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— Quali sono le coordinate locazionali?

— Non lo so. Le otterrò quando andrò a Brasenose. Voglio che mi chiami non appena avrà determinato lo slittamento massimo. Può farlo?

— Sì — assentì Andrews, che però appariva di nuovo dubbioso.

— Bene. Io chiamerò Polly Wilson. Lettura remota, richiesta di IA, trasmissione a ponte. La contatterò non appena lei avrà organizzato tutto a Brasenose — concluse Dunworthy, e chiuse la comunicazione prima che Andrews potesse ripensarci.

Con la cornetta in mano indugiò ad osservare ancora un momento i suonatori di campane… l'ordine era cambiato, ma a quanto pareva la Signora Piantini non stava perdendo più il conto.

Subito dopo telefonò a Polly Wilson e le diede le specifiche fornite da Andrews, chiedendosi se anche lei avesse visto i notiziari e temesse il sistema di riscaldamento di Brasenose.

— Dovrò trovare una porta di accesso — rispose però prontamente la ragazza. — La raggiungerò là fra tre quarti d'ora.

Dunworthy lasciò i suonatori ancora impegnati ad andare su e giù e si recò a Brasenose. La pioggia aveva rallentato di nuovo e per strada c'era più gente, anche se molti negozi erano chiusi. Chi aveva il controllo del carillon della Torre Carfax, chiunque fosse, doveva aver contratto l'influenza oppure essersi dimenticato completamente del carillon a causa della quarantena, perché esso stava ancora suonando un brano indecifrabile, forse «Porta una torcia, Jeannette Isabella» o magari «O Tannenbaum».

Tre picchettatori erano fuori di un negozio di spezie indiane mentre un'altra mezza dozzina era davanti a Brasenose e teneva tesa una bandiera su cui si leggeva la scritta «I VIAGGI NEL TEMPO SONO UNA MINACCIA PER LA SALUTE»; Dunworthy riconobbe nella giovane donna ad un'estremità dello striscione uno dei due paramedici che erano stati in ambulanza con Badri.

I sistemi di riscaldamento, la CE e i viaggi nel tempo. Durante la Crisi Panepidemica i picchetti erano stati contro il programma di guerra batteriologica americano e contro l'aria condizionata, mentre nel medioevo la colpa delle epidemie era stata data a Satana e all'apparizione delle comete… senza dubbio, una volta che fosse stato rivelato che il virus aveva avuto origine nel Sud Carolina la colpa sarebbe andata alla Confederazione oppure ai polli fritti degli Stati Uniti meridionali.

Dunworthy oltrepassò le porte e si avvicinò al banco del portiere, a un'estremità del quale era visibile l'albero di Natale con l'angelo appollaiato in cima.

— Una studentessa di Shrewsbury deve incontrarsi con me per installare alcune apparecchiature — disse al portiere. — Dobbiamo poter entrare nel laboratorio.

— Non si può accedere al laboratorio, signore — replicò il portiere.

— Non si può?

— No, signore. È stato chiuso a chiave e nessuno può entrarvi.

— Perché? Cosa è successo?

— È a causa dell'epidemia, signore.

— Dell'epidemia?

— Sì, signore. Forse è meglio che parli con il Signor Gilchrist, signore.

— Forse sì. Gli dica che sono qui e che ho bisogno di entrare nel laboratorio.

— Temo che al momento non sia qui.

— E dov'è?

— In Infermeria, credo. Lui…

Dunworthy non attese di sentire il resto. Quando era già a metà strada dall'Infermeria gli venne in mente che Polly Wilson sarebbe stata lasciata in attesa senza sapere dove lui fosse andato e quando arrivò all'ospedale si rese conto che Gilchrist poteva essere andato li perché aveva contratto il virus.

Bene, pensò, se lo merita.

Gilchrist però era nella piccola sala d'attesa, sano e in forma, con indosso la maschera regolamentare e intento ad arrotolarsi la manica per ricevere l'inoculazione che un'infermiera aveva preparato.

— Il suo portiere mi ha detto che non si può accedere al laboratorio — disse, interponendosi fra i due. — Io devo potervi entrare. Ho trovato un tecnico che può effettuare una verifica dei dati a distanza e dobbiamo installare le apparecchiature per la trasmissione.

