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— Andrò a dire a Gawyn di avvertirti non appena arriva tuo padre — promise poi, e si recò nella stalla… ma Gawyn non era là, e neppure nella birreria.

Rientrò in casa, chiedendosi se Imeyne avesse affidato a Gawyn un altro dei suoi incarichi, ma la vecchia era seduta accanto all'inviato che era stato manifestamente svegliato contro la sua volontà e gli stava parlando in tono deciso, mentre Gawyn era accanto al fuoco circondato dagli uomini di Sir Bloet, inclusi i due che erano emersi dalle latrine. Sir Bloet sedeva dall'altro lato del focolare con la cognata e con Eliwys.

Kivrin si lasciò cadere a sedere sulla panca dei mendicanti: adesso non aveva più modo anche soltanto di avvicinarsi a Gawyn, e tanto meno di chiedergli dove fosse il sito.

— Datemelo! — gemette Agnes.

Lei e gli altri bambini erano vicini alle scale che portavano alla stanza di Rosemund e i suoi compagni di gioco si stavano passando Blackie di mano in mano, accarezzandolo e giocando con i suoi orecchi. Agnes doveva essere andata a prendere il cucciolo nella stalla mentre Kivrin era nel granaio.

— È il mio cane! — gridò Agnes, cercando di afferrare Blackie, ma uno dei bambini lo allontanò di scatto dalle sue mani. — Dammelo!

Kivrin si alzò in piedi.

— Mentre stavo cavalcando nei boschi, mi sono imbattuto in una fanciulla — disse Gawyn, ad alta voce. — Era stata assalita dai ladri ed era gravemente ferita, con la testa lacerata e insanguinata.

Kivrin esitò, scoccando un'occhiata in direzione di Agnes, che stava picchiando i pugni contro le braccia dell'altro bambino, poi si rimise a sedere.

— 'Bella fanciulla,' le ho detto, 'chi ha fatto questa cosa malvagia?' — continuò Gawyn. — Lei però non poteva parlare a causa delle sue ferite.

Agnes aveva recuperato il cucciolo e lo stava serrando contro di sé. Kivrin era consapevole che sarebbe dovuta andare a salvare la bestiola ma rimase dove si trovava, spostandosi appena per poter vedere oltre la cuffia inamidata della cognata di Sir Bloet.

Dì loro dove mi hai trovata, incitò silenziosamente Gawyn, dentro di sé. Dì loro in quale punto del bosco sono stata assalita.

— 'Sono il tuo servitore e troverò questi malvagi furfanti' ho continuato, 'ma temo a lasciarti in una così triste situazione' — proseguì Gawyn, guardando in direzione di Eliwys. — Intanto lei però si era ripresa e mi ha implorato di inseguire coloro che le avevano fatto del male.

Eliwys si alzò, si diresse verso la porta e sostò per un momento sulla soglia con espressione ansiosa, prima di tornare a sedersi.

— I ladri non erano andati via da molto — stava raccontando Gawyn, — quindi ho trovato con facilità la loro pista e li ho inseguiti spronando il mio destriero.

Adesso il nipote di Sir Bloet stava facendo penzolare il cucciolo per le zampe anteriori, e la povera bestia si stava lamentando in maniera patetica.

— Kivrin! — strillò Agnes, vedendola, e si strinse con impeto contro le sue ginocchia. Immediatamente il nipote di Sir Bloet consegnò il cucciolo a Kivrin e si trasse indietro, mentre anche gli altri bambini si sparpagliavano.

— Hai salvato Blackie! — trillò Agnes, protendendosi per prendere il cucciolo.

— È ora di andare a letto — avvertì Kivrin, scuotendo il capo.

— Io non sono stanca — protestò Agnes, con una voce lamentosa che era tutt'altro che convincente, e si sfregò gli occhi.

— Ma Blackie è stanco — replicò Kivrin, accoccolandosi accanto alla bambina, — e non andrà a letto a meno che tu ti sdrai accanto a lui.

Quella tesi parve colpire la fantasia di Agnes, e prima che lei avesse il tempo di obiettare Kivrin le sistemò il cucciolo fra le braccia come se fosse stato un neonato, sollevandoli poi entrambi di peso.

— Blackie vorrà che tu gli racconti una storia — suggerì, avviandosi verso la porta.

