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Aenea prende fiato. Flette le dita come se avesse crampi alle mani. Si guarda intorno e sfiora con gli occhi ciascuno di noi.

«Mi spiace» dice. «Sto divagando. Basti dire che, con la Caduta dei teleporter, le altre specie che utilizzavano il Vuoto che lega decisero di fermare il vandalismo dell’astrotel. Queste altre specie da tempo hanno inviato osservatori a vivere tra noi…»

Nella stanza c’è un improvviso bisbiglio, un mormorio. Aenea sorride e aspetta che torni il silenzio.

«Lo so» dice. «L’idea sorprese anche me, per quanto ne fossi a conoscenza già prima di nascere. Questi osservatori hanno una funzione importante: decidere se si possa confidare che l’uomo si unisca a loro nell’ambiente Vuoto che lega o se siamo soltanto vandali. Fu uno di questi osservatori tra noi a ordinare che la Vecchia Terra fosse portata via prima che il TecnoNucleo la distruggesse. E fu uno di questi osservatori a progettare i test e le simulazioni effettuate sulla Vecchia Terra negli ultimi tre secoli d’esilio nella Piccola Nube di Magellano, per capire meglio la nostra specie e per misurare l’empatia di cui siamo capaci.

«Queste altre specie hanno anche mandato osservatori, spie se preferite, tra gli elementi del TecnoNucleo. Sapevano che erano state le manomissioni del Nucleo a danneggiare i confini del Vuoto, ma sanno pure che siamo stati noi a creare il TecnoNucleo. Molti dei… residenti non è la parola giusta… collaboratori? cocreatori?… del Vuoto che lega sono di diritto creature ex silicee, intelligenze autonome inorganiche. Ma non della varietà che oggi domina il TecnoNucleo. Nessuna specie senziente può apprezzare il Vuoto che lega senza avere sviluppato empatia.»

Solleva un poco le ginocchia, vi posa i gomiti, si sporge e continua a parlare.

«Mio padre, il cìbrido John Keats, fu creato per questa ragione» dice, in un tono piatto che però alle mie orecchie non riesce a celare un substrato emotivo. «Come ho spiegato in precedenza, il Nucleo è in costante stato di guerra civile, dove quasi ogni entità combatte per se stessa e per nessun altro. È solo un caso di iper-iper-iperparassitismo alla decima potenza. Le prede, altri elementi del Nucleo, non vengono tanto uccise quanto assorbite, cannibalizzando codice genetico, memoria, software, sequenze riproduttive. L’elemento cannibalizzato "vive" ancora, ma come subcomponente degli elementi vincitori che presto si azzuffano fra loro per avere parti di ricambio. Le alleanze sono temporanee. Non esistono filosofie, credi, mete finali, solo accordi temporanei per ottimizzare strategie di sopravvivenza. Ogni azione nel Nucleo è un risultato del gioco somma-zero che vi è stato giocato fin da quando gli elementi del Nucleo si svilupparono in entità senzienti. Molti elementi del Nucleo sono capaci di trattare con la specie umana solo in termini di somma-zero, ottimizzando la loro strategia parassitica in relazione a noi. Guadagno loro, perdita nostra. Guadagno nostro, perdita loro.

«Nel corso dei secoli tuttavia alcuni di questi elementi del Nucleo sono giunti a capire il vero potenziale del Vuoto che lega. Capiscono che la loro specie di intelligenza senza empatia non può mai essere parte di quell’amalgama di specie viventi e scomparse. Sono giunti a capire che il Vuoto che lega non era tanto costruito quanto frutto di evoluzione, come una scogliera corallina, e che loro non vi troveranno mai riparo, a meno di cambiare alcuni parametri della propria esistenza.

«Così si sono evolute alcune entità del Nucleo, non altruisti, ma disperati sopravvivenzialisti che capivano che l’unica via per vincere alla fine il loro eterno gioco somma-zero era quella di fermare il gioco. E per fermare il gioco dovevano evolversi in una specie capace di empatia.

«Il Nucleo sa che Teilhard de Chardin e altri sentimentalisti rifiutarono di riconoscere che l’evoluzione non è progresso, che non esiste "meta" né direzione verso l’evoluzione. Evoluzione è cambiamento. L’evoluzione "ha successo" se quel cambiamento meglio adatta una foglia o un ramo del proprio albero di vita alle condizioni dell’universo. Perché quella evoluzione "avesse successo" per quegli elementi del Nucleo occorreva che essi abbandonassero il parassitismo e scoprissero la vera simbiosi. Sarebbero dovuti entrare in onesta competizione evolutiva con la nostra specie umana.

