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Effettivamente, la stranezza di Adam di non volersi mai mostrare in pubblico se non dal video era alquanto imbarazzante. Noi avevamo cercato di fare del nostro meglio, facendola passare per misura di sicurezza. Per rendere il provvedimento più convincente, avevamo aperto l’ufficio di Adam nella sede del vecchio Ente a Luna City e vi avevamo fatto esplodere una piccola bomba. Dopo questo attentato, i compagni che più avevano insistito per voler vedere Adam erano diventati i più convinti sostenitori della necessità che Adam non corresse alcun rischio… Il tutto, naturalmente, aiutato dagli articoli dei giornali.

Ma mentre Prof parlava, continuavo a chiedermi che cosa avrebbero pensato questi individui pieni di sé se avessero saputo che il nostro Presidente era un ammasso di metallo di proprietà dell’Ente.

Si limitarono a stare seduti e a fissarci con fredda disapprovazione, per niente commossi dall’oratoria di Prof. Probabilmente fu il miglior discorso di tutta la sua vita, tenendo conto che era sdraiato su una barella, parlava al microfono senza avere appunti e non riusciva a vedere i suoi ascoltatori.

Quando Prof ebbe finito, cominciò il fuoco di fila. Il rappresentante dell’Argentina (non ci dissero mai i loro nomi: non eravamo socialmente accettabili), insomma, questo argentino sollevò un’obiezione contro le espressioni ex carceriere ed ex governatore usate da Prof. La prima era un insulto, la seconda era stata sostituita da mezzo secolo con la nuova denominazione Protettore delle Colonie Lunari nominato dall’Ente Lunare. Ogni altra espressione offendeva la dignità dell’Ente.

Prof chiese di rispondere: l’Onorevole Presidente glielo permise. Con voce mite, Prof disse che accettava l’osservazione, dato che l’Ente era libero di chiamare i suoi dipendenti come meglio riteneva e che lui non aveva avuto nessuna intenzione di offendere la dignità di qualsiasi istituzione delle Nazioni Federate… Ma, date le funzioni di quell’ufficio (ex funzioni di quell’ex ufficio), i cittadini dello Stato di Luna Libera avrebbero probabilmente continuato a chiamarlo con il nome usuale.

La risposta scatenò la reazione di cinque o sei persone che cercarono di parlare contemporaneamente. Uno obiettò che non si poteva usare l’espressione Stato di Luna Libera: era la Luna, e basta, satellite della Terra e proprietà delle Nazioni Federate, come l’Antartide, e tutte queste procedure erano una farsa.

Ero disposto a dare la mia approvazione all’ultimo rilievo. Il Presidente chiese al signor delegato del Nord America di rimanere al suo posto e di indirizzare le sue osservazioni tramite la presidenza. Aveva compreso la presidenza, dalle ultime parole del teste, che questo regime di facto intendeva interferire col sistema di deportazioni?

Prof raccolse la palla al balzo e la rilanciò. — Onorevole Presidente, io stesso ero un deportato e ora la Luna è la mia amata patria. Il mio collega, l’Onorevole Sottosegretario per gli Affari Esteri, Colonnello O’Kelly Davis (che ero poi io!), è nativo della Luna ed è orgoglioso di essere nipote di quattro deportati. Luna è diventata forte grazie alle vostre condanne all’esilio. Mandateci i vostri poveri, i vostri miserabili: saranno i benvenuti fra noi. La Luna ha spazio per loro, quasi quaranta milioni di chilometri quadrati, un’area più vasta dell’Africa, e quasi completamente vuota. Inoltre, siccome con il nostro sistema di vita noi non occupiamo aree ma spazi, non è pensabile che venga il giorno in cui la Luna si rifiuterà di ricevere un altro carico di diseredati senza tetto.

Il Presidente lo interruppe. — Il testimone è ammonito di evitare discorsi. La presidenza ritiene che la vostra oratoria significhi che il gruppo che rappresentate sia disposto ad accettare i prigionieri come per il passato.

— No, signore.

— Come no? Spiegatevi.

— Da oggi, appena un immigrato metterà piede sulla Luna sarà un uomo libero, qualunque fosse la sua precedente condizione, libero di andare dove vuole.

