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Il valore dei dollari dell’Ente, dopo il colpo di Stato, precipitò da 3 a 1 rispetto ai dollari di Hong Kong e gli impiegati pubblici cominciarono ad agitarsi dato che Mike continuava a pagarli con i soldi dell’Ente. Comunicammo a tutti che potevano restare a quelle condizioni o dare le dimissioni. Pagammo i nuovi assunti in dollari di Hong Kong. Ma da allora si venne a creare un gruppo ostile a noi, che rimpiangeva i bei tempi andati ed era pronto a stabilire un nuovo regime.

Contadini e mercanti di grano protestavano perché i pagamenti alla catapulta venivano eseguiti in valuta dell’Ente, sempre ai vecchi prezzi. Non li accettiamo! gridavano, e i funzionari della LuNoHo si stringevano nelle spalle e spiegavano che non erano obbligati a portare il loro grano. Perciò, o accettavano l’assegno dell’Ente, oppure si ricaricavano il grano sui loro carri e lo portavano fuori dai piedi.

La maggior parte incassava i soldi. Ma tutti brontolavano e alcuni minacciavano di smettere la produzione del grano per dedicarsi alla coltivazione della verdura o di fibre vegetali o di qualsiasi altra cosa pagabile in dollari di Hong Kong… e Prof sorrideva.

Avevamo bisogno di minatori, e soprattutto scavatori di ghiaccio, muniti di pesanti perforatrici a raggi laser. Ne avevamo tanto bisogno che, nonostante il mio braccio artificiale e la ruggine che mi sentivo addosso, pensai seriamente di unirmi a loro, pur rendendomi conto che occorrevano buoni muscoli per maneggiare una perforatrice e un arto fasullo non è un muscolo. Prof mi disse di non fare pazzie.

Il sistema che avevamo in mente non avrebbe funzionato troppo bene nei confronti della Terra. Un raggio laser carico di energia dà il massimo rendimento in condizioni di vuoto assoluto, ma, anche in tal caso, funziona perfettamente solo entro il raggio per cui è stata preordinata la sua collimazione. Queste enormi perforatrici, che servivano per scavare nella roccia alla ricerca di depositi di ghiaccio, vennero ora montate come pezzi d’artiglieria per respingere gli attacchi spaziali. Sia le astronavi sia i missili sono dotati di un sistema di guida elettronico, e per un congegno elettronico non è igienico essere sottoposto a un’esplosione della potenza di parecchi joules compressi in un raggio sottile. Se il bersaglio è pressurizzato (come tutte le navi con equipaggio a bordo nonché la maggior parte dei missili), basta soltanto praticare un foro per depressurizzarlo. In caso contrario, un raggio laser pesante è comunque in grado di distruggerlo bruciando le cellule fotoelettriche, sconquassando il quadro comandi, rovinando tutti i congegni elettronici.

Sembra facile, ma non lo è. Le nostre perforatrici a raggi laser non erano state concepite per colpire bersagli posti a un migliaio di chilometri di distanza, e forse nemmeno a uno, e non c’era tempo per provvedere rapidamente a questo inconveniente. Gli artiglieri dovevano avere il fegato di aspettare a far fuoco proprio fino all’ultimo istante, contro un bersaglio mobile che sarebbe precipitato su di loro alla velocità di un paio di chilometri al secondo.

Ma era quanto di meglio possedevamo e così organizzammo il Primo e il Secondo Corpo Artiglieri volontari per la Difesa di Luna Libera. Due reggimenti, in modo che il primo trattasse dall’alto in basso il secondo e il secondo fosse geloso del primo. Nel Primo Corpo vennero inquadrati gli uomini anziani, nel Secondo i più giovani e bellicosi.

Avendoli chiamati volontari, li pagammo con dollari di Hong Kong… e non fu casuale il fatto che stessimo pagando il ghiaccio sul mercato controllato con la carta straccia dell’Ente.

Oltre a tutto questo, stavamo creando la psicosi della guerra. Adam Selene ne parlava dal video, ricordando che l’Ente avrebbe certamente tentato di riconquistare il potere e noi avevamo solo pochi giorni per prepararci; i giornali si diffondevano in particolari, dando ampio rilievo ai discorsi di Adam e pubblicando lunghi articoli di loro iniziativa (prima del colpo di Stato ci eravamo dati molto da fare per reclutare giornalisti). Di continuo lanciavamo avvertimenti perché tutti tenessero pronte le tute e controllassero i manometri della pressione all’interno delle case. In ogni grotta costituimmo un Corpo di Difesa Civile.

