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La senatrice Richeau, di Vettore Rinascimento, si schiarì la voce. — Ammiraglio, non abbiamo mai concentrato in un solo punto una flotta del genere, vero?

Con un movimento fluido, Nashita girò la testa, ma mantenne il cipiglio. — Non ci siamo neppure mai impegnati in un'azione spaziale di questa importanza per il futuro dell'Egemonia, senatrice Richeau.

— Sì, lo capisco — replicò Richeau. — Ma la domanda intendeva chiarire quale impatto avrebbe questa azione sulla difesa della Rete in altri punti. Non è un rischio terribile?

Nashita brontolò; i grafici alle sue spalle turbinarono, si annebbiarono e si agglomerarono in una stupefacente immagine della Via Lattea vista da notevole distanza sopra il piano dell'eclittica; l'angolo cambiò, mentre sembrava di correre a velocità sconvolgente verso un braccio della spirale, finché non divenne visibile il merletto azzurro della rete di teleporter: l'Egemonia, un irregolare nucleo dorato con cuspidi e pseudopodi estesi nel nimbo verde del Protettorato. La Rete pareva casuale nel disegno e annichilita dall'estensione pura e semplice della galassia… e tutt'e due queste impressioni erano immagini accurate della realtà.

All'improvviso il grafico variò, la Rete e i mondi coloniali divennero l'universo, a parte una spolverata di stelle per dare prospettiva.

— Questa è la posizione attuale degli elementi della nostra flotta — disse l'ammiraglio Nashita. Fra il verde e l'oro, e più in là, comparvero parecchie centinaia di puntini arancione vivo, maggiormente concentrati intorno alla lontanissima stella di un protettorato che riconobbi tardivamente come quello di Hyperion.

— Ed ecco gli Sciami Ouster, secondo la più recente elaborazione. — Comparve una decina di linee rosse, segni di vettore e scie azzurrastre che mostravano la direzione di viaggio. Anche su quella scala, nessun vettore di Sciame pareva intersecare lo spazio dell'Egemonia, tranne uno, molto grosso, che s'incurvava nel sistema di Hyperion.

Notai che gli spiegamenti della FORCE:spazio spesso riflettevano i vettori di Sciame, a parte raggruppamenti nelle vicinanze delle basi e di mondi a rischio come Patto-Maui, Bressia e Qom-Riyadh.

— Ammiraglio — disse Gladstone, prevenendo la descrizione di questi spiegamenti — immagino che abbia tenuto conto del tempo di reazione della flotta, nel caso si presentasse una minaccia in altri punti della nostra frontiera.

Il cipiglio di Nashita si contrasse in qualcosa che poteva passare per sorriso. Nella voce c'era una traccia di degnazione. — Sì, signora. Se osserva gli Sciami più vicini, a parte quello nel sistema di Hyperion… — L'immagine zumò verso vettori rossi sopra una nube dorata, comprendenti sistemi stellari che, ne ero abbastanza sicuro, includevano Porta del Paradiso, Bosco Divino e Mare Infinitum. Su quella scala, la minaccia Ouster sembrava davvero remota.

— Elaboriamo le migrazioni di Sciame in base alle scie dei motori Hawking raccolte nei posti d'ascolto situati nella Rete e anche al di fuori. Inoltre, le nostre sonde a lunga distanza verificano a intervalli frequenti la grandezza e la direzione dello Sciame.

— Quanto frequenti, ammiraglio? — domandò il senatore Kolchev.

— Almeno una volta ogni due-tre anni — sbottò l'ammiraglio. — Tenga presente che il tempo di viaggio ammonta a diversi mesi, anche a velocità di spin-nave, e che dal nostro punto di vista il debito temporale può arrivare a dodici anni, per un transito del genere.

— Con intervalli di anni fra le osservazioni dirette — continuò Kolchev, imperterrito — come si fa a sapere dove si trovano gli Sciami, a un dato momento?

— I motori Hawking non mentono, senatore — replicò Nashita, in tono assolutamente neutro. — È impossibile simularne la scia di distorsione. Noi guardiamo la locazione in tempo reale di centinaia… o, nel caso di Sciami più consistenti, di migliaia… di motori ad anomalia in movimento. Come per le trasmissioni astrotel, non c'è debito temporale per la propagazione dell'effetto Hawking.

