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Tese una mano che tremava leggermente e toccò il monitor per passare al livello di controllo seguente. Alimentazione generale e livello dei serbatoi, tutto verde. Il livello successivo permetteva il monitoraggio individuale di ciascuno dei venti feti contenuti nelle singole camere placentari. Temperatura del sangue, massa, tutti valori fisiologici, e come se non bastasse, minuscole telecamere incorporate nella camera placentare, con tanto di illuminazione, permettevano di vedere gli occupanti dei replicatori in tempo reale, mentre galleggiavano serenamente nei loro sacchi amniotici. Quello che stava guardando sul monitor fece un piccolo movimento con le minuscole dita all’accendersi della fioca luce rossa, e sembrò strizzare i grandi occhi neri. Non era abbastanza cresciuto per essere a termine, ma c’era molto vicino. Miles pensò a Helen Natalia, e ad Aral Alexander.

Roic, con le labbra socchiuse per il disappunto, fissò il corridoio di macchine luccicanti. — Vuol dire che queste cose sono piene di embrioni umani, Milord?

— Be’, ecco, questa è una bella domanda. Anzi, due. Sono piene, e sono umani? Se sono feti haut, direi che umani è quanto meno opinabile. Per quanto riguarda se sono piene, possiamo guardare… — Una dozzina di altri monitor delle slitte, scelte a intervalli casuali, mostrò lo stesso contenuto. Quando decisero che ormai avevano una prova conclusiva, Miles respirava affannosamente.

— Ma che cosa ci fa un ermafrodita betano con dei replicatori cetagandani? — chiese Roic perplesso. — E solo perché sono stati fatti da cetagandani, come facciamo a sapere che dentro ci sono davvero dei cetagandani? Forse il betano potrebbe aver comprato i replicatori usati.

Miles, con un ghigno, si voltò verso Bel. — Betano? Tu che cosa ne pensi, Bel? Avete parlato del vostro mondo di sabbia mentre lo accompagnavi in questa stiva?

— Non abbiamo parlato molto. — Bel scosse la testa. — Ma questo non prova nulla. Io stesso non ne parlo volentieri, e anche se lo avessi fatto, è troppo tempo che ho perso il contatto con Beta per percepire eventuali passi falsi sulla sua attualità o cose del genere. Non era la conversazione di Dubauer che mi turbava. C’era qualcosa di… strano, nel suo linguaggio corporeo.

— Linguaggio corporeo. Esatto. — Miles si avvicinò a Bel, e con una mano voltò la testa dell’erm verso la luce. Bel non si ribellò, limitandosi a sorridere. Sulla guancia e sul mento aveva una sottile peluria. Miles strizzò gli occhi, cercando di visualizzare nella mente il taglio sulla guancia di Dubauer.

— Tu hai una peluria sul viso, come le donne. E così tutti gli ermafroditi, vero?

— Certo. Se non praticano la depilazione totale, alcuni riescono perfino a farsi crescere la barba.

— Dubauer no. — Miles fece per incamminarsi lungo il corridoio, ma si arrestò e rimase fermo guardando Bel. — Lui non ha neppure un pelo, a parte quelle graziose sopracciglia e quei capelli grigi, e sono disposto a scommettere che se li sia fatti impiantare recentemente. Linguaggio corporeo? Dubauer non è un ermafrodita, non ha due sessi… ma cosa diavolo avevano in mente i tuoi antenati?

Bel fece un sorrisetto malizioso.

— Dubauer non ha proprio sesso. È veramente un neutro.

— Neutro, nell’uso betano — cominciò Bel con il tono rassegnato di qualcuno che ha dovuto spiegare queste cose troppe volte — non si riferisce affatto a un soggetto inanimato, come accade in altre culture.

Miles allontanò tutta la questione con un gesto della mano. — Non dirlo a me, io questo predicozzo l’ho bevuto col latte materno. Ma Dubauer non è un ermafrodita. È un ba.

— Un che cosa?

