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— So di aver gridato — disse, — ma nella chiesa era buio e Padre Roche mi si è avvicinato senza preavviso e mi ha spaventata.

— Ma era soltanto Padre Roche — insistette Agnes, come se non riuscisse a immaginare che qualcuno potesse essere spaventato dal prete.

— Quando tu e Rosemund giocate a nascondino e lei ti salta addosso all'improvviso da dietro un albero, anche tu ti metti a gridare — insistette Kivrin, prossima alla disperazione.

— Una volta Rosemund si è nascosta in solaio mentre io cercavo il mio cane e poi è saltata giù. Mi sono spaventata tanto che ho urlato, così — disse Agnes, ed emise un urlo agghiacciante. — E un'altra volta nella sala era buio e Gawyn è sbucato di colpo da dietro il paravento e ha gridato «oibò!». Io mi sono spaventata, e…

— Proprio così — la interruppe Kivrin. — In chiesa è buio.

— Padre Roche è saltato fuori di colpo e ha gridato oibò?

, pensò Kivrin. Si è proteso verso di me ed io ho creduto che fosse un bandito.

— No — rispose. — Non ha fatto niente.

— Andiamo ancora a raccogliere l'agrifoglio con Padre Roche?

Se non l'ho spaventato tanto da farlo fuggire, si disse Kivrin. Se non se n'è andato mentre eravamo qui ferme a parlare.

— Vieni — decise, tirando giù di sella la bambina, — dobbiamo trovarlo.

Non aveva idea di cosa avrebbe fatto se il prete se ne fosse già andato. Non poteva riportare la bambina a casa in modo che raccontasse a Lady Imeyne come lei si fosse messa a gridare, e comunque non poteva rientrare senza prima aver fornito una spiegazione a Padre Roche. Ma quale spiegazione? Che lo aveva creduto un ladro e un violentatore? Che lo aveva scambiato per un incubo generato dal delirio?

— Dobbiamo proprio rientrare in chiesa? — domandò la bambina, con riluttanza.

— È tutto a posto. Lì non c'è nessuno, tranne Padre Roche.

Nonostante le sue assicurazioni, però, Agnes non era molto disposta a tornare nella chiesa e quando Kivrin aprì la porta si nascose dietro le sue gonne, tenendosi aggrappata alla sua gamba.

— È tutto a posto — ripeté Kivrin, sbirciando lungo la navata: il prete non era più vicino alla tomba. Il battente si richiuse alle sue spalle e lei rimase ferma lì con Agnes stretta a sé, in attesa che la sua vista si abituasse all'oscurità. — Non c'è nulla di cui aver paura.

Non è un tagliagole, ripeté a se stessa, e non c'è nulla di cui aver paura. Mi ha impartito l'estrema unzione e mi ha tenuto la mano. Però il cuore continuava a martellarle nel petto.

— L'uomo cattivo è là? — domandò Agnes, con la testa premuta contro il ginocchio di Kivrin.

— Non c'è nessun uomo cattivo — la tranquillizzò ancora una volta Kivrin… e poi lo vide. Era in piedi davanti alla statua di Santa Caterina con in mano la candela che lei aveva fatto cadere nella fuga. Chinandosi, la rimise a posto davanti alla statua e tornò a raddrizzarsi.

Kivrin aveva pensato che potesse essersi trattato di uno scherzo visivo dovuto all'oscurità e alla fiamma della candela che gli illuminava il volto dal basso in alto, e che lui non fosse davvero il bandito, ma lo era. Quella notte la sua testa era stata coperta da un cappuccio che le aveva impedito di vedere la tonsura, ma adesso lui si stava chinando davanti alla statua nello stesso modo in cui si era chinato su di lei. Il cuore riprese a martellarle.

— Dov'è Padre Roche? — chiese Agnes, sollevando la testa, poi corse verso di lui esclamando: — Eccolo là!

— No… — cominciò Kivrin, accennando ad andarle dietro. — Non…

— Padre Roche! — gridò Agnes, chiaramente dimentica della storia dell'uomo cattivo. — Padre Roche, dove sei stato? Abbiamo cercato in chiesa e a casa tua, ma non c'eri.

Adesso stava correndo a più non posso; il prete si volse e si chinò a sollevarla fra le braccia in un solo movimento fluido.

