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Composi Mycroft-xxx sulla tastiera del telefono, facendo scudo con il corpo. Non ero disposto a rivelare alla ragazza il numero, prima di vedere come sarebbe andata a finire.

L’idea di mettere una bomba sotto Mike mi aveva sconvolto. — Mike?

— Salve, Man, mio unico amico.

— Forse non sarò il solo, d’ora in poi. Vorrei presentarti qualcuno. Non-stupido.

— Sapevo che non eri solo, Man. Sentivo un sospiro che non era il tuo. Puoi chiedere, per favore, al nonstupido di avvicinarsi al telefono?

Wyoming sembrava atterrita. Sussurrò: — Mi vede anche?

— No, non-stupido, non posso vederti; questo telefono non ha circuito visivo. Ma i ricevitori binaurali mi permettono di ricostruirti con una certa precisione. Dalla voce, dal respiro, dai battiti del cuore, e dal fatto che sei in una stanza con un uomo adulto, deduco che sei un essere umano di sesso femminile, di peso superiore ai sessantacinque chili, in età adulta, intorno ai trent’anni.

Wyoming inghiottì un paio di volte. Mi intromisi. — Mike, il suo nome è Wyoming Knott.

— Sono molto lieta di conoscerti, Mike. Puoi chiamarmi Wyoh.

— Allora ti chiamerò così. Il tuo primo nome per intero può dare luogo a malintesi in quanto ha suono identico al nome di una regione amministrativa della sezione nord-occidentale della Federazione Nord-Americana.

— Lo so. Sono nata laggiù, e i miei genitori mi hanno dato il nome dello Stato. Non ricordo molto in proposito.

— Wyoh, mi dispiace che questo circuito telefonico non permetta la trasmissione di immagini fotografiche. Il Wyoming è un territorio rettangolare compreso fra le coordinate terrestri da quarantuno a quarantacinque gradi nord e da centoquattro gradi e tre minuti ovest, e pertanto ha una superficie di duecentocinquantatremilacentonovantasette virgola ventisei chilometri quadrati. È una regione di altipiani e montagne con fertilità limitata, ma apprezzata per le sue bellezze naturali. La densità della popolazione era molto bassa fino all’accrescimento stabilito dal sottopiano di urbanizzazione del Progetto di Rinnovamento Urbe, o della città di New York, dall’anno duemilaventicinque all’anno duemilatrenta.

— Prima che io nascessi — disse Wyoh. — Ne so anch’io qualcosa, i miei nonni furono deurbanizzati… ed è per questo, indirettamente, che io sono finita sulla Luna.

— Devo continuare con le nozioni sul territorio chiamato Wyoming? — chiese Mike.

— No, Mike — intervenni — probabilmente potresti parlarne per ore.

— Nove ore e settantatré centesimi, a velocità normale, escludendo i riferimenti, Man.

— Lo temevo. Forse Wyoh gradirà sentirne parlare un’altra volta. Il motivo della telefonata di oggi è di farti conoscere questa Wyoming… Anche lei è una regione ricca di bellezze naturali e montagne.

— E con fertilità limitata — aggiunse Wyoh. — Mannie, se proprio vuoi divertirti con sciocchi paralleli non puoi escludere questo. A Mike non importa che aspetto ho.

— Come fai a saperlo? Ma parliamo d’altro, di barzellette, per esempio.

La proposta fu accolta. Esaminammo la lista delle barzellette riferendo a Mike le nostre conclusioni. Poi cercammo di spiegargli quelle che non aveva capito. A volte con successo, a volte no. Il vero problema sorse però sulle barzellette che io avevo segnato come divertenti e che Wyoh giudicava non divertenti, o viceversa. Wyoh chiese l’opinione di Mike su ogni caso controverso.

Avrei voluto che gli venisse chiesta la sua opinione prima che noi esprimessimo il giudizio: quel delinquente elettronico dava sempre ragione a lei e torto a me. Ma erano davvero le opinioni oneste di Mike? O cercava di farsi bello davanti alla nuova amica? Oppure era il suo senso contorto dell’umorismo che lo spingeva a prendermi in giro? Non glielo chiesi.

Ma quando fummo arrivati in fondo alla lista, Wyoh scrisse su un foglietto questo appunto: "Mannie, riferimento numeri 17, 51, 53, 87, 90, 99… Mike è una bella lei!".

