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Maria e Tyler sbucano di corsa in strada. Tyler fa salire Maria su un taxi e in cima all'albergo, all'ottavo piano, vede ombre che si muovono dietro le finestre della stanza di Maria.

In autostrada con tutte le luci e le altre macchine, sei corsie di traffico che sfreccia verso il punto di fuga, Maria dice a Tyler che deve tenerla sveglia tutta notte. Se dovesse addormentarsi, morirebbe.

Molte persone vogliono Maria morta, dice lei a Tyler. Queste persone sono giа morte e dall'altra parte e di notte la chiamano al telefono. Maria va in qualche bar e sente il barista che la chiama per nome e quando va a rispondere al telefono, la comunicazione non c'и.

Tyler e Maria. Sono rimasti su quasi tutta la notte nella camera di fianco alla mia. Quando Tyler si и svegliato, Maria era tornata al Regent Hotel.

Dico a Tyler che Maria Singer non ha bisogno di un amante, lei ha bisogno di un assistente sociale.

Tyler dice: «Non parlarmi di amore».

Per farla breve, ora Maria si и disposta a guastare un'altra parte della mia vita. И dai tempi dell'universitа che mi faccio degli amici. Loro si sposano. Io perdo gli amici.

Benissimo.

Bene, dico.

Tyler mi chiede se per me и un problema.

Io sono le budella annodate di Tizio.

No, dico io, tutto a posto.

Puntami una pistola alla testa e pittura le pareti con le mie cervella.

Strepitoso, dico io. Davvero.

8

Il mio capo mi spedisce a casa per via di tutto il sangue secco che ho sui calzoni e io sono piщ felice che mai.

Il buco nella guancia non guarisce. Vado al lavoro e le mie orbite gonfiate a suon di cazzotti sono due brioche nere intorno ai minuscoli forellini che mi servono per guardarci attraverso. Fino a oggi mi faceva veramente girare le palle essere diventato questo perfezionatissimo maestro zen e nessuno se n'и accorto. Perт mi rifaccio con il mio giochetto del FAX. Scrivo piccoli HAIKU e li FAXO a questo e quello. Quando incrocio della gente sul lavoro, divento ZEN integrale alla bella piccola FACCIA ostile di chiunque sia.

Api operaie

E fuchi in libertа

Schiava regina

Abbandoni tutti i tuoi possessi terreni e la tua macchina e vai a vivere in una casa in affitto nella parte della cittа dei rifiuti tossici dove la sera tardi senti Maria e Tyler nella stanza di lui che si danno a vicenda della pulitura di culo umano.

Prendi qui, pulitura di culo umano.

Dacci, pulitura di culo umano.

Ingoialo da strozzarti. Tienlo giщ, baby.

Per contrasto questo fa di me il piccolo centro calmo del mondo.

Io con i miei occhi scazzottati e il sangue rappreso in grosse croste nere sui calzoni, io che dico SALVE a tutti quelli che incontro sul lavoro. SALVE! Guardatemi. SALVE! Sono cosм ZEN. Questo и SANGUE. Questo non и NIENTE. Salve. Tutto и niente ed и la fine del mondo essere ILLUMINATO. Come me.

Sospiro.

Guarda. Davanti alla finestra. Un uccello.

Il mio capo mi ha chiesto se il sangue era sangue mio.

L'uccello vola sottovento. Sto scrivendo mentalmente un piccolo haiku.

Privo di nido

L'uccello abita il mondo

Vivi la vita

Conto sulle dita cinque, sette, cinque.

Quel sangue и mio?

Sм, dico, anche.

Questa risposta и sbagliata.

Dovesse importare qualcosa. Possiedo due paia di calzoni neri. Sei camicie bianche. Sei paia di mutande. Il minimo indispensabile. Vado al fight club. Sono cose che capitano.

«Vai a casa» mi dice il mio capo. «Cambiati.»

Sto cominciando a domandarmi se Tyler e Maria sono la stessa persona. A parte le loro sbattute, tutte le notti nella stanza di Maria.

A darci.

A darci.

A darci.

Tyler e Maria non sono mai nella stessa stanza. Non li vedo mai insieme.

Ma nemmeno me e Zsa Zsa Gabor, ci si vede mai insieme, e questo non significa che siamo la stessa persona. И solo che Tyler non viene fuori quando c'и Maria.

