Chiudendosi la porta alle spalle, Rachel sentì uno spiffero umido e freddo sulle gambe nude. "Dove sarà?" Sulla parete di fronte, una finestra era aperta e le bianche tende di organza ondeggiavano. Si avvicinò per chiuderla, quando un sussurro sinistro le giunse dall'armadio a muro.
«Maaaryyy…»
Rachel si voltò di scatto.
«Maaaryyy?» sussurrò di nuovo la voce. «Sei tu… Mary Todd Liiincoln?»
Rachel chiuse velocemente la finestra e si voltò verso l'armadio. Il cuore le batteva forte, benché sapesse che era uno scherzo. «Mike, so che sei tu.»
«Nooo…» continuò la voce «non sono Mike… sono… Abraaamooo.»
Rachel appoggiò le mani sui fianchi. «Ah, veramente? Abramo l'onesto?»
Una risata soffocata. «Sì… Abramo l'abbastanza onesto.»
Anche Rachel rideva adesso.
«Abbiate pauuura» gemette la voce dall'armadio. «Abbiate taaanta pauuuraaa.»
«Io non ho paura.»
«Per piacere, cerca di avere paura…» implorò la voce lamentosa. «Nella specie umana, i sentimenti di paura e di eccitazione sessuale sono strettamente collegati.»
Rachel scoppiò a ridere. «È in questo modo che pretenderesti di sedurmi?»
«Perdooonarniii… Sono passati aaannniii dall'ultima volta che sono stato con una donna.»
«Questo è evidente» disse Rachel, spalancando la porta dell'armadio. Si trovò di fronte Michael Tolland, con il suo sorriso sghembo da furfante. Era irresistibile nel pigiama blu scuro di raso. Per un attimo, Rachel non credette ai suoi occhi quando vide l'emblema sul petto. «Il pigiama del presidente?»
Lui si strinse nelle spalle. «Era nel cassetto.»
«E per me solo questa maglia da football?»
«Avresti dovuto scegliere la Camera di Lincoln.»
«E tu avresti dovuto offrirmela!»
«Mi avevano detto che il materasso non era granché. Crine d'antiquariato.» Tolland ammiccò indicandole un pacchetto avvolto in carta da regalo, sul tavolino di marmo. «Quello è per farmi perdonare.»
Rachel si commosse. «Per me?»
«Ho chiesto a un assistente del presidente di uscire a comprarlo. Non capovolgerlo.»
Lei aprì il pacchetto con grande cura, estraendone il pesante contenuto: una grossa boccia di cristallo nella quale nuotavano due brutti pesci rossi. Li fissò con perplessità e disappunto. «Stai scherzando, vero?»
«Helostoma temmincki» annunciò Tolland con orgoglio.
«Mi hai comprato dei pesci?»
«Rari pesci sbaciucchioni asiatici. Molto romantici.»
«I pesci non sono romantici, Mike.»
«Dillo a loro. Si baciano per ore.»
«Questo, nelle tue intenzioni, sarebbe un altro espediente per sedurmi?»
«Sono fuori allenamento nei corteggiamenti. Non potresti promuovermi per l'impegno?»
«Chiariamo una cosa, Mike. I pesci non mi smuovono per niente. Prova con i fiori.»
Tolland estrasse un mazzo di gigli bianchi da dietro la schiena. «Ho cercato le rose rosse, ma nel Giardino delle Rose per poco non mi sparavano.»
Mentre Tolland attirava a sé Rachel e inspirava la dolce fragranza dei suoi capelli, sentì svanire, dentro di sé, il gelo di anni di isolamento. La baciò con passione e sentì il corpo di lei aderire al suo. I gigli bianchi caddero ai loro piedi e le barriere che Tolland non aveva mai saputo di aver costruito si sciolsero.
"I fantasmi non ci sono più."
Sentì Rachel che lo spingeva, a poco a poco, verso il letto, bisbigliandogli dolcemente in un orecchio: «Tu non pensi sul serio che i pesci siano romantici, vero?».
«Sì» disse lui, baciandola di nuovo. «Dovresti vedere il rituale d'accoppiamento delle meduse. Incredibilmente erotico.»
Rachel lo fece adagiare di schiena sul materasso di crine per poi stendere su di lui il corpo snello.
«E i cavallucci marini…» aggiunse Tolland, senza fiato, assaporando il tocco di Rachel attraverso il sottile tessuto di raso del pigiama. «I cavallucci marini… compiono una danza di corteggiamento straordinariamente sensuale.»
«Basta parlare di pesci» sussurrò lei, sbottonandogli il pigiama. «Che mi dici dei rituali d'accoppiamento dei primati superiori?»
Tolland sospirò. «Temo che i primati non rientrino nel mio campo di competenza.»
Rachel si sfilò la maglia da football. «Be', Giovane Marmotta, ti suggerisco di aggiornarti alla svelta.»
EPILOGO
L'aereo da trasporto della NASA virò alto sopra l'Atlantico.
A bordo, il direttore Lawrence Ekstrom lanciò un'ultima occhiata all'enorme roccia annerita nel compartimento di carico dell'aereo.
"Tornatene in mare" pensò. "Dove ti hanno trovato."
Quando Ekstrom diede l'ordine, il pilota aprì i portelloni del carico e lasciò cadere il macigno. Guardarono tutti la roccia mastodontica precipitare dietro l'aeroplano. Descrisse un arco nel cielo soleggiato prima di scomparire sotto le onde in una colonna di spruzzi argentei.
Il gigantesco masso affondò alla svelta.
A cento metri sott'acqua, restava poca luce per rivelarne i contorni. Quando superò i centocinquanta metri, fu inghiottito dalla totale oscurità.
Correva verso il fondo.
Sempre più in profondità.
Precipitò per quasi dodici minuti.
Poi, come un meteorite che colpisca la faccia nascosta della Luna, la roccia si schiantò in una vasta pianura di fango, sul fondo dell'oceano, sollevando una nuvola di melma. Mentre la fanghiglia tornava a depositarsi, un esemplare di una delle migliaia di specie oceaniche ancora sconosciute si avvicinò per ispezionare la strana novità.
Poi, con la massima indifferenza, si allontanò.
Ringrazio di cuore Jason Kaufman, fantastico editor, per i suoi ottimi consigli e la sua guida; Blythe Brown per l'instancabile lavoro di ricerca e i suggerimenti creativi; il mio buon amico Jake Elwell di Wieser Wieser; il National Security Archive; il Public Affairs Office della NASA; Start Planton, inesauribile fonte di informazioni per ogni genere di argomenti; la National Security Agency; il glaciologo Martin O. Jeffries; le superbe menti di Brett Trotter, Thomas D. Nadeau e Jim Barrington.
Grazie inoltre a: Connie e Dick Brown, US Intelligence Policy Documentation Project, Suzanne O'Neill, Margie Wachtel, Morey Stettner, Owen King, Alison McKinnell, Mary e Stephen Gorman, dottor Karl Singer, dottor Michael I. Latz dello Scripps Institute of Oceanography, April di Micron Electronics, Esther Sung, National Air and Space Museum, dottor Gene Allmendinger, l'incomparabile Heide Lange di Sanford J. Greenburger Associates, John Pike della Federation of American Scientists.