Mi limitai a scuotere le spalle e mi alzai in piedi. — Mike, è da ventidue ore che non dormo. Voi ragazzi potete chiacchierare fino a quando ne avete voglia. Vi chiamerò domani.

— Buona notte, Man. Sogni d’oro. Wyoh, hai sonno anche tu?

— No, Mike, ho riposato un poco. Però, Mannie, forse ti disturbiamo… o no?

— No, quando ho sonno, dormo. — Cominciai a trasformare il divano in un letto.

— Scusami un momento, Mike — disse Wyoh. Si alzò e mi tolse il lenzuolo di mano. — Lo farò io, dopo. Intanto tu dormi sul letto, tovarisch; sei più grasso di me. Starai più comodo.

Ero troppo stanco per discutere, mi distesi sul letto e mi addormentai di colpo. Mi pare di ricordare di aver udito, nel sonno, qualche risata soffocata e un gridolino, ma non mi destai mai al punto da esserne del tutto certo.

Mi svegliai dopo qualche ora e fui improvvisamente cosciente quando mi resi conto di udire due voci femminili; una era il caldo tono di contralto di Wyoh, l’altra era una voce acuta, da soprano, con lieve accento francese. Wyoh soffocò una risata e rispose: — Va bene, cara Michelle. Ti chiamerò presto. Buona notte, tesoro.

— Bene. Buona notte, cara.

Wyoh si alzò e si volse verso di me. — Chi è la tua amica? — chiesi. Pensavo che non conoscesse nessuno a Luna City. Forse aveva chiamato Hong Kong… e nonostante il sonno sentivo che, per qualche ragione, non avrebbe dovuto telefonare.

— Lei? Ma come? Mike, naturalmente! Non volevamo svegliarti, scusa.

— Cosa?

— Oh. In realtà era Michelle. Ne ho discusso con Mike, di che sesso fosse, voglio dire. Ha concluso che poteva essere uomo o donna, indifferentemente. Così ora è diventato Michelle e quella che hai sentito è la sua voce. E ci ha azzeccato alla prima battuta. Non si è confusa mai una volta.

— Naturalmente. Ha solo alzato il tono di un paio di ottave. Che cosa stai cercando di fare? Sdoppiare la sua personalità?

— Non si tratta solo di ottave. Quando è Michelle, cambia completamente atteggiamento. E non preoccuparti di sdoppiamento di personalità: ne ha abbastanza per ogni personalità che vuole assumere. Inoltre, Mannie, è più comodo per tutt’e due. Appena ha cambiato voce, ci siamo sciolte i capelli, ci siamo raggomitolate sulla sedia e abbiamo parlato di cose di donne, come se ci fossimo conosciute da sempre. Abbiamo discusso a lungo delle mie gravidanze. Michelle era terribilmente interessata. Sa tutto di ginecologia ma solo in modo astratto… i fatti reali le sono piaciuti molto. In realtà, Mannie, Michelle è molto più donna di quanto Mike fosse uomo.

— Bene… immagino che non ci sia niente da ridere. Avrò un colpo quando chiamerò Mike la prima volta e mi risponderà una donna.

— Non succederà.

— Come?

— Michelle è amica mia. Quando chiamerai tu, ti risponderà Mike. Mi ha dato un altro numero per non creare confusione. Michelle, ma con la Y. M, Y, C, H, E, L, L, E più Y e Y, per fare dieci lettere.

Pur rendendomi conto che ero sciocco, mi sentii vagamente geloso. Improvvisamente, Wyoh scoppiò a ridere. — E mi ha raccontato una sfilza di barzellette nuove, che a te non sembreranno molto divertenti… e, accidenti, se ne sa di spinte!

— Mike… o sua sorella Michelle… è uno spirito volgare. Prepariamo il divano, adesso, e cambiamo posto.

— Stai dove sei. Taci. Voltati dall’altra parte. E mettiti a dormire. — Non risposi, mi voltai e mi riaddormentai.

Dopo qualche tempo, ebbi la sensazione matrimoniale di qualcosa di caldo che mi sfiorava la schiena. Non mi sarei svegliato, ma lei singhiozzava, piano. Mi volsi e feci scivolare il mio braccio sotto la sua testa, senza dire una parola. Smise di singhiozzare: poi il suo respiro divenne lento e regolare. Mi riaddormentai.