Perchй io possa lavarmi i calzoni Tyler mi deve mostrare come si fa il sapone. Tyler и di sopra e la cucina и piena di odore di chiodi di garofano e peli bruciati. Maria и al tavolo della cucina a bruciarsi sotto l'ascella con una sigaretta ai chiodi di garofano e a darsi della pulitura di culo umano.

«Io accolgo la mia malata degenerazione putrescente» dice Maria alla brace in cima alla sua sigaretta. Maria si ruota la sigaretta nel soffice ventre bianco del braccio. «Brucia, strega, brucia.»

Tyler и di sopra in camera mia a guardarsi i denti nel mio specchio e dice che mi ha trovato un posto da cameriere part-time da banchetto.

«Al Pressman Hotel, se ti va di lavorare di sera» dice Tyler. «И un posto che ti servirа a fomentare il tuo odio di classe.»

Sм, rispondo, certo.

«Ti fanno portare un farfallino nero» dice Tyler. «Per lavorarci hai solo bisogno di una camicia bianca e un paio di calzoni neri.»

Sapone, Tyler. Gli dico che abbiamo bisogno di sapone. Abbiamo bisogno di fare un po' di sapone. Devo lavarmi i pantaloni.

Gli tengo i piedi mentre lui fa cento piegamenti.

«Per fare sapone prima dobbiamo squagliare del grasso.» Tyler и un pozzo di utili informazioni.

A parte le loro sbattute, Maria e Tyler non sono mai nella stessa stanza. Se Tyler и presente, Maria lo ignora. Vecchia storia per me.

И esattamente cosм che i miei genitori erano invisibili l'uno all'altro. Poi mio padre se n'и andato via per mettere su un'altra filiale.

Mio padre diceva sempre: «Sposati prima che il sesso diventi noioso, altrimenti non ti sposerai mai».

Mia madre diceva: «Non comperare mai niente con una cerniera lampo di nylon».

I miei non dicevano mai niente che ti verrebbe voglia di ricamare su un cuscino.

Tyler fa centonovantotto piegamenti. Centonovantanove. Duecento.

Tyler indossa una specie di vestaglia di flanella unta e calzoni di tuta. «Fai uscire Maria di casa» dice Tyler. «Manda Maria giщ a comperare un barattolo di lisciva. La lisciva in scaglie. Non quella in cristalli. Sbarazzati di lei.»

E io che torno a quando avevo sei anni e portavo messaggi avanti e indietro tra i miei genitori che avevano rotto. Lo detestavo quando avevo sei anni. Lo detesto ora. Tyler comincia a fare sollevamenti delle gambe e io scendo a dire a Maria: la lisciva del tipo in scaglie. Le do un biglietto da dieci dollari e la mia tessera dell'autobus. Mentre Maria и ancora seduta al tavolo della cucina, io le sfilo dalle dita la sigaretta ai chiodi di garofano. Facile facile. Con un canovaccio le ripulisco le macchie rosso ruggine sul braccio, dove le croste delle bruciature si sono crepate e hanno cominciato a sanguinare. Poi le infilo un piede dopo l'altro nelle scarpe con i tacchi alti.

Maria mi guarda fare il mio pezzo da principe azzurro con le sue scarpe e dice: «Sono entrata da me. Credevo che in casa non ci fosse nessuno. Non c'и la serratura sulla porta».

Io non dico niente.

«Sai, la scarpetta di vetro della nostra generazione и il preservativo. Te la infili quando incontri uno sconosciuto. Balli tutta notte, poi lo butti via. Il preservativo, voglio dire. Non lo sconosciuto.»

Io non sto parlando con Maria. Puт anche intromettersi nei miei gruppi di sostegno e tra me e Tyler, ma mai e poi mai sarа mia amica.

«И tutta mattina che ti aspetto qui.»

Sbocciano e sfioriscono i fiori

Il vento porta farfalle o neve

Sordo и il sasso

Maria si alza dal tavolo e indossa un vestito blu senza maniche di non so che stoffa lucida. Maria si pizzica l'orlo della sottana e lo rigira per farmi vedere i punti della cucitura all'interno. Non ha le mutande. E mi strizza l'occhio.

«Volevo farti vedere il mio vestito» dice Maria «И un vestito da damigella d'onore ed и tutto cucito a mano. Ti piace? Era in vendita all'usato per un dollaro. Qualcuno ha fatto tutti questi punti piccoli piccoli per un vestito cosм orribilmente brutto» dice Maria. «Incredibile, eh?»