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— Joseph, tesoro — esclamò Wingreen-Feif, mentre percorrevo gli ultimi metri — come diavolo ti sei fatto invitare a una cerimonia così orribile?

Sorrisi e le offrii una coppa di champagne. L'imperatrice madre della moda letteraria mi conosceva solo a causa di una sua visita di una settimana al festival dell'arte su Esperance e della mia amicizia con personalità famose nella Rete, come Salmud Brevy III, Millon De Havre e Rithmet Corber. Tyrena era un dinosauro che si rifiutava di estinguersi… i polsi, i palmi e il collo, senza il trucco, avrebbero brillato d'azzurro, a causa dei ripetuti trattamenti Poulsen; e lei passava decenni in crociere interstellari a balzo breve o in pisolini in crio-fuga incredibilmente costosi in stazioni termali troppo esclusive per avere un nome; come risultato, Tyrena Wingreen-Feif aveva tenuto in pugno la scena sociale, con una stretta ferrea, per più di tre secoli e non mostrava alcun segno di volerla abbandonare. Con ogni pisolino di vent'anni, la sua fortuna economica aumentava e la leggenda cresceva.

— Vivi ancora in quell'orribile pianetino che visitai l'anno scorso? — mi domandò.

— Esperance — dissi, sapendo che lei conosceva con esattezza dove risiedeva ogni artista importante di quel mondo poco importante.

— No, a quanto pare mi sono trasferito su TC2, per il momento.

La signora Wingreen-Feif fece una smorfia. Mi rendevo conto vagamente della presenza di una decina di suoi leccapiedi che ci fissavano domandandosi chi fosse quel giovanotto sfrontato che si era inserito nell'orbita interna della donna. — Davvero terribile, per te — disse Tyrena — sopportare un mondo di imprenditori e burocrati governativi. Mi auguro che ti permettano di fuggire presto!

Alzai il bicchiere in un brindisi. — Volevo chiederti una cosa — dissi. — Non eri l'editore di Martin Sileno?

L'imperatrice madre abbassò il bicchiere e mi fissò freddamente. Per un istante immaginai Meina Gladstone e questa donna impegnate in uno scontro di volontà: repressi un brivido e attesi la risposta.

— Mio caro ragazzo — fece lei — è storia così antica! Perché vuoi turbare la tua graziosa testolina infantile con simili sciocchezze preistoriche?

— Sono interessato a Sileno — risposi. — Alla sua poesia. Ero solo curioso di sapere se sei ancora in contatto con lui.

— Joseph, Joseph, Joseph — rispose, con aria disgustata, la signora Wingreen-Feif. — Sono decenni che nessuno ha notizie del povero Martin. Quel disgraziato ormai sarà vecchissimo!

Mi guardai bene dal ricordare a Tyrena che, quando lei era l'editore di Sileno, il poeta era molto più giovane di lei.

— Strano, che tu ne abbia parlato — continuò Tyrena. — La mia vecchia casa editrice, la Transline, diceva di recente che intendono ristampare una parte dell'opera di Martin. Non so se si sono messi in contatto con gli eredi.

— I suoi libri della serie Crepuscolo d'un mondo? — dissi, pensando ai volumi basati sulla nostalgia della Vecchia Terra che molto tempo prima si erano venduti così bene.

— No. Per quanto sembri strano, pare che vogliano ristampare i suoi Canti. — Tyrena rise e tese un bastoncino di cannabis in un lungo bocchino d'ebano. Uno del seguito si affrettò a darle fuoco. — Che scelta bizzarra! — riprese lei. — Tanto più che nessuno ha mai letto i Canti, quando il povero Martin era in vita. Be', niente aiuta la carriera di un artista quanto un po' di morte e di oscurità, come dico sempre. — Rise… piccoli suoni acuti simili a metallo che scheggi la roccia. Cinque o sei del gruppo risero con lei.

— Faresti meglio ad accertarti che Sileno sia morto — dissi. — I Canti sarebbero una lettura migliore, se fossero completi.

Tyrena Wingreen-Feif mi guardò bizzarramente, le campanelle che annunciavano la cena risuonarono tra il fruscio di foglie, Spenser Reynolds offrì il braccio alla grande dame e la gente cominciò a salire l'ultima rampa veso le stelle; terminai di bere, lasciai sulla ringhiera la coppa vuota e mi unii al gregge.

