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"Secondo, le possibilità che gli Ouster si impadroniscano di un teleporter militare intatto e che lo usino per invadere la Rete sono zero. Ogni nave… ogni individuo… che varchi un portale della FORCE, è identificato da microtraspositori cifrati a prova di manomissione, aggiornati quotidianamente…"

— Gli Ouster non potrebbero infrangere questi codici… inserire i propri? — domandò il senatore Kolchev.

— Impossibile. — Nashita, mani dietro la schiena, andò su e giù per la piccola piattaforma. — L'aggiornamento dei codici avviene ogni giorno, per mezzo di tamponi astrotel monouso emessi dal quartier generale della FORCE all'interno della Rete…

— Mi scusi — lo interruppi, sorpreso di udire la mia voce in quel consesso — ma stamane ho effettuato una breve visita nel sistema di Hyperion e non mi sono accorto della presenza di codici.

Varie teste si girarono. L'ammiraglio Nashita riprese con successo l'espressione di un gufo che muovesse la testa su cuscinetti senza attrito. — Tuttavia, signor Severn — rispose — lei e il signor Hunt siete stati codificati… con un sistema indolore e impercettibile, laser all'infrarosso, ai due estremi del transito teleporter.

Annuii, stupito per un secondo che l'ammiraglio avesse ricordato il mio nome, finché non ricordai che pure lui aveva impianti.

— Terzo — continuò Nashita, come se non fossi intervenuto — se accadesse l'impossibile e le forze degli Ouster dovessero sopraffare le nostre difese, catturare i teleporter intatti, eludere i codici di sicurezza e attivare una tecnologia che conoscono poco e che per più di quattro secoli abbiamo tenuto lontano da loro… anche allora, tutti gli sforzi degli Ouster approderebbero a niente, perché il traffico militare è istradato verso Hyperion dalla base di Madhya.

— Da dove? — chiesero in coro diverse voci.

Avevo sentito parlare di Madhya solo grazie al racconto di Brawne Lamia riguardante la morte del suo cliente. Sia lei, sia Nashita, lo pronunciavano "mad-ye".

— Madhya — ripeté l'ammiraglio Nashita, sorridendo ora sul serio. Era un sorriso bizzarramente fanciullesco. — Inutile interrogare il comlog, signore e signori. Madhya è un sistema "nero", non risulta sulle guide e sugli elenchi dei teleporter civili. Lo teniamo di riserva proprio per scopi del genere. Con un solo pianeta abitabile, adatto unicamente a estrazioni minerarie e alla nostra base, Madhya è l'estrema posizione di ritirata. Se le navi da guerra Ouster riuscissero nell'impossibile e invadessero le nostre difese e i nostri portali di Hyperion, potrebbero andare solamente a Madhya, dove un ammontare significativo di potenza di fuoco è automaticamente diretto contro ogni e qualsiasi cosa vi giunga. Se l'impossibile fosse elevato al quadrato e la flotta Ouster sopravvivesse al transito nel sistema di Madhya, le connessioni teleporter di uscita si autodistruggerebbero e le loro navi da guerra rimarrebbero bloccate ad anni di distanza dalla Rete.

— Sì — disse la senatrice Richeau. — Ma lo stesso vale per noi. Due terzi della nostra flotta rimarrebbero nel sistema di Hyperion.

Nashita assunse la posizione di riposo. — Vero — disse. — Con i capi congiunti, io stesso ho soppesato varie volte le conseguenze di questa eventualità remota, anzi, statisticamente impossibile. Il rischio pare accettabile. Dovesse verificarsi l'impossibile, avremmo ancora una riserva di più di duecento navi da guerra per difendere la Rete. Avremmo perso il sistema di Hyperion, ma dopo avere inflitto agli Ouster un colpo terribile, un colpo che di per sé quasi certamente impedirebbe future aggressioni.

"Ma non è questo, il risultato che prevediamo! Con duecento navi da guerra trasferite presto, ossia nelle prossime otto ore standard, i nostri previsori e quelli della Commissione di Consulenza IA calcolano un 99% di probabilità di sconfitta dello Sciame aggressore Ouster, con perdite trascurabili da parte nostra."

