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Anderson si schiarì la voce. «È possibile che Solomon abbia mentito al suo rapitore? Forse gli ha detto che quaggiù c’era qualcosa… mentre in realtà non c’è niente.»

Langdon stava formulando pensieri molto simili.

S e n z a alcun preavviso, la fiamma della candela vacillò, c o m e mossa da una corrente d’aria. Si affievolì per un istante e poi riprese ad ardere normalmente.

«È strano» osservò Anderson. «Spero che nessuno abbia chiuso la porta di sopra.» Uscì nel buio del corridoio. «C’è qualcuno?»

Langdon si accorse a malapena dell’uscita del capo della sicurezza. Il suo sguardo era stato improvvisamente attirato dalla parete di fondo. Cos’è successo?

«Ha visto anche lei?» domandò Sato, che a sua volta fissava allarmata lo stesso punto.

Langdon annuì, il battito del cuore più rapido.

Un momento prima la parete era sembrata tremolare, come animata da qualche energia.

Anderson rientrò. «Là fuori non c’è nessuno.» La parete ondeggiò di nuovo. «Cristo santo!» esclamò poi, facendo un salto indietro.

Tutti e tre rimasero immobili e in silenzio per qualche istante, con lo sguardo fisso.

Langdon avvertì un brivido gelido quando si rese conto di ciò c h e avevano davanti agli occhi. Tese incerto un braccio fino a toccare la parete con la punta delle dita. «Non è un muro» annunciò.

Anderson e Sato si avvicinarono, scrutando attenti.

«È un telo» chiarì Langdon.

«E si è mosso» aggiunse subito Sato.

Sì, in un modo molto strano. Langdon studiò la superficie più da vicino. La luce della candela aveva vacillato in modo sorprendente perché il telo stesso si era mosso, ma non verso l’interno della stanza… piuttosto fluttuando all’indietro, come attraverso la parete di fondo.

M o l t o delicatamente, L a n g d o n allungò le dita tese e s p i n s e il telo. Sorpreso, ritrasse di colpo la mano. C’è un’apertura!

«Tirate il telo» ordinò Sato.

Langdon sentiva il cuore battergli all’impazzata. Allungò un braccio e afferrò il bordo del telo, scostando lentamente il tessuto da un lato. Guardò incredulo ciò che si nascondeva dietro. Mio Dio.

Immobili in un silenzio stupefatto, Sato e Anderson fissarono l’apertura nella parete.

Poi, finalmente, Sato parlò. «A quanto pare, abbiam o appena trovato la nostra piramide.»

39

Langdon fissava la rientranza nella parete di fondo. Nascosto dietro il telo, c’era un incavo perfettamente quadrato, di circa un metro di lato, che sembrava essere stato ricavato togliendo una serie di mattoni dal muro. Per un momento, nel buio, Langdon aveva pensato che fosse l’accesso a una stanza segreta.

Adesso vedeva che non era così.

Quella rientranza, pur sbozzata in modo rozzo, ricordava la nicchia di un museo, progettata per ospitare una statuetta. E, molto opportunamente, anche questa nicchia accoglieva un unico, piccolo oggetto.

Alto una ventina di centimetri, era un pezzo di solido granito lavorato. La superficie era liscia ed elegante e le quattro facce scintillavano alla luce della candela.

Langdon non riusciva assolutamente a immaginare cosa ci facesse lì quell’oggetto. Una piramide di pietra?

«A giudicare dalla sua espressione, devo presumere che questa cosa non sia tipica di un gabinetto di riflessione» disse Sato in tono compiaciuto.

Langdon si limitò a scuotere il capo.

«Allora, forse, vorrà modificare le sue precedenti dichiarazioni a proposito della leggenda di una piramide massonica nascosta qui a Washington?» Il tono del direttore dell’OS era quasi arrogante.

«Signora» ribatté subito Langdon «questa non è la piramide massonica.»

«Quindi è una pura coincidenza il fatto che abbiamo trovato una piramide nascosta nel cuore del Campidoglio, in una stanza segreta che appartiene a un grande capo della massoneria?»

Langdon si sfregò gli occhi e cercò di pensare con chiarezza. «Senta, questa piramide non corrisponde in alcun modo al mito. La piramide massonica viene descritta come enorme, con la sommità in oro massiccio.»

Inoltre, Langdon lo sapeva, la piccola piramide tronca che avevano appena trovato non era neppure una vera piramide. Priva della cuspide, era un simbolo del tutto diverso. Nota come la "piramide incompiuta", sottolineava simbolicamente come l’ascesa dell’uomo verso il suo pieno potenziale fosse un’opera in costante divenire. Anche se pochi se ne rendevano conto, si trattava del simbolo più diffuso sulla faccia della terra. Oltre venti miliardi di esemplari a stampa. Impressa su ogni banconota da un dollaro in circolazione, la piramide incompiuta aspettava paziente la sua cuspide splendente, sospesa sopra di lei come un promemoria del destino non completamente realizzato dell’America e del lavoro ancora da svolgere, sia come paese sia come individui.

«La prenda» ordinò Sato a Anderson, indicando la piramide. «Voglio darle un’occhiata più da vicino.» La donna fece spazio sulla scrivania spingendo di lato, senza il minimo rispetto, teschio e femori incrociati.

Langdon cominciava ad avere la sensazione di far parte di un gruppo di volgari tombaroli, intenti a profanare un altare.

Anderson gli passò accanto, allungò le mani nella nicchia e strinse le palme ai due lati della piramide. Poi, sollevandola a fatica, la fece scivolare verso di sé e infine la posò con un tonfo sordo sul piano di legno. Arretrò di un passo per lasciare posto a Sato.

Il direttore sistemò la candela vicino alla piramide, di cui cominciò a studiare la superficie lucida. Lentamente, fece scorrere le piccole dita sull’oggetto, esaminando ogni millimetro della sommità piatta e poi delle facce. Circondò la piramide con le mani per tastarne anche il retro, dopodiché aggrottò la fronte, apparentemente delusa. «Professore, lei prima ha detto che la piramide massonica venne costruita per proteggere informazioni segrete.»

«Così narra la leggenda, sì.»

«Perciò, ipoteticamente parlando, se il rapitore di Solomon crede che questa sia la piramide massonica, dovrebbe credere anche che contenga informazioni preziose.»

Esasperato, Langdon annuì. «Sì, ma se anche trovasse quelle informazioni, probabilmente non sarebbe in grado di capirle. Secondo la leggenda, il contenuto della piramide è codificato, indecifrabile per chiunque… a eccezione dei più degni.»

«Prego?»

Nonostante la crescente impazienza, Langdon rispose con voce neutra: «I tesori mitologici sono sempre protetti e possono essere conquistati solo dopo aver superato una serie di prove che dimostrano il valore della persona. Come forse ricorderà, nella leggenda della Spada nella roccia, la roccia cede la spada solo ad Artù, il quale era spiritualmente pronto a sostenerne il terrificante potere. La piramide massonica si basa sullo stesso concetto. In questo caso il tesoro è costituito dalle informazioni, che si dice siano scritte in un linguaggio codificato, una lingua mistica di parole perdute, leggibile solo dai più degni».

Sulle labbra di Sato passò un leggero sorriso. «Questo forse spiega perché lei stasera è stato convocato qui.»

«Prego?»

Con calma, Sato ruotò la piramide di centottanta gradi, senza spostarla. La quarta faccia adesso scintillava alla luce della candela.

Langdon la fissò sorpreso.

«Sembra proprio che qualcuno la giudichi degno» disse Sato.