– Penso che qui possiamo parlare senza pericolo – affermò allora Canaba, girandosi e sfilandosi i guanti.

– Bel? – chiamò Miles.

Thorne estrasse dal suo parka un assortimento di strumenti anti-sorveglianza e analizzò la stanza, mentre le due guardie si posizionavano una accanto alla finestra e l'altra nel corridoio per tenere sotto controllo il locale.

– Risulta tutto pulito… per ora – dichiarò infine Thorne, quasi riluttante a credere ai dati dei propri strumenti. Con mosse volutamente accentuate girò intorno a Canaba ed esaminò anche lui, mentre il genetista aspettava a testa china, come se fosse consapevole di non meritare di meglio. Quando ebbe concluso il suo esame Bel installò uno schermo acustico.

Miles intanto aveva abbassato il cappuccio e sbottonato il parka per poter raggiungere più facilmente le armi nascoste al suo interno nel caso quella fosse una trappola. Stava incontrando una notevole difficoltà a decifrare l'espressione e le intenzioni di Canaba… quali erano le motivazioni di quell'uomo? Non c'erano dubbi sul fatto che la Casa Bharaputra avesse provveduto al suo benessere… la qualità del cappotto e l'ottimo taglio degli abiti sottostanti lo dimostravano… ed anche se i suoi standard di vita non sarebbero certo peggiorati quando fosse passato al servizio dell'Istituto Imperiale Barrayarano delle Scienze, di certo là non avrebbe avuto tutte le opportunità di cui godeva qui per accumulare una ricchezza sottobanco. Quindi non si trattava di una scelta dettata da interesse, cosa che Miles poteva capire e condividere… ma perché farsi inizialmente assumere in un posto come la Casa Bharaputra se l'avidità non era superiore all'integrità?

– Lei mi lascia perplesso, Dottor Canaba – affermò in tono leggero. – Perché questo cambiamento a metà della carriera? Conosco molto bene i suoi nuovi datori di lavoro e in tutta franchezza non vedo come potrebbero pagare più della Casa Bharaputra.

Sì, quello era decisamente il modo in cui un vero mercenario avrebbe espresso la cosa.

– Mi hanno offerto protezione dalla Casa Bharaputra, ma se come protezione intendevano lei… - ribatté Canaba, lasciando a mezzo la frase e fissandolo con espressione dubbiosa.

Dannazione, quell'uomo era davvero prossimo a cedere al panico e a fuggire, lasciando Miles a spiegare il perché del fallimento della sua missione al Capo della Sicurezza Imperiale IIlyan in persona.

– Hanno comprato i nostri servigi – replicò, – quindi essi sono a sua disposizione. La vogliono sapere al sicuro e felice, ma non possiamo neppure cominciare a proteggerla se lei si allontana da un piano che era stato studiato per accentuare al massimo la sua sicurezza, inserisce fattori casuali e ci chiede di operare all'oscuro di tutto. Se mi devo assumere la responsabilità dei risultati devo essere informato di ciò che sta succedendo.

– Nessuno le chiede di assumersi questa responsabilità.

– Chiedo scusa, dottore, ma è chi mi paga a chiedermelo.

– Capisco – fece Canaba, passeggiando avanti e indietro dalla finestra a Miles. – Ma farà quello che le domando?

– Farò quello che posso.

– Splendido – sbuffò il genetista, poi scosse stancamente il capo e trasse un respiro deciso. – Dio… non sono venuto qui per il denaro, ci sono venuto perché potevo svolgere ricerche che mi sarebbero state impossibili in qualsiasi altro posto, in quanto qui non sarei stato ostacolato da restrizioni legali retrograde. Sognavo grandi scoperte… ma è diventato un incubo e la libertà si è trasformata in schiavitù. Le cose che volevano che facessi…! Oh, è sempre possibile trovare qualcuno che per denaro sia disposto a tutto, ma si tratta di elementi mediocri. Questi laboratori sono pieni di individui mediocri, perché i migliori non possono essere comprati. Io ho realizzato cose uniche, che la Casa Bharaputra non intende sviluppare soltanto perché il profitto sarebbe troppo scarso, senza pensare a quante persone ne trarrebbero beneficio, e poi non conseguo nessun riconoscimento per il mio lavoro… ogni anno leggo sulle riviste specializzate del mio settore che uomini meno abili di me ottengono onori galattici, e questo soltanto perché io non posso rendere pubbliche le mie scoperte… – Canaba s'interruppe e scosse il capo, aggiungendo: – Di certo vi dovrò sembrare un megalomane.

