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Oggi, nell'anniversario del naufragio, apro un giornale e leggo: «Gli yrr hanno cambiato il mondo per sempre.»

Lo hanno fatto davvero?

Hanno avuto una rilevante influenza sul nostro destino, ma di loro non sappiamo praticamente nulla. Crediamo di conoscere la loro biochimica, ma ciò significa davvero conoscerli? Da allora non li abbiamo più visti. Solo i loro segnali risuonano nel mare, incomprensibili perché non pensati per noi. Come fa una massa di gelatina a emettere suoni? Come li recepisce? Due domande tra le milioni che ci dovremmo porre. Le risposte spettano a noi. Solo a noi.

Forse un'altra rivoluzione dell'umanità sarà in grado di conciliare le nostre costrizioni genetiche col nostro elevato sviluppo. Se vogliamo dimostrarci degni del regalo — il fatto che la Terra esiste ancora — non dobbiamo studiare gli yrr, ma noi stessi. Solo la consapevolezza della nostra origine, che abbiamo imparato a falsificare tra grattacieli e computer, c'indicherà la via per un futuro migliore.

No, gli yrr non hanno cambiato il mondo. Ci hanno mostrato il mondo com'è.

Nulla è più come prima. Anzi, no, una cosa è come prima. Fumo ancora.

Cosa saremmo senza costanti?

NOTA DELL'AUTORE

Benché le vicende narrate in questo romanzo comprendano alcuni elementi di fantasia, esse sono tuttavia basate su solidi fatti scientifici. Le notazioni sulla geologia marina, sugli idrati di metano e sugli smottamenti sottomarini rispecchiano i risultati attualmente raggiunti dalle ricerche. Allo stesso modo, corrispondono alla realtà le descrizioni dei cetacei, del whale watching, del programma di addestramento della Marina americana, dei sonar, degli idrofoni e del sistema di satelliti. I batiscafi e i robot subacquei rispecchiano i più avanzati sviluppi tecnici raggiunti in questo campo da specialisti quasi esclusivamente americani. Ogni volta che l'acqua si tinge di blu, invece, è la fantasia a entrare in gioco. In relazione a questo, però, vorrei sottolineare che le congetture in ambito genetico sono state sempre elaborate in collaborazione con gli scienziati. Anche in questo ho sempre cercato di avvicinarmi il più possibile alla realtà.

FRANK SCHÄTZING

RINGRAZIAMENTI

In pagine e pagine strapiene di sapere e scienza ci si deve aspettare l'influenza di molte persone intelligenti e infatti è così. In particolare, vorrei ringraziare:

Prof. dott. Uwe A. O. Heinlein, Miltenyi Biotec, per gli insegnamenti sugli yrr, sui geni pensanti e per la saggezza trovata sul fondo di bicchieri ben riempiti.

Dott. Manfred Reitz, Istituto per le biotecnologie molecolari di Jena, per lo sguardo in ciò che è extraterrestre e per l'ispirazione sul significato degli yrr.

Hans-Jürgen Wischnewski, ex ministro della cooperazione economica, per il mezzo secolo in tre ore, la torta di semi di papavero e per l'accoglienza.

Clive Roberts, managing director della Seaboard Shipping Co. Vancouver, per i consigli tecnici e paterni e «semplicemente per essere se stesso»!

Bruce Webster, sempre della Seaboard Shipping Co., per il tempo, la pazienza e le ventisei risposte esaurienti a domande assurde.

Prof. dott. Gerhard Bohrmann, centro di ricerca Geomar, Kiel e Università di Brema, per i suggerimenti sugli idrati e un ruolo di primo piano non solo nella scienza.

Dott. Heiko Sahling, Università di Brema, per i vermi fissati, passati, per la loro autopsia e per la partecipazione.

Prof. dott. Erwin Suess, centro di ricerca Geomar, Kiel, per una soleggiata pausa di mezzogiorno negli abissi marini e per la presenza letteraria.

Prof. dott. Christopher Bridges, Università di Düsseldorf, per diversi momenti illuminanti nelle profondità oscure.

Prof. dott. Wolfgang Fricke, Technische Universität Hamburg Harburg, per due giorni estremamente costruttivi trascorsi con finalità distruttive.

Prof. dott. Stefan Krüger, Technische Universität Hamburg Harburg, per l'instancabile impegno nell'impedire errori nell'affondamento delle navi.

