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Notai qualche sorriso di soddisfazione. Assistente di laboratorio era il miglior impiego che un Lunare potesse trovare in quei giorni, però bisognava lavorare alle dipendenze di quei bastardi di Terrestri che ti stavano sempre addosso, anche quelli che fingevano di essere, ed erano, oh, tanto gentili.

Chiusi l’argomento. Quando avevo ricevuto la telefonata, ero deciso a eliminare i colpevoli. Ma Prof e Mike mi avevano fatto riflettere: il piano non ammetteva l’uso della violenza nei confronti dei Terrestri, se appena si poteva evitare.

Installammo congegni d’ascolto, con ricevitori a nastro, intorno alla zona dei laboratori, dato che anche le trasmittenti più perfezionate rivelano la loro presenza. Inoltre Mike si teneva in contatto con tutti i telefoni della zona. Dopo di che, non ci restava che aspettare e sperare.

Le notizie che provenivano dalla Terra erano tranquillizzanti: non avevano avuto sentore di quello che era accaduto sulla Luna. Sembrava che i Terrestri avessero accettato senza sospetti le trasmissioni censurate e ritenessero normale il traffico di comunicazioni private e commerciali.

Nel frattempo noi ci davamo da fare cercando di portare a termine, nel giro di giorni, un’attività che avrebbe richiesto mesi.

Ci venne in aiuto, concedendoci qualche giorno di più, una circostanza favorevole: in quel momento non si trovava sulla Luna nessuna astronave passeggeri e non era previsto alcun arrivo dalla Terra fino al 7 luglio.

Forse saremmo riusciti lo stesso a cavarcela convincendo tutti gli ufficiali di una nave terrestre a venire a cena dal Governatore, o qualche trucco del genere, così noi avremmo potuto montare la guardia agli apparati trasmittenti della nave e demolirli se necessario. Non sarebbero stati in grado di ripartire per la Terra senza il nostro aiuto: a quel tempo la Luna forniva l’energia per il decollo. Il traffico delle navi era comunque poca cosa, in confronto alle spedizioni di grano con la catapulta. Una nave al mese rappresentava un traffico imponente allora, mentre i carichi di grano partivano quotidianamente. Insomma, la venuta di una nave non sarebbe stata un guaio insuperabile. Tuttavia la mancanza di traffico fu lo stesso un vantaggio per noi: facevamo già molta fatica a far apparire la situazione normale e dovevamo continuare così fino al giorno in cui fossimo stati in grado di difenderci.

Le spedizioni di grano furono fatte regolarmente. Un carico fu catapultato quasi contemporaneamente all’irruzione di Finn e dei suoi uomini nella residenza del Governatore. Il carico successivo e poi tutti gli altri partirono in perfetto orario.

Non ci furono né errori né inganni in quei primi giorni: Prof sapeva quello che stava facendo. Gli invii di grano erano una grossa operazione per un Paese piccolo come la Luna e non si poteva modificare la situazione in pochi giorni: per troppe persone la vendita del grano ai magazzini della catapulta rappresentava il pane quotidiano. Se il Comitato di Emergenza avesse imposto l’embargo e interrotto gli acquisti di grano, gli agricoltori si sarebbero immediatamente ribellati, sostituendoci poi con un nuovo Comitato, di idee diverse.

Prof riteneva necessario un periodo di rieducazione; nel frattempo i carichi di grano continuavano a viaggiare verso la Terra. La Società LuNoHo teneva i conti ed emetteva le ricevute, servendosi del personale della vecchia amministrazione. Le comunicazioni portavano la firma del Governatore e Mike parlava con la sede centrale dell’Ente, sulla Terra, usando la voce di Mort. Il vicegovernatore si dimostrò ragionevole, appena si accorse che era l’unico modo per sperare di rimanere in vita. Anche l’ingegnere capo conservò il suo posto: McIntyre non era un servo sciocco ma un vero Lunare, una volta che gli si fosse offerta l’occasione. Gli altri capi dipartimento e il personale non costituivano alcun problema. La vita continuò come prima, e noi eravamo troppo occupati per trovare il tempo di smontare il sistema dell’Ente e mettere in vendita i pezzi ancora utilizzabili.

