Era andata a far compere nel Sentiero Fiorito, la strada piu elegante del piu allegro pianeta dello spazio.

Aveva scelto da sola i suoi vestiti perche Homir non se ne intendeva.

La commessa del negozio aveva approvato la scelta del vestito translucido con quelle strisce verticali che la facevano sembrare piu alta.

Con i soldi della Fondazione riusciva a comperare parecchie cose.

Homir le aveva dato dieci crediti e quando li aveva cambiati in moneta kalganiana le avevano dato un bel mucchio di banconote.

Era andata persino dal parrucchiere a farsi accorciare i capelli.

Con uno speciale trattamento erano diventati piu biondi che mai.

Si trovava proprio bellissima.

Questa era l'avvenimento piu importante della sua vita.

A dire il vero, il palazzo di Stettin non era cosi grandioso e ricco come i teatri del pianeta, ne misterioso e storico come il vecchio palazzo del Mulo, del quale purtroppo erano riusciti a vedere solamente la torre, ma cio che piu l'impressionava era l'entrata nel palazzo di un vero Signore.

Era tutta agitata.

Non solo, ma avrebbe avuto un'udienza privata con la sua amante.

Questa parola eccitava la sua fantasia, perche sapeva il ruolo che certe donne hanno avuto nella storia, conosceva il loro fascino e la loro potenza.

Molto spesso si era immaginata nei panni di queste creature, ma sulla Fondazione le amanti non erano di moda, a parte il fatto che suo padre non le avrebbe permesso certamente una cosa del genere.

Com'era naturale, Callia non rispondeva affatto al genere di donna che s'era immaginata.

Era piuttosto grassottella e all'apparenza non aveva nulla di particolarmente diabolico o pericoloso.

Era una donna piuttosto slavata e miope.

Aveva un tono di voce troppo alto e…

– Bambina, vorresti un'altra tazza di te? – domando Callia.

– Si, grazie vostra grazia. (O forse avrebbe dovuto chiamarla altezza?) – Mia Signora – osservo Arcadia con aria da intenditrice, – le vostre perle sono proprio meravigliose.

– Credi? Ti piacciono davvero? – Sembrava molto compiaciuta.

Se le tolse e le fece dondolare fra le mani. – Ti piacerebbe portarle? Se vuoi, te le regalo.

– Non… dite sul serio… – Se le trovo tra le mani, poi restituendole con l'aria triste, disse: – A mio padre non farebbe piacere.

– Non gli piacciono le perle? Ma sono belle, mi pare.

– No, intendo dire che a mio padre non piacerebbe che io le accettassi.

Mi dice sempre che non bisogna accettare regali troppo costosi.

– Ma… questo era un regalo che mi ha fatto Puc… il Primo Cittadino.

Secondo te ho fatto male ad accettarlo? Arcadia arrossi. – Non volevo…

Ma Callia ormai s'era stancata dell'argomento.

Lascio cadere le perle sul tappeto e disse: – Mi avevi promesso che mi avresti parlato della Fondazione.

Per favore, raccontami qualcosa.

E Arcadia si senti improvvisamente perduta.

Che poteva raccontarle di un mondo noioso fino alle lacrime? L'immagine che lei aveva della Fondazione era quella di una tranquilla cittadina, di una casa comoda dove nulla di eccitante sarebbe mai accaduto, della sua scuola dove era costretta a imparare nozioni insopportabili.

Rispose con voce incerta: – E pressappoco come viene descritta nei libri visivi, credo.

– Tu leggi molti libri? Quando mi ci provo mi viene un mal di testa atroce.

Pero mi sono sempre piaciute le storie che si vedono alla televisione sui vostri mercanti: uomini cosi rudi e selvaggi.

Mi ci diverto un mondo. – Il tuo amico, il dottor Munn, e un mercante anche lui? Non mi sembra abbastanza selvaggio.

La maggior parte dei mercanti portano la barba, hanno vociom tonanti, e dominano le donne… non pensi? Arcadia sorrise. – I mercanti fanno parte della storia, mia Signora.

Intendo dire che un tempo, quando la Fondazione era appena sorta, i mercanti erano pionieri che portavano la civilta nei pianeti piu barbari della Galassia.

Noi studiamo queste cose a scuola.

Ma ormai sono passati tanti anni.

Ora i mercanti non esistono piu, abbiamo cooperative o cose del genere.

– Davvero? Che peccato.

E allora che cosa fa il signor Munn, visto che non e un mercante? – Lo zio Homir e un bibliotecario.

Callia mise l'indice sul labbro inferiore spalancando gli occhi. – Intendi dire che si occupa di libri.

Ma guarda! Sembra un'attivita cosi sciocca per un uomo maturo.

– Lui e un ottimo bibliotecario, mia Signora.

E la sua professione e molto stimata sulla Fondazione.

– Poso la tazza sul tavolino.

La Signora sembrava tutta preoccupata. – Cara bambina, non volevo offenderti.

Sono sicura che e un uomo molto intelligente.

L'ho visto subito dai suoi occhi.

Erano cosi… intelligenti.

E deve essere anche coraggioso, visto che vuole andare a visitare il palazzo del Mulo.

– Coraggioso? – Arcadia si fece attenta.

Era l'occasione che aspettava.

Con indifferenza, guardandosi la punta delle unghie chiese: – E perche bisogna essere coraggiosi per andare a visitare il palazzo del Mulo.

– Non lo sai? – Callia aveva spalancato gli occhi e la sua voce s'era fatta bassa. – Il palazzo e maledetto.

Quando il Mulo mori, diede disposizione che nessuno entrasse nel palazzo fino a quando non fosse stato creato il Secondo Impero.

