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I giochi animali per gli adulti sono osceni e deridono tutti i valori elementari della società hwarhath… perfino l’omosessualità, sebbene con una certa cautela. Nei giochi degli adulti, il tli è come Brer Rabbit: un piccolo furbacchione che sfotte gli animali grandi, che sono spacconi e ipocriti, non eroi.

Perciò, che cos’ero io? Il tli vero, che mangia spazzatura e vive sotto le case? Il codardo e il criminale dei giochi dei bambini? O Brer Rabbit? E c’è qualcuno di questi ruoli che a me piaccia in modo particolare?

Gwarha mi ha chiesto perché non mi ero infuriato. Perciò non posso permettermelo. Il tli non combatte, a meno che non si senta in trappola o non impazzisca per una qualche malattia.

Ho finito il vino e ho lavato il bicchiere, deponendolo poi accanto ai pezzi della coppa rotta di Gwarha. Poi sono tornato nei miei alloggi e sono andato a dormire.

Ho lasciato la porta aperta. Lui è venuto a metà del primo ikun. Ero seduto nella stanza principale davanti a una tazza di caffè. Gwarha indossava un vestito di un materiale ruvido e scuro. Tenuta da campagna. Odorava di pelo umido e non aveva un bell’aspetto.

— Guarda che cosa mi ha dato come dono il piccolo killer domestico di vermi.

Si è seduto e si è strofinato il viso, poi si è massaggiato la fronte e la zona attorno alle orecchie. — Fai lo spiritoso? — ha detto, in inglese. — Non è il caso.

— Vuoi sapere cos’è accaduto ieri sera o te lo ricordi?

Si è massaggiato il collo. — Ho avuto una discussione con Shen Walha.

— Bingo.

— Non farlo, Nicky.

— Che cosa?

— Non usare parole che non capisco. Lo sa solo la Divinità se questa mattina riesco a malapena a capire la lingua di Eh e di Ahara.

Sono passato alla sua lingua natia e ho descritto quello che avevo visto durante la sera.

Alla fine, lui ha detto: — Ricordo quasi tutto. Devo trovare un sostituto per Wally.

— Penso anch’io, sebbene la mia possa anche non essere una valutazione imparziale, e penso anche che tu debba trovargli un nuovo lavoro. È in gamba. Tu non vuoi che passi a un nemico, non vuoi punirlo per aver parlato onestamente.

— Non dirmi come deve essere un frontista.

— Sì, Primo Difensore.

— Gesù, che casino — ha detto, in inglese.

— Di che entità è questo fenomeno?

Mi ha guardato, senza capire.

— Quanti pensano e dicono che gli umani sono animali?

È rimasto silenzioso per qualche momento, poi ha risposto, con molta cautela. — Wally non è il solo. Penso che ce ne siano parecchi a pensarla così… più di quanti abbia mai saputo. Io sono l’Amante dell’Umano. Ci sono cose che non si dicono in mia presenza. I miei parenti maschi mi hanno riferito solo una parte, ma penso che avessero paura di dirmi tutto. Penso che le voci aumenteranno. Molti uomini credono che i negoziati falliranno. Che dovremo combattere gli umani, e che se gli umani non combattono come persone, dovremo macellarli.

Macellarli. Scannarli. Squartarli. Brutte parole, piene di violenza, non riferibili al modo in cui uomini trattano con altri uomini.

— Perché non mi hai detto niente di tutto questo?

— Non ho l’obbligo di dirti tutto.

— Ma è la mia specie, Ettin Gwarha. Se sono animali, sono animale anch’io.

È rimasto nuovamente silenzioso, lo sguardo fisso sulla moquette. Poi ha sollevato la testa. — A che cosa sarebbe servito? Tu ti saresti guardato attorno, avresti guardato i tuoi compagni ufficiali… gli uomini tra i quali vivi… e avresti fatto delle domande. Chi dice questo? Chi di voi pensa che io non sia una persona?

— Al diavolo.

È rimasto seduto, immerso in un cupo silenzio, poi si è alzato ed è ritornato nei suoi alloggi.

