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— Bene — sospirò. — Ora possiamo andare.

Gli occhi stanchi di Greenlaw si spalancarono. — Cosa?

— Cioè… con il suo permesso, signora Sigillatrice. — Allargò l’angolo di ripresa della telecamera, perché inquadrasse il sinistro scenario medico che lo circondava. Troppo tardi per regolare la tonalità dei colori su un verde più malsano. Ma forse non era necessario. Le labbra di Greenlaw si curvarono in una smorfia di costernazione, a guardarlo.

— L’ammiraglio Vorpatril ha ricevuto un comunicato militare estremamente allarmato dal comando… — Rapidamente Miles collegò l’improvviso aumento di tensione tra Barrayar e Cetaganda con gli eventi della Stazione Graf. Tuttavia evitò di accennare all’uso tattico delle scorte delle flotte commerciali come forze di intervento rapido, anche se dubitava che la Sigillatrice non l’avesse intuito.

— Il mio piano è di riportare il ba, i replicatori, e tutte le prove che riesco a raccogliere dei suoi crimini a Rho Ceta, per offrirle al governo cetagandano e prosciogliere Barrayar da tutte le accuse di collusione che sta causando questa crisi. Il più in fretta possibile. Prima che qualche testa calda, da una parte o dall’altra, faccia qualcosa d’irreparabile. — Miles prese fiato per continuare: — Prima ancora di commettere crimini su Graf, sia il ba che Gupta li hanno commessi negli imperi cetagandano e barrayarano. Ma c’è di peggio: la loro stessa ulteriore permanenza sulla Stazione Graf è pericolosa, perché, le assicuro, i cetagandani infuriati cominceranno a cercarli. Mi pare che abbiate già avuto un’esperienza dei loro metodi per evitare di essere invasi da uno sciame di veri agenti cetagandani. Lasciate a noi i due criminali, e ogni eventuale spedizione punitiva verrà a cercare noi.

— Hm — disse lei. — E la vostra flotta commerciale confiscata? Le vostre multe?

— Servendomi della mia autorità, sono disposto a trasferire la proprietà della Idris alla Stazione Graf, a copertura di tutte le multe e spese. — Prudentemente aggiunse: — Così com’è.

Greenlaw spalancò gli occhi. Indignata, protestò: — La nave è contaminata.

— Sì. Quindi non potremmo portarcela dietro comunque. Ripulirla potrebbe essere un bell’esercizio per l’addestramento del vostro personale anticontaminazione. — Decise di non accennare ai buchi. — Anche con quella spesa, ci guadagnate lo stesso. Purtroppo l’assicurazione dei passeggeri dovrà coprire il valore della parte del carico che non potrà essere recuperata. Ma ho buoni motivi per sperare che la maggior parte non dovrà essere messa in quarantena. E potrete lasciar andare il resto della flotta.

— E i vostri uomini in prigione?

— Ne avete lasciato andare uno. Vi siete pentiti? Non potete accettare che il coraggio del tenente Corbeau riscatti i suoi compagni? È stato sicuramente uno degli atti più coraggiosi ai quali io abbia mai assistito, e lo ha fatto per salvare la Stazione Graf.

— Quello… sì. È stato un atto di grande coraggio — ammise lei pensierosa. — Però anche lei ha inseguito il ba.

— Il mio caso non ha importanza — disse automaticamente Miles. — Io ero già… — tagliò la parola morto. Non era ancora morto, maledizione, — … ero già infetto.

— Perché, vorrebbe farmi credere che altrimenti non l’avrebbe fatto?

— Be’, io avevo una missione da compiere. Ho il dono del tempismo, in un certo senso.

— E dell’arrampicarsi sugli specchi.

— Anche quello. Ma quando ho cominciato a capire come stavano le cose, occuparmi di quel cetagandano era semplicemente compito mio.

— Non le hanno mai detto che è completamente pazzo?

— Ogni tanto — ammise Miles. Nonostante tutto, riuscì a sorridere. — Però non molto spesso da quando sono stato nominato Ispettore Imperiale.

La donna sbuffò. Che si stesse ammorbidendo? Miles lanciò la successiva bordata. — La mia è anche una richiesta umanitaria. È mia opinione, e speranza, che le dame haut cetagandane abbiano, nelle loro capienti maniche, una qualche cura per ciò che esse stesse hanno prodotto. Intendo portare con noi il portomastro Thorne per trovare la cura che sto cercando disperatamente per me stesso. È semplice giustizia. L’erm era al mio servizio quando è rimasto infettato. Nella mia squadra di lavoro, per così dire.