— Un estraneo, i ba sono una razza di servi creata allo scopo di accudire al Giardino Celeste, dove l’Imperatore cetagandano abita nella serena bellezza di un ambiente esteticamente perfetto, o così vorrebbero farci credere i signori haut. I ba sono una razza di servi geneticamente devoti, cagnolini umani. Bellissimi, naturalmente, perché tutto all’interno del Giardino Celeste deve esserlo. Ho incontrato i ba per la prima volta circa dieci anni fa, quando sono stato inviato in missione diplomatica su Cetaganda… non come l’ammiraglio Naismith, ma come il tenente Lord Vorkosigan… In realtà ero stato mandato lì per presenziare al funerale della madre dell’Imperatore Fletchir Giaja, la vecchia Imperatrice Madre Lisbet. Ho visto un sacco di ba da vicino. Quelli di una certa epoca erano stati fatti completamente glabri. Era una moda, a quei tempi. Ma i ba non sono solo servitori degli haut imperiali. Ricordi quello che ti ho detto? Le dame haut del Nido Celeste si occupano solo di geni umani. I ba servono alle dame haut come prova per i nuovi complessi genetici, i miglioramenti introdotti nella razza haut, prima di decidere se vale la pena di aggiungerli al nuovo modello annuale di coorte haut. In un certo senso, i ba sono i fratelli degli haut. Fratelli maggiori, o loro figli, potremmo dire. Gli haut e i ba sono due facce della stessa medaglia. Un ba è intelligente e pericoloso quanto un signore haut. Ma non è altrettanto autonomo. I ba sono fedeli come sono senza sesso, perché vengono fatti così, e per una ragione molto semplice… per controllarli. E questo spiega perché avevo l’impressione di avere già incontrato Dubauer da qualche parte. Se quel ba non possiede dei geni di Fletchir Giaja in persona, mi mangio…

— Le unghie? — suggerì Bel.

Miles si allontanò la mano dalla bocca. Continuò. — Se Dubauer è un ba, e sono disposto a scommettere che lo è, allora quei replicatori devono essere pieni di cetagandani… di qualche tipo. Ma perché sono qui? Perché trasportarli in segreto, su una nave di quello che è stato ed è ancora un nemico? Be’, speriamo non un nemico in futuro… le ultime tre guerre che abbiamo fatto con i cetagandani di certo sono bastate. Se si trattasse di qualcosa di lecito e legittimo, perché non viaggiare su una nave cetagandana, con tutti i fronzoli del caso? Certo non per fare economia. E dunque questo è il vero segreto, ma segreto rispetto a chi, e perché? Cosa diavolo sta macchinando il Nido Celeste? — Incapace di stare fermo, Miles cominciò a camminare avanti e indietro. — E la cosa è tanto diabolicamente segreta che questo ba, dopo avere portato dei feti vivi fin qui, starebbe progettando di ucciderli per mantenere il segreto, piuttosto che chiedere aiuto?

— Già — fece Bel. — È inquietante, a pensarci bene.

Roic rinforzò, indignato. — È orribile, Milord!

— Forse Dubauer non ha veramente intenzione di disfarsene — disse Bel incerto. — Forse lo ha detto solo perché noi mettessimo sotto pressione i quad e gli lasciassimo portare il suo carico via dall’Idris.

— Ah — disse Miles. Questa sì che era un’idea attraente… potersi lavare le mani dell’intera faccenda… — Merda. No. Non ancora, almeno. In effetti, voglio che tu chiuda a chiave l’Idris di nuovo. Non lasciare che Dubauer… non lasciare che nessuno salga a bordo. Per una volta in vita mia, voglio vere istruzioni dal Quartier Generale prima di saltare a qualche conclusione. E devo mettermi in contatto il più velocemente possibile.

Cos’aveva detto Gregor? A cosa aveva accennato, in realtà? Che qualcosa aveva messo in agitazione i cetagandani attorno a Rho Ceta. Qualcosa di strano. Altro che strano quello che aveva scoperto lì. Che ci fosse un collegamento?

— Miles — esclamò Bel, esasperato. — Ho appena fatto i salti mortali per convincere Watts e Greenlaw a lasciare che Dubauer tornasse a bordo dell’Idra. Come faccio adesso a spiegargli che all’improvviso ho cambiato idea? — esitò. — Se questo cargo e il suo proprietario sono pericolosi per lo Spazio Quad, dovrei riferirlo. Pensi che quel quad all’albergo volesse colpire Dubauer, invece che noi due?

— Mi era già venuto questo sospetto, effettivamente.

— Allora sarebbe… sbagliato tenere all’oscuro le autorità della Stazione: potrebbe essere un problema di sicurezza.