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— Hai portato Blackie nella stalla? — ritorse Agnes.

— Sì. Siete arrivate troppo tardi e Padre Roche se ne era già andato?

— No, è qui e ora andremo con lui. Padre Roche era in chiesa, e Lady Kivrin…

— Adesso è andato a prendere il suo asino — intervenne Kivrin, per impedire ad Agnes di raccontare tutto quello che era successo.

— Mi sono spaventata, quella volta che sei saltata giù dal solaio, Rosemund — dichiarò Agnes, ma sua sorella era già tornata a grandi passi verso il proprio cavallo.

Non stava piovendo, ma l'aria era pervasa da una nebbia sottile. Kivrin aiutò Agnes a salire in sella e montò a sua volta sul roano servendosi del cancello del portico come di un gradino, poi Padre Roche venne loro incontro conducendo l'asino per la cavezza e tutti e quattro si avviarono lungo il sentiero che fiancheggiava la chiesa e attraverso la piccola macchia di alberi alle sue spalle, oltre un prato innevato e dentro il bosco.

— Ci sono i lupi in questo bosco — affermò Agnes. — Gawyn ne ha ucciso uno.

Kivrin però quasi non la sentì perché era intenta ad osservare Padre Roche mentre camminava accanto all'asino e a cercare di ricordare la notte in cui l'aveva riportata al maniero. Rosemund aveva detto che Gawyn lo aveva incontrato lungo la strada e che il prete lo aveva aiutato a trasportarla per il resto del percorso, ma questo non poteva essere esatto.

Ricordava infatti il prete chino su di lei quando era ancora appoggiata alla ruota del carro, le pareva di scorgere ancora la sua faccia alla tremolante luce del fuoco. Padre Roche le aveva detto qualcosa che non era riuscita a capire e lei aveva replicato chiedendogli di avvertire il Signor Dunworthy di venire a prenderla.

— Rosemund non cavalca in modo adeguato per una fanciulla — dichiarò Agnes.

In effetti sua sorella aveva preceduto l'asino ed era quasi scomparsa alla vista là dove la strada descriveva una curva, fermandosi all'ultimo momento per aspettare con impazienza gli altri.

— Rosemund! — chiamò Kivrin, e la ragazza tornò indietro al galoppo, andando quasi a sbattere contro l'asino e tirando bruscamente le redini della sua giumenta.

— Non si può andare più in fretta di così? — domandò, poi fece girare di scatto la cavalcatura e tornò a precedere gli altri, aggiungendo: — Non finiremo mai prima che si metta a piovere.

Adesso stavano procedendo in un fitto bosco e la strada era poco più larga di un sentiero. Kivrin guardò gli alberi per cercare di stabilire se li riconosceva, ma anche se oltrepassarono un boschetto di salici esso era troppo arretrato rispetto alla strada e per di più era fiancheggiato da un ruscelletto quasi ghiacciato.

Sull'altro lato del sentiero c'era un enorme sicomoro che sorgeva in un piccolo spazio aperto drappeggiato di vischio, dietro il quale c'era una fila di sorbi selvatici disposti in maniera così regolare da dare l'impressione di essere stati piantati… e lei non ricordava di aver mai visto nulla del genere prima di allora.

Dal momento che questa era la via lungo la quale l'avevano portata al maniero, aveva sperato che qualcosa potesse svegliare la sua memoria, ma non c'era nulla che apparisse familiare… quella notte il buio era troppo fitto e lei stava troppo male.

Tutto ciò che ricordava con esattezza era il sito della transizione, anche se il ricordo era velato e irreale come il successivo viaggio fino al maniero… rammentava una radura con una quercia e un boschetto di salici, e Padre Roche che si chinava su di lei quando era ancora seduta contro la ruota del carro.

Il prete doveva essere stato con Gawyn allorché lui l'aveva trovata, oppure Gawyn lo aveva accompagnato fino al sito della transizione, perché Kivrin ricordava di aver visto con chiarezza la sua faccia al chiarore del fuoco, e ricordava anche di essere caduta da cavallo al bivio.

Non erano ancora arrivati al bivio, e non avevano neppure incontrato altri sentieri, sebbene lei sapesse che dovevano essere là… sentieri che congiungevano fra loro i villaggi e che portavano nei campi e alla casa del contadino malato che Eliwys era andata a visitare.

