, significava che non erano capaci di dirigervi, e quindi voi avreste avuto ben poche possibilita di trovare la Seconda Fondazione.

Neanche questo vi e venuto in mente? – No nemmeno questo.

– E come mai? La vostra mente cosi brillante e diventata improvvisamente tanto ottusa? – L'unica risposta che vi posso dare consiste in un'altra domanda signore.

Anche voi siete d'accordo con Pritcher nell'accusarmi di tradimento? – Nel caso che fossi della medesima opinione, avreste delle argomentazioni a vostra discolpa? – Solo quelle che ho gia esposte al generale.

Se fossi un traditore e avessi conosciuto la dislocazione della Seconda Fondazione, mi avreste potuto convertire e apprendere da me direttamente tutte le notizie necessarie.

Se invece avete sentito la necessita di seguirmi, significa che non conoscevo niente e di conseguenza non sono un traditore.

– Quali sono quindi le vostre conclusioni? – Che non sono un traditore.

– Non posso negare che la vostra spiegazione e attendibile.

– E allora perche mi avete fatto seguire in segreto? – Perche i fatti possono avere una terza spiegazione.

Sia voi sia Pritcher avete dato due diverse versioni particolari, ma non avete detto tutto.

Io, se mi concederete tempo a sufficienza, cerchero di colmare le lacune.

Non mi dilunghero, per cui non vi annoierete.

Sedetevi, Pritcher, e consegnatemi il vostro fulminatore.

Non c'e piu pericolo di un attacco, nemmeno da parte della Seconda Fondazione.

Grazie a voi, Channis.

La stanza era illuminata, secondo l'uso rossemiano, da un filo scaldato elettricamente.

Una sola lampadina pendeva dal soffitto, e la sua luce gialla proiettava tre ombre sul pavimento.

Il Mulo continuo: – Ho ritenuto necessario seguire Channis perche sospettavo qualcosa.

Il fatto che si sia diretto alla Seconda Fondazione con rapidita sorprendente, e senza esitazioni, dimostra che i miei sospetti non erano infondati.

Non ho ricevuto le informazioni da lui direttamente, c'era qualcosa che lo impediva.

Questi sono i fatti, e Channis, naturalmente, conosce la conclusione.

Ma anch'io.

Riuscite a seguirmi, Pritcher? – No, signore – disse Pritcher scuotendo la testa.

– Allora cerchero di spiegarmi meglio.

Solo un determinato tipo di persone puo conoscere la dislocazione della Seconda Fondazione e impedire che io ne venga a conoscenza.

Channis, tu sei un uomo della Seconda Fondazione.

Channis appoggio i gomiti sulle ginocchia e si protese in avanti.

A labbra strette rispose: – Che prove avete? Le semplici deduzioni per ben due volte, oggi, si sono dimostrate sbagliate.

– Esiste anche una prova evidente, Channis.

E stato abbastanza facile.

Ti ho detto che alcuni dei miei uomini sono stati condizionati.

Il campo di ricerca era piuttosto vasto ma non illimitato.

Avevi troppo successo, Channis.

Eri troppo simpatico a tutti.

Troppo popolare.

Ho cominciato a dubitare di te.

Poi ti ho fatto chiamare per guidare questa spedizione.

Ho controllato le tue emozioni.

Non sembravi preoccupato.

Hai dimostrato troppa sicurezza, Channis.

Nessun uomo, anche se estremamente capace avrebbe potuto evitare di esser preso da incertezza davanti a un compito cosi difficile…

Poiche la tua mente non dimostrava esitazioni, o si trattava di follia oppure di una mente controllata.

E' stato facile provare le due alternative.

Mi sono impadronito della tua mente e l'ho riempita di un'emozione dolorosa, poi ti ho liberato.

Ma prima che penetrassi nella tua mente, per un solo istante, una frazione di istante, il tuo sistema emotivo mi ha opposto resistenza.

Era quello che volevo sapere.

Nessuno avrebbe potuto resistermi, nemmeno per una frazione secondo, senza possedere un controllo simile al mio.

