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Mentre si faceva strada nel labirinto di corridoi brulicanti di persone, Rachel si rese conto con stupore che dopo sei anni provava ancora soggezione davanti alla colossale portata di quella organizzazione. L'agenzia raggruppava altri sei enti degli Stati Uniti, e impiegava oltre diecimila agenti, con costi operativi di oltre dieci miliardi di dollari l'anno.

Nella più totale segretezza, l'NRO costruiva e teneva in efficienza uno sbalorditivo arsenale di strumentazione tecnologica per lo spionaggio: intercettatori elettronici mondiali, satelliti spia, chip silenziosi inseriti in dispositivi per la telecomunicazione e addirittura una rete globale segreta per la ricognizione navale, nota come Classic Wizard, che si avvaleva di 1456 idrofoni installati sul fondo marino, capaci di monitorare i movimenti delle navi in qualsiasi parte del mondo.

La tecnologia dell'NRO non solo aiutava gli Stati Uniti a vincere i conflitti militari, ma in tempo di pace garantiva anche un ininterrotto flusso di dati ad agenzie quali la CIA, la National Security Agency e il dipartimento della Difesa, dando un contributo fondamentale per la lotta al terrorismo e l'identificazione di crimini contro l'ambiente, oltre che fornire ai politici gli elementi necessari per operare scelte informate su un'enorme varietà di questioni.

Il lavoro di Rachel era quello di "sintetizzare" i dati, cioè ridurli all'essenziale, il che comportava analizzare rapporti complessi e distillarne l'essenza, il "succo", in sunti concisi di una sola pagina. Aveva un dono naturale per quel compito. "Tutti gli anni passati a cercare di cogliere il nocciolo deEe stronzate di mio padre" si diceva.

Rachel era la responsabile del servizio di sintesi dell'NRO, e manteneva i contatti con la Casa Bianca. Toccava a lei passare in rassegna ogni giorno i rapporti dell'intelligence, decidere quali erano importanti per il presidente, riassumerli in una paginetta e poi inoltrare il materiale al consigliere del presidente per la Sicurezza nazionale. Nel gergo dell'NRO, Rachel Sexton "fabbricava prodotti finiti al servizio del cliente".

Anche se il lavoro era impegnativo e la occupava per molte ore, quell'incarico rappresentava per lei un distintivo onorifico, un modo per asserire la sua indipendenza dal padre. Il senatore Sexton si era offerto innumerevoli volte di aiutarla se avesse lasciato il posto, ma Rachel non aveva alcuna intenzione di dipendere economicamente da lui. Sua madre era la testimonianza di cosa poteva accadere quando si lasciavano troppe carte in mano a un uomo del genere.

Il suono del pager di Rachel riecheggiò nel corridoio di marmo.

"Di nuovo?" Non si preoccupò neppure di leggere il messaggio.

Chiedendosi che diavolo stesse succedendo, entrò in ascensore, saltò il suo piano e salì direttamente all'ultimo.

4

Definire il direttore dell'NRO un uomo dall'aspetto insignificante suonava già come un'esagerazione. William Pickering era molto basso, calvo, con l'incarnato pallido, il viso anonimo e gli occhi nocciola che scrutavano i segreti più profondi della nazione e al contempo apparivano come due pozze vuote. Eppure, per i suoi sottoposti, torreggiava come un gigante. Il suo carattere mite e la sua filosofia spicciola erano leggendari all'NRO. La pacata diligenza, unita al guardaroba di sobri abiti neri, gli aveva valso il soprannome di "Quacchero". Brillante stratega e modello di efficienza, il Quacchero governava il suo mondo con impareggiabile lucidità. Il suo mantra personale era: "Scopri la verità. Agisci di conseguenza".

Arrivata nel suo ufficio, Rachel lo trovò al telefono. La stupiva sempre il suo aspetto: William Pickering non aveva proprio l'aria di uno abbastanza potente da svegliare il presidente a qualunque ora.

Il direttore posò la cornetta e le fece cenno di accomodarsi. «Agente Sexton, prego.» La voce aveva un'affilata nitidezza.

«Grazie, signore.»