Nessun kalganiano oserebbe entrare nemmeno nel Garda.

Arcadia pendeva dalle sue labbra. – Ma si tratta di una supersitizione.

– Non dire una cosa del genere – la interruppe Callia. – Anche Puccino dice che e una superstizione.

Dice che serve a mantenere il controllo sul popolo.

Ma neanche lui c'e mai stato.

E nemmeno Thallos, che era Primo Cittadino prima di Puccino. – Poi sembro cambiare idea improvvisamente e domando: – Ma perche il signor Munn vuole andare a vedere il palazzo del Mulo? A questo punto, Arcadia mise in atto il suo piano d'azione.

Sapeva, dai libri che aveva letto, che le amanti dei tiranni sono la vera potenza dietro il trono.

Di conseguenza, se lo zio Homir non fosse riuscito a convincere Stetter, ed era convinta che non l'avrebbe spuntata, avrebbe dovuto rimediare lei con Callia.

Per la verita, Callia la sorprendeva un poco.

Non sembrava affatto una donna intelligente.

Ma dopotutto la storia prova che…

– Una ragione c'e, mia Signora.

Ma siete capace di tenere un segreto? – Lo giuro – affermo Callia incrociando le mani sul petto.

– Lo zio Homir – continuo Arcadia, – e un grande raccoglitore di documenti sul Mulo.

Ha scritto un gran numero di libri in proposito, e lui pensa che la storia della Galassia sia cambiata dopo la conquista della Fondazione.

– Davvero? – Lui pensa che il Progetto Seldon…

Callia batte le mani contenta. – Si, si, conosco il Progetto Seldon.

Nei film sui mercanti parlano sempre del Progetto Seldon.

Serve a far vincere sempre la Fondazione.

C'e qualcosa di scientifico che non sono mai riuscita a capire bene.

Mi annoio sempre quando mi tocca ascoltare le spiegazioni.

Ma continua pure, mia cara.

Tu parli in maniera differente.

Capisco benissimo quando mi spieghi tu le cose.

Arcadia continuo: – Non vi siete accorta che da quando il Mulo ha sconfitto la Fondazione, il Progetto Seldon non ha piu funzionato? E allora, chi formera il Secondo Impero? – Il Secondo Impero? – Si, bisogna che qualcuno ci riesca un giorno, no? E' questo il problema.

Poi c'e la Seconda Fondazione.

– La Seconda Fondazione? – Callia non riusciva piu a seguirla.

– Si, sono loro a pianificare la storia seguendo le orme di Seldon.

Hanno fermato il Mulo perche era prematuro, ma ora, forse, proteggono Kalgan.

– E perche? – Perche Kalgan forse offre maggiori garanzie per diventare il nucleo del Secondo Impero.

Callia sembro afferrare vagamente il concetto del discorso. – Intendi dire che Puccino forse diventera Imperatore? – Non siamo sicuri.

Ma lo zio Homir pensa che sia probabile.

Per questa, ragione deve vedere i documenti che ha lasciato il Mulo.

– E tutto troppo complicato – disse Callia dubbiosa.

Arcadia penso che fosse inutile dare ulteriori spiegazioni.

Infine, aveva fatto tutto il possibile.

Stettin era di umore nero.

L'incontro con quella specie di mollusco della Pondazione era stato assolutamente infruttuoso.

Peggio ancora, era stato imbarazzante.

Era assurdo che lui, governatore assoluto di ventisette Pianeti, padrone della piu grande flotta della Galassia, fosse costretto a dare udienza a un antiquario.

Dannazione! Avrebbe dovuto violare le tradizioni di Kalgan, permettere che il palazzo del Mulo venisse perquisito, perche quel brav'uomo potesse scrivere un altro dei suoi libri sul Mulo? La causa della scienza! Il sapere umano! Per la Galassia infinita! Come aveva osato dire tante fesserie in sua presenza? A parte il fatto che esisteva una maledizione.

Lui non ci credeva, perche nessun uomo intelligente avrebbe potuto crederci.

Ma se avesse dovuto rompere la tradizione, ci volevano argomenti ben piu seri che non le buffonate di quell'ingenuo.

– Che vuoi? – urlo in direzione di Callia che era entrata in parte nella stanza.

– Sei occupato? – Si.

Sono occupato.

– Ma non c'e nessuno qui, Puccino.

Potrei parlare con te solo un minuto? – Per la Galassia! Che vuoi? Sbrigati.

Callia balbetto: – La bambina mi ha detto che sarebbero andati a visitare il palazzo del Mulo.

Ho pensato che potevamo andarci anche noi.

Dov'essere bellissimo dentro.

– E cosi che ti ha detto? Ebbene, non ci va ne lei, ne noi.

Ora togliti dai piedi.

Ne ho abbastanza di te.

– Ma Puccino, perche hai detto di no? Non li vuoi lasciare entrare? La ragazzina mi ha detto che avresti creato l'Impero! – Non mi importa quello che ha detto…

Che cosa? – Balzo dalla sedia e l'afferro per un braccio stringendola forte. – Che cosa ti ha detto? – Mi fai male.

Non riesco a ricordare se mi guardi a quel modo.

Lui mollo la presa, e lei rimase per un momento in silenzio strofinandosi il braccio. – La bambina mi ha fatto promettere che non l'avrei rivelato a nessuno – piagnucolo.

– Che importa.

Dimmelo! – Bene, lei ha detto che il Progetto Seldon e cambiato e che da qualche parte c'era una Seconda Fondazione che stava facendo in modo che tu crei un Secondo Impero.

E tutto.

Mi ha detto anche che il signor Munn e uno scienziato importante e che il palazzo del Mulo contiene le prove.

Ti assicuro, e tutto quello che mi ha detto.