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Il sorriso ricomparve. — Completamente guarito. Be’, insomma, quella terrificante dottoressa cetagandana che la haut Pel ha portato qui ti ha dichiarato guarito. Ma sei ancora molto debole. Devi riposare.

— Riposare, non posso riposare! Cos’altro sta succedendo? Dov’è Bel?

— Anche Bel è vivo. Potrai vederlo tra poco, e anche Nicol. Sono in una cabina in questo corridoio. Bel ha subito… — Aggrottò la fronte, esitante. — Ha subito più danni di te da questa cosa, ma dovrebbe ristabilirsi col tempo.

A Miles quella frase non piacque molto.

Ekaterin seguì il suo sguardo che vagava per la stanza.

— Al momento siamo a bordo della nave della haut Pel… cioè, la sua nave del Nido Celeste, che l’ha portato qui da Eta Ceta. Le donne del Nido Celeste vi hanno fatto trasferire qui per curarvi e non hanno lasciato salire a bordo nessuno dei nostri uomini per farvi la guardia, nemmeno l’armiere Roic all’inizio, cosa che ha provocato uno stupidissimo litigio; avevo voglia di sculacciare tutti quanti, finché poi non hanno deciso che Nicol e io potevamo venire. Il capitano Clogston era molto turbato di non potervi assistere. Ha addirittura minacciato di non restituire i replicatori finché non avessero cooperato. Puoi immaginare come ho reagito a quell’idea.

— Bene! — E non solo perché si erano liberati di quelle piccole bombe a orologeria. Non poteva immaginare una manovra più psicologicamente sbagliata o diplomaticamente disastrosa, in un momento come quello.

— Inoltre ho dovuto calmare quell’idiota di Gupta, che era isterico all’idea di essere riportato dai cetagandani. Sono stata costretta a fare promesse… Spero di non aver mentito spudoratamente.

— Era vero che covava ancora un serbatoio di parassiti? — chiese Miles. — Hanno curato anche lui? Gli avevo giurato che se avesse collaborato come testimone, Barrayar l’avrebbe protetto, ma non mi aspettavo di essere incosciente al nostro arrivo.

— Sì, la dottoressa cetagandana ha curato anche lui. Dice che il residuo latente di parassiti non si sarebbe più riattivato, ma in realtà non credo che fosse sicura. A quanto pare, nessuno è mai sopravvissuto prima d’ora a quest’arma biologica. Ho avuto l’impressione che il Nido Celeste voglia Gupta a scopo di ricerca ancor più di quanto la Sicurezza Imperiale di Cetaganda lo voglia per le sue imputazioni criminali, e se devono giocarselo a braccio di ferro, vincerà il Nido Celeste. I nostri uomini comunque hanno eseguito il tuo ordine; è ancora detenuto sulla nave barrayarana. Alcuni cetagandani non ne sono troppo felici, ma gli ho detto che dovranno parlarne personalmente con te.

Miles si schiarì la gola. — Uhm… Mi pare di aver registrato qualche messaggio. Ai miei genitori. E a Mark e Ivan. E ai piccoli Aral ed Helen. Spero che tu non li abbia… non li hai ancora spediti, vero?

— Li ho messi da parte.

— Oh, bene. Non ero molto coerente in quel momento.

— Forse no — ammise lei. — Ma erano molto commoventi.

— Ora puoi cancellarli.

— Mai — disse lei, con fermezza.

— Ma parlavo a vanvera!

— Non importa, voglio tenerli. — Gli accarezzò i capelli, e il suo sorriso si torse. — Forse un giorno si potranno riciclare. Dopotutto… la prossima volta, potresti non avere tempo.

La porta della camera scivolò di lato, ed entrarono due donne alte e flessuose. Miles riconobbe immediatamente la più anziana.

La haut Pel Navarr, Consorte di Eta Ceta, era forse la numero due nella strana gerarchia segreta del Nido Celeste, seconda solo alla stessa Imperatrice, haut Rian Degtiar.