Meina Gladstone si girò verso il consulente Albedo. Nella luce bassa, la proiezione era perfetta. — Consulente, non sapevo che alla Commissione fosse stata rivolta questa domanda. Il 99% è una cifra attendibile?

Albedo sorrise. — Attendibilissima, signora. Il fattore percentuale di probabilità era del 99,962794. — Il sorriso divenne più marcato. — Tanto rassicurante da indurre a mettere per breve tempo tutte le uova in un solo paniere.

Gladstone non sorrise. — Ammiraglio, quanto tempo prevede che durerà il conflitto, dopo l'arrivo dei rinforzi?

— Una settimana standard, signora. Al massimo.

Gladstone inarcò il sopracciglio sinistro. — Così poco?

— Sì, signora.

— Generale Morpurgo? Il parere della FORCE:terra?

— Concordiamo, signora. I rinforzi sono necessari, e subito. I trasporti truppe porteranno circa centomila tra marines e fanti, per spazzare i resti dello Sciame.

— In sette giorni standard o meno?

— Sì, signora.

— Ammiraglio Singh?

— È indispensabile, signora.

— Generale Van Zeidt?

Uno dopo l'altro, Gladstone chiese il parere ai comandanti congiunti e ai militari di grado superiore presenti, perfino al comandante della Scuola Comando Olympus, che s'inorgoglì per essere stato consultato. Tutti consigliarono senza esitazioni l'invio di rinforzi.

— Capitano Lee?

Tutti si girarono verso il giovane ufficiale navale. Notai la posizione rigida e il cipiglio dei militari più anziani: all'improvviso capii che Lee era presente su invito del PFE, non per la benevolenza dei superiori. Ricordai una frase di Gladstone, secondo la quale il giovane capitano Lee mostrava il tipo d'iniziativa e d'intelligenza che talvolta alla FORCE era mancato. Immaginai che, partecipando a questa conferenza informativa, il giovanotto si fosse tranciato la carriera.

Il capitano di fregata William Ajunta Lee si mosse a disagio sulla poltroncina. — Con il dovuto rispetto, signora, sono un semplice ufficiale navale di grado inferiore e non sono qualificato per esprimere un'opinione su argomenti di tale importanza strategica.

Gladstone non sorrise. Annuì con un cenno quasi impercettibile. — Apprezzo le sue parole, capitano. E sono sicura che anche i suoi superiori le apprezzino. Tuttavia, in questo caso, mi chiedo se non vorrebbe compiacermi ed esprimere il suo parere.

Lee raddrizzò le spalle. Per un istante il suo sguardo mostrò la disperazione d'un animale in trappola. — Se proprio devo esprimere un parere, signora, dico che l'istinto… e solo d'istinto si tratta, perché sono profondamente ignorante di tattiche interstellari… mi consiglierebbe di non inviare rinforzi. — Inspirò a fondo. — È una dichiarazione puramente militare, signora: sono all'oscuro delle ramificazioni politiche riguardanti la difesa del sistema di Hyperion.

Gladstone si sporse. — Allora, su base puramente militare, capitano, perché sconsiglia l'invio di rinforzi?

Dal mio posto a metà del tavolo, sentivo l'impatto dello sguardo dei comandanti della FORCE come un'esplosione laser da cento milioni di joule adoperata per accendere le sfere di deuterio-tritio in uno degli antichi reattori di fusione a confinamento inerziale. Mi stupii che Lee non crollasse, implodesse, s'accendesse e si fondesse davanti ai nostri occhi.

— Su base militare — disse Lee, con sguardo disperato, ma con voce ferma — ci sono due peccati capitali: dividere le proprie forze e… per usare la sua similitudine, signora… mettere tutte le uova in un solo paniere. In questo caso, il paniere non è neppure fatto da noi stessi.

Gladstone annuì e si appoggiò alla spalliera, unendo la punta delle dita sotto il labbro inferiore.

— Capitano - disse il generale Morpurgo, mostrandomi che è davvero possibile sputare una parola — ora che abbiamo il beneficio del suo… parere… posso chiederle se si è mai trovato coinvolto in una battaglia spaziale?

— No, signore.

— È mai stato anche solo addestrato alle battaglie spaziali, capitano?