Risalirono una bassa collina e in cima ad essa Padre Roche si girò per vedere se lo stavano seguendo.

Lui sa dove si trova il sito, pensò Kivrin. Aveva sperato che il prete avesse almeno un'idea di dove esso fosse, che Gawyn glielo avesse descritto o gli avesse detto quale strada vi portava, ma lui non aveva avuto bisogno di farlo perché Padre Roche sapeva già dove si trovava il sito della transizione. Era stato là.

Agnes e Kivrin raggiunsero la cima della collina, ma tutto quello che riuscirono a vedere furono alberi e ancora alberi che si allargavano più sotto. Dovevano essere nella Foresta di Wychwood, ma se era così questo significava che c'erano centinaia di chilometri quadrati di bosco in cui il sito poteva essere nascosto e che lei non sarebbe mai riuscita a ritrovarlo da sola, considerato che la sua vista non riusciva a penetrare nel sottobosco neppure di una decina di metri.

Quando scesero dalla collina e si addentrarono nel bosco Kivrin rimase stupefatta da quanto esso fosse fitto: non c'era traccia di sentieri fra gli alberi, fra le piante non c'era quasi il minimo spazio e quando ce n'era esso era un groviglio di rami caduti, di cespugli e di neve…

Aveva sbagliato ad asserire di non ricordare nulla… in fin dei conti lei conosceva questo bosco, era lo stesso in cui Biancaneve si era persa, e così anche Halsel e Gretel e tanti principi. Qui c'erano lupi e orsi, e forse perfino la capanna di una strega, e dopo tutto il medioevo era proprio l'epoca da cui erano state tramandate tutte quelle storie, giusto? E non c'era da meravigliarsene: lì chiunque avrebbe potuto perdersi.

Roche si fermò accanto al suo asino mentre Rosemund tornava al trotto verso di lui e loro due lo raggiungevano, e Kivrin si chiese con asciutta ironia se anche il prete avesse perso la strada. Non appena gli arrivarono accanto, però, Roche si addentrò in un boschetto e imboccò un sentiero ancora più stretto che non era visibile dalla strada.

Qui Rosemund non poteva oltrepassare il prete e il suo asino senza spingerli da un lato, ma li seguì in maniera tale da mandare quasi il cavallo sugli zoccoli posteriori dell'asino, e Kivrin si chiese di nuovo cosa la stesse tormentando.

— Sir Bloet ha molti amici potenti — aveva detto Lady Imeyne, e lo aveva definito un alleato, ma ora Kivrin si chiese se lo fosse davvero o se invece Rosemund avesse appreso dal padre qualcosa sul suo conto che la rendeva angosciata alla prospettiva che quell'uomo venisse ad Ashencote.

Procedettero per breve tempo lungo quel sentiero, oltrepassando una macchia di salici che somigliava un poco a quella vicino al sito, poi lo abbandonarono e s'insinuarono in mezzo ad un boschetto di abeti, emergendo vicino ad un albero di agrifoglio.

Kivrin si era aspettata di vedere cespugli di agrifoglio come quelli che crescevano nel cortile di Brasenose, mentre questo era un vero e proprio albero che torreggiava su di loro allargando i suoi rami oltre i confini degli abeti, con le bacche rosse che spiccavano nitide fra la massa di foglie lucide.

Padre Roche cominciò a tirare giù i sacchi dal dorso dell'asino e Agnes tentò di aiutarlo mentre Rosemund tirava fuori un coltello corto e affilato dalla cintura e iniziava a tagliare i rami più bassi.

Avanzando a fatica fra la neve, Kivrin si portò sul lato opposto dell'albero e per un momento nell'intravedere qualcosa di bianco pensò che si potesse trattare della macchia di betulle, ma poi si rese conto che era soltanto un ramo, caduto fra due tronchi e coperto di neve.

Agnes la raggiunse insieme a Padre Roche, che brandiva una daga dall'aria pericolosa. Kivrin aveva pensato che conoscere l'identità del prete lo avrebbe fatto apparire in qualche modo diverso, ma lui sembrava ancora un tagliagole mentre incombeva su Agnes con quell'arma in mano.