La voce di Channis era bassa, velenosa. – Ebbene? Cosa succedera ora? – Ora tu morirai, poiche sei un uomo della Seconda Fondazione.

E' necessario e tu lo sai.

Ancora una volta Channis si trovava di fronte a un'arma puntata.

Uno strumento guidato questa volta da una mente che non si poteva manipolare come quella di Pritcher, ma da una mente matura, capace di resistere.

Il periodo concessogli per correre ai ripari era minimo.

E' difficile spiegare cio che sarebbe successo in quella situazione a una persona dai sensi normali, incapace di controllare le proprie emozioni.

Ecco quello che penso Channis nella frazione di tempo necessaria al Mulo per premere il grilletto: li sistema emotivo del Mulo e pervaso da una dura e inflessibile determinazione.

Non esiste la minima esitazione in lui.

Se Channis avesse potuto calcolare il tempo necessario a tramutare la determinazione nell'azione effettiva di premere il grilletto, si sarebbe reso conto che aveva a disposizione solo un quinto di secondo.

Cio che il Mulo avverti nella medesima frazione di tempo fu che il potenziale emotivo del cervello di Channis era aumentato improvvisamente e che simultaneamente, un'ondata di puro odio era precipitata su di lui da una direzione che lui non si aspettava.

Il Mulo era rimasto immobile con il pollice sul grilletto, gli occhi fissi su Channis.

Channis non osava ancora respirare.

Pritcher era raggomitolato sulla sedia, con i muscoli pronti a scattare.

I suoi tendini erano tesi, la sua faccia contratta in una smorfia di odio e teneva gli occhi fissi sul Mulo.

Channis e il Mulo si scambiarono solo poche parole… una parola o due e una corrente emotiva che formava un intero dialogo.

A causa dei nostri limiti e necessario tradurre in parole cio che i due si trasmisero con simboli mentali.

Channis: – Ti trovi tra due fuochi, Primo Cittadino.

Non puoi controllare due cervelli simultaneamente, specialmente quando uno e in mio potere.

Sta a te scegliere.

Pritcher e ora libero dalla tua Conversione.

Ho liberato i suoi legami.

Lui e il Pritcher di una volta, colui che un tempo ha tentato di ucciderti, colui che pensava che tu fossi il nemico di tutto quanto e libero, giusto e santo; inoltre lui sa che tu l'hai costretto a un'umiliante adulazione per ben cinque anni.

Lo sto trattenendo ora poiche gli ho soppresso la volonta, ma se mi uccidi, tutto cio cessera, e non farai a tempo a rivolgere contro di lui il tuo fulminatore e nemmeno il tuo potere mentale.

Lui ti uccidera.

Il Mulo si rendeva conto di tutto questo.

Non si mosse.

Channis continuo: – Se invece decidi di riprenderlo sotto il tuo controllo per ucciderlo, o per fare una qualsiasi mossa, non sarai abbastanza veloce da fermare me.

Il Mulo rimase immobile – Di conseguenza – disse Channis, – getta il fulminatore e lottiamo ad armi pari, e tu potrai avere di nuovo il tuo Pritcher.

– Ho commesso un errore – disse finalmente il Mulo. – Non avrei mai dovuto avere una terza persona presente mentre ti affrontavo.

Ho fatto una mossa sbagliata.

E ogni errore, a quanto pare, bisogna pagarlo.

Lascio cadere il fulminatore e con un calcio lo spinse all'altro capo della stanza.

Simultaneamente, Pritcher cadde in un sonno profondo.

– Quando si svegliera, sara di nuovo normale – disse il Mulo con indifferenza.

Tutta l'azione non duro piu di un secondo e mezzo.

Per un istante Channis percepi un messaggio emotivo dalla mente del Mulo.

Ed era di sicurezza, di fiducia nella vittoria.

6. Un uomo, il Mulo… e un altro

I due uomini parvero rilassarsi ma, in realta, ogni loro nervo era teso allo spasimo.

Il Mulo per la prima volta in lunghi anni, non possedeva l'assoluto controllo della situazione.

Channis pero sapeva, anche se al momento si poteva difendere, di doversi impegnare a fondo, mentre non era cosi per il suo nemico.