Dott. Bernhard Richter, dei Lloyd tedeschi, per la presenza telefonica durante il picco della catastrofe col dottor Fricke.

Prof. dott. Giselher Gust, Technische Universität Hamburg Harburg, per le riflessioni critiche e una vera corrente circumpolare d'idee.

Tobias Haack, Technische Universität Hamburg Harburg, per il lavoro della sua testa nel ventre della nave.

Stefan Endres, per il whale watching, i veri indiani e i grandi animali che saltano contro i piccoli aerei.

Torsten Fischer, Alfred-Wegener-Institut, Bremerhaven, per la possibilità di visitare all'ultimo momento una nave oceanografica.

Holger Fallei, per una spedizione con la Polarstern in un bacino asciutto, che era tutto tranne che asciutto.

Dott. Dieter Fiege, Forschungsinstitut Senckenberg, Francoforte, per una giornata in cui il verme era in forma perfetta!

Björn Weyer, cui si deve la protezione della flotta, per la sua disponibilità a collaborare col nemico, ovviamente solo letterario.

Peter Nasse, per i preziosi contatti, la costante disponibilità e per il piacere di vederlo un giorno sullo schermo.

Ingo Haberkorn, Dipartimento federale anticrimine, Berlino, per la profonda capacità di gestione degli atti di violenza e dei delitti non umani.

Uwe Steen, pubbliche relazioni della polizia di Colonia, per il contributo alla questione di chi, quando, dove e come si reagisce al tempo degli yrr.

Dieter Pittermann, per la via di comunicazione con la piattaforma galleggiante, con la parte scientifica di Trondheim e per «Håper det er til hjelp».

Tina Pittermann, per il contatto col papà, per i libri della nonna e per la paziente attesa dei libri della nonna.

La nonna di Tina, per i libri sopraccitati.

Paul Schmitz, per le fotografie, per il trapianto dei peli della barba, per due anni di rinuncia alla musica e l'incrollabile sapienza. Che non invecchi mai!

Jürgen Muthmann, per lo sguardo nell'esistenza dei pescatori peruviani, per la pazienza con lo scrittore musone e per l'intima vicinanza nonostante la grande distanza.

Olaf Petersenn, lettore di mia fiducia presso la casa editrice Kiepenheuer Witsch e per il tanto agognato arricchimento del mio vocabolario con la parola «cancellare».

Helge Malchow, editore e curatore, casa editrice Kiepenheuer Witsch, per la fiducia e per il libro più lungo nella storia della casa editrice.

Yvonne Eiserfey, che senza dubbio ha dato uno sguardo al libro per le MinuscOle e le mAiuScole.

Jürgen Milz, mio amico e compagno, per la comprensione e per l'arte di non far affondare una piccola nave nonostante la violenta tempesta.

Grazie a tutta la casa editrice Kiepenheuer Witsch, al marketing e alla pubblicità, alla stampa, alla distribuzione, alla redazione, alla produzione, alla segreteria e un grande ringraziamento ai servizi esterni.

Ringrazio di cuore anche Norbert Burger, per tanti anni sindaco di Colonia, per il ruolo nei contatti con Hans-Jürgen Wischnewski; Hans-Peter Buschheuer per la sua lettera a Ben Wisch; Claudia Dambowy per l'assistenza medica; Jürgen Streich per il materiale su Greenpeace; Hejo Emons per i video sugli abissi marini, appassionanti e ricchi d'informazioni, Jochen Cerhak per altri video simili ai precedenti e in particolare Wahida Hammond per la grande, grande amicizia che l'ha portata a farmi tantissimi piaceri!

Un ringraziamento del tutto particolare è dovuto a Brigitte e Rolf Schätzing, i miei genitori, che sono sempre stati a mia disposizione, che mi hanno sempre guidato nelle acque tranquille e in quelle agitate. Anche con la nebbia peggiore, sapevano sempre come tenere la rotta.

Nel grande movimento circolare della natura, la fine è identica all'inizio. Seguendo questa bellissima logica, i ringraziamenti cominciano davvero solo alla fine. Così come le mie giornate cominciano, finiscono e ricominciano con la cosa più bella che ci si possa augurare: un grande amore. Alcuni dicono che Sabina sia la mia editor segreta, altri la definiscono semplicemente il mio colpo di fortuna. Hanno tutti ragione. Ho scritto questo libro per te, dolce tesoro, pensando a quello che c'è scritto sul pezzo di sottobicchiere che tieni nel portafoglio: Alles… und meer!