Изменить стиль страницы

— Cosa gli dirò? — continuava a ripetere Eliwys. — Ci ha mandate qui perché fossimo al sicuro.

Kivrin le controllò la fronte e appurò che era calda. Si sarebbero ammalati tutti… Lord Guillaume li aveva mandati lì perché fossero al sicuro ma si sarebbero ammalati tutti, ad uno ad uno. Doveva fare qualcosa, ma non le veniva in mente nulla… la sola protezione contro la peste era la fuga, ma loro erano già fuggiti fin lì e non era servito a proteggerli, e comunque non potevano mettersi in viaggio con Rosemund ed Eliwys malate.

Rosemund stava però ritrovando le forze ad ogni giorno che passava, ed Eliwys non aveva la peste ma solo una febbre. Forse la famiglia aveva un'altra tenuta dove potessero rifugiarsi. Una tenuta nel nord.

La peste non era ancora arrivata nello Yorkshire, e lei avrebbe provveduto perché durante il viaggio non entrassero in contatto con altra gente e non fossero esposte al contagio.

Chiese a Rosemund se la sua famiglia possedesse un maniero nello Yorkshire.

— No — rispose lei, sollevandosi a sedere con la schiena appoggiata a una delle panche. — L'abbiamo nel Dorset.

Questo però non serviva perché nel Dorset c'era già la peste e comunque pur stando meglio Rosemund era così debole che riusciva a stare seduta soltanto per pochi minuti per volta. Non sarebbe mai riuscita a montare su un cavallo… se lo avessero avuto.

— Mio padre ha una dimora anche nel Surrey — aggiunse Rosemund. — Abbiamo abitato là quando è nata Agnes. — Fissò quindi lo sguardo su Kivrin e chiese: — Agnes è morta?

— Sì — ammise lei.

— L'ho sentita urlare — commentò Rosemund, annuendo come se la notizia non l'avesse sorpresa.

Kivrin non seppe cosa replicare.

— Anche mio padre è morto, vero?

Come la precedente, quella era una domanda a cui non c'era da replicare. Lord Guillaume era quasi certamente morto e così anche Gawyn, considerato che erano trascorsi otto giorni da quando era partito per Bath.

— Arriverà adesso che la tempesta è passata — aveva detto Eliwys, ancora febbricitante, quella mattina… ma neppure lei sembrava crederci.

— Potrebbe ancora venire — rispose infine Kivrin. — Forse la neve lo ha fatto tardare.

Il castaldo entrò nella sala portando con sé la pala e si fermò davanti a loro, oltre la barricata. Era venuto ogni giorno a trovare suo figlio, restando a fissarlo con espressione intontita da oltre il tavolo rovesciato, ma questa volta gli dedicò soltanto uno sguardo e si girò invece a fissare Kivrin e Rosemund, tenendosi appoggiato alla pala.

Aveva il cappello e le spalle coperte di neve, e la pala ne era bagnata.

Ha scavato un'altra tomba, pensò Kivrin. Ma per chi?

— È morto qualcuno? — chiese.

— No — ribatté l'uomo, continuando a fissare Rosemund con aria riflessiva.

— Volevi qualcosa? — insistette Kivrin, alzandosi in piedi.

L'uomo la guardò con espressione vacua, come se non riuscisse a comprendere la sua domanda, poi riportò lo sguardo su Rosemund.

— No — ripeté, quindi prese la pala e uscì.

— Va' a scavare la tomba per Agnes? — domandò la ragazza, seguendolo con lo sguardo.

— No — replicò Kivrin. — Lei è già stata sepolta nel cortile della chiesa.

— Allora sta andando a scavare la mia?

— No! — esclamò Kivrin, sgomenta. — No! Non morirai, anzi, stai migliorando. Sei stata molto malata, ma adesso il peggio è passato e devi riposare e cercare di dormire in modo da guarire del tutto.

Obbediente Rosemund si distese e chiuse gli occhi, ma dopo qualche minuto li riaprì.

— Se mio padre è morto, sarà la corona a disporre della mia dote — affermò. — Credi che Sir Bloet sia ancora vivo?

Spero di no, pensò Kivrin, chiedendosi se quella povera ragazza si fosse preocucpata dell'imminente matrimonio per tutto quel tempo. Poveretta… la morte di Sir Bloet era la sola cosa buona che poteva derivare da quell'epidemia, a patto che fosse morto davvero.