— Ben presto mi sono trovato in un luogo che non conoscevo — stava narrando Gawyn. — Una cupa foresta.

Kivrin portò fuori il suo carico e cominciò ad attraversare il cortile.

— A Blackie piacciono le storie sui gatti — affermò Agnes, cullando gentilmente il cucciolo.

— Allora gli devi raccontare una storia sui gatti — convenne Kivrin, prendendo il cucciolo mentre la bambina saliva la scala che portava al solaio. La bestiola era già addormentata, sfinita dalle rudi attenzioni ricevute, e Kivrin l'adagiò sulla paglia accanto al giaciglio della bambina.

— Gli parlerò di un gatto cattivo — decise Agnes, impossessandosi di nuovo dell'animale. — Dato che non devo dormire ma soltanto sdraiarmi per tenere compagnia a Blackie, è inutile che mi tolga i vestiti.

— Sì, è inutile — convenne Kivrin, coprendo tanto la bambina quanto il cane con una pesante pelliccia… del resto nel granaio faceva troppo freddo per spogliarsi.

— A Blackie piacerebbe portare indosso la mia campanella — dichiarò la bambina, cercando di infilare il nastro intorno alla testa del cane.

— No, non gli piacerebbe — ribatté Kivrin, e confiscò la campanella prima di stendere un'altra pelliccia su di loro.

Non appena s'insinuò sotto le coltri accanto alla bambina, Agnes le si strinse contro.

— C'era una volta una gatta cattiva — cominciò Agnes, sbadigliando. — Suo padre le aveva detto di non andare nella foresta, ma lei non gli diede retta.

Per qualche momento ancora combatté con coraggio contro il sonno, sfregandosi gli occhi e inventando avventure per la gatta cattiva, ma alla fine l'oscurità e il calore delle pesanti pellicce ebbero la meglio su di lei.

Kivrin continuò a restare distesa là, aspettando che il suo respiro si facesse lieve e costante, poi liberò gentilmente il cucciolo dalla stretta di Agnes e lo adagiò sulla paglia.

Agnes si mosse appena e si fece più vicina a Kivrin, con i capelli contro la guancia di lei.

Come farò a lasciarti? si chiese Kivrin. E Rosemund? E Padre Roche? Poi si addormentò.

Quando si svegliò era quasi giorno e Rosemund era venuta a distendersi accanto ad Agnes. Kivrin le lasciò a dormire e scese in silenzio dal solaio, attraversando in fretta il cortile grigio nel timore di non aver sentito la campana che chiamava alla messa. Gawyn però stava ancora tenendo banco accanto al fuoco e l'inviato del vescovo era sempre seduto sull'alto seggio ad ascoltare Lady Imeyne.

Il monaco era invece in un angolo con un braccio intorno alla vita di Maisry, ma il segretario non si vedeva da nessuna parte, segno che doveva aver ceduto alle libagioni e che era stato messo a letto.

Anche i bambini dovevano essere stati messi a letto e a quanto pareva alcune donne si erano ritirate nel solaio per riposare, dato che Kivrin non riuscì a scorgere né la sorella di Sir Bloet né quella sua cognata proveniente dal Dorset.

— 'Fermo, furfante!' ho gridato, 'perché ti voglio affrontare in leale combattimento' — disse Gawyn.

Kivrin si chiese se era ancora la storia del Salvataggio nel Bosco oppure una delle avventure di Sir Lancillotto… era impossibile stabilirlo, e se lo scopo di quelle narrazioni era quello di fare impressione su Eliwys quello di Gawyn era tutto fiato sprecato in quanto lei non era nella sala. Ciò che restava del pubblico di Gawyn non sembrava a sua volta impressionato: due uomini erano intenti a giocare svogliatamente a dadi sulla panca e Sir Bloet stava dormendo con il mento appoggiato al petto massiccio.

Era evidente che addormentandosi Kivrin non aveva perso nessuna preziosa opportunità di parlare con Gawyn, e da come si erano messe le cose sembrava che avrebbe dovuto aspettare ancora parecchio per poterlo fare. Sarebbe potuta rimanere tranquillamente in solaio con Agnes. Ormai era chiaro che avrebbe dovuto provvedere lei a creare un'occasione per incontrarsi con Gawyn in privato, aspettandolo al varco mentre andava alla latrina o si recava a messa per susurrargli di raggiungerla in seguito nella stalla.