Изменить стиль страницы

— Avevo promesso un regalo alla mia futura cognata — dichiarò Bloet, infilando una mano nella cintura troppo stretta e tirando fuori un piccolo sacchetto di stoffa, — e alla mia fidanzata un dono nuziale — aggiunse, armeggiando con i lacci del sacchetto e tirando fuori una spilla decorata da pietre preziose. — Un nodo d'amore per la mia sposa — spiegò, aprendone la chiusura. — Dovrai pensare a me ogni volta che la porterai.

E venne avanti ansando per appuntare la spilla sul mantello di lei mentre Kivrin si augurava che gli venisse un infarto. Rosemund rimase assolutamente immobile, con le guance di un rosso acceso, per tutto il tempo che le mani grasse dell'uomo le armeggiarono vicino al collo.

— Rubini! — esclamò Eliwys, in tono deliziato. — Non ringrazi il tuo fidanzato per questo dono generoso, Rosemund?

— Ti ringrazio per la spilla — affermò Rosemund, con voce atona.

— Dov'è il mio regalo? — strillò Agnes, saltellando ora su un piede ora sull'altro mentre il nobile infilava di nuovo la mano nel sacchetto e tirava fuori qualcosa che tenne chiuso nel pugno serrato. Con il respiro sempre più affannoso si chinò fino a portarsi al livello di Agnes e aprì la mano.

— È una campanella! — strillettò Agnes, deliziata, tenendola in alto e scuotendola. In effetti era una campanella rotonda d'ottone come quelle delle slitte per cavalli, con un cappio di metallo alla sommità.

Agnes insistette quindi perché Kivrin l'accompagnasse nella stanza di Rosemund per prendere un nastro da passare nel cappio di metallo in modo da poter indossare la campanella intorno al polso come un bracciale.

— Mio padre mi ha portato questo nastro dalla fiera — spiegò, tirandolo fuori della cassapanca in cui erano stati riposti i vestiti di Kivrin. Il nastro in questione era tinto in maniera irregolare ed era così rigido che Kivrin ebbe difficoltà a farlo passare nel buco… perfino i nastri più economici in vendita da Woolworth o anche quelli di carta usati per incartare i regali di Natale erano migliori di questo, pure considerato tanto prezioso.

Kivrin infine riuscì a legarlo intorno al polso di Agnes e tornarono insieme dabbasso, scoprendo che l'andirivieni e la confusione si erano spostati all'interno, con i servitori che trasportavano casse e coltri da letto e quelle che avrebbero potuto essere versioni primitive di borse di stoffa nella sala. Kivrin si rese conto che non avrebbe dovuto preoccuparsi che Sir Bloet potesse portarla via di lì, dal momento che dava l'impressione di essere venuto da loro per svernare.

Ed era anche stata sciocca a preoccuparsi che la sua sorte potesse essere oggetto di discussione, considerato che nessuno la degnava sia pure di un'occhiata e che continuò ad essere ignorata anche quando Agnes insistette per andare a mostrare il suo bracciale alla madre. Eliwys era immersa in una conversazione con Bloet, Gawyn e l'uomo attraente che doveva essere un figlio o un nipote di Bloet… e dal modo in cui si stava torcendo le mani di nuovo era chiaro che le notìzie da Bath dovevano essere spiacevoli.

In fondo alla sala, Lady Imeyne stava invece parlando con la donna massiccia e con un uomo pallido che portava una tunica clericale, e dalla sua espressione era evidente che si stava lamentando di Padre Roche.

Kivrin approfittò della rumorosa confusione presente nella sala per separare Rosemund dalle altre ragazze e chiederle di identificare per lei gli ospiti. L'uomo pallido era il cappellano di Sir Bloet, cosa che lei aveva già più o meno dedotto, mentre la donna con la cuffia inamidata era la moglie del fratello di Sir Bloet, venuta in visita dal Dorset. I due giovani con i capelli rossi e le ragazzine ridacchianti erano tutti suoi figli. Sir Bloet, dal canto suo, non aveva bambini.

Il che spiegava, naturalmente, perché stesse per sposare proprio una bambina, apparentemente con l'approvazione di tutti. Nel 1320 il portare avanti una dinastia era la preoccupazione dominante, e quanto più la donna era giovane tanto maggiori erano le sue probabilità di produrre un numero di eredi tale che almeno uno potesse sopravvivere fino all'età adulta, anche se sua madre non lo avesse fatto.