Prendemmo posto e poco dopo arrivarono il PFE e il suo seguito; Gladstone pronunciò un breve discorso, probabilmente il ventesimo della giornata, senza contare quello del mattino al Senato e alla Rete. La ragione originale di quella cena era il riconoscimento ufficiale di una campagna per la raccolta di capitali destinati al Fondo di Assistenza di Armaghast, ma presto il discorso di Gladstone si spostò sulla guerra e sulla necessità di proseguirla con vigore ed efficienza, mentre i capi di tutti i partiti della Rete promuovevano l'unità.

Mentre lei parlava, lasciai vagare lo sguardo al di là della balaustra. Il cielo color limone si era dissolto in zafferano chiaro e poi era svanito rapidamente in un crepuscolo tropicale così vivido da far pensare che avessero steso sul cielo un pesante sipario azzurro. Bosco Divino aveva sei piccole lune, cinque delle quali visibili da quella latitudine, e quattro correvano nel cielo, mentre guardavo le stelle spuntare. Lì l'aria era ricca d'ossigeno, quasi esilarante, e aveva l'intensa fragranza di vegetazione umida che mi ricordò la visita del mattino su Hyperion. Ma su Bosco Divino non erano ammessi VEM, né skimmer, né velivoli di qualsiasi genere (esalazioni petrolchimiche e scie di celle a fusione non avevano mai inquinato quel cielo) e la mancanza di città, di autostrade e di illuminazione elettrica rendeva le stelle abbastanza brillanti da competere con le lanterne giapponesi e con i fotoglobi appesi ai rami e ai pilastri.

Dopo il tramonto, la brezza si era levata di nuovo e ora l'intero albero ondeggiava lievemente; la vasta piattaforma si muoveva con la dolcezza di una nave sul mare appena increspato, i pilastri e i sostegni di legno weir e muir scricchiolavano piano al movimento gentile. Vedevo luci splendere su fra le cime lontane e capii che molte di esse provenivano da "stanze" (alcune delle migliaia affittate dai Templari) collegabili via teleporter alla propria residenza multiplanetaria, se si possedeva l'iniziale milione di marchi necessario per una simile bizzarria.

I Templari non si sporcavano con le attività quotidiane del Treetops e delle agenzie immobiliari: si limitavano a porvi strette e inderogabili condizioni ecologiche, ma beneficiavano delle centinaia di milioni di marchi ricavati da simili imprese. Pensai alla loro nave da crociera interstellare, la Yggdrasill, un Albero lungo un chilometro proveniente dalla foresta più sacra del pianeta, mosso dai generatori d'anomalia del motore Hawking e protetto dai più complessi schermi e campi di forza erg trasportabili. Chissà come, inesplicabilmente, i Templari avevano acconsentito a inviare la Yggdrasill in una missione di sfollamento che era una semplice copertura per l'unità operativa di invasione della FORCE.

E come accade in genere quando oggetti inestimabili sono posti a repentaglio, la Yggdrasill era stata distrutta in orbita intorno a Hyperion da un attacco degli Ouster o per una causa ancora imprecisata. Come avevano reagito, i Templari? Quale scopo inconcepibile li aveva spinti a rischiare una della quattro navi-albero esistenti? E perché il capitano della nave-albero, Het Masteen, era stato scelto come uno dei sette pellegrini allo Shrike ed era scomparso prima che il carro a vela raggiungesse la Briglia, sulle rive del mare d'Erba?

C'erano maledettamente troppe domande e la guerra durava solo da qualche giorno.

Meina Gladstone aveva terminato il discorso e ci invitò a gustare la magnifica cena. Applaudii educatamente e indicai al cameriere di versarmi il vino. Il primo piatto era una classica insalata à la periodo impero, che gustai con entusiasmo. Mi resi conto di non avere mangiato niente, dalla prima colazione di quel mattino. Inforcando un germoglio di crescione d'acqua, ricordai il governatore generale Theo Lane mangiare uova e pancetta e aringhe in salamoia, mentre la pioggia cadeva piano dal cielo color lapislazzuli di Hyperion. Anche quello era stato un sogno?