Con tutti i lunimoti che avevamo, ogni cooperativa di pressurizzazione delle grotte aveva sempre a disposizione squadre di piombatoli d’emergenza. Nell’attuale circostanza, reclutammo centinaia di altre squadre straordinarie, per la maggior parte composte da ragazzi, e le addestrammo con esercitazioni di allarme durante le quali i giovani volontari dovevano indossare le tute a pressione e gli elmetti. Svolgevano il lavoro con grande entusiasmo.

I più grossi grattacapi ce li procuravano quelli che si erano autoeletti uomini politici. Per fortuna Prof aveva un posto anche per loro: ciascuno veniva invitato a intervenire a un’Assemblea Costituente di Luna Libera. Le riunioni avvenivano nella Sala dei Congressi di Luna City, l’Assemblea decideva regolarmente di prolungare la sessione finché il lavoro non fosse terminato, una settimana a Luna City, una a Novylen, poi a Hong Kong e così di seguito. Tutte le sedute venivano riprese alla televisione. Prof presiedette la seduta inaugurale e Adam Selene pronunciò per l’occasione un solenne discorso alla TV, incoraggiando i membri dell’Assemblea a svolgere un lavoro proficuo… La Storia vi guarda.

Partecipai anch’io ad alcune riunioni, poi ne parlai con Prof e gli chiesi dove diavolo contava di arrivare. — Pensavo che per ora non volessi nessun governo! Hai sentito che cosa hanno inventato quei pazzi, da quando li hai lasciati soli?

Mi sorrise, mettendo in mostra le fossette. — Che cosa ti tormenta, Manuel?

Molte cose mi tormentavano. Già mi spezzavo le ossa con le pesanti perforatrici, quando altri le avrebbero potute maneggiare come fucili e non lo facevano, e poi c’erano queste teste vuote che sprecavano pomeriggi interi per discutere il problema dell’immigrazione. Alcuni la volevano bloccare completamente, altri volevano renderla selettiva, stabilendo quote etniche, altri ancora chiedevano che fosse limitata alle donne fino a che il rapporto fra i due sessi sulla Luna non avesse raggiunto un buon equilibrio.

Un’altra discussione riguardava la proposta di costituire un comitato che determinasse con esattezza le caratteristiche della lingua lunare e che quindi applicasse una multa contro tutti coloro che avessero parlato l’inglese della Terra o qualsiasi altra lingua. Oh, povera gente!

Sul Lunatic lessi una proposta di tassazione straordinaria: erano previsti quattro tipi di nuove imposte. Una tassa cubica, per penalizzare chi estendeva le gallerie, una tassa pro-capite (ognuno pagava il medesimo ammontare), una tassa sul reddito e una tassa sull’aria, che non erano i contributi che già pagavamo, ma qualche cosa d’altro. Non avevo pensato che la Luna Libera dovesse avere un sistema fiscale così complesso. Non c’era mai stato ed eravamo sopravvissuti.

Un altro giorno un individuo pieno di sé propose che l’alito cattivo e gli odori del corpo fossero considerati offesa punibile con l’eliminazione.

Tra tanti uomini, le poche donne si rifacevano con la stupidità: una di loro presentò una lunga lista di proposte di legge, tutte su questioni private. Abolizione dei matrimoni collettivi. Abolizione del divorzio. Proibita la fornicazione. Niente alcolici, a eccezione della birra al di sotto dei quattro gradi. Una lunga lista di medicinali da proibire e una, più breve, di altri da vendersi solo su prescrizione medica. Voleva perfino far dichiarare illecito il gioco d’azzardo. Se un Lunare non poteva giocare alla roulette, sarebbe andato in capo al mondo pur di giocare almeno una partita ai dadi, anche se avesse saputo che erano truccati.

Mi colpì non tanto l’elenco delle cose che odiava, perché evidentemente quella donna era fuori di senno, ma il fatto che trovasse sempre adesioni alle sue proposte. Dev’essere un desiderio insopprimibile dell’animo umano quello di impedire al prossimo di fare ciò che vuole. Regole, leggi… sempre per gli altri: una prerogativa misteriosa del nostro essere, che dovevamo avere prima di venire giù dagli alberi e che non ci eravamo scrollati di dosso nemmeno quando avevamo cominciato a camminare su due gambe. Nessuno dei presenti si alzò a dire: "Per piacere, approvate questa legge, in modo che io non possa fare più una certa cosa che so che dopo dovrei smettere di fare". No, compagni, si trattava sempre di una cosa che non volevano che facesse il vicino. Naturalmente volevano proibirglielo per il suo bene, non perché il presentatore della proposta sostenesse che la cosa gli dava fastidio.