— Ti ho cercato anche nella torre campanaria ma non eri neppure lì — aggiunse Agnes, senza la minima traccia di paura. — Rosemund ha detto che eri già andato via.

Kivrin si arrestò all'altezza dell'ultimo pilastro, cercando di costringere il proprio cuore a battere più lentamente.

— Dove ti eri nascosto? — proseguì Agnes, passando fiduciosamente un braccio intorno al collo dell'uomo. — Una volta Rosemund si è nascosta nel granaio e mi è saltata addosso, facendomi strillare.

— Perché mi cercavi, Agnes? C'è qualcuno che sta male? — domandò lui.

La sua pronuncia del nome della bambina era «Agnus» e il suo accento era quasi uguale a quello del ragazzo malato di scorbuto, quindi il traduttore ebbe un momento di esitazione prima di interpretare le sue parole, e Kivrin ebbe la possibilità di rendersi conto con stupore che non era in grado di comprenderlo, anche se aveva capito ogni sua parola quando giaceva a letto malata.

Deve avermi parlato in latino, pensò, perché era impossibile confondere la sua voce, la stessa che aveva recitato il rito dell'estrema unzione e che le aveva detto di non aver paura. E lei non ne aveva… non appena aveva sentito quella voce il suo cuore aveva smesso di martellare.

— No, nessuno è malato — spiegò Agnes. — Vorremmo venire con te a raccogliere l'agrifoglio e l'edera per la sala… Lady Kivrin, Rosemund, Saraceno ed io.

Alle parole «Lady Kivrin» il prete si girò, e nel vederla ferma vicino al pilastro posò Agnes per terra. Kivrin protese una mano verso il pilastro per avere un supporto.

— Chiedo perdono, santo padre — disse. — Mi dispiace di aver urlato e di essere fuggita, ma era buio e non ti ho riconosciuto…

Il traduttore, ancora indietro di un passo, tradusse «non ti conoscevo».

— Non si ricorda nulla — intervenne Agnes. — L'uomo cattivo l'ha colpita sulla testa e lei ricorda soltanto il suo nome.

— L'avevo sentito dire — replicò il prete, continuando a guardare Kivrin. — Dunque è vero che non hai memoria alcuna del perché sei venuta fra noi?

Kivrin avvertì lo stesso desiderio di dirgli la verità che aveva provato quando lui le aveva chiesto come si chiamasse. Sono una studiosa di storia, avrebbe voluto dire, e sono venuta qui per osservarvi, ma mi sono ammalata e non so più dov'è il sito di transizione.

— Non ricorda chi è — confermò Agnes. — Non ricordava neppure come si fa a parlare e ho dovuto insegnarglielo io.

— Non rammenti nulla di chi sei? — chiese il prete.

— No.

— E nulla di come sei venuta qui? — insistette lui.

A questo poteva almeno rispondere sinceramente.

— No — ripeté, — tranne il fatto che tu e Gawyn mi avete portata al maniero.

— Possiamo venire con te a prendere l'agrifoglio? — volle sapere Agnes, che si era manifestamente stancata della conversazione.

Padre Roche si comportò però come se non l'avesse neppure sentita e protese la mano come per benedire Kivrin, toccando però invece la sua tempia… e lei si rese conto che questo era stato ciò che aveva cercato di fare anche prima, vicino alla tomba.

— Non hai più nessuna ferita — osservò.

— È guarita — replicò lei.

— Ora vorrei andare — persistette Agnes, tirando Roche per un braccio.

Lui sollevò la mano come per toccare ancora la tempia di Kivrin, poi la ritrasse.

— Non devi aver paura — affermò. — Dio ti ha mandata fra di noi per qualche scopo.

No, non lo ha fatto, pensò Kivrin. Non è stato Lui a mandarmi qui ma la Sezione Medievale. Però si sentì confortata.

— Ti ringrazio — disse.

— Ora voglio andare! — tempestò Agnes, tirando questa volta il braccio di Kivrin. — Va' a prendere il tuo asino — aggiunse, rivolta a Padre Roche, — e noi andremo a chiamare Rosemund.

Poi si avviò lungo la navata e a Kivrin non rimase altro da fare che seguirla per impedirle di correre. La porta si aprì rumorosamente appena prima che vi arrivassero e Rosemund si affacciò sulla soglia sbattendo le palpebre.

— Sta piovendo — annunciò. — Avete trovato Padre Roche?