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La terra era letteralmente dura come la pietra e la pala di legno non riuscì a scalfirla neppure quando lei esercitò pressione su di essa con entrambi i piedi, per cui dopo un po' si decise a risalire la collina fino all'inizio del bosco per poi scavare nella neve alla base di un frassino e seppellire il cucciolo nello strato di terriccio molle e di foglie marce.

— Requiescat in pace — disse, in modo da poter riferire ad Agnes che l'animale aveva avuto una sepoltura cristiana, e ridiscese la collina desiderando che Gawyn scegliesse proprio quel momento per rientrare perché così avrebbe potuto chiedergli di accompagnarla al sito quando tutti stavano ancora dormendo.

Attraversò lentamente la piazza, con l'orecchio teso per sentire l'eventuale rumore prodotto da un cavallo, poi pensò che probabilmente Gawyn sarebbe giunto dalla strada principale e dopo aver appoggiato la pala contro la staccionata del recinto dei maiali raggiunse e oltrepassò le porte del maniero, ma ancora non udì nulla.

La luce pomeridiana stava cominciando a sbiadire e se Gawyn non fosse tornato presto sarebbe diventato troppo buio per andare al sito, senza contare che entro mezz'ora Padre Roche avrebbe suonato i vespri e avrebbe svegliato tutti. Del resto una volta rientrato Gawyn avrebbe dovuto accudire il proprio cavallo indipendentemente dall'ora e lei sarebbe potuta sgusciare nella stalla per chiedergli di portarla al sito l'indomani mattina.

Oppure avrebbe potuto semplicemente spiegarle dove esso si trovava e disegnarle una mappa perché potesse trovarlo senza il suo aiuto. In questo modo non sarebbe dovuta andare nei boschi sola con lui e se anche Lady Imeyne avesse deciso di affidare a Gawyn qualche altro incarico proprio il giorno del recupero lei avrebbe potuto prendere uno dei cavalli e raggiungere comunque il sito.

Rimase vicino alle porte fino a quando cominciò a sentire freddo, poi seguì il muro fino al recinto dei maiali e al cortile. Esso era ancora deserto, ma Rosemund era nell'anticamera del maniero con il mantello addosso.

— Dove sei stata? — le chiese. — Ti ho cercata dappertutto. Il segretario…

Il cuore di Kivrin ebbe un sussulto.

— Cosa succede? Sta partendo? — chiese, pensando che l'uomo si fosse ripreso dall'ubriacatura e stesse per andarsene a sua volta… e che Lady Imeyne fosse riuscita a persuaderlo ad accompagnarla a Godstow.

— No — replicò Rosemund, entrando nella sala, che era vuota, segno che Eliwys e Imeyne dovevano essere nella stanza di sopra con il segretario. La ragazza sfilò la spilla di Sir Bloet e si tolse il mantello, aggiungendo: — È malato, e Padre Roche mi ha incaricata di cercarti.

E si avviò su per le scale.

— Malato? — ripeté Kivrin.

— Sì. La nonna ha mandato Maisry di sopra perché gli portasse qualcosa da mangiare.

In modo da poterlo poi mettere al lavoro, pensò Kivrin, seguendo Rosemund su per i gradini.

— E Maisry lo ha trovato malato? — domandò.

— Sì. Ha la febbre.

Quello che ha sono postumi di sbornia, si disse Kivrin, accigliandosi… ma d'altro canto Padre Roche sarebbe stato capace di riconoscere gli effetti del vino anche se Lady Imeyne non avesse saputo o voluto farlo.

Poi fu assalita da un pensiero orribile: quell'uomo aveva dormito nel suo letto, e aveva contratto il suo virus.

— Che sintomi ha? — chiese.

Invece di rispondere, Rosemund aprì la porta.

Nella stanzetta c'era a stento spazio per tutti loro. Padre Roche era vicino al letto ed Eliwys era un po' più indietro rispetto a lui, con una mano sulla testa di Agnes, mentre Maisry era raggomitolata vicino alla finestra con aria spaventata e Lady Imeyne era inginocchiata ai piedi del letto vicino al suo cofanetto dei medicinali, intenta a preparare uno dei suoi puzzolenti impiastri. Nella stanza aleggiava però un altro odore, nauseante e tanto intenso da sovrastare perfino la puzza di senape e di porro dell'impiastro.

Tutti avevano l'aria spaventata, tranne Agnes che appariva interessata come quando aveva scoperto che Blackie era morto, quindi la prima supposizione di Kivrin fu che il segretario fosse morto.

