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— Cosa devo fare? — domandò Montoya, che stava compilando il modulo di ammissione e l'elenco dei contatti avuti. — Devo scrivere il nome di tutte le persone con cui ho avuto contatti oggi?

— Negli ultimi tre giorni — precisò Dunworthy.

Continuarono ad aspettare. Dunworthy bevve un'altra tazza di tè, Montoya telefonò al Servizio Sanitario Nazionale e cercò di ottenere che le venisse concessa un'esenzione dalla quarantena in modo da poter tornare ai suoi scavi. La donna paramedico si rimise a dormire.

Infine arrivò un'infermiera con un carrello su cui c'era la cena.

— Grande plauso levarono le schiere ad ognuno. E al desco ci accingiamo or ora — declamò Latimer, il solo commento che avesse avanzato nell'arco di tutto il pomeriggio.

Mentre mangiavano, Gilchrist gli espose i suoi progetti di mandare Kivrin nell'epoca subito successiva alla Morte Nera.

— La teoria storica universalmente accettata è che quella pestilenza abbia completamente distrutto la società medievale — disse a Latimer, mentre tagliava il suo roastbeef, — ma le mie ricerche indicano che si è trattato di un fenomeno più epurativo che catastrofico.

Dal punto di vista di chi? pensò Dunworthy, domandandosi al tempo stesso perché gli esami stessero richiedendo tanto tempo. Erano davvero in corso delle analisi del loro sangue oppure quella era una scusa per tenerli semplicemente chiusi lì in attesa che uno di loro o anche tutti si accasciassero sul carrello del tè, in modo da poter determinare con precisione il periodo di incubazione?

Gilchrist chiamò ancora una volta il New College e chiese di parlare con la segretaria di Basingame.

— Non c'è — lo avvertì Dunworthy. — È andata nel Devonshire per passare il natale con la figlia.

Gilchrist però lo ignorò.

— Sì, ho bisogno di farle pervenire un messaggio. Sto cercando di contattare il Signor Basingame e si tratta di un'emergenza. Abbiamo appena mandato uno storico nel 1300 ma a Balliol hanno mancato di sottoporre ai necessari esami medici il tecnico che ha gestito la rete, con il risultato che ha contratto un virus contagioso — spiegò nel microfono, poi chiuse la comunicazione e aggiunse: — Nell'eventualità che il Signor Chaudhuri abbia trascurato di sottoporsi ai necessari vaccini antivirali la riterrò personalmente responsabile dell'accaduto, Signor Dunworthy.

— Ha fatto tutti i vaccini lo scorso settembre — replicò Dunworthy.

— Che prove può fornire di questo? — ritorse Gilchrist.

— È passato attraverso la rete? — chiese la donna paramedico.

Tutti quanti, perfino Latimer, si voltarono a guardarla con espressione sorpresa, perché fino a quel momento era parsa profondamente addormentata, con la testa china sul petto e le braccia incrociate sulle liste dei contatti.

— Avete detto di aver mandato qualcuno nel medioevo — ripeté la donna, con aria bellicosa. — È venuto di lì?

— Temo di non ca… — cominciò Gilchrist.

— Il virus — spiegò lei. — È passato attraverso la macchina del tempo?

— Non è una cosa possibile, vero? — domandò Gilchrist, scoccando un'occhiata nervosa a Dunworthy.

— No — garantì questi. Era evidente che Gilchrist non sapeva assolutamente nulla dei paradossi del continuum o della teoria della concatenazione… quell'uomo non aveva nessun titolo per essere il Sostituto del Preside di Facoltà. Non sapeva neppure come funzionasse quella rete attraverso cui aveva mandato con tanta disinvoltura Kivrin. — Il virus non può essere giunto attraverso la rete.

— La Dottoressa Ahrens ha detto che quell'Indiano è stato il solo caso — obiettò la donna, — e lei ha detto che aveva fatto tutti i vaccini — proseguì, puntando il dito contro Dunworthy. — Se ha fatto i vaccini non poteva prendere nessun virus a meno che si tratti di una malattia proveniente da qualche altra parte… e il medioevo era pieno di malattie, giusto? Come il vaiolo e la peste.