— Adesso non devi preoccuparti di lui. Devi riposare e recuperare le forze.

— A volte il re onora un precedente impegno di fidanzamento — continuò Rosemund, tormentando la coperta con le dita, — se entrambe le parti sono d'accordo.

Non devi acconsentire a nulla, pensò Kivrin. Sir Bloet è morto. L'inviato del vescovo li ha uccisi tutti.

— Se le parti non sono d'accordo, sarà il re a scegliere chi devo sposare — continuò Rosemund, — e se non altro conosco Sir Bloet.

Rosemund sarebbe stata venduta a qualche nobile con cui il re era in debito o di cui stava cercando di comprare l'alleanza, forse ad uno dei fastidiosi sostenitori del Principe Nero, e sarebbe stata condotta soltanto Dio sapeva dove e incontro a quale nuova situazione.

C'erano cose peggiori di un vecchio lascivo con una sorella zitella. Il Barone Garnier aveva tenuto la moglie in catene per vent'anni e il Conte d'Anjou aveva bruciato viva la sua… e Rosemund non avrebbe avuto né una famiglia né amici che la proteggessero o si prendessero cura di lei quando era malata.

La porterò via, decise improvvisamente Kivrin, in qualche posto dove Bloet non possa trovarla e dove sia al sicuro dalla peste.

Ma un posto del genere non esisteva perché la peste era già a Bath e a Oxford e stava avanzando in maniera costante verso sudest alla volta di Londra e del Kent, e verso nord attraverso le Midland in direzione dello Yorkshire per poi riattraversare la Manica e diffondersi in Germania e nei paesi Bassi. Il contagio era arrivato perfino in Norvegia, portato da navi alla deriva cariche di morti. Non esisteva un posto sicuro.

— Gawyn è qui? — domandò Rosemund, in un tono che la faceva somigliare a sua madre e a sua nonna. — Vorrei che si recasse a Courcy per riferire a Sir Bloet che desidero andare da lui.

— Gawyn? — le fece subito eco Eliwys, dal suo pagliericcio. — Sta arrivando?

No, pensò Kivrin. Non arriva nessuno, neppure il Signor Dunworthy.

Non aveva importanza che lei avesse saltato il recupero, perché tanto non ci sarebbe stato nessuno… perché nessuno sapeva che lei era nel 1348. Se lo avessero saputo, non l'avrebbero mai lasciata lì.

Doveva essere andato storto qualcosa nel funzionamento della rete. Il Signor Dunworthy era stato molto preoccupato all'idea di mandarla così indietro nel tempo senza effettuare prima i controlli dei parametri e aveva affermato che a quella distanza si potevano verificare delle complicazioni impreviste. Forse una complicazione imprevista aveva alterato le coordinate o ne aveva causato la perdita, e adesso loro la stavano cercando nel 1320.

Ho perso il recupero di quasi trent'anni, si disse.

— Gawyn? — chiamò ancora Eliwys, e cercò di alzarsi dal suo pagliericcio senza però riuscirci.

Le sue condizioni stavano peggiorando sempre di più anche se non aveva nessuno dei segni della peste.

— Non verrà fino a quando la tempesta non sarà finita — aveva commentato con sollievo, quando era cominciato a nevicare, e si era alzata per andare a stare vicino a Rosemund, ma durante il pomeriggio era stata costretta a sdraiarsi di nuovo a causa della febbre che continuava a salire.

Roche ascoltò la sua confessione. Il prete appariva allo stremo delle forze, ma del resto erano tutti in quelle condizioni, e se si sedevano a riposare per qualche minuto si addormentavano immediatamente. Quando era venuto a vedere come stava suo figlio Lefric, il castaldo si era addormentato a ridosso della barricata e Kivrin stessa si era assopita mentre stava attizzando il fuoco, con il risultato di bruciarsi una mano.

Non possiamo andare avanti in questo modo, si disse, guardando Padre Roche tracciare il segno della croce su Eliwys. Finirà per morire di sfinimento, o per contrarre la peste anche lui. Devo portarli via di qui.

La peste non era arrivata dappertutto, c'erano stati villaggi che non ne erano stati neppure sfiorati. Per esempio aveva evitato la Polonia e la Boemia, e c'erano parti della Scozia settentrionale dove non era mai giunta.