Il suo aspetto non era cambiato dalla prima volta che Miles l’aveva incontrata, una decina d’anni prima, se non forse per l’acconciatura. I suoi capelli biondo miele, incredibilmente lunghi, erano raccolti in una dozzina di trecce che scendevano da una linea sulla nuca che andava da un orecchio all’altro, e le cui estremità ondeggiavano attorno alle caviglie insieme all’orlo e ai drappeggi della gonna. Miles si chiese se l’effetto sconcertante, vagamente da Medusa, fosse intenzionale. La sua pelle perfetta era sempre pallida, ma non avrebbe mai potuto essere scambiata per una donna giovane, nemmeno per un istante. Troppa calma, troppo controllata, troppa distaccata ironia.

Al di fuori dei santuari più reconditi del Giardino Celeste, le donne haut di alto lignaggio normalmente si spostavano protette e celate da bolle di forza personali, al riparo da sguardi indegni. Il solo fatto che fosse entrata senza quel velo era sufficiente a far capire a Miles che si trovava in un territorio privato del Nido Celeste. La donna bruna accanto a lei era abbastanza anziana da avere tracce d’argento nei lunghi capelli che si inanellavano sulla schiena tra gli abiti, e una pelle che, benché immacolata, era visibilmente ammorbidita dall’età. Gelida, deferente, sconosciuta a Miles.

— Lord Vorkosigan. — La haut Pel gli rivolse un cenno del capo relativamente cordiale. — Sono lieta di trovarla sveglio. È tornato a essere se stesso?

Perché, prima chi ero? Temeva di poterlo indovinare. — Credo di sì.

— È stata una sorpresa incontrarci di nuovo in questo modo, anche se non è stata una sorpresa sgradita.

Miles si schiarì la gola. — È stata una completa sorpresa anche per me. I vostri embrioni dei replicatori, li avete recuperati? Stanno bene?

— Abbiamo completato gli esami la scorsa notte. Sembrano in ottime condizioni, nonostante le loro terribili avventure. Mi è dispiaciuto che non fosse così anche per lei.

Fece un cenno del capo alla sua compagna; la donna si rivelò un medico, che effettuò un breve esame dell’ospite barrayarano accompagnato da pochi mormorii bruschi. Per concludere il suo lavoro, immaginò Miles. Le sue domande sui parassiti transgenici furono accolte da risposte educatamente evasive; in seguito Miles si chiese se fosse veramente una dottoressa, oppure una veterinaria; se non fosse che la maggior parte dei veterinari che aveva incontrato dimostravano più simpatia per i loro pazienti.

Ekaterin fu più risoluta.

— Potete darmi un’idea del tipo di effetti collaterali che dobbiamo aspettarci da questo contagio, per il Lord Ispettore e il portomastro Thorne?

La donna fece cenno a Miles di riallacciarsi il camice, e si voltò per parlarle.

— Suo marito — e in bocca a lei questo termine riusciva a suonare del tutto alieno — ha subito una certa micro-cicatrizzazione muscolare e circolatoria. Il tono muscolare dovrebbe col tempo ristabilirsi gradualmente a livelli simili a quelli originali. Tuttavia, andando ad aggiungersi al suo precedente trauma criogeno, mi aspetterei un’accresciuta possibilità di problemi circolatori con l’età. Anche se, considerando la brevità della vostra esistenza, pochi anni di differenza nella speranza di vita non vi sembreranno significativi.

Esattamente il contrario, signora. Infarti, trombosi, emboli, Miles tradusse mentalmente. Che gioia. Aggiungiamoli alla lista, insieme a pistole ad ago, granate soniche, fuoco al plasma, raggi nervini, rivetti incandescenti e vuoto assoluto.

E convulsioni. Allora, quali interessanti sinergie avrebbe potuto aspettarsi quando quella micro-cicatrizzazione circolatoria si fosse incrociata con il suo disturbo convulsivo?

Miles decise di riservare questa domanda per i suoi medici personali. Loro avevano bisogno di nuovi stimoli, e lui sarebbe diventato un interessante progetto di ricerca. Militare oltre che medico, notò con un brivido.

L’haut continuò, rivolta a Ekaterin: — Il betano ha subito danni interni molto maggiori. Il tono muscolare potrebbe non ristabilirsi mai completamente, e dovrà fare attenzione a evitare sforzi di ogni genere. Un ambiente a gravità ridotta o nulla potrebbe essere la cosa più sicura per l’erm durante la convalescenza. Mi è parso di capire dalla sua compagna, la donna quad, che questo potrebbe essere un problema semplice da risolvere.