— Uhm… C’è da dire che voi barrayarani vi prendete veramente cura dei vostri uomini, se non altro. È uno dei vostri pochi lati positivi.

Miles aprì le mani in un riconoscimento altrettanto ambiguo di quel complimento a doppio taglio. — Thorne e io, al momento, dipendiamo da una scadenza che non può attendere, e purtroppo non chiede permesso a nessuno. L’attuale palliativo — fece un goffo cenno verso il filtro del sangue — ci fa guadagnare un po’ di tempo. Ma i medici non sanno se sarà sufficiente.

Greenlaw si strofinò la fronte, come se le facesse male.

— Sì, certo… di certo lei deve… oh, all’inferno. — Prese fiato. — Va bene. Prendetevi i vostri prigionieri, le vostre prove e tutta la maledetta baracca, compreso Thorne. A questo punto mi basta che ve ne andiate.

— E gli uomini di Vorpatril che tenete in prigione?

— Anche loro. Portateveli via tutti. Le vostre navi possono andarsene tutte, tranne la Idris. — Arricciò il naso disgustata. — Ma riparleremo più avanti delle vostre multe e spese quando la nave sarà stata valutata dai nostri ispettori. Il vostro governo potrà mandare qualcuno per questo compito. Preferibilmente non lei.

— Grazie, signora Sigillatrice — intonò Miles sollevato. Chiuse la comunicazione e ricadde sui cuscini. La stanza sembrava rotargli intorno al capo, molto lentamente. Il problema, decise dopo un attimo, non era la stanza.

Il capitano Clogston, che aveva aspettato sulla porta che l’Ispettore concludesse quel negoziato a alto livello, entrò per controllare con preoccupazione il suo rabberciato filtro del sangue. Poi diede un’occhiataccia a Miles. — Disturbo convulsivo, eh? Sono contento che qualcuno me l’abbia detto.

— Sì, ecco, non volevamo che lo scambiasse per un nuovo sintomo di morbo cetagandano. È una cosa abbastanza di routine. Se capita, non si preoccupi. Mi riprendo da solo in circa cinque minuti. Di solito mi lascia mal di testa, ma in questo momento non credo che noterei la differenza. Va bene, lasciamo perdere. Cosa mi dice del tenente Corbeau?

— Abbiamo controllato l’iposiringa: conteneva soltanto dell’acqua.

— Ah! Bene! Come pensavo. — Miles sorrise con soddisfazione. — Allora può dichiararlo libero da contagi?

— Dato che se ne è andato in giro per questa nave appestata nudo come un verme, non ancora, finché non siamo sicuri di avere identificato tutti i possibili pericoli che il ba potrebbe avere sparso. Ma non abbiamo trovato niente nei primi campioni di sangue e tessuti che abbiamo prelevato.

Un buon segno. Miles si sforzò di non essere troppo ottimista. — Può mandarmi il tenente? È prudente? Voglio parlargli.

— A questo punto crediamo che ciò che ha infettato lei e l’erm non sia contagioso, o almeno, che non si trasmetta con un normale contatto. Quando saremo sicuri che la nave è libera da qualsiasi altro morbo, potremo finalmente liberarci di queste tute, il che sarà un bel sollievo. Anche se i parassiti potrebbero essere trasmessi per via sessuale. Dovremo studiare questa possibilità.

— Corbeau non corre questo pericolo. Lo faccia entrare, allora.

Clogston gli rivolse una strana occhiata prima di andarsene. Miles non era sicuro se al capitano fosse sfuggita la fiacca battuta, o se l’avesse semplicemente considerata troppo fiacca per degnarla di risposta. Ma quella trasmissione per via sessuale scatenò una nuova cascata di spiacevoli, sgradite congetture nella mente di Miles. E se i medici avessero scoperto che potevano tenerlo in vita senza limite, ma non liberarlo da quei maledetti affari? Non sarebbe mai stato in grado di toccare Ekaterin per il resto della sua vita? La cosa suggeriva anche una nuova serie di domande da porre a Gupta sui suoi recenti viaggi. Be’, i medici quad erano competenti, e stavano ricevendo rapporti dai medici dei barrayarani; sicuramente i loro epidemiologi ci avevano già pensato.