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— Se dovesse venire l'uomo cattivo lo combatterò con il mio stiletto — dichiarò Agnes, tirando fuori dal fuoco uno dei rami anneriti e brandendolo in aria, L'estremità carbonizzata si spezzò e subito Agnes si accoccolò accanto al fuoco per tirare fuori un secondo ramo, poi sedette per terra con la schiena appoggiata al tronco e batté i due rami uno contro l'altro, facendo volare tutt'intorno pezzi di legna carbonizzata.

Guardando la bambina, Kivrin ricordò di essere stata seduta con la schiena contro il tronco mentre accendevano il fuoco, e che Gawyn si era chinato su di lei con i capelli che apparivano rossi al chiarore delle fiamme, dicendo qualcosa che non era riuscita a capire. Poi lui aveva spento il fuoco, disperdendo la legna con i suoi stivali, e il fumo era salito ad accecarla.

— Hai ricordato qualcosa? — domandò Agnes, gettando di nuovo fra le pietre i due rami anneriti.

— Ti senti male, Lady Katherine? — chiese Roche, che la stava ancora fissando con espressione accigliata.

— No — lo tranquillizzò lei, cercando di sorridere. — È solo che… speravo che se avessi visto il posto dov'ero stata assalita avrei ricordato.

Il prete la guardò solennemente per un momento, come già aveva fatto in chiesa, poi si girò e andò a prendere l'asino.

— Vieni — disse soltanto.

— Hai ricordato? — insistette Agnes, sbattendo uno contro l'altro i guanti di pelo che erano sporchi di fuliggine.

— Agnes! — esclamò Rosemund, tirando rudemente in piedi la sorella. — Guarda come hai sporcato i tuoi guanti! Ed hai anche rovinato il mantello sedendoti sulla neve. Bambina cattiva!

Kivrin intervenne a separarle.

— Rosemund, slega il pony di Agnes — ordinò. — È ora di andare a raccogliere l'edera.

Poi ripulì il mantello di Agnes dalla neve e cercò invano di liberare i guanti dalla fuliggine.

Padre Roche era fermo in attesa accanto all'asino e aveva ancora quella strana espressione solenne.

— Puliremo i tuoi guanti quando arriveremo a casa — decise Kivrin. — Avanti, dobbiamo andare con Padre Roche.

Prese quindi le redini del cavallo e si avviò dietro le ragazze e Padre Roche, che camminò nella direzione da cui erano venuti per pochi metri per poi imboccarne un'altra che li portò quasi immediatamente su una strada. Da lì Kivrin non poteva vedere il bivio e si chiese se fossero più avanti rispetto ad esso o se si trovassero su una strada del tutto diversa. A lei sembrava la stessa, con le macchie di salici, le piccole radure e le querce.

Ciò che era successo era evidente. Gawyn aveva cercato di condurla al maniero ma lei era stata troppo malata e quando era caduta da cavallo l'aveva portata nel bosco e aveva acceso un fuoco, lasciandola lì appoggiata al tronco mentre lui andava in cerca di aiuto.

Oppure era stata sua intenzione fermarsi lì fino al mattino ma Padre Roche aveva visto il fuoco ed era venuto in suo aiuto, e fra tutti e due erano riusciti a portarla al maniero. Padre Roche non aveva idea di dove fosse il sito e supponeva che Gawyn l'avesse trovata sotto la quercia.

L'immagine del prete che si chinava su di lei quando era ancora addossata al carro doveva essere un frutto del delirio, qualcosa che lei aveva sognato mentre era malata, come aveva sognato le campanelle, il palo e il cavallo bianco.

— Adesso dove sta andando? — chiese Rosemund, in tono irritante, tanto che Kivrin dovette frenare la voglia di darle uno schiaffo. — C'è dell'edera più vicino a casa e sta cominciando a piovere.

Aveva ragione, almeno in questo, perché la nebbiolina sottile si era mutata in pioggerella.

— Avremmo potuto aver finito ed essere a casa da un pezzo se la neonata Agnes non avesse portato con sé il suo cucciolo! — tempestò ancora la ragazza, poi si allontanò al galoppo senza che Kivrin cercasse neppure di fermarla.

— Rosemund è una villana — dichiarò Agnes.

— Sì, lo è — confermò Kivrin. — Sai cosa le abbia preso?