— Sono certo che la Sezione Medievale ha preso tutte le necessarie misure per impedire questa eventualità… — cominciò Gilchrist.

— Non esiste nessuna possibilità che un virus possa attraversare la rete — dichiarò Dunworthy, con rabbia. — Il continuum spaziotemporale non permette che succeda.

— Però mandate la gente nel passato — insistette la donna, — e un virus è più piccolo di una persona.

Si trattava di un'argomentazione che Dunworthy non aveva più sentito dai tempi in cui la rete era appena stata inventata, quando la sua teoria era ancora compresa soltanto in parte.

— Le garantisco che è stata presa ogni precauzione — ribadì Gilchrist.

— La rete non può essere attraversata da nulla che possa influenzare il corso della storia — spiegò Dunworthy, scoccando a Gilchrist un'occhiata rovente… con i suoi discorsi di precauzione e di probabilità lui stava soltanto incentivando i timori della donna. — Radiazioni, tossine, microbi, nulla di tutto questo è mai passato attraverso la rete. Se sono presenti, essa semplicemente non si apre.

Il paramedico non parve convinto.

— Le assicuro… — ricominciò Gilchrist; in quel momento sopraggiunse Mary, che aveva in mano fasci di fogli di diversi colori, e Gilchrist si alzò subito in piedi. — Dottoressa Ahrens, esiste la possibilità che l'infezione virale contratta dal Signor Chaudhuri sia giunta attraverso la rete? — domandò.

— È ovvio che no — rispose Mary, accigliandosi, come se l'idea le apparisse ridicola. — In primo luogo le malattie non possono attraversare la rete, perché questo violerebbe i paradossi. In secondo luogo, anche ammettendo che il virus sia venuto di lì… il che è impossibile… Badri lo avrebbe contratto meno di un'ora dopo il suo arrivo e questo vorrebbe dire che il virus ha un periodo di incubazione di un'ora appena, il che è assurdo. Se però fosse successo, il che non è, voi tutti sareste già malati, perché sono passate oltre tre ore da quando siete stati esposti ad esso.

E cominciò a raccogliere le liste dei contatti.

— Come Sostituto del Preside della Facoltà — dichiarò Gilchrist, che appariva irritato, — ho delle responsabilità da assolvere. Per quanto tempo intendete trattenerci ancora qui?

— Soltanto quello necessario a raccogliere le liste e a darvi le necessarie istruzioni. Al massimo cinque minuti — rispose Mary, prelevando la lista stilata da Latimer.

Montoya si affrettò a prendere i propri figli dal tavolo e cominciò a scrivere in fretta.

— Cinque minuti? — domandò il paramedico che aveva voluto sapere se il virus era giunto attraverso la rete. — Vuol dire che siamo liberi di andare?

— In libertà vigilata dal punto di vista medico — precisò Mary.

Sistemò quindi le liste in fondo al fascio di fogli che aveva in mano e cominciò a distribuire gli altri, che erano di un rosa acceso… pareva che si trattasse di una specie di modulo per essere dimessi, in cui si liberava l'Infermeria da qualsiasi tipo di responsabilità.

— Abbiamo ultimato le vostre analisi del sangue — continuò Mary, — e in nessuna di esse figura un aumentato livello di anticorpi.

Consegnò quindi a Dunworthy un modulo azzurro che liberava il Servizio Sanitario Nazionale da ogni responsabilità e confermava la disponibilità a pagare tutte le spese che non fossero da esso coperte entro un tempo massimo di trenta giorni.

— Mi sono tenuta in contatto con il CMI, e le loro raccomandazioni sono di effettuare osservazioni controllate, con un continuo monitoraggio della temperatura e un prelievo di campioni di sangue ogni dodici ore.

Il foglio che stava distribuendo adesso era verde e recava la scritta «Istruzioni per i Primi Contatti» Il primo punto diceva: «Evitare di avere contatti con altre persone.»

Dunworthy pensò a Finch e ai suonatori di campane americani, che senza dubbio lo stavano aspettando alle porte di Balliol armati di convocazioni in giudizio e di Sacre Scritture, e a tutte le persone impegnate nelle compere natalizie o trattenute a Oxford dalla quarantena che affollavano il tragitto fino al college.