La zitella con gli sbiaditi capelli rossi era… orrore degli orrori… la famosa Lady Yvolde, la sorella non sposata di Bloet. Yvolde viveva a Courcy con il fratello e nel guardarla inveire contro la povera Maisry perché aveva fatto cadere un cesto, Kivrin si accorse che aveva alla cintura un mazzo di chiavi, il che significava che era lei a dirigere la casa, o almeno lo avrebbe fatto fino a Pasqua. La povera Rosemund non avrebbe avuto la minima possibilità di vincere quella battaglia.

— Chi sono gli altri? — chiese ancora Kivrin, sperando che in mezzo a loro ci fosse almeno un possibile alleato per la ragazza.

— Servitori — replicò lei, come se fosse una cosa ovvia, e tornò di corsa dalle altre ragazze.

I servitori erano almeno una ventina, senza contare gli stallieri che erano impegnati a sistemare i cavalli, e nessuno pareva sorpreso dal loro numero, neppure la nervosa Eliwys. Kivrin aveva letto che le famiglie nobiliari avevano dozzine di servitori, ma aveva supposto che quelle cifre dovessero essere sbagliate, e in seguito nel vedere che Eliwys e Imeyne non avevano praticamente servitori di sorta e avevano dovuto requisire la manovalanza dell'intero villaggio per i preparativi natalizi, si era convinta che il numero di servitori nei manieri rurali riferito dai testi dovesse essere esagerato. Evidentemente, non lo era.

I servi sciamarono per tutta la sala, servendo la cena. Kivrin si era chiesta se avrebbero mangiato anche soltanto qualcosa per cena visto che la Vigilia di Natale era un giorno di digiuno, ma non appena il pallido cappellano ebbe finito di recitare i vespri… senza dubbio dietro ordine di Imeyne… la mandria dei servitori venne avanti con un pasto a base di pane, vino annacquato e merluzzo secco che era stato messo a mollo nell'acqua e poi arrostito.

Agnes era così eccitata che non mangiò un solo boccone, e dopo che i servi ebbero sparecchiato rifiutò di sedere tranquilla vicino al fuoco e si mise invece a correre per la sala, agitando la sua campanella e tormentando i cani.

I servi di Sir Bloet e il castaldo portarono poi dentro il ceppo di Natale e lo lasciarono cadere nel focolare, sparpagliando scintille da tutte le parti. Le donne si ritrassero ridendo e i bambini strillarono di gioia. Come figlia maggiore della casa, Rosemund accese il ceppo con una fascina ricavata dagli avanzi del ceppo di Natale dell'anno precedente, accostandola con cautela ad un'estremità delle radici contorte. Quando il fuoco attecchì ci furono risa e applausi, e Agnes agitò selvaggiamente le braccia per far trillare la sua campanella.

In precedenza Rosemund aveva detto che ai bambini era permesso di restare alzati per la messa di mezzanotte, ma Kivrin aveva sperato di riuscire almeno ad indurre Agnes a sdraiarsi per un po' sulla panca accanto a lei in modo da fare un sonnellino. La bambina divenne invece sempre più sfrenata con il passare della sera, strillando e facendo tintinnare la campana al punto che alla fine Kivrin dovette sequestrargliela.

Le donne sedevano invece intorno al focolare, conversando in tono sommesso mentre gli uomini erano in piedi, raccolti in piccoli gruppi con le braccia conserte sul petto; più di una volta si recarono all'esterno in massa, con la sola eccezione del cappellano, tornando poi dentro ridendo e battendo i piedi per liberarli dalla neve. Dal rossore che avevano sul volto e dall'espressione colma di disapprovazione di Imeyne era chiaro che erano andati nella birreria ad aggredire un barilotto di birra, spezzando cosi il digiuno.

Quando rientrarono per la terza volta, Sir Bloet sedette dall'altra parte del focolare e protese le gambe verso il fuoco, osservando le ragazze che stavano giocando a mosca cieca. Allorché Rosemund, a cui toccava in quel momento essere bendata, si avvicinò troppo alle panche, Bloet si protese e se la tirò in grembo fra le risate generali.