— E allora? Che cosa impedirebbe al deportato di salire a bordo di un’altra astronave e tornare sulla Terra? Ammetto che mi sconcerta la vostra apparente propensione ad accettare dei delinquenti… ma noi non li vogliamo indietro. È il nostro sistema, comprensivo e umano, di disfarci degli individui incorreggibili, che altrimenti dovrebbero essere condannati a morte.

(Avrei potuto raccontargli parecchi fatterelli che gli avrebbero immediatamente fatto cambiare idea: evidentemente non era mai stato sulla Luna. Quanto agli incorreggibili, se lo sono veramente, la Luna li elimina molto più rapidamente della Terra. Quando ero ragazzo, ci avevano mandato un gangster, da Los Angeles, credo. Arrivò con una squadra di duri, le sue guardie del corpo, e sembrava sfrontatamente pronto a impossessarsi della Luna, come diceva di aver fatto con una prigione della Terra. Nessuno di loro scampò per più di un paio di settimane. Il gangster non riuscì a raggiungere la caserma dove alloggiava: non aveva voluto ascoltare, quando gli avevano spiegato il modo di indossare una tuta a pressione.)

— Per quanto ci riguarda, non c’è niente che lo trattenga dal tornare a casa, signore — rispose Prof — per quanto ci sia sempre la polizia, qui sulla Terra, a farlo riflettere. Ma non ho mai sentito di un esiliato che arrivi sulla Luna con il denaro sufficiente per comprarsi il biglietto di ritorno. È davvero un problema? Le navi sono vostre dato che la Luna non ne possiede… A proposito, permettetemi di esprimere il mio rammarico per l’annullamento del viaggio di questo mese. Non per il fatto che io e il mio collega siamo stati costretti — e qui si mise a sorridere — a compiere un viaggio infernale. Solo mi auguro che questo non rappresenti il primo passo di una nuova linea di condotta. La Luna non ha motivi di litigare con voi. Le vostre navi e il vostro commercio saranno benvenuti, noi siamo in pace e vogliamo mantenere la pace. Vi prego di prendere atto che tutti i carichi di grano previsti sono stati inviati regolarmente. — Prof era un vero genio per cambiare argomento.

Poi si trastullarono con argomenti di minor rilievo. Il solito ficcanaso del Nord America voleva sapere che cosa era successo al Gover… Si fermò in tempo. Al Protettore, Senatore Hobart. Prof rispose che aveva avuto un infarto e non era più in grado di svolgere i suoi compiti, ma che, per il resto, era in buona salute e sotto costante controllo.

La versione non era del resto tanto difficile da bere. Quando gli scienziati erano riusciti a mandare sulla Terra la notizia del colpo di Stato, avevano riferito che il Governatore era morto… mentre Mike l’aveva fatto credere vivo imitandone la voce. Quando la Direzione Terrestre dell’Ente aveva chiesto al Governatore di smentire la voce, Mike si era consultato con Prof, poi aveva accettato la chiamata e, con convincente imitazione di un uomo ottuso dalla senilità, aveva negato, confermato e confuso tutti i particolari. Poi avevamo fatto l’annuncio alla Terra e il Governatore non era più stato disponibile, nemmeno nell’imitazione di Mike. Tre giorni dopo, avevamo dichiarato l’Indipendenza.

Il nord americano voleva sapere in base a quali motivi avrebbe dovuto credere alle nostre parole. Prof sfoggiò il sorriso più ingenuo che gli riuscì di trovare e allargò con fatica le braccia esili che gli ricaddero subito sulla barella. — Il signor rappresentante del Nord America è invitato ad andare sulla Luna per accertarsi personalmente al capezzale del Senatore Hobart. L’invito vale per tutti i cittadini della Terra: vadano sulla Luna quando lo desiderano e vedano tutto ciò che vogliono. Desideriamo esservi amici, siamo in pace, non abbiamo niente da nascondere. Mi dispiace solo che la mia Nazione non sia in grado di fornirvi i mezzi di trasporto. Per questi, dobbiamo rivolgerci a voi.

Il delegato cinese guardava Prof con espressione meditabonda. Non aveva detto niente, ma non aveva perso una sola parola.