Mi sono versato un’altra tazza di caffè e l’ho bevuto lentamente, pensando all’ultima volta che sono stato sul pianeta natio hwarhath, dopo la disastrosa prima serie di negoziati con gli umani. A una mattina particolare. Ero nei giardini tra la grande casa di Ettin Per e il fiume, e respiravo l’aria fresca, con i piedi umidi di rugiada, ammirando le belle foglie delle piante ornamentali di Per e le piume variopinte dei suoi halpa. Per li alleva per le uova e la loro bellezza. Vanno dappertutto, calpestano tutto, troppo pesanti, troppo fiduciosi per volare. Ho svoltato nel sentiero e, dopo un cespuglio con foglie verdi e scarlatte, c’era un tli: rotondo e grasso con un pelo color ruggine e bianco, degli anelli sulla coda. Stava distruggendo un nido halpa. Pezzi di uova gli colavano dal muso e gli coprivano i piccoli artigli. Mi ha guardato e per qualche momento siamo rimasti tutti e due immobili. Poi lui è filato via e io sono rimasto a guardare le uova rotte.

Era decisamente arrivato il momento di un altro viaggio a casa. Il momento di essere all’aria aperta, lontano dalle lotte di potere senza fine sul perimetro.

Le lotte di potere senza fine del centro appartengono alle donne. Gwarha qualche volta viene invitato a sedere con le zie mentre loro complottano. E io occasionalmente vengo chiamato a parteciparvi come esperto sul nemico umano. Faccio rapporto e vengo mandato via, non essendo portatore di nessun’altra responsabilità.

Divinità, è deprimente. Ma non ancora. Ci sono problemi qui che devono essere ancora affrontati.

Dal diario di Sanders Nicholas,

addetto alle informazioni presso lo staff

del Primo Difensore Ettin Gwarha

CODIFICATO PER LA SOLA VISIONE DI ETTIN GWARLIA

24

Un campanello squillò. Le occorse un minuto per rendersi conto che si trattava della porta e non dell’intercom. Toccò la piastra interna e la porta si aprì. Nicholas. Il suo viso pallido era simile a una maschera.

— Che cosa succede? — domandò Anna.

Lui entrò. La porta si chiuse. — Ho qualcosa da dirle, Anna. Ci vorrà un po’ di tempo e richiederà tutta la sua attenzione.

Anna aveva già sentito quel tono, di solito in qualcuno che stava per annunciarle un morto in famiglia. — Non ho niente in programma. Non saremo interrotti.

— Perché non si siede? Io preferisco stare in piedi e camminare.

— Che cosa c’è, Nick? Mi sta innervosendo.

Nick era arrivato in fondo alla stanza. Si girò e le sorrise. — Sono terrorizzato, Anna. La prego, si sieda.

Lei lo fece. Nick rimase fermo per un momento, lo sguardo fisso alla porta che conduceva fuori dagli alloggi di Anna. — Prima di tutto, questo non ha niente a che fare con il primo difensore. Si tratta di me e lui non deve sapere quello che ho intenzione di fare.

Anna aprì la bocca per parlare poi la richiuse.

— C’è un’informazione che la vostra parte deve conoscere. Deve trovare lei il modo di farla arrivare all’ambasciatore. In questa stanza sarebbe sicuro, se trovasse il modo di farlo venire qui. Meglio ancora sarebbe a bordo della vostra nave. Gli alloggi umani sono fuori questione. Perfino i gabinetti sono pieni di microfoni.

— I nostri hanno controllato e ci hanno detto che…

— Mi creda, il Popolo è in ascolto. Io ho ascoltato. Ascolto le registrazioni tutti i giorni. Al Popolo non piace mentire ma mente, specialmente a un nemico, e non è disposto a concedere vantaggi. — Nicholas si muoveva lungo il perimetro della stanza. Anna doveva girarsi per averlo sempre in vista.

— Non potrebbe sedersi? Mi verrà il torcicollo.

Lui si lasciò andare su una sedia e la guardò con un’espressione cupa. — Penso che siamo a una svolta. Se a questo punto dei negoziati qualcosa andasse storto, non sarebbe possibile recuperare il perduto; e non penso che la sua gente si renda conto di quanto pericolosa sia la situazione. Lei deve assolvere questo compito, Anna.

Nicholas tacque. Anna rimase in attesa. Alla fine, lui disse: — L’informazione. Quando combatte una guerra, il Popolo segue delle regole, e si tratta di regole assolute. Non possono essere infrante. La prima regola, la più importante, è che nessun hwarhath maschio può fare alcun male fisico a una donna o a un bambino.