Molti si sentivano a disagio per il suo modo di fare diretto, ma Rachel l'aveva sempre apprezzato. Quell'uomo era l'esatta antitesi di suo padre: per nulla appariscente, tutt'altro che carismatico, faceva il suo dovere con patriottica generosità evitando le luci della ribalta che suo padre amava tanto.

Pickering si tolse gli occhiali e la fissò. «Agente Sexton, il presidente mi ha telefonato circa mezz'ora fa per parlarmi di lei.»

Rachel cambiò posizione sulla sedia. Pickering era noto per quel suo modo di arrivare subito al dunque. "Accidenti, che bell'inizio." «Spero che non ci siano problemi con i miei rapporti.»

«Al contrario. Dice che la Casa Bianca tiene in grande considerazione il suo lavoro.»

Rachel si concesse di respirare. «E allora, che cosa vuole?»

«Incontrarla. Di persona. Immediatamente.»

Il disagio di Rachel aumentò. «Un incontro diretto? E per quale ragione?»

«Ottima domanda. Non me l'ha detto.»

Rachel si sentì smarrita. Nascondere informazioni al direttore dell'NRO era come non rivelare al papa segreti vaticani. La battuta in voga nell'ambiente del controspionaggio era che se William Pickering non sapeva una cosa, allora quella cosa non era successa.

Il direttore si alzò per passeggiare davanti alla finestra. «Mi ha chiesto di rintracciarla per convocarla immediatamente da lui.»

«Adesso?»

«Ha mandato qualcuno a prenderla. La aspetta fuori.»

Rachel aggrottò la fronte. La richiesta del presidente era di per sé sconcertante, ma era soprattutto l'espressione preoccupata sul viso del direttore a impensierirla. «È chiaro che lei ha qualche riserva, in proposito.»

«Ci può giurare!» Pickering si lasciò andare a un raro sfogo emozionale. «Il tempismo del presidente appare a dir poco sospetto. Chiede di incontrare proprio lei, la figlia dell'uomo che lo sta sfidando alle elezioni? Lo trovo assolutamente inopportuno. Sono certo che suo padre concorderebbe con me.»

Rachel se ne fregava altamente dell'opinione del padre, ma sapeva che Pickering aveva ragione. «Mette in dubbio le motivazioni del presidente?»

«Il mio compito è fornire informazioni all'attuale amministrazione della Casa Bianca, non giudicare la sua politica.»

"Tipica risposta da Pickering." Il direttore non nascondeva di considerare i politici figure transitorie, fugaci comparse sulla scacchiera, mentre i veri giocatori erano gli uomini come lui, stagionati "residenti" in carica da abbastanza tempo per comprendere tutti i meccanismi del gioco. Due interi mandati alla Casa Bianca, ripeteva spesso, non sono sufficienti per afferrare la reale complessità del panorama politico mondiale.

«Potrebbe essere una richiesta innocente» azzardò Rachel, nella speranza che il presidente non si abbassasse a squallide acrobazie da campagna elettorale. «Magari ha bisogno di una sintesi di dati molto riservati.»

«Non per sminuirla, agente Sexton, ma la Casa Bianca dispone di personale più che qualificato. Se si trattasse di un lavoro del genere, il presidente potrebbe trovare soluzioni migliori che contattare lei. E, se non si tratta di questo, farebbe meglio a evitare di chiedere una risorsa dell'NRO senza motivarmene la ragione.»

Pickering si riferiva sempre ai suoi dipendenti in termini di "risorse", una definizione di sconcertante freddezza, a giudizio di molti.

«Suo padre sta conquistando una visibilità enorme, straordinaria, il che suscita grande nervosismo alla Casa Bianca.» Sospirò. «La politica è un gioco spietato. Quando il presidente chiede un incontro con la figlia del suo sfidante, mi viene da pensare che abbia in mente qualcosa di più che una sintesi di certi dati.»

Rachel avvertì un brivido. Le supposizioni di Pickering avevano la sgradevole tendenza a rivelarsi sempre esatte. «E lei crede che la Casa Bianca sia talmente in crisi da coinvolgere proprio me nella mischia politica?»

Pickering fece una breve pausa prima di rispondere. «Lei non fa certo mistero di quel che pensa di suo padre, e io sono più che sicuro che lo staff elettorale del presidente ne sia a conoscenza. Ho il sospetto che vogliano usarla in qualche modo contro di lui.»