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— Uhm… è una domanda trabocchetto.

— È la domanda chiave, cara Wyoming. Una domanda che va alla radice del problema stesso del governo. Chiunque risponda onestamente e accetti tutte le conseguenze, sa in che posizione si trova… e per che cosa è disposto a morire.

Wyoh corrugò la fronte. — Non morale per un singolo membro del gruppo… — disse. — Professore, quali sono i tuoi principi politici?

— Posso prima chiedere i tuoi? Ammesso che tu sia in grado di esprimerli.

— Certamente sono in grado di esprimerli! Faccio parte della Quinta Internazionale, come la maggior parte dei membri dell’Organizzazione. Oh, noi non vogliamo escludere nessuno che si muova nella nostra direzione: è un fronte unito. Abbiamo anche Comunisti e membri della Quarta Internazionale, Societari, Randiti e chissà quanti altri. Però io non sono marxista; noi della Quinta abbiamo un programma pratico. Iniziativa privata dove conviene l’iniziativa privata, pubblica dove e più funzionale la pubblica, e ammettiamo che le circostanze possano alterare i singoli casi.

— Pena capitale?

— Per che cosa?

— Per i casi di tradimento, diciamo. Contro la Luna, dopo che avrete liberato la Luna.

— Tradimento in che modo? Se non conosco le circostanze, non posso rispondere.

— Nemmeno io, cara Wyoming. Però io credo nella pena capitale in alcune circostanze, con questa differenza: non chiederei che ci fosse la sentenza di un tribunale. Processerei, condannerei ed eseguirei la sentenza io stesso, accettandone la piena responsabilità.

— Ma… Professore, quali sono le tue opinioni politiche?

— Sono un razionalista anarchico.

— Non conosco questo gruppo. Anarchici individualisti, anarchici comunisti, anarchici cristiani, anarchici filosofici, sindacalisti, libertari… questi li conosco. Ma che roba è questa? Come i Randiti?

— Posso andare abbastanza d’accordo con un Randita. Un razionalista anarchico crede che concetti come Stato e società non abbiano un’esistenza propria, salvo che sia fisicamente rappresentata negli atti di individui responsabili. Il razionalista anarchico ritiene che sia impossibile trasferire una colpa, condividere una colpa, distribuire colpe… poiché colpe, decisioni e responsabilità sono cose che accadono nella sfera individuale degli esseri umani e da nessun’altra parte. Essendo però razionale, sa che non tutti gli individui condividono le sue opinioni, e perciò cerca di vivere perfettamente in un mondo imperfetto, cosciente che il suo sforzo sarà meno che perfetto, eppure non travolto dalla coscienza del proprio insuccesso.

— Senti, senti! — dissi. — Meno che perfetto: è la meta a cui ho aspirato per tutta la vita.

— L’hai raggiunta — ribatté Wyoh. — Professore, le tue parole sembrano belle, ma c’è qualche cosa che non va. Troppo potere nelle mani di un solo individuo. Certamente non vorresti… insomma, faccio un esempio… non vorresti che i missili con testata termonucleare fossero controllati da una persona irresponsabile…

— Il mio punto di vista è che ogni persona è responsabile. Sempre. Se le bombe nucleari esistono, ed è un fatto, qualche uomo deve pur controllarle. In termini di morale, non esiste una realtà come quella dello Stato. Solo uomini. Individui. Ciascuno responsabile dei propri atti.

— Qualcuno vuole un secondo bicchierino? — chiesi. Niente consuma l’alcol più rapidamente di una discussione politica. Ordinai una seconda bottiglia.

Mi tenni fuori dalla discussione. Dopo tutto, non ero tanto insoddisfatto di vivere sotto il tallone di ferro dell’Ente Lunare. Ingannavo l’Ente, e per il resto non ci pensavo mai. Non pensavo di sbarazzarmene… Impossibile. Il mio motto era: fare la propria strada, occuparsi degli affari propri, non farsi scocciare dagli altri.

È vero, non vivevo nel lusso. A paragone del livello di vita terrestre, ero povero. Se una cosa doveva essere importata, per lo più se ne faceva a meno. Credo che all’inizio non ci fosse nemmeno una porta stagna automatica sulla Luna.

Perfino le tute a pressione avevano dovuto essere importate dalla Terra… fino a quando un cinese intelligente pensò di fare delle imitazioni più semplici e funzionali delle originali. Questo avvenne prima che io nascessi. Si potevano scaraventare due cinesi in fondo a uno dei nostri mari e quelli sarebbero diventati ricchi vendendosi sassi fra loro e allevando contemporaneamente una dozzina di figli. Poi un indiano avrebbe venduto al minuto la roba acquistata dai cinesi all’ingrosso, sottocosto, per fare soldi in fretta. Ci arrangiavamo.

Avevo visto il lusso che c’è sulla Terra. Non vale la fatica necessaria per acquistarlo. Non voglio dire della gravità pesante, loro ci sono abituati e non ne risentono; voglio dire della loro vita insensata. Confusione da mattina a sera. Se lo stereo dei polli di una sola città terrestre fosse spedito sulla Luna, il nostro problema dei fertilizzanti sarebbe risolto per un secolo. Fate questo. Non fate quello. State in fila. Dov’è la ricevuta delle tasse? Riempite il modulo. Mostrate il permesso. Presentate sei copie. Solo per l’uscita. Vietato girare a sinistra. Vietato girare a destra. Mettetevi in fila per pagare la multa. Riportate il documento indietro e fatelo timbrare. Crepate pure… ma prima procuratevi il permesso.

Wyoh assaliva con cocciutaggine il Professore, certa di conoscere tutte le risposte. Ma a Prof interessavano di più le domande che le risposte, e questo la sconcertava. Infine, lei disse: — Professore, non riesco a capirti. Non pretendo che lo chiami governo, voglio solo che tu dica che regole ritieni necessarie per assicurare uguaglianza e libertà a tutti.

— Mia cara signorina, sarò felice di accettare le tue regole.

— Ma mi pare che tu non voglia nessuna regola!

— È vero. Ma accetterò qualsiasi regola che tu ritenga necessaria per la libertà. Io sono un uomo libero, quali che siano le regole che mi circondano. Se le trovo tollerabili, le tollero; se le trovo troppo fastidiose, le rompo. Sono libero perché so che io solo sono moralmente responsabile di tutto quello che faccio.

— Non ubbidiresti a una legge che la maggioranza ritenesse necessaria?

— Dimmi che legge, mia cara, e ti dirò se la osserverò o meno.

— Hai eluso la domanda. Ogni volta che enuncio un principio generale tu ti sottrai.

Prof congiunse le mani e le portò al petto. — Perdonami. Credimi, deliziosa Wyoming, il mio massimo desiderio è quello di farti piacere. Hai espresso la volontà di costituire un fronte unito con chiunque vada per la tua stessa strada. Ti basta che io voglia vedere l’Ente scacciato dalla Luna, e che sia pronto a morire per questa causa?

Wyoh era raggiante. — Certo che mi basta!

Gli diede due pugni nelle costole, ma gentilmente, a lui. Poi gli mise le braccia al collo e lo baciò sulle guance. — Compagno, andiamo avanti verso la nostra meta!

— Evviva! — esclamai. — Troviamo il Governatore ed eliminiamolo! — Sembrava una splendida idea; quella notte avevo dormito poco, e normalmente non ero abituato a bere così tanto.

Prof riempì tutti i bicchieri, sollevò il suo in alto e disse, con voce grave e dignitosa: — Compagni: noi dichiariamo la Rivoluzione!