— Temo che sia impossibile — ribatté Gilchrist. — Il laboratorio è sotto quarantena fino a quando non sarà stata individuata la fonte del virus.

— La fonte del virus? — ripeté Dunworthy, incredulo. — Il virus ha avuto origine nel Sud Carolina.

— Non ne saremo certi fino a quando non avremo ottenuto una identificazione positiva. Fino ad allora ho ritenuto che fosse meglio minimizzare tutti i possibili rischi per l'università vietando l'accesso al laboratorio. Adesso, se mi vuole scusare sono qui per far rinforzare il mìo sistema immunitario.

E si avviò per oltrepassare Dunworthy e raggiungere l'infermiera, ma Dunworthy lo trattenne posandogli una mano sul braccio.

— Quali rischi? — domandò.

— C'è stata notevole preoccupazione generale per il fatto che il virus potrebbe essere stato trasmesso attraverso la rete.

— Preoccupazione generale? Vuole dire quei tre idioti con lo striscione fuori delle vostre porte? — gridò Dunworthy.

— Questo è un ospedale, Signor Dunworthy — intervenne l'infermiera. — La prego di tenere bassa la voce.

Dunworthy però la ignorò.

— Se è per questo — continuò, — c'è stata anche una notevole «preoccupazione generale», come la chiama lei, per l'eventualità che il virus sia stato causato da leggi per l'immigrazione troppo liberali. Ha anche intenzione di secedere dalla CE?

Gilchrist sollevò di scatto il mento e le solite linee bianche e tese apparvero ai lati del suo naso, visibili anche attraverso la maschera.

— Come Sostituto del Preside della Facoltà di Storia è mia responsabilità agire nell'interesse dell'università. Sono certo che lei è consapevole che la nostra posizione nell'ambito della comunità dipende dal conservare la benevolenza della cittadinanza. Ho ritenuto importante calmare i pubblici timori chiudendo il laboratorio fino a quando non sarà arrivata la sequenza del virus. Se poi essa dovesse indicare che il virus è davvero originario del Sud Carolina il laboratorio verrà naturalmente riaperto all'istante.

— E nel frattempo che ne sarà di Kivrin?

— Se non riesce a tenere bassa la voce sarò costretta a fare rapporto su di lei alla Dottoressa Ahrens — intervenne di nuovo l'infermiera.

— Eccellente. Vada a chiamarla — ribatté Dunworthy, — perché voglio che dica al Signor Gilchrist quanto è ridicolo il modo in cui si sta comportando. È impossibile che quel virus sia arrivato attraverso la rete.

L'infermiera uscì a grandi passi dalla saletta.

— Se quelli che protestano davanti alle sue porte sono troppo ignoranti per comprendere le leggi della fisica — continuò Dunworthy, — di certo potranno almeno capire il semplice fatto che questa è stata una transizione verso il passato. La rete è stata aperta soltanto verso il 1320 e non da esso, quindi non può essere giunto nulla dal passato.

— Se le cose stanno così, allora la Signorina Engle non corre nessun pericolo e non le causerà nessun danno attendere la sequenza.

— Nessun danno? Non sappiamo neppure dove si trovi!

— Il suo tecnico ha ottenuto la verifica dei dati, da cui è risultato che la transizione è avvenuta con successo e che c'è stato uno slittamento minimo — replicò Gilchrist, riabbassandosi la manica e abbottonando con cura il polsino. — Io sono certo che la Signorina Engle si trova dove si suppone che debba essere.

— Io non lo sono, e non lo sarò fino a quando non saprò che Kivrin è arrivata dall'altra parte sana e salva.

— Vedo che le devo ricordare ancora una volta che la Signorina Engle è una responsabilità mia e non sua, Signor Dunworthy — replicò Gilchrist, infilandosi il cappotto, — e io devo fare ciò che ritengo sia meglio.

— E lei ritiene che sia meglio apporre una quarantena al laboratorio per placare una manciata di teste bacate — commentò amaramente Dunworthy. — Sussiste anche una «considerevole preoccupazione generale» che il virus possa essere una condanna divina. Cosa intende fare per conservare la benevolenza di quei cittadini? Riesumare la pratica di bruciare martiri sul rogo?