«Dapprima gli elementi fuorilegge del Nucleo proseguirono nel cannibalismo per favorire l’evoluzione di elementi più predisposti all’empatia. Riscrissero il proprio codice per quanto ne erano in grado. Poi crearono il cìbrido John Keats, un pieno tentativo di simulare un organismo empatico con corpo e DNA di un essere umano e le memorie ammassate nel Nucleo e la personalità di un cìbrido. Elementi contrari distrussero il primo cìbrido Keats. Il secondo Keats fu creato a immagine del primo. Questo cìbrido assunse mia madre, una investigatrice privata, perché lo aiutasse a svelare il mistero della morte del primo Keats.»

Aenea sorride e per un momento pare dimentica di noi e perfino del suo racconto. Come se rivivesse vecchi ricordi. Mi torna in mente allora ciò cui una volta accennò casualmente durante la nostra fuga da Hyperion nella vecchia nave del console: "Raul, i ricordi di mia madre e di mio padre sono stati riversati in me prima che nascessi, addirittura prima che divenissi un vero feto. Puoi immaginare qualcosa di più distruttivo per la personalità di un infante che essere inondato dalla vita di altri, ancora prima di cominciare la propria? Non c’è da meravigliarsi se sono così incasinata".

Per me, in questo momento, Aenea non ha l’aspetto e il comportamento di una personalità incasinata. Ma io l’amo più della vita stessa.

«Il cìbrido Keats assunse mia madre per risolvere il mistero della morte della propria personalità» continua piano Aenea «ma in verità sapeva che cos’era accaduto al suo precedente se stesso. La vera ragione per cui assunse mia madre era un’altra: conoscere mia madre, stare con mia madre, diventare l’amante di mia madre.» Si interrompe per un attimo e sorride, pare vedere cose remote. «Nei suoi Canti, zio Martin non ha mai esposto in modo corretto questa parte. I miei genitori erano sposati e non credo che a zio Martin l’abbiano mai detto, sposati dal vescovo del Tempio Shrike su Lusus. Quella era una setta religiosa, ma una setta legale, e il matrimonio dei miei genitori sarebbe stato legalmente riconosciuto su duecento pianeti dell’Egemonia.» Sorride di nuovo e guarda direttamente me, da sopra la folla ammassata nella stanza. «Sarò anche una bastarda, sapete, ma non sono nata bastarda.»

Poi riprende: «Così erano sposati e io fui concepita… probabilmente prima della cerimonia nuziale. Poi alcuni elementi sostenuti dal Nucleo assassinarono mio padre, prima che mia madre iniziasse il pellegrinaggio allo Shrike su Hyperion. E questa sarebbe dovuta essere la fine di ogni contatto fra mio padre e me, se non ci fossero state due cose: la sua personalità del Nucleo era stata imprigionata su un disco d’iterazione Schrön impiantato dietro l’orecchio di mia madre. Per alcuni mesi lei fu gravida di due di noi, di me nel ventre e di mio padre, la seconda personalità John Keats, nell’iterazione Schrön. La personalità di mio padre non poteva comunicare con mia madre, essendo prigioniera nel ciclo senza fine dell’iterazione Schrön, ma comunicava abbastanza facilmente con me. Il difficile è definire che cosa a quel punto fosse "me". Mio padre collaborò, entrando nel Vuoto che lega e portando con sé il fetale "me". Vidi che cosa sarei dovuta essere, chi sarei stata, perfino come sarei morta, ancora prima che le mie dita si fossero formate.

«E c’è un altro particolare che zio Martin non riporta nei Canti. Il giorno in cui uccisero mio padre sui gradini del Tempio Shrike nel Concourse Mall su Lusus, mia madre fu coperta del suo sangue, il DNA di John Keats, ricostruito e migliorato nel Nucleo. Ciò che non capì appieno a quel tempo è che il sangue di suo marito era letteralmente la più preziosa risorsa dell’universo umano in quel momento. Il DNA di mio padre era stato progettato per contagiare altri offrendo il suo solo dono: l’accesso al Vuoto. Mescolato correttamente con DNA del tutto umano, avrebbe offerto il dono di sangue che avrebbe aperto all’intera specie umana la porta d’ingresso al Vuoto che lega.