– Direi che sembra notevolmente frustrato – replicò Miles.

– La frustrazione mi ha svegliato da un lungo sonno – affermò Canaba. Orgoglio ferito… si è trattato soltanto del mio orgoglio ferito, ma è stato proprio questo a farmi riscoprire la vergogna, e il peso che essa ha scaricato su di me mi ha sconvolto. Riesce a capirmi? Del resto, ha importanza che lei capisca o meno? Ah!

A grandi passi Canaba si diresse verso il muro e si arrestò con il volto verso di esso e la schiena rigida.

– Capisco – rispose Miles, grattandosi la testa con aria contrita, – e sarò lieto di trascorrere molte ore affascinanti ad ascoltare le sue spiegazioni… ma sulla mia nave, diretta lontano da qui.

– Mi rendo conto che lei è un uomo pratico, un soldato – commentò Canaba, con un sorriso distorto. – Bene, soltanto Dio sa quanto abbia bisogno di un soldato, adesso.

– La situazione è deteriorata fino a questo punto?

– È… successo all'improvviso. Credevo di avere tutto sotto controllo.

– Continui – sospirò Miles.

– C'erano sette complessi genetici sintetizzati. Uno di essi è una cura per un'oscura malattia enzimatica, e un altro aumenterà di venti volte la produzione di ossigeno delle alghe delle stazioni spaziali. Un altro è arrivato ai Laboratori Bharaputra dall'esterno, portato da un uomo… non abbiamo mai scoperto chi fosse in realtà, ma la morte lo ha seguito e il commando che gli dava la caccia ha ucciso in una sola notte anche parecchi miei colleghi che avevano lavorato al progetto, distruggendo tutti i documenti. Non l'ho mai detto a nessuno, ma prima che accadesse io avevo prelevato senza autorizzazione un campione di tessuto per studiarlo: non ho ancora svelato tutti i suoi misteri ma le posso garantire che si tratta di qualcosa di unico.

Nel rendersi conto di cosa fosse il campione di cui Canaba stava parlando Miles quasi soffocò per la sorpresa e indugiò a riflettere sulla bizzarra catena di circostanze che un anno prima aveva fatto cadere nelle mani dei servizi segreti dendarii un identico campione di tessuto: si trattava del complesso di Terrence See inerente alla telepatia e costituiva la principale ragione per cui la Sua Imperiale Maestà si era messa all'improvviso alla ricerca di un genetista particolarmente abile. Il Dottor Canaba avrebbe avuto una piccola sorpresa al suo arrivo nel nuovo laboratorio barrayarano, ma se il valore degli altri sei campioni era anche lontanamente simile a quello dell'unico a lui noto il Capo della Sicurezza Illyan lo avrebbe scorticato vivo con un coltello smussato qualora se li fosse lasciati scivolare fra le dita. L'attenzione che Miles stava dedicando a Canaba si fece di colpo più intensa… dopo tutto, forse quel viaggio imprevisto non sarebbe risultato insignificante come aveva temuto.

– Complessivamente, quei sette composti rappresentano diecimila ore di tempo di ricerca, soprattutto mio ma anche di altri… il lavoro della mia vita… e fin dall'inizio avevo avuto l'intenzione di portarli con me. Per questo motivo li avevo riposti in un inserto virale, vincolati e latenti, e li avevo inoculati dentro un organismo… vivente – proseguì Canaba, con una sfumatura di esitazione. – Un organismo nel quale ritenevo che nessuno avrebbe mai cercato una cosa del genere.

– Perché non li ha semplicemente riposti nel proprio corpo? – domandò Miles, con irritazione. – Così non avrebbe potuto perderli.

– Io… non ci ho pensato – ammise Canaba, a bocca aperta per la sorpresa. – Una soluzione davvero elegante… perché non ci ho pensato? – Si portò una mano alla fronte, tastandola con perplessità come se stesse cercando dei difetti di funzionamento, poi tornò a serrare le labbra e aggiunse: – In ogni caso non avrebbe fatto differenza, perché avrei comunque avuto bisogno di… – S'interruppe e dopo un momento concluse: – Si tratta dell'organismo… della creatura.