— È a causa di Sir Bloet. Lei deve sposarlo — spiegò Agnes.

— Cosa? — esclamò Kivrin. Imeyne aveva detto qualcosa in merito ad un matrimonio, ma lei aveva supposto che una delle figlie di Sir Bloet avrebbe sposato uno dei figli di Guillaume. — Come può Sir Bloet sposare Rosemund? Non è già sposato con Lady Yvolde?

— No — replicò Agnes, mostrandosi sorpresa. — Lady Yvolde è la sorella di Sir Bloet.

— Ma Rosemund non è abbastanza grande — insistette Kivrin, pur sapendo che non era così. Nel quattordiocesimo secolo le ragazze venivano fidanzate ancora prima che divenissero donne, a volte perfino alla nascita, perché nel medioevo il matrimonio era stato un accordo d'affari, un modo per unire terre ed elevare la propria posizione sociale, e senza dubbio Rosemund era stata preparata a sposare qualcuno come Sir Bloet fin da quando aveva avuto l'età di Agnes… però la sua mente si affollò di colpo di tutte le storie che aveva sentito raccontare di fanciulle medievali andate spose a vecchi lascivi e sdentati.

— A Rosemund piace Sir Bloet? — domandò, anche se era ovvio che non le piaceva, visto che era stata insopportabile, quasi isterica e irritabile da quando aveva saputo che lui stava per arrivare.

— A me piace — ribatté Agnes. — Quando si sposeranno mi darà una briglia d'argento per il mio pony.

Kivrin guardò verso Rosemund, che era in attesa più avanti lungo la strada. Dopo tutto, era possibile che Sir Bloet non fosse vecchio e lascivo e forse lei stava avanzando delle supposizioni, nello stesso modo in cui aveva supposto che lui e Lady Yvolde fossero marito e moglie. Forse Sir Bloet era giovane e l'irritabilità di Rosemund era soltanto un sintomo di nervosismo, o magari lei avrebbe cambiato idea sul suo conto prima del matrimonio… di solito le ragazze non si sposavano prima di avere quattordici o quindici anni, di certo non prima di aver manifestato segni evidenti di maturazione fisica.

— Quando si devono sposare? — domandò ad Agnes.

— A Pasqua.

Intanto erano arrivati a un altro bivio, questa volta molto più stretto, dove due strade correvano parallele per un centinaio di metri prima che quella imboccata da Rosemund si avviasse su per una bassa collina.

Rosemund aveva dodici anni e si sarebbe sposata fra tre mesi. Non c'era da meravigliarsi che Eliwys non avesse voluto che Sir Bloet fosse informato della loro venuta lì… forse lei non approvava neppure il fatto che Rosemund si sposasse così giovane e il fidanzamento era stato organizzato soltanto per tirare fuori suo padre dai guai in cui si trovava.

Rosemund si spinse fin in cima alla collina, poi tornò indietro al galoppo verso Padre Roche.

— Dove ci stai portando? — domandò. — Presto sbucheremo in una zona di terreno aperto.

— Siamo quasi arrivati — replicò in tono mite il prete.

La ragazza fece voltare di scatto la giumenta e oltrepassò al galoppo il crinale della collina, scomparendo alla vista per poi raggiungere di nuovo il punto in cui erano Agnes e Kivrin, sempre al galoppo, far girare ancora il cavallo e tornare freneticamente indietro.

Come quel topo nella trappola, pensò Kivrin, alla frenetica ricerca di una via di uscita.

La pioggerella si stava trasformando in nevischio, e Padre Roche si tirò il cappuccio sulla testa tonsurata prima di guidare l'asino giù per la bassa collina. L'animale salì docilmente il pendio ma una volta in cima si bloccò, opponendo resistenza allorché il prete tentò di tirare le redini.

— Cosa c'è? — chiese Kivrin, quando lei e Agnes lo raggiunsero.

— Vieni, Balaam — disse Padre Roche, tirando le redini con entrambe le grandi mani, ma l'asino non si spostò di un millimetro e continuò ad opporre resistenza ai tentativi del prete, piantando gli zoccoli posteriori nel terreno e protendendosi all'indietro come se stesse quasi per sedersi.

— Forse non gli piace la pioggia — commentò Agnes.

— Possiamo essere d'aiuto? — s'informò Kivrin.