— Sì — disse Kolchev, con tono altrettanto neutro e micidiale di quello dell'ammiraglio — ma se gli Sciami viaggiassero a velocità inferiore a quella delle spin-navi?

Nashita sorrise sul serio. — Al di sotto della velocità iperluce, senatore?

— Sì.

Morpurgo e altri militari scossero la testa o nascosero un sorriso. Solo il giovane comandante della FORCE:mare, William Ajunta Lee, era attento e serio.

— A velocità subluce — rispose, impassibile, l'ammiraglio Nashita — i nostri pro-pro-pronipoti dovrebbe preoccuparsi di mettere in guardia i propri nipoti dal pericolo d'invasione.

Kolchev non intendeva darsi per vinto. Si alzò e indicò il punto in cui lo Sciame più vicino faceva una curva sopra Porta del Paradiso e si allontanava dall'Egemonia. — E se questo Sciame si avvicinasse senza usare i motori Hawking?

Nashita sospirò, chiaramente irritato che la sostanza della riunione fosse inquinata da questioni irrilevanti. — Senatore, le garantisco che se quello Sciame spegnesse in questo stesso momento i motori Hawking e virasse verso la Rete, impiegherebbe… — batté le palpebre, come se consultasse i propri impianti e collegamenti — duecentotrenta anni standard, prima d'avvicinarsi alle nostre frontiere. Non è un fattore che riguardi la decisione da prendere oggi, senatore.

Meina Gladstone si sporse e tutti gli occhi si girarono verso di lei. Memorizzai nella lavagna il disegno appena terminato e ne iniziai un altro.

— Ammiraglio, mi pare che la vera preoccupazione, qui, riguardi sia il raggruppamento senza precedenti di forze nel sistema di Hyperion, sia il fatto di mettere tutte le uova in un solo paniere.

Intorno al tavolo ci furono mormorii di divertimento. Gladstone era famosa per aforismi, storielle e luoghi comuni così antichi e dimenticati da sembrare nuovi di zecca. L'ultimo modo di dire ne era un esempio.

— Mettiamo davvero tutte le uova in un solo paniere? — continuò il PFE.

Nashita si sporse e posò sul tavolo le mani, a dita tese, premendo con forza. Questa forza eguagliava il potere della personalità di quell'uomo piccolino: uno dei rari individui che ottengono senza fatica l'attenzione e l'ubbidienza altrui. — No, signora, non ce le mettiamo — rispose. Senza girarsi, indicò il display in alto alle sue spalle.

— Gli Sciami più vicini non potrebbero entrare nello spazio dell'Egemonia senza un preavviso di due mesi in tempo di motore Hawking… ossia di tre anni del nostro tempo. Alla nostra flotta nel sistema di Hyperion occorrerebbero… anche nell'ipotesi che fosse sparsa in una zona molto vasta e in situazione di combattimento… meno di cinque ore per ritirarsi e teleportarsi in un punto qualsiasi della Rete.

— Questo non vale per unità della flotta che si trovano al di là della Rete — disse la senatrice Richeau. — Non possiamo lasciare senza protezione le colonie.

— Le duecento navi da guerra che useremo per risolvere la campagna di Hyperion sono già all'interno della Rete o portano attrezzature teleporter. Le unità della flotta indipendente assegnate alle colonie non saranno toccate.

Gladstone annuì. — Ma se il portale di Hyperion fosse danneggiato o cadesse in mano agli Ouster?

Dai tramestii, sospiri e cenni d'assenso dei civili presenti immaginai che Gladstone avesse toccato la fonte di preoccupazione maggiore.

Nashita annuì e tornò sulla piccola pedana, come se avesse previsto la domanda e si rallegrasse per la fine delle obiezioni irrilevanti. — Ottima domanda — disse. — Se n'è parlato in precedenti riunioni, ma prenderò in esame nei particolari questa possibilità.

"Primo, abbiamo attrezzature teleporter di riserva: al momento, due Balzonavi nel sistema e altre tre previste per l'arrivo dei rinforzi. Le probabilità che tutt'e cinque queste navi siano distrutte sono davvero piccole… quasi insignificanti, se si considera l'aumento di capacità difensive reso possibile dalle navi di rinforzo.