Ha contratto il mìo virus, pensò, ed è morto.

Si rese però subito conto che era un'idea ridicola. Lei si trovava lì dalla metà di dicembre, il che significava un periodo di incubazione di due settimane, e nessun altro aveva contratto il suo male, neppure Padre Roche ed Eliwys che erano rimasti costantemente con lei quando era malata.

Spostò lo sguardo sul segretario, che giaceva scoperto sul letto, con indosso una camicia ma niente calzoni. Il resto dei suoi abiti era drappeggiato ai piedi del letto, con il mantello purpureo che strisciava sul pavimento. La camicia era di seta gialla e i suoi lacci si erano sciolti in maniera tale che adesso era aperta fino a metà del petto, ma Kivrin non notò neppure la pelle glabra dell'uomo o le strisce di pelo di ermellino che bordavano le maniche della sua camicia perché ciò che più la colpì fu il fatto che il segretario stava veramente male… lei non era mai stata così male, neppure quando era prossima a morire.

Si accostò al letto e nel muoversi urtò senza volere con un piede una bottiglia di vino semivuota, facendola rotolare sotto il giaciglio; un'altra bottiglia ancora sigillata era posata vicino alla testa del letto.

— Ha mangiato troppo cibo ricco — sentenziò Lady Imeyne, continuando a pestare qualcosa nella sua ciotola di pietra, ma era chiaro che quello non era un avvelenamento da cibo e che non si trattava neppure delle conseguenze di un eccesso di alcool, nonostante le bottiglie di vino.

Quest'uomo è malato, pensò Kivrin, terribilmente malato.

Il segretario, che aveva sussultato al suono della bottiglia che rotolava, respirava affannosamente con la bocca aperta, ansando come il povero Blackie con la lingua che sporgeva dalla bocca e che appariva gonfia e di un rosso acceso. La sua faccia era di un rosso ancora più cupo e la sua espressione appariva distorta, come se fosse terrorizzato.

Kivrin si chiese se per caso non lo avessero avvelenato. L'inviato del vescovo era parso così ansioso di partire che per poco non aveva travolto Agnes con il suo cavallo e inoltre aveva detto ad Eliwys di non disturbare il segretario… gli ecclesiastici erano propensi agli avvelenamenti nel 1300, giusto? Capitava che si verificassero morti misteriose… e comode… in conventi e cattedrali.

Però non aveva senso perché l'inviato del vescovo e il monaco non sarebbero certo partiti in tutta fretta dando ordine di non disturbare la vittima quando lo scopo dell'uso del veleno era quello di far pensare che la morte fosse dovuta a botulismo o a peritonite o a una delle molteplici e inspiegabili altre cause di cui la gente moriva nel medioevo. E poi perché l'inviato del vescovo avrebbe dovuto avvelenare un suo subalterno quando poteva ridurlo di rango come Lady Imeyne voleva fare con Padre Roche?

— Si tratta di colera? — chiese Lady Eliwys.

No, pensò Kivrin, cercando di ricordare i sintomi di quella malattia… diarrea acuta, vomito, perdita massiccia di fluidi corporei. Espressione tirata, disidratazione, cianosi, sete spaventosa.

— Hai sete? — chiese al religioso.

Questi non mostrò di aver sentito; i suoi occhi erano semichiusi e apparivano anch'essi gonfi; quando Kivrin gli posò una mano sulla fronte lui sussultò un poco e spalancò per un istante gli occhi arrossati prima di riabbassare le palpebre.

— Sta bruciando per la febbre — affermò Kivrin, pensando al tempo stesso che il colera non portava una febbre così alta. — Datemi un panno intriso nell'acqua.

— Maisry! — chiamò Eliwys, ma Rosemund era già accanto a Kivrin munita dello stesso straccio sporco che dovevano aver usato per curare lei.

Se non altro era freddo. Kivrin lo piegò in un rettangolo mentre continuava ad osservare il volto del segretario che stava ancora ansando; quando lei gli posò il panno sulla fronte, l'uomo contorse i lineamenti come se stesse provando del dolore e si serrò il ventre con una mano. Appendicite? Kivrin scartò immediatamente quell'ipotesi perché di solito l'appendicite era accompagnata da febbre non molto elevata. Le febbri tifoidee, d'altro canto, producevano una temperatura che arrivava perfino ai quaranta gradi, anche se in genere non subito all'insorgere della malattia, e procuravano inoltre un ingrossarsi del fegato che spesso portava dolori addominali.