Almeno dodici persone saltarono fuori a dire di essere Simon Jester. Simon smentì con versi violenti pubblicati con la sua fotografia sulla prima pagina del Lunatic, della Pravda e del Gong. Wyoh tornò bionda e andò a trovare Greg alla sede della nuova catapulta, poi fece una visita più lunga a Hong Kong Luna e si fermò per una decina di giorni nella sua vecchia casa, insieme ad Anna che voleva vedere Hong Kong. Wyoh aveva bisogno di una vacanza e Prof aveva insistito che se la prendesse, facendole notare che sarebbe sempre stata in contatto telefonico con noi e che a Hong Kong si sentiva la necessità di più frequenti rapporti con il Partito.

Mi occupai io dei suoi giovani stilyagi e presi Slim e Hazel come miei luogotenenti: ragazzi svegli e brillanti dei quali potevo fidarmi ciecamente. Slim mi trattò con timore reverenziale quando scoperse che ero il compagno Bork e vedevo tutti i giorni Adam Selene. Il suo nome di Partito incominciava con la lettera G. Ma c’era un’altra ragione che rendeva redditizio il lavoro della giovane coppia. Hazel aveva improvvisamente fatto sfoggio di un corpo pieno di curve, la cui responsabilità non risaliva interamente alla magnifica cucina di Mimi. Era venuto il suo momento, ecco. Slim si disse pronto a cambiarle il nome in Stone appena lei avesse accettato di optare. Nell’attesa era entusiasta di svolgere qualsiasi attività del Partito che potesse condividere con la nostra piccola e fiera testa rossa.

Non tutti, però, erano disposti a lavorare. Parecchi compagni si dimostrarono abili solo a chiacchiere. Molti pensavano che, una volta eliminati gli Arditi del Corpo di Pace e catturato il Governatore, la guerra fosse finita. Altri si sentirono offesi quando seppero che erano stati assegnati ai livelli più bassi della struttura del Partito; volevano crearne una nuova, mettendo se stessi alla direzione. Adam ricevette un numero infinito di telefonate su questo tema. Li stava a sentire, dava loro ragione, li assicurava che i loro servigi non sarebbero stati vani in attesa delle elezioni, e li rimandava a Prof e a me. Non riesco nemmeno a ricordare quanti fossero questi individui ambiziosi che si dimostravano incapaci appena messi alla prova.

Era un lavoro interminabile, e nessuno era disposto a farlo. Be’, pochi. I migliori volontari erano quelli che non avevano avuto incarichi specifici nel Partito. Ma, in generale, i Lunari, sia dentro sia fuori del Partito, non dimostravano nessun interesse per il lavoro patriottico, a meno che non fosse ben pagato.

Un pivello che sosteneva di essere membro del Partito (in realtà non lo era) mi bloccò al Raffles, dove avevamo installato il quartier generale, e voleva che sottoscrivessi un contratto per cinquantamila distintivi da assegnare ai Volontari della Rivoluzione, pre colpo di Stato… un piccolo profitto per lui (calcolai un margine netto del 400 per cento), dollari facili per me, un bel ricordo per tutti.

Quando lo feci cacciare fuori, minacciò di denunciarmi ad Adam Selene ("Un mio carissimo amico, vi avverto!") per sabotaggio.

Questo era l’aiuto che riuscivamo a ottenere. Ci serviva ben altro. Avevamo bisogno di acciaio per la catapulta nuova, e molto per giunta. (Prof chiese se fosse davvero necessario incapsulare i missili di roccia nell’acciaio: gli feci notare che un campo di induzione non fa presa sulle sole pietre.) Dovevamo cambiare posizione ai radar balistici di Mike e installarne uno nuovo di tipo doppler: due iniziative indispensabili perché era logico aspettarsi un attacco spaziale contro le vecchie postazioni.

Cercammo volontari e se ne presentarono solo due in grado di svolgere il lavoro. Ci occorrevano parecchie centinaia di meccanici che non si spaventassero davanti a un duro lavoro in superficie, con indosso le tute a pressione; perciò cominciammo ad assumerli, pagando le somme che ci venivano richieste. La LuNoHo chiese un prestito alla Banca di Hong Kong Luna. Non c’era tempo per rubare somme così ingenti col vecchio sistema prerivoluzionario e d’altra parte quasi tutto quello che avevamo era finito sulla Terra per finanziare le attività di Stu. Un onesto compagno, Foo Moses Morris, sottoscrisse una quantità di cambiali per tenerci in vita… e finì per fare bancarotta e ricominciare da zero con un negozietto di confezioni